Comunità di Sant

Le Frontiere del Dialogo:
religioni e civilt� nel nuovo secolo

Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001


 Luned� 3 Settembre 2001
Gran Teatre del Liceu, Foyer
Mediterraneo: la civilt� del convivere

David Rosen
Rabbino, Gerusalemme

   


Permettetemi di cominciare facendo un�affermazione ovvia, ma fondamentale, cio� che le religioni del Mediterraneo fungono da fondamento per la solidariet� e la riconciliazione umana. Il nostro mondo ha un significato ed uno scopo poich� � il disegno ed il prodotto del nostro divino creatore, il Dio della misericordia, della giustizia, dell�amore e della pace, che ci chiama ad emulare queste qualit� nella societ� umana. E se parliamo dell�individuo umano come �creato a immagine di Dio� come nella tradizione giudaica e cristiana, o come per l�Islam �Il pi� sublime della creazione divina�, tutte e tre le tradizioni affermano la santit� della vita umana e l�inalienabilit� della dignit� umana.

Per il giudaismo questo ideale trova la sua ulteriore espressione nell�idea dell�alleanza noachide, nella quale, come insegna il giudaismo, tutta l�umanit� � alleata con Dio, prima dell�Alleanza con Abramo ed i suoi discendenti (pienamente ratificata con i figli d�Israele sul Sinai). Perci� il fatto che ogni essere umano sia particolarmente caro a Dio ci implora di comportarci conseguentemente gli uni verso gli altri. Inoltre Maimonide �uno dei pi� grandi figli del Mediterraneo- nelle sue norme e nel codice di Legge Ebraica basata sul Talmud, indica che � proprio il modo in cui ci comportiamo verso le persone che non sono membri della nostra comunit� che porta pace al mondo e dimostra la nostra imitazione degli attributi divini come comandato. La radice storica di tali affermazioni � la nostra comune radice abramitica che dovrebbe portare Ebrei, Cristiani e Musulmani ad un particolare rapporto di cooperazione.

Questa � chiaramente la visione del titolo della nostra tavola rotonda. Invece la verit� storica � che il Mediterraneo ha visto molto di pi� una cultura di competizione e di prevaricazione. Non si pu� ignorare il fatto che la religione non � sempre servita a rafforzare il rispetto per la vita e la dignit� umana degli altri anche all�interno della famiglia abramitica e che la violenza � stata ed � ancora utilizzata contro gli altri proprio in nome della stessa religione. Questo � tragico per tutti noi ed � ovviamente una esecrazione dello stesso nome divino. Comunque, porta con s� una domanda fondamentale, come � possibile che ci� che afferma queste verit� universali possa anche essere il veicolo della loro negazione?

La sconcertante risposta giace nei contesti socio-culturali e politici nei quali le religioni funzionano. Perch� la religione cerca di dare un significato ed una direzione verso il luogo e lo scopo della nostra esistenza nel mondo, ciononostante essa � legata con i circuiti dell�interazione umana dal pi� minimale, come la famiglia, alla pi� ampia � umanit�, ed anche alla creazione nel suo insieme. Questi circuiti costituiscono la nostra identit�, non solo come individui ma anche come esseri sociali. Dalla famiglia attraverso i gruppi, le comunit�, i gruppi etnici, le nazioni, fino agli ambiti internazionali; questi sono i fattori che costruiscono la nostra sfaccettata identit� ed se li ignoriamo � a nostro danno. Infatti i moderni antropologi popolari hanno attribuito molto del disorientamento e dell�alienazione moderna alla caduta della societ� tradizionale e di queste componenti della nostra identit�, specialmente la famiglia e la comunit�.

Comunque, nell�affermare chi siamo come parte di questi circuiti, l�identit� afferma anche chi non siamo. Allo stesso modo i componenti delle nostre identit� corporee possono essere utilizzati non solo per affermazioni positive, ma anche per divisioni e conflitti negativi, o tra le famiglie, che tra le comunit� o gruppi etnici o nazionali. Perch� la religione � cos� inestricabilmente legata con le diverse componenti della nostra identit�, dove queste sono usate negativamente, la religione � troppo spesso presa come parte di tali conflitti, accresce l� ostilit� invece di combatterla, cos� come si vede oggi in tante parti del mondo.

Nel suo lavoro (L�Imperativo Territoriale), disegnato su parallelismi zoologici, Robert Ardrey evidenzia che, in modo paradossale, un livello di assenza di sicurezza, cio� la minaccia alla sicurezza di qualcuno � in se stessa lo stimolo pi� efficace di un�identit� particolare, per esempio le societ� in tempi di conflitto. Allo stesso modo, sociologicamente, la religione acquisisce una ancor maggiore rilevanza in tempi d�insicurezza, proprio come veicolo di rafforzamento dell�identit� che � minacciata o in pericolo. In tale contesto, la religione come veicolo di comfort e sicurezza di fronte alla minaccia reale o percepita della particolare identit� in questione, viene cos� presa nel suo ruolo che la sua funzione diviene totalmente e enormemente introspettiva, riflettendo una insicurezza del particolare gruppo coinvolto. Troppo spesso in questo contesto diviene il veicolo per l�intensificarsi della xenofobia e del fanatismo e tradisce il suo ruolo, alienandosi dai circoli pi� ampi della nostra identit� umana.

