CINA:
CORRUZIONE, GIUSTIZIATO ALTO FUNZIONARIO/ANSA
IN
CAMPAGNA ANTICORRUZIONE LANCIATA DA PRESIDENTE HU JINTAO
(di
Beniamino Natale)
PECHINO,
- Confermando con i fatti la campagna di propaganda contro la
corruzione in corso da mesi, le autorita' cinesi hanno messo a morte
oggi l'ex vice governatore della provincia dell'Anhui Wang Huaizhong.
Secondo
il tribunale che l'ha condannato, Wang aveva estorto dal 1994 al 2001
piu' di cinque milioni di yuan (circa 500 mila euro) in ''mazzette'',
soprattutto ad imprenditori che avevano bisogno di licenze ed
autorizzazioni. In precedenza un solo funzionario dello stesso rango,
Hu Changqing, era stato condannato a morte ed ucciso, nel 2000.
L'agenzia
ufficiale Xinhua (Nuova Cina) afferma che la condanna e' stata
eseguita mediante iniezione letale e che al condannato e' stato
concesso di vedere i suoi familiari prima di essere messo a morte.
Secondo l'agenzia, Wang ''era un orfano che aveva scalato la gerarchia
sociale con un forte complesso d'inferiorita''', che lo portava ad
assumere atteggiamenti ''da dittatore''.
La
Xinhua afferma inoltre che l'uomo aveva in un primo momento negato i
suo crimini, cosa considerata estremamente grave nel sistema
giudiziario cinese. Quando poi aveva confessato, aggiunge l'agenzia,
Wang aveva chiesto ai giudici di risparmiargli la condanna a morte in
considerazione della modesta somma della quale si era appropriato.
La
campagna, che secondo voci ricorrenti sarebbe ispirata dal segretario
del Partito Comunista e presidente della repubblica Hu Jintao, e'
stata affidata a tutti i mezzi di comunicazione controllati dal
governo cinese, compresi quelli diffusi nella Regione autonoma
speciale di Hong Kong.
Due
settimane fa il Wen Wei Po, un giornale pubblicato nella ex colonia
britannica e strettamente legato al Partito Comunista, ha scritto che
piu' di 1.200 membri del Partito Comunista Cinese si sono suicidati e
quasi ottomila sono fuggiti all' estero in seguito ad accuse di
corruzione. Non e' stato possibile verificare le cifre fornite dal
giornale, che si ritiene abbia accesso a tutti i documenti del
partito, compresi quelli, numerosi, ad uso interno. Secondo il
quotidiano il maggior numero di fuggitivi (1.240) proviene dalla
provincia meridionale del Guangdong, dove negli ultimi anni si e'
verificata una prepotente crescita economica. Seguono la provincia
centrale dello Henan (854) e quella del Fujian, sulla costa
sudorientale del paese con 586 latitanti.
Il
Wen Wei Po afferma che nella prima meta' del 2003 piu' di 1.200 quadri
del Partito Comunista si sono suicidati. Pochi di questi casi sono
stati riferiti dai mezzi d'informazione cinesi, tutti controllati
strettamente dal Partito. In uno dei pochi casi noti, Zhu Shengwen, ex
vicesindaco della citta' settentrionale di Harbin si sarebbe suicidato
gettandosi da una finestra. Zhu era in prigione, dove stava scontando
una condanna per corruzione a 17 anni di reclusione. Dai resoconti
della stampa cinese non risultano chiare le circostanze del suicidio.
Alcuni
giornali di Hong Kong hanno sollevato dei dubbi, sottintendendo che
Zhu sarebbe stato ucciso.
La
Cina ha aderito in dicembre alla convenzione dell'Onu contro la
corruzione e, secondo indiscrezioni, potrebbe chiedere l'estradizione
di alcuni dei funzionari che si sono rifugiati all'estero. Ma la pena
di morte prevista per questo reato dovrebbe escludere la concessione
di estradizione.
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