DROGA:
ITALIANO RISCHIA FUCILAZIONE A BALI, UN APPELLO NELLA SUA SACCA DA
SURF POLIZIA HA TROVATO 4 KG COCAINA
GROSSETO, 10
GIU - Un conto corrente postale per raccogliere gli aiuti
economici con i quali sostenere le spese legali per la difesa di
Juri Angione, il venticiquenne orafo
arrestato nel dicembre scorso all'aeroporto di Ngurah Rai di Bali
con l'accusa di traffico di cocaina: per il giovane il pubblico
ministero indonesiano ha chiesto la fucilazione.
Juri Angione,
residente ad Orbetello (Grosseto) - e della cui vicenda
riferiscono oggi alcuni quotidiani - era arrivato a Bali con un
volo proveniente da Bangkok dove l'aereo aveva fatto scalo dopo
esser partito da San Paolo, in Brasile. In uno dei suoi bagagli -
una sacca da surf - la polizia indonesiana aveva trovato oltre 4
chilogrammi di cocaina divisi in 29 buste, per un valore di mezzo
milione di dollari, ma il giovane, pur riconoscendo la sacca come
sua, aveva detto di non sapere nulla della droga. Angione fu
rinchiuso nel carcere di Kerobokan in attesa della fine delle
indagini che, in un primo momento, cosi' come aveva dichiarato
anche il capo della polizia di Bali, Iptu Putu Gunadi, potevano
si' arrivare alla richiesta di una pesante condanna (fino a 20
anni di carcere) e ad una multa onerosa (un miliardo di rupie,
circa 95 mila euro), ma non alla richiesta dell' ergastolo,
tantomeno della pena di morte. Molto diverso, invece, e' stato il
parere del pubblico ministero che ha chiesto la pena capitale da
eseguire mediante il plotone di esecuzione.
I familiari,
per sostenere le spese legali, hanno chiesto aiuto a quanti
possano contribuire aprendo un conto corrente postale (numero
54603840, Abi 07601, Cab 14300, intestato alla sorella, Lara
Angione, via Marcelli 1, 58015 Orbetello). Il primo obiettivo e'
quello di scongiurare, attraverso la difesa dei legali (uno
italiano, l'altro indonesiano), che il tribunale di Denpasar
accolga la richiesta del pubblico ministero e poi, subito dopo, di
dimostrare la completa estraneita' del ragazzo
alla
vicenda.(ANSA).
DROGA:
ITALIANO RISCHIA FUCILAZIONE; BONIVER,SIAMO OTTIMISTI IN INDONESIA,
DA ELEMENTI UFFICIOSI POSSIBILE CONDANNA A 15 ANNI
ROMA, 10 GIU
- Ci sono ''buone speranze, sulla base di elementi raccolti
ufficiosamente'' che Juri Angione, il giovane di Orbetello sotto
processo in Indonesia per traffico di stupefacenti e che rischia
la condanna a morte qualora gli venga inflitto il massimo della
pena, possa essere invece condannato a una pesante pena detentiva,
forse 15 anni.
Lo si e'
appreso da Margherita Boniver, sottosegretario agli esteri con
deleghe per l' Asia e per i diritti umani, che si e' interessata
al caso su segnalazione della ex senatrice Francesca Scopelliti.
''Oggi
- ha detto il sottosegretario, che ha parlato anche con l'
ambasciatore italiano a Giacarta, il quale segue sin dall' inizio
costantemente gli sviluppi della vicenda - e' prevista l'
arringa del difensore e la sentenza e' attesa per la fine del
mese. Le indicazioni raccolte fanno ragionevolmente sperare che i
giudici dovrebbero optare per una condanna a 15 anni di carcere e
successivamente l' imputato potra' ricorrere in appello. Ma il
nuovo processo durera' presumibilmente qualche anno''.
Il
sottosegretario si e' anche informato sulla possibilita' che al
giovane possa essere consentito di scontare parte della pena in
Italia, ma ''purtroppo - ha detto- non esiste un trattato di
estradizione tra Italia ed Indonesia'' che apra questa
opportunita'.
Angione, che
ha 24 anni, era stato arrestato all' aeroporto di Bali lo
scorso dicembre con oltre cinque chilogrammi di cocaina
nascosti nel suo equipaggiamento da surf. Il giovane subito
dopo il fermo aveva ammesso che la borsa sequestrata
dalla polizia gli apparteneva, ma aveva detto di ignorare
che essa contenesse droga.
DROGA:
RISCHIA FUCILAZIONE; NENCINI, LA TOSCANA SI MOBILITI
FIRENZE, 10
GIUG - ''La Toscana deve mobilitarsi contro la richiesta di
condanna a morte dei magistrati indonesiani per Juri Angione. L'
opinione pubblica si e' mobilitata per Safiya e Amina, le due
donne nigeriane strappate alla condanna a morte con una campagna
globale: dobbiamo farla anche per Juri Angione''. Lo sostiene, in
una nota, il
presidente del consiglio regionale toscano, Riccardo Nencini.
''Invieremo un appello all' ambasciata indonesiana - dice Nencini
- affinche' anche in quel paese si inizi un dibattito e un
percorso che conduca alla riaffermazione di un valore come il
diritto alla vita, senza la tutela del quale un paese non puo'
dirsi civile''.
''Ci
mobilitiamo sempre - conclude Nencini - quando, senza volere
entrare nelle responsabilita' e nelle colpe individuali, il
diritto alla vita viene calpestato, in qualsiasi parte del mondo.
Cerchiamo di farlo con ogni possibile iniziativa, a cominciare da
quel disegno di legge europeo sulla pena di morte che vorremmo che
i nostri futuri parlamentari europei mettessero fra i piu'
importanti dei loro impegni e al centro della loro campagna
elettorale''.