Comunità di Sant

Le Frontiere del Dialogo:
religioni e civilt� nel nuovo secolo

Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001


 Luned� 3 Settembre 2001
Sal� del Palau Centelles-Solferino
L�Europa tra fede e secolarizzazione

Lluis Martinez Sistach
Vescovo cattolico, Spagna

   


Ringrazio la Comunit� di Sant�Egidio per avermi invitato a partecipare a questo incontro di Preghiera per la pace che ha come argomento le frontiere del dialogo. L�incontro si svolge a Barcellona, questa storica citt� che, da sempre radicata in Europa, ne ha sempre ereditato il suo essere accogliente ed aperta al dialogo verso tutte le culture, poich� la Catalogna � stato un paese accogliente.

Giovanni Paolo II ha parlato di un Europa che deve respirare con ambedue i polmoni, indicando cos� la necessit� di costruire una casa comune che vada dall�Atlantico agli Urali. E� l�Europa di un�eredit� che le deriva congiuntamente dall�occidente latino e dall�oriente bizantino. Sono i due polmoni, con cui l�Europa dovrebbe respirare per unire in s� le due tradizioni dell�Oriente e dell�Occidente. Quest�idea dell�Europa non � un�utopia ma un ideale che si iscrive nella prospettiva dell�umanesimo pi� pieno, che � quello dell�universalismo della pentecoste. Spesso, preoccupati per tutto ci� che divide, la coscienza degli europei finisce per dimenticare tutto ci� che ci unisce: le stesse radici giudeo-cristiane. Il cristianesimo ha modellato l�Europa ed il Vangelo ha segnato in modo indelebile l�identit� dell�uomo europeo. Gli europei costituiscono una comunit� radicata in una propria tradizione, nella quale il Vangelo, accanto ad altre famiglie spirituali, � una parte determinante. E� altres� vero che da secoli e fino ad oggi moltissimi avvenimenti storici, culturali, politici, positivi e negativi, hanno configurato il nostro continente.

L�europeo cerca con angoscia le sue radici: intuisce che corre il rischio di lasciarsi sfuggire la propria identit�, e sperimenta un sentimento confuso di perdita della sua anima.

Sfortunatamente, l�Europa vive una reale scristianizzazione. Le societ� occidentali, che hanno conosciuto un forte processo di secolarizzazione, constatano l�atteggiamento caratteristico largamente diffuso di chi non crede. Non si tratta di un rifiuto aperto e sistematico di Dio, ma piuttosto di un�attitudine di indifferenza e di mancanza di sensibilt� verso la proposta di fede in Dio. La cultura dominante di carattere razionalista ed uno stile di vita pragmatico ed edonista vanno progressivamente svuotando le coscienze da un�ispirazione cristiana dal contenuto etico. In questa maniera si allarga la convinzione che i valori etici, in particolare d�ispirazione cristiana, costituiscono un freno per l�efficienza ed il progresso. Non � difficile constatare una crescente secolarizzazione delle coscienze. Nel momento in cui occorre determinare i propri comportamenti, Dio conta sempre di meno. Generalmente, l�indifferenza religiosa non � il frutto di una decisione personale, n� la conclusione di un ragionamento teorico. E� piuttosto il risultato pratico di un clima in cui chi � religioso diventa progressivamente irrilevante e perde importanza e prestigio sociale. L�attuale cultura tende a non accettare affermazioni che vadano oltre la realt� empirica.

Come per sintetizzare tutto ci�, il messaggio finale del Sinodo Europeo ha messo in rilievo �la situazione di indifferenza religiosa di molti europei, la presenza di molte persone che, persino nel nostro continente, ancora non conoscono Ges� e la sua Chiesa e non sono battezzati, mentre la secolarizzazione contagia un ampio settore di cristiani, che abitualmente pensano, decidono e vivono come se Cristo non esistesse.�

Tuttavia, anche nei luoghi pi� secolarizzati e scristianizzati, possiamo dire che l�Europa conserva un certo senso della presenza di Dio, che ha mantenuto la sua profonda identit�, minacciata dall�azione totalitaria, particolarmente forte nel secolo passato. La fede cristiana rimane viva in taluni settori della societ�, pi� o meno estesi a secondo dei paesi. della societ�. Per questo il Vangelo non ha esercitato un�influenza occasionale o superficiale sulla storia d�Europa. Il messaggio evangelico ha caratterizzato il volto e formato la cultura del nostro continente.

