Comunità di Sant

Le Frontiere del Dialogo:
religioni e civilt� nel nuovo secolo

Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001


 Luned� 3 Settembre 2001
Palau de la Generalitat, Auditori
Stili di vita ecocompatibili e salvezza del pianeta

Joan Martinez Alier
Universit� di Barcellona, Spagna

   


ESTRATTO

1.- Con la crescita economica e la crescita della popolazione, sebbene quest�ultima pi� lenta rispetto alla prima, aumenta anche lo sfruttamento dell�ambiente. Vi � una visione ottimistica secondo la quale � possibile ottenere una maggiore produzione con un minore dispendio di energia e materiali. Noi rileviamo, tuttavia, che le conquiste che riguardano il rendimento/efficienza, spesso derivano da una maggiore produzione. Ad esempio, le automobili oggi fanno pi� chilometri di prima con un litro di benzina. I ricchi nel mondo acquistano automobili pi� grandi e fanno pi� chilometri. Il consumo guida l�economia e spesso � un consumo di articoli inutili, come l�oro o i gamberetti (a scapito della distruzione della tartaruga, o della distruzione delle mangrovie e dei mezzi di sussistenza dell�uomo).

2.- Noi non siamo creature angeliche o dematerializzate. Al contrario, gli esseri umani sono parte integrante della natura. Alcuni, soprattutto gli uomini, credono di essere al di sopra della natura, padroni della natura (come afferma Cartesio). Alcune femministe hanno postulato un�identit� o un�empatia tra le donne e la natura, negata agli uomini. Altre donne hanno insistito (ad esempio Ariel Salleh) che tutti gli esseri umani, uomini e donne, sono in intimit� con la natura, noi siamo tutti parte della natura, sebbene alcuni uomini si sentano alienati dalla natura. Io sono d�accordo con Ariel Salleh.

3.- L�economia umana dovrebbe dunque essere vista come ecologia umana (l�economia dovrebbe essere pi� simile alla �oikonomia�, meno simile alla crematistica ). Ma l�ecologia degli esseri umani tiene conto di grandi differenze nell�uso esosomatico dell�energia e dei materiali, � piena di conflitti interni relativi alla distribuzione. Inoltre, la demografia umana non pu� essere spiegata con nozioni ecologiche di capacit� di trasporto, � pi� auto-riflessiva. Infine, la territorialit� umana non pu� essere spiegata con l'etologia. Essa � costruita politicamente, come vediamo nelle numerose morti crudeli avvenute nello Stretto di Gibilterra.

4. � Definiamo come conflitti ecologici di distribuzione i conflitti che nascono dall�uso delle risorse naturali o dal peso dell�inquinamento, se hanno luogo all�interno o all�esterno del mercato. Ad esempio, i ricchi fanno un uso spropositato degli oceani, della nuova vegetazione e dell�atmosfera come fossero serbatoi o bacini di riserva in cui scaricare biossido di carbonio. Ad esempio, i poveri spesso subiscono un fardello spropositato dovuto all�inquinamento industriale. Oppure non hanno accesso nemmeno alla quantita� minima di energia di cui hanno bisogno per cucinare o per nutrirsi.

5. � Un movimento di Giustizia Ambientale sta crescendo nel mondo. Il termine stesso di �giustizia ambientale� deriva dal movimento dei Diritti Civili nato negli Stati Uniti intorno ai primi anni ottanta. Cio� significa la lotta contro l�inquinamento sproporzionato in zone di �gente di colore�. E� stato anche usato in Sud Africa per protestare contro le compagnie straniere che provocavano malattie dovute all�uso di mercurio o asbesto. Lo stesso movimento si identifica anche con il nome di � ambientalismo dei poveri� � lotte non violente per fermare la distruzione delle foreste, come ha fatto Chico Mendes ad Acre in Brasile negli ultimi anni ottanta, o l�attuale Narmada Bachao Andolan per fermare con mezzi gandhiani lo spostamento dei poveri presso le dighe Narmada in India. Medha Patkar ha annunciato di essere disposta ad annegare nell�acqua in un �jal samahdi�. Ci sono migliaia di questi movimenti nel mondo. A volte questi sono rafforzati da un�idea di sacralita� (come nel linguaggio buddista usato in Thailandia contro le piantagioni di eucalipto).

6. � Il concetto di Debito Ecologico (www.cosmovisiones.com/EcologicalDebt) e� stato proposto fin dagli anni novanta per dare un senso a questi conflitti ecologici e per dare potere alla gente che li subisce. Riassumendo, in un contesto nord-sud, i punti del Debito Ecologico che il nord ha verso il sud sarebbero:

a) i danni o le responsabilita�incalcolabili conseguenti all�esportazione delle materie grezze (argento, rame, petrolio,...) in un mercato ecologicamente iniquo,

b) la mancanza di riconoscimento e pagamento per le conoscenze in campo medico e agricolo;

la biodiversita� che proviene liberamente dal sud mentre i paesi del nord impongono brevetti (alcuni chiamano questo �biopirateria�),

c) i danni per l�esportazione dal nord del mondo di scorie tossiche e in modo particolare il �debito di carbonio�, cioe� l�uso libero da parte del nord di una quota spropositata di depositi di carbonio (oceani, nuova vegetazione) e di bacini di riserva temporanei (atmosfera).

7. � Ci sono tentativi (con i quali sono d�accordo) di calcolare in termini di denaro alcuni punti del Debito Ecologico del nord verso il sud, al fine di paragonarli alle infinitamente piu� piccole mancanze finanziarie del Debito Estero che i paesi del sud hanno verso il nord. Il sud non e� davvero un debitore ma un creditore. Al di la� dei calcoli monetari, e� il principio morale della giustizia ambientale che deve prevalere (verso le altre specie, verso le generazioni future e anche verso i poveri di oggi). Sottolineo il fatto che il termine Schuld o Schulden in tedesco denoti non solo i debiti finanziari, ma anche la colpevolezza, non necessariamente monetizzabile.