SPECCHIO
22 maggio 2004
Quei
sussurri dal silenzio dei condannati
Cresce
nel mondo l�opposizione alle esecuzioni di Stato. E i movimenti
per i diritti civili hanno argomenti sempre pi� forti. Come
queste storie
di Mario
Marazziti
Per 34 anni
tutta la sua vita stava nel suo udito. Per 34 anni Sakae Menda
ha sezionato ogni rumore, nel suo braccio della morte, in
Giappone. Ottanta volte ha sentito un breve suono di tromba e poi
il clack della porta che si apriva per il condannato scelto per
morire, in quei 34 anni. Finch� il suo sesto appello � stato
accolto: perch� lui, quella coppia di anziani non l�ha mai
uccisa. Quando � stato arrestato non capiva nemmeno perch�.
L�avvocato non gli ha spiegato che si poteva fare l�appello.
L�ha imparato dopo anni. Da solo. E� stato incastrato dalla
polizia che prendeva i soldi dalle prostitute e che voleva mettere
a tacere un testimone scomodo. L�hanno preso, l�hanno
accusato, hanno cancellato le prove. Lui, Sakae Menda, � stato
sepolto vivo per 12.410 giorni. Per ognuno di questi giorni ha
pensato che quello poteva essere l�ultimo e ogni notte ha
pensato che forse non ci sarebbe stato un giorno dopo. Perch� in
Giappone non viene data notizia dell�esecuzione n� al
condannato n� alla famiglia. D�altra parte Sakae Menda era
stato ripudiato dalla sua famiglia gi� nel 1965, per la
�vergogna sociale�. Eppure per lui non � mai stata
pronunciata la parola �Omukae!/Il tuo tempo �
arrivato!�. Era un giovane soldato sopravvissuto alla guerra
mondiale, un contadino che si arrangiava con un po� di mercato
nero. Oggi � un anziano di 77 anni che si � convertito al
cristianesimo e ha tradotto i classici.
Pi�
vecchia di Menda � Hide Saito, che di anni ne ha 97. Nelle pieghe
della sua pelle c�� un secolo ma anche la memoria di come si
resta umani. E di come per ottenere questo, bisogna lottare, senza
stancarsi. Ne ha passati 29, di anni,
per far liberare dal braccio della morte suo figlio Yukio,
condannato senza motivo a 24 e uscito a 53, trenta anni fa. Per la
lotta di questa donna coraggiosa non � mai arrivata a casa di
Hide Saito la breve lettera che contiene la cerimoniosa
comunicazione: �la separazione � avvenuta�. La
�separazione� in Giappone avviene sempre la mattina presto. Pi�
di seicento volte dalla Guerra mondiale a oggi. Con gli Stati
Uniti, � la pi� grande democrazia industrializzata del mondo a
fare ricorso alla pena capitale, anche se i numeri sono oggi meno
imbarazzanti. Si giustiziano spesso gli anziani. Non ci sono
eccezioni per i malati di mente, e l�esecuzione pu� avvenire
anche mentre sono in corso ancora gli appelli. Paradossalmente, la
data dell�esecuzione sembra dipendere da motivi spirituali: c��
chi dice che avviene quando il sistema giudiziario ritiene che il
condannato � venuto a patti con la sua sentenza di morte: solo
allora arriva il momento. La tortura mentale di immaginarsi la
fine pu� durare un anno, due anni, decenni.
L�Europa
� il primo continente del mondo che ha sentito la pena capitale
come uno strumento barbaro e inumano, anche se sono passati appena
venti anni da quando la ghigliottina � stata messa in soffitta e
nei musei. La difesa della vita non pu� essere affermata
attraverso la morte, legittimata al livello pi� alto proprio
dallo stato. Questa � la sensibilit� che si � fatta strada in
Europa, da una consapevolezza cresciuta sull�orrore della grande
strage della guerra mondiale. L� dove la pena capitale �
scomparsa anche le opinioni pubbliche hanno poi cambiato
idea, assaggiando il sapore di un mondo con meno cultura di morte:
come in Francia, in poco tempo. In ultima istanza, ha scritto
Norberto Bobbio, si tratta di essere sempre un po� migliori di
chi uccide. Dall�altra parte del Mediterraneo, il grande mondo
arabo e musulmano non ha avuto questo percorso. Anche se la
campagna mondiale per una moratoria universale delle esecuzioni
potrebbe trovare alleati anche nella riva Sud del Mare Nostrum,
come la Tunisia, il Marocco. In Asia la pena di morte � di casa,
� ripartita nelle Filippine, non � mai andata via da Singapore.
