Comunità di Sant

Le Frontiere del Dialogo:
religioni e civilt� nel nuovo secolo

Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001


 Luned� 3 Settembre 2001
Gran Teatre del Liceu, Sal� dels Miralls
Islam e Cristianesimo, il dialogo continua

Bernard Agr�
Cardinale, Costa d�Avorio

   


Signor Presidente,

Eminenze, Eccellenze,

Onorevoli Congressisti,

La religione � un fattore decisivo per la vita, la coabitazione degli uomini e la costituzione della societ�. Essa comporta una dimensione di ambivalenza. La religione, concepita nella sua trascendenza e come richiamo all'apertura che viene dall'aldil�, apertura all'altro, alla riconoscenza e alla comunione fraterna, pu� contribuire all'unit� degli uomini. Ma se considerata come espressione di una verit� assoluta, esclusiva e discriminatoria, la religione pu� condurre al fanatismo e trasformarsi in strumento di disintegrazione sociale e di distruzione della pace.

La religione diviene valida e portatrice di speranza per la sua influenza nella vita profonda dell'individuo e per la sua incidenza nella societ� solo nella misura in cui essa diviene cultura di comunione, cio� espressione concreta della civilt� di un popolo appassionato e animato dall'ideale dell'unit� tra le differenze. Infatti, come dice il Papa Giovanni Paolo II: "La sintesi fra la cultura e la fede non � solo un'esigenza della cultura ma anche della fede. Una fede che non diviene cultura � una fede che non � accolta pienamente, pensata interamente e vissuta fedelmente." (Giovanni Paolo II, in Documentazione Cattolica, 20 giugno 1982, n. 1832, p. 605).

I rapporti umani individuali o collettivi che gli uomini hanno quotidianamente sono necessariamente tributari dei riflessi condizionati delle loro ideologie o della loro religione. Sulle strade dei cantieri della pace dei nostri tempi, un po' ovunque nel mondo, ma soprattutto in Africa, Islam e Cristianesimo si incontrano. Come possono queste due grandi religioni dalle ambizioni molto marcate, nella fede e nella prassi, servire in sinergia la causa della Pace a partire da quello che costituisce il cuore della loro esistenza e della loro missione? Questