La
resistenza iraniana denuncia una nuova ondata di esecuzioni.
ROMA,
Il Consiglio nazionale della resistenza iraniana (Cnri), un movimento di
opposizione in esilio, ha denunciato oggi una nuova ondata di esecuzioni
capitali
nel paese.
In
un comunicato diffuso in serata, il Cnri sostiene che dall'inizio dell'anno
almeno 11 persone, tra cui una donna, sono state impiccate sulla pubblica
piazza in varie citta' del paese ''per intimidire la popolazione e arginare le
proteste anti-gevernative''.
Nel
comunicato vengono indicati i nomi dei giustiziati, il luogo e la data delle
esecuzioni. Non vengono tuttavia fornite precisazioni sui reati per i quali
erano stati condannati.
Nel
comunicato si cita il caso di uomo impiccato il 7 gennaio nella citta' di
Tibriz. Da altre fonti risulta che si trattava di un pedofilo, messo a morte
per avere ucciso due bambine.
Citando
il quotidiano Sharq, il Cnri racconta anche della fine riservata a Kobra
Rahmanpour, una ragazza di 24 anni, che era detenuta da quattro nel carcere
della citta' di Evin.
Alla
mezzanotte del 30 dicembre, senza nessun preavviso venne condotta nel braccio
della morte e le fu detto che dopo poche ore sarebbe stata impiccata. All'alba
fu portata sul patibolo ma quando aveva gia' il cappio attorno al collo il
boia decise di rinviare l'esecuzione di una settimana ''per difficolta'
tecniche''.
Il
Cnri, illegale in Iran, ha uffici in varie capitali europee e negli Stati
Uniti. Il suo braccio armato, i Mujaheddin Khalq, sono stati inseriti
dall'Unione Europea nell'elenco delle
organizzazioni
terroristiche.
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