E la Cina, si sa, � il paese-leader dello strano mondo della pena
di morte: da sola � due terzi del �mercato� mondiale. L� pu�
essere comminata per decine di reati, dal contrabbando al furto di
animali, alla corruzione e all�evasione fiscale: le stesse
leggi, in casa nostra, potrebbero trasformarsi in un genocidio.
Ma �
quando noi europei giriamo lo sguardo al paese pi� amato, pi�
desiderato, pi� ammirato, che da un po� facciamo fatica a
capire come � possibile difendere i diritti umani e avere un
sistema penitenziario con pi� di due milioni di detenuti e quasi
quattromila condannati a morte. L�impressione � quella di un
mondo �militarizzato�, dove la pena estrema serve a fissare la
linea tra sporco e pulito senza essere una soluzione per
drammatici problemi sociali.
Molti
dicono che oltre il muro ci sono solo mostri. Ci siamo andati,
oltre il muro. Il primo, di mostro, � il braccio della morte. In
Oklahoma tutto � sottoterra. Non c�� mai la luce del sole.
Giorno e notte luce artificiale. E si perde la nozione del tempo.
I condannati, non stanno in cella da soli, ma a due a due. Non per
farsi compagnia. Ma per esasperarsi a vicenda: chi ha paura dei
neri e uno che � nero, chi odia i gay e chi � gay. Il braccio
della morte � una strana contraddizione. Non si resta uguali. O
si peggiora o si migliora. L�obiettivo di un sistema il cui
esito � la morte � quello di dis-umanizzare: cos� non c��
quella sensazione di violenza contro natura che la morte, ancorch�
legale, non pu� cancellare. Dis-umanizzare cos� che quando
arriva il momento dell�esecuzione si ha l�impressione di
sopprimere un non-essere umano invece di un uomo, di una donna.
C�� chi
resiste. Chi si inventa un mondo al rovescio per annullare
l�effetto che ha su di s� la cella i cui lati, a destra e a
sinistra, pu� toccare con le braccia aperte. Come Dominique
Green. Afro-americano texano, un viso intelligente che lo fa
pi� bello della gi� bella pelle lucida, che esce fuori
trionfante dalla casacca bianca dei condannati, a Livingtson,
Texas. Il suo sorriso conquista, come la tristezza profonda degli
occhi. Ha 30 anni. Ne aveva 18 quando � entrato. Prima ha
combattuto contro il carcere e contro le guardie. Ha sempre perso.
Adesso prova a ignorarlo, il braccio della morte. Vive al
contrario. Di notte legge, scrive, dipinge. Quando si fa giorno
dorme un po�. Scrive poesie. E� stato condannato perch� due
compagni pi� grandi hanno scaricato su di lui l�accusa di avere
sparato l�unico colpo di una maledetta rapina. Nessuno l�ha
mai visto con una pistola in mano. N� ne ha mai posseduta una. Un
quarto ragazzo della banda, un bianco, lui s� una volta � stato
visto con una pistola in mano. E� stato scagionato subito da una
giuria che non conteneva nemmeno un nero. Adesso Dominique spiega
a quelli di fuori quanto spreco umano c�� nel mondo-sottosopra
di Livingston e fa da consulente di umanit� e di legge per gli
altri. Per non farli schiacciare. Per lui si sono mossi il Dalai
Lama e Michail Gorbaciov, che sostengono la campagna
internazionale con cui la Comunit� di Sant�Egidio cerca di
fermare questa macchina infernale. E� una corsa contro il tempo,
come quella di Abu Mumia Jamal, considerato il pi� famoso
prigioniero politico d�America, anti-sistema, afro-americano.
Desmond
Tutu � andato a trovare Dominque Green prima di Pasqua e ha
raccontato della sua umanit� rara, rara anche al di fuori di
della Polunsky Unit. Polunsky Unit � il braccio della morte pi�
famoso d�America. Negli ultimi tre anni qui sono state eseguite
sei condanne per sei che erano appena ragazzi, minorenni, al
momento del reato. In alcuni Stati non si pu� entrare in birreria
perch� troppo piccoli, ma si pu� essere condannati a morte come
se si fosse pienamente responsabili. In Texas ce ne stanno altri
28 di �juveniles� che potrebbero essere giustiziati, e altri
45 nel resto degli Stati Uniti. In Virginia e Alabama basta avere
14 anni per rischiare di morire.