L�uomo d�oggi, come quello di sempre, pu� conseguire la sua piena realizzazione soltanto nell�incontro di amore con il Dio che � amore, nell�accogliere la sua volont� salvifica. Perci�, quando la cultura moderna nega Dio e dimentica la trascendenza, essa chiude l�unica strada che pu� portare l�essere umano fino al suo destino pieno e definitivo, cio� la vita eterna.

L�uomo moderno scopre nel fallimento della violenza, nel furore dei conflitti, nella paura di un�apocalisse nucleare, ecc..., che la risposta alla tragedia dell�esistenza, non � n� di natura politica, n� provvisoria, ma spirituale e religiosa. Un mondo che si � sviluppato oltre ogni misura per le scoperte della scienza e della tecnica ci chiama a tornare a ci� che � essenziale, cio� alla dimensione dell�uomo, che ciascuno deve scoprire nel suo rapporto con Dio e con i fratelli.

Di fronte a questa realt� europea, all�inizio del terzo millennio, occorre chiedersi quale attitudine la Chiesa Cattolica e le altre Chiese e comunit� cristiane debbano assumere. Bisogna evitare un atteggiamento da profeta di sventure, come diceva il Beato Giovanni XXIII. Invece di lamentarci e di rimpiangere i �felici� tempi passati, la Chiesa deve reagire, come sempre ha fatto, particolarmente in tempi di forti cambiamenti culturali e sociali: nella disponibilita` ad evangelizzare i nuovi tempi nei quali deve realizzare la sua missione di salvare gli uomini e le donne e comunicare l�amore misericordioso di Dio. Con le parole di quel giovane professore della Sorbona, l�attuale Beato Frederic Ozanam, �la Chiesa passa continuamente dalla parte dei barbari�. Questo avvenne anche ai tempi di Sant�Agostino, quando la Chiesa, legata all�impero romano dai tempi di Costantino, vedeva quest�ultimo dissolversi sotto i colpi dei barbari, con audacia seppe andare incontro agli invasori germanici e convertirli alla buona novella del Vangelo.

E� questo gesto di coraggio e di ardore, di speranza e di amore, ci� che il nuovo millennio si aspetta dalla Chiesa. Dopo 300 anni di confronti con i movimenti culturali ed ideologici che hanno profondamente trasformato l�Europa, la Chiesa, grazie alla svolta copernicana data dal Concilio Vaticano II, comincia ad evangelizzare la modernit�. Paolo VI, alla fine del Concilio, afferm�: �La religione del Dio fatto uomo si � incontrata con la religione dell�uomo che si fa dio�, e si chiedeva cosa fosse successo in questo incontro, rispondendo che �l�antica storia del samaritano nel Vangelo � stata il paradigma del Concilio Vaticano II. Ha suscitato una simpatia enorme. La scoperta delle necessit� dell�uomo ha assorbito l�attenzione del Concilio�. Questa attitudine � stata messa in rilievo in maniera molto evidente nelle prime parole della �Gaudum et Spes�: �La gioia e la speranza, il pianto e l�angoscia dell�uomo contemporaneo, soprattutto dei poveri e degli afflitti, sono anche la gioia e la speranza, il pianto e l�angoscia dei discepoli di Cristo, e non c�� niente di veramente umano che non risuoni nel loro cuore�. Seguendo quel samaritano, oggi celebriamo quest�incontro dal titolo �Le frontiere del dialogo: religioni e civilt� nel nuovo secolo�.