L�immagine di una spirale pu� essere utilizzata per chiarire questo concetto. I componenti particolari pi� piccoli della nostra identit� possono formare una spirale per arricchire i circoli pi� ampi della nostra identit� umana man mano che si aprono. Ma ci� accadr� solo se essi si sentono sicuri della loro particolare identit� in relazione ad un contesto pi� ampio. Se il componente particolare � insicuro, la sua alienazione lo taglier� fuori dai circoli pi� ampi, lasciando e negandosi alla spirale pi� grande. La radice di tale alienazione pu� essere storica o contemporanea, razziale, economica, politica o quant�altro. Ma le reazioni condividono la percezione di un severo isolazionismo da altri gruppi e/o dalla pi� ampia societ�. L�isolazionismo, l�estremo nazionalismo e la violenza in nome della religione sono l�espressione di tale alienazione.

Chiaramente, proprio perch� la religione si rivolge non solo ai pi� piccoli componenti dell�identit�, ma anche a quelli pi� ampi, � la religione che ha proprio la capacit� di neutralizzare il conflitto e lo sfruttamento negativo delle nostre differenze, attraverso l�enfatizzazione di quelle dimensioni dell�identit� umana del popolo che dovrebbe legare insieme le persone in solidariet� umana, sopra ed oltre le differenze particolari delle nostre identit�. Ma come indicato fare ci� richiede un forte senso di sicurezza e di stabilit� della propria identit� all�interno di un pi� ampio contesto.

Evidentemente, la soluzione non � l�eliminazione degli aspetti particolaristici della nostra identit� che qualcuno potrebbe invocare. Come gi� detto, componenti particolari delle nostre identit� sono fondamentali per il nostro essere interiore e per il nostro benessere psico-spirituale, in effetti solo un universalismo che emerge dal nostro particolarismo, ha una qualche speranza di contribuire ad una convivenza pacifica. In verit�, un universalismo che non rispetti questo particolarismo �, se non moralmente poco motivato, certamente di dubbie conseguenze morali, inevitabilmente manifestato nell�imperialismo culturale e nel trionfalismo. Ma alla fine � insostenibile ed evanescente, poich� non ha vere radici e stabilit�.

Sebbene la sfida che affrontiamo � di come facilitare la pi� ampia espressione dei valori universali in seno a particolari comunit� religiose nel nostro mondo moderno, senza svalutare quelle caratteristiche positive nazionali o etniche. A questo scopo, credo dobbiamo dedicare la dovuta attenzione alle citate intuizioni sociologiche relative alla religione ed all�identit�; quelle che Ardrey descrive come �il pi� fondamentale bisogno umano di sicurezza�;per il ruolo che la religione gioca in tale ricerca e di come e quando la sicurezza � maggiormente minacciata, la religione abbraccia sempre questo bisogno, troppo spesso a spese dei suoi pi� alti valori ed aspirazioni universali.

Allo stesso modo, possiamo comprendere la spregevole realt� che mentre di tempo in tempo vi sono individui di notevole statura morale che risaltano sul resto, di regola i rappresentanti della religione istituzionale, riflettendo pi� che guidando le comunit�- con difficolt� si applicano a relazioni oltre le loro comunit� se queste ultime si sentono minacciate, da condizioni politiche, economiche o socio-psicologiche. Proprio per queste ragioni, le istituzioni religiose e le gerarchie possono spesso essere un ostacolo, pi� che una spinta alla riconciliazione.

E� proprio la loro insicurezza che porta a resistere a questo abbraccio degli altri ed � per questa ragione che ci si scontra con l�opposizione al processo di pace in Medio Oriente proprio tra i gruppi religiosi pi� ferventi con carattere ideologico diverso su entrambe i fronti.

Tutto ci� rivela la natura essenziale di questi incontri organizzati dalla comunit� di Sant�Egidio. Come gi� detto, mentre la sicurezza ha fondamentali dimensioni fisiche, economiche e politiche, l�aspetto principale della sicurezza al quale abbiamo fatto qui riferimento � psicologico. E� la sicurezza dell�accettazione e del rispetto, il senso che la dignit� di un essere umano e di una comunit� sono riconosciuti dagli altri come una presenza autentica, legittima e utile. Gli incontri interreligiosi ed il dialogo forniscono un contesto essenziale per facilitare la crescita di tale rispetto reciproco, che pu� permettere che i circuiti dell�identit� si aprano gli uni agli altri per abbracciarsi ed arricchirsi. Nel bacino del Mediterraneo dove ci consideriamo discendenti di un comune padre e chiamati ad adorare l�unico creatore di tutti noi, questa sfida a sviluppare una civilt� della coabitazione e della cooperazione non � mai stata pi� imperativa �� la domanda di quest�ora.