In Texas si
hanno pi� probabilit� di finire con un�iniezione letale i
propri giorni che per un incidente aereo. Questa macchina ha
inghiottito un uomo vero, Joe Mario Trevino. Lui, in
carcere ha trasformato la dis-umanizzazione in crescita umana. Era
stato condannato senza alcuna considerazione per la sua vita di
ragazzino sempre in istituto, instradato ad annusare colle e
vernici per sballare gi� a 9 anni, sottoposto a 13 visite
psichiatriche ancora in minore et�. A nove anni e mezzo gi�
urlava (inascoltato) a un medico il suo desiderio struggente di
una vita da bambino �normale� e la sua condizione di bambino
picchiato, trascurato e dipendente dai solventi e dalle tossine
delle vernici: �Quando gli ho chiesto che cosa avrebbe voluto se
avesse potuto esaudire tre desideri ha detto che vorrebbe
imparare, comportarsi bene a scuola, essere pulito e ben vestito.
Se avesse dovuto andare su un�isola deserta avrebbe portato
degli amici con s�Se fosse stato un animale avrebbe voluto
essere uno scoiattolo in modo da poter facilmente scappare dal
pericolo�.
In carcere,
per quindici anni, Joe Mario legge e scrive e spiega anche alle
guardie come fare per sopravvivere dentro a un sistema che immerge
tutti nella stessa violenza. Cresce, diventa l�uomo che non
poteva essere. Conosce una donna, Nancy Mixon, e ne nasce un
rapporto profondo. Si chiamano �moglie mia�, �marito mio�,
finch� Joe Mario non viene giustiziato il 18 agosto 1999. Di lui
Nancy scrive: � Non aveva mai sperimentato un amore degno di
questo nome, che dura nel tempo e crea un senso di appartenenza.
Era brillante e dotato di ingegno ed era un buon artista. Abbiamo
discusso, dibattuto, ci siamo posti domande ed abbiamo imparato
moltissimo l�uno dall�altra. Quando mi ha raccontato della sua
infanzia, gli ho mandato un biglietto di compleanno, iniziando
dall�et� di un anno; il giorno successivo gliene ho mandato uno
da due anni, poi da tre anni e ho continuato fino alla sua et�
effettiva. Gli ho detto quanto era speciale per me e quanto ero
contenta e grata di averlo nella mia vita. Che sarei rimasta con
lui fino all�ultimo giorno e lui con me. E cos� � stato�. La
ricchezza della sua vita arriva a noi da questo affetto, ancora
vivo, e dalle lettere scambiate con un italiano, Marco Pagani,
anche lui piemontese.
Ma
non c�� solo il Texas. La Pennsylvania � spaccata in due. Per
gli stessi reati, persone con lo stesso background, di colore,
ispanici o bianchi, sono vive o morte se capitano di qua o di l�.
Tutte le sentenze capitali sono concentrate in alcune contee e i
diritti umani dipendono dalla geografia. William Nieves �
nato e cresciuto nella parte sbagliata. E� cos� che molto dopo
il delitto � stato fermato, buttato gi� la prima notte in una
cella piena di escrementi, poi difeso da un avvocato d�ufficio,
esperto di divorzi, e condannato a morte, dopo due anni, per la
morte di una persona che non aveva mai visto. Adesso � un calmo
signore ispanico � non animato da sentimenti di vendetta, ma di
compassione per chi non � uscito dall�inferno. E� un po�
sovrappeso anche se ha problemi di stomaco, a 37 anni. Organizza
una volta al mese un pullman che porta i parenti dei condannati a
morte da Filadelfia al carcere. E� il suo modo di ringraziare la
vita che torna, dopo sei anni passati nel Pennsylvania Death Row.
�Il suicidio? Ci ho pensato tutti i giorni. Assieme alla
tentazione di diventare pazzo. Alla preghiera. Alla speranza che
l�incubo finisse. L�incubo � finito perch� un avvocato vero
mi ha aiutato a scoprire che l�accusa aveva nascosto un
testimone oculare che aveva visto tutto e mi scagionava. Fin
dall�inizio�. Da quando � uscito, nel 2000, ha cercato di
ricostruire un rapporto con una figlia che aveva lasciato a due
anni e che a dieci non riusciva pi� a pensare che quello fosse
suo padre.