Nel lavoro delle Chiese e nei dialoghi religiosi occorre mettersi in guardia sia da una visione dell�Europa che la riduca unicamente ai suoi aspetti economici e politici, come anche da un atteggiamento acritico verso un modello di vista consumista. Se si vuole che la nuova Europa perduri nel tempo, occorre che sia fondata sui valori spirituali che sono stati il suo fondamento in altri tempi, prendendo in considerazione la ricchezza e la diversit� delle culture e delle tradizioni di ogni nazione.

E� urgente un lavoro serio per una nuova evangelizzazione dell�Europa. Tutta l�Europa ha bisogno di uscire dall�oblio di Dio, per ritrovare il centro profondo della sua esistenza millenaria. Gi� Paolo VI ricordava che �il dovere di evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa [...]. Evangelizzare � infatti la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identit� pi� profonda. La Chiesa esiste per evangelizzare�. L�evangelizzazione deve essere fatta con la testimonianza della propria vita e con l�esplicito annuncio di Ges� Cristo, Dio e uomo, morto e resuscitato per la nostra salvezza. Perci� la buona novella proclamata attraverso la testimonianza di vita presto o tardi dovr� essere proclamata attraverso la parola di vita. Non c�� vera evangelizzazione se non si annuncia il nome, la dottrina, le promesse, il Regno, i misteri di Ges� di Nazareth, Figlio di Dio.

La fede degli evangelizzatori dei nostri giorni deve avere caratteristiche e profilo psicologico diversi da quelli di altri periodi storici. La fede di oggi e del futuro non potr� essere ingenua, ma deve fondarsi su una riflessione. Ci� significa che deve essere ferma e profonda, interiorizzata e personale, matura e impegnativa.

Giovanni Paolo II ci dice, nella sua Lettera Apostolica dell�inizio del nuovo millennio: �Come quei pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo, forse non sempre coscientemente, chiedono ai credenti di oggi non solo di parlare di Cristo, ma anche, in un certo senso, di farlo vedere�. E il Papa ci chiede: �Non � forse compito della Chiesa riflettere la luce di Cristo in ogni epoca della storia e far risplendere anche il suo volto davanti alle generazioni del nuovo millennio?�. Questo richiede cristiani che contemplino il volto di Cristo per poter dare risposta a quella domanda. Il mondo ha diritto di aspettarsi dai cristiani che essi si facciano portatori di ci� che � proprio della fede cristiana. Non si tratta unicamente, n� principalmente, di offrire alla societ� la risposta e la soluzione tecnica o scientifica ai problemi ed alle sfide che preoccupano tanto gli uomimi e le donne d�oggi. Principalmente ai cristiani laici si chiede che si facciano portatori delle risposte che la rivelazione offre a tali problemi e a tali sfide, quale soluzione offerta dalla fede cristiana. E� questo ci� che Pietro chiede ai cristiani: �Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi chiede il motivo della speranza che vive in voi�

Il cristianesimo, che nasce dai misteri dell�incarnazione redentrice � una religione che comunica la vita stessa di Dio. Lo Spirito Santo, che il Padre ha inviato per mezzo del Figlio, rende l�uomo partecipe della vita intima di Dio; rende l�uomo anch�esso figlio, a somiglianza di Cristo, ed erede dei beni che formano l�eredit� del Figlio. Gli uomini e le donne di oggi hanno un gran bisogno di questi doni che derivano dall�incarnazione del Verbo e che gi� da duemila anni hanno arricchito l�umanit�, e donano un senso pieno ed autentico alla vita di questo mondo e dell�eternit�.

Questo compito di evangelizzazione deve essere realizzato dalle comunit� ecclesiali e non solo dai cristiani come singoli individui. Giovanni Paolo II fa questa affermazione importante che vale anche per l�Europa: �Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione, questa � la grande sfida che abbiamo davanti a noi nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli ai disegni di Dio e rispondere alle speranze del mondo�. Ci� richiede che le comunit� cristiane sperimentino una nuova vitalit�. Ci� � anche una spinta a crescere fino alla piena comunione ecclesiale attraverso un autentico dialogo ecumenico, perch� la divisione tra i fedeli in Cristo contraddice apertamente e chiaramente la volont� di Cristo, � uno scandalo per il mondo e pregiudica la causa urgentissima dell�evangelizzazione.