Non
tutti ce la fanno a ricominciare da capo, e a trasformare i
sentimenti di distruzione e autodistruzione in comprensione e
compassione. Joaquin Martinez, cittadino spagnolo, accusato
a Tampa in Florida di avere ucciso una coppia di fidanzati durante
una rapina in casa, completamente prosciolto dopo 37 mesi nel
braccio della morte e una grande battaglia legale, ha deciso di
non tornare pi� negli Stati Uniti.
Joseph Naum Green, invece, � un americano magro, scuro di pelle, barba e capelli ricci
arruffati, che � libero di vivere da libero in Florida dopo
essere stato condannato a morte. E� fortunato. E� uno dei 19
che pu� raccontarlo, sui 777 condannati a morte della storia
della Florida, quanti erano quando � stato liberato. Ma stare
fuori non � facile. Racconta di s�, in terza persona, del primo
giorno di �vita�: �J.N.Green stava nel buio di una
stanza di motel a Stark, la scorsa settimana, cercando di
assaporare la libert� di essere fuori dal braccio della morte. Ma
il ronzio del condizionatore, poi il vuoto e il silenzio da
accapponare la pelle quando si fermava, hanno disturbato le sue
fantasticherie. E� diventato sempre pi� ansioso, e si chiedeva
se le voci di fuori stessero complottando per entrare
all�improvviso e accoltellarlo a morte. �Non sapevo se
qualcuno sapeva che ero l� o mi aveva visto entrare� il
manovale quarantatreenne diceva. �Io ero indifeso, da solo, in
una stanza di motel con niente da fare tranne che restare in un
buio vuoto. � Esausto, Green ha lasciato il motel la mattina
dopo e � ritornato sul divano letto dell�affollata casa di suo
fratello a Starke. Dopo sette anni di braccio della morte trova
difficile restare da solo.�
Ma il
braccio della morte pi� grande degli stati Uniti sta sull�Oceano Pacifico, non distante da Alcatraz,
l�isola penitenziario che oggi � un museo e un�oasi per gli
uccelli della Baia di San Francisco. Il nome � famoso e in
italiano suona �San Quintino�. A San Quentin si arriva col
traghetto dal molo centrale di San Francisco, dove � concentrata
in un solo luogo tutta la bellezza, la ricchezza culturale, i
negozi esclusivi, le cose buone della California. Dall�altra
parte c�� tutto il �cattivo�. Seicento persone condannate a
morte, ma che, a differenza del Texas, vengono giustiziate a
piccoli numeri. Dietro il muro uno dei seicento � stato per pi�
di venti anni Steven King Ainsworth, sessanta anni a
ottobre, che adesso sta nel carcere di Represa, perch� la pena �
stata commutata in ergastolo. Ormai questo bianco americano
segnato in volto, con baffi eleganti , � un direttore di
giornale, solo che il suo giornale internettiano si chiama
�Benvenuti all�inferno�. Qui sono pubblicati i suoi romanzi,
i suoi editoriali, i suoi quadri. La sintesi � un po� questa: �Come
una conseguenza del mio lungo confino nel braccio della morte mi
sono acculturato un po� sul tema della pena capitale e sulla sua
storia negli stati Uniti e in altre parti del mondo. L�unica
conclusione cui sono potuto arrivare con chiarezza � questa: Il
punto pi� alto del potere � il diritto di uccidere, di uccidere
sotto il colore della legge, e che alla fine il mezzo ultimo della
politica � la violenza e la pena capitale � la sintesi plastica
dell�uso di questa violenza. Quando ho capito questo sono
diventato un militante abolizionista, cosa che non ero quando sono
arrivato nel braccio della morte due decenni or sono�. L�,
nell�inferno di San Quentin c�� di tutto. Ma soprattutto
persone che rifiutano di diventare animali. Come Christian
Monterroso, di origine guatemalteca, che parla male inglese e
che a lungo non ha capito che gli succedeva perch� non capiva la
lingua e con tutti i soldi che aveva s�� comprato un
vocabolario. Con i soldi di un�amica di Roma, Alessandra
Rampioni, s�� potuto comprare una maglietta grigia, che ha
messo sotto alla divisa bianca, e una coperta. Adesso si pu�
riparare dal freddo e dall�umido. Lui vive all�inferno. Sua
sorella a Disneyland, dove ha trovato lavoro. Christian e Stephen
usano parole molto dolci per parlare dei loro pen pals, gli
amici di penna.
Ma che vuol
dire scrivere a un condannato a morte? Che senso ha? Rompere
l�isolamento, a volte, � tutto. Lo sa bene un ventottenne
biondo come Aleksej, che � stato condannato a morte in
Russia. Se non c�� un nuovo cambiamento � destinato a restare
in carcere a vita, dopo che hanno commutato � per effetto
positivo dell�Unione Europea � tutte le sentenze capitali. Ha
la tubercolosi, non riceve le medicine, per larga parte
dell�anno vede solo neve e se la sente nei polmoni e nelle ossa.
Aveva un amico, Vladimir, compagno di cella, da cui � stato
separato. A Tiziana Lepore, professoressa romana, studiosa di
russo, un�amica della Comunit� di Sant�Egidio scrive: �Solo
Dio pu� conoscere i segreti del cuore e di ogni vita�Purtroppo
non l�ho capito cos� chiaramente, prima. Il carcere anche se �
strano, insegna anche molte cose. Non le sembrino troppo
altisonanti le mie parole, le scrivo sinceramente, con tutto il
cuore, pu� credermi al 200%: lei ha in me il pi� sincero, vero e
forte amico. Sono parole che devo scrivere, altrimenti non le
arriverebbero, ma se potessi vorrei cantarle�.
Ma non ho
mai trovato uno che spiegasse meglio di Rex Mays che cosa vuol
dire per chi � nel braccio della morte - per rimanere umani -
l�amicizia, quel filo sottile legato a una lettera che tante
volte non viene nemmeno consegnata, e che arriva una volta ogni
tanto. E� stato l�americano numero 800 ad essere giustiziato,
il cinquantunesimo del 2002. Scrive al suo amico torinese Secondo
Mosso
�La
storia della stella marina�
�Un
uomo camminava sulla spiaggia all�alba e not� un vecchio
lontano, davanti a lui. Sembrava che quel vecchio stesse danzando.
Si muoveva in vanti uno o due passi, si fermava e poi si piegava.
Poi, su, due passi verso il mare e poi gi� di nuovo. Uno strano
ballo. E ancora, e ancora, mentre si muoveva lentamente lungo il
bordo del mare.
Siccome
il giovane camminava senza fermarsi raggiunse presto il vecchio.
Guardando pi� da vicino, vide che il vecchio non ballava affatto,
ma che prendeva con cura stelle marine dalla sabbia e poi le
rimetteva in mare. Incuriosito, il giovane si ferm� vicino al
vecchio e gli chiese: � Perch� lo fai?� � Perch� la stella
marina, spersa, morir� se � lasciata al sole del giorno�,
rispose il vecchio. �Ma la spiaggia de qui va avanti per
centinaia di miglia e ci sono milioni di stelle marine
dappertutto!� rispose il giovane scoppiando a ridere. Per un
momento il vecchio contempl� la stella marina che aveva in mano,
poi si gir� e la appoggi� dolcemente nell�acqua. �Per lei,
questo, fa la differenza!�, rispose calmo il vecchio.
Ti
chiederai perch� un vecchio orso come me ti racconta la storia di
una stella marina. Uso questa metafora per la nostra amicizia. La
vita � la riva del mare. Ci sono milioni di persone in Italia �
e sono le miglia della costa del mare. Ci sono migliaia di
prigionieri negli Usa. Noi siamo le stelle marine che si sono
perse. Milioni di persone non hanno alcuna influenza sulla mia
vita. E tu, mio caro amico, sei sconosciuto da migliaia di altri
prigionieri negli Usa. Ma la cosa pi� importante, Secondo �
come il vecchio della storia per quella stella marina spersa sulla
sabbia � � che tu hai fatto la differenza per la mia vita. La
tua amicizia mi ha rimesso in mare dopo che mi ero perso. Tu sei
stato la grande differenza nella mia vita. Sei stato molto
importante per questa strana stella marina, per questa qui. La mia
vita � migliore perch� ti ho conosciuto�.
E� stata
la sua ultima lettera
MARIO
MARAZZITI
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