Una delle sfide importanti � quella dell�evangelizzazione delle culture, perch� la rottura tra Vangelo e cultura � senza dubbio il dramma della nostra epoca. Il Vangelo e, pertanto, l�evangelizzazione, non si identificano con la cultura e sono indipendenti da tutte le culture. E, dopo tutto, il regno annunciato dal Vangelo � una cultura e la costruzione del Regno non pu� esimersi dall�utilizzare elementi dalla cultura e dalle culture umane. Esaurito il progetto della modernit�, il cristianesimo costituisce l�unica forza capace di superare le tentazioni in cui rischia di cadere e di aiutarlo a d andare oltre i pericoli del razionalismo e del nichilismo.

La postmodernit� � caratterizzata dall�apparizione di una nuova razionalit�. Allo stesso modo la ragione autonoma e privata dall�aiuto della fede ha percorso strade che hanno condotto ad Auschwitz ed al Gulag. L�uomo postmoderno � relativista e scettico, preferisce il pensiero debole e frammentato che non lo impegna. La fides et ratio di Giovanni Paolo II � un nuovo servizio all�evangelizzazione nella cultura postmoderna, nella quale si afferma: �la realt� e la verit� trascendono i fatti ed i dati empirici, rivendicando la capacit� dell�uomo di conoscere la dimensione trascendente e metafisica in modo vero e certo, bench� in maniera imperfetta ed analogica�.

L�incarnazione del Figlio di Dio ha segnato profondamente la cultura dell�Europa e le ha dato una specifica concezione dell�uomo e della storia in una prospettiva rivolta all�eternit�. Il messaggio rivelato da Cristo all�europeo � che Dio � amore e che l�uomo � stato creato a sua immagine. Il patrimonio culturale dell�europeo � caratterizzato dal concetto della persona, nel senso che gli uomini non sono oggetti ma esseri creati da Dio, Figli di Dio e fratelli gli uni degli altri, liberi, responsabili, intelligenti, capaci di amare. La vita e la morte hanno ottenuto dal Verbo incarnato un significato nuovo: l�uomo � stato creato per l�eternit�. Giovanni Paolo II, nel suo messaggio al Consiglio delle Conferenze Episcopali d�Europa disse: �Oggi, davanti alle domande aperte poste dalla scienza, in particolare dalla genetica e dalla biologia, di fronte all�evoluzione prodigiosa dei mezzi della comunicazione sociale e della mondializzazione, l�Europa pu� e deve lavorare per difendere dovunque la dignit� dell�uomo, a partire dal suo concepimento, e per migliorare le sue condizioni di vita�.

L�anima dell�Europa � costituita anche dal matrimonio e dalla famiglia. Sono valori apprezzati e assolutamente necessari al bene integrale delle persone che fanno parte di queste comunit� di vita e di amore, aperte alla fecondit� ed alla fedelt� senza limiti. Non � possibile dimenticare che il matrimonio e la famiglia sono la cellula della societ� e la migliore scuola di valori per i figli. Giovanni Paolo II ricorda nel messaggio a cui abbiamo accennato: �queste istituzioni non possono essere messe sullo stesso piano di altre forme di convivenza�.

Durante il sinodo europeo spesso � stato osservato che la crisi del nostro continente europeo � una crisi di amore. L�uomo moderno, questo gigante i cui piedi tremano davanti alle sue responsabilit�, ha la necessit� di tornare al suo baricentro, e ad un nuovo equilibrio di intelligenza e di amore, in una profonda sapienza dove l�umanit� dell�uomo si faccia pi� umana. Non meno che in altri tempi oggi � necessaria la formazione dei giudizi personali, l�acquisizione di un gusto estetico, l�affinamento del sentire etico, l�apertura ai valori dello stupore, della contemplazione, dell�adorazione e dell�approfondimento del sentire religioso, senza il quale l�umanesimo puramente ancorato ai valori umani diventa inumano.

Tutto ci� fonda un�antropologia umanista che costruisce uno spessore specificatamente cristiano, che si allaccia perfettamente a quelle radici dell�Europa che devono essere ravvivate per rivitalizzare la cultura della vita e la cultura dell�amore nel nostro continente.

Oggi pi� che mai il messaggio sociale cristiano � credibile grazie alla testimonianza delle opere. Da questa coscienza deriva anche l�opzione preferenziale per i poveri. E� una opzione che non vale soltanto per la povert� materiale, perch�, specialmente nella societ� europea, ci sono molte forme di povert�, non solo economiche, ma anche culturali e religiose.

L�amore per l�uomo e in primo luogo per il povero in cui la Chiesa vede Cristo � concreto nella promozione della giustizia e conduce alla giusta distribuzione delle ricchezze, dando a tutti gli uomini e le donne un�educazione che dar� loro la possibilit� di essere protagonisti della vita sociale attraverso un lavoro che permetter� loro di vivere in modo da soddisfare le loro necessit�. Il nostro mondo comincia il nuovo millennio carico di contraddizioni proprie di una crescita economica, culturale, tecnologica che offre a pochi fortunati grandi possibilit�, lasciando milioni di persone in condizioni di vita inferiori a quelle necessarie per garantire loro una dignit� umana. In questo campo tutte le Chiese e comunit� sono poste davanti ad una sfida che richiede una nuova �immaginazione della carit��.

Noi cristiani dobbiamo anche mettere in pratica l�insegnamento del Concilio Vaticano II: �Il messaggio cristiano non allontana l�uomo dalla costruzione del mondo, n� lo spinge a disinteressarsi della costruzione del mondo, bens� piuttosto l�impegna pi� strettamente al dovere di portare a termine questo compito�. I cristiani laici hanno una specifica funzione in mezzo alla realt� del loro tempo: devono essere il lievito del Vangelo. Allo stesso modo, si deve evitare il pericolo, in cui incorrono l�Europa e gli altri continenti. Si tratta della tentazione di riservare ai laici un interesse tanto marcato per i servizi e per i compiti intraecclesiali, che fa si che essi spesso trascurino le loro responsabilit� nel mondo professionale, sociale, economico e sociale.

La Lettera Ecumenica del 22 aprile 2001 mette in rilievo la responsabilit� comune di tutti nella costruzione dell�Europa ed afferma che, tanto le Chiese come le comunit� internazionali devono operare congiuntamente per evitare il pericolo che l�Europa diventi un continente in cui ad un Ovest integrato si contrapponga un Est escluso. Bisogna anche prendere in considerazione lo squilibrio Nord- Sud e gli squilibrii interni dell�Europa. Allo stesso tempo occorre evitare ogni tipo di egocentrismo e rafforzare il senso di responsabilit� dell�Europa verso tutta l�umanit�, in particolare verso i paesi poveri del mondo. I vescovi del Sinodo Europeo hanno rivolto questo appello ai cristiani: �Confrontatevi, con spirito di giustizia e di equit� e con un grande senso di responsabilit�, con il fenomeno crescente dell�immigrazione, facendole diventare una nuova risorsa per il futuro europeo�. Il fenomeno dell�immigrazione � una realt� crescente in Europa, che non deve essere, n� unicamente, n� principalmente un problema, ma prima di tutto un�opportunit� per l�arricchimento umano, spirituale e culturale di tutti.

La nostra Europa si colloca tra fede e secolarizzazione. Allo stesso modo � chiamata ad aprirsi alle speranze autentiche di Cristo. Le Chiese che sono pellegrine in Europa devono annunciare, celebrare e servire il Vangelo della speranza per evangelizzare il nostro amato continente europeo. In questa maniera si realizza l�esortazione di Giovanni Paolo II: �Europa, apri le porte a Cristo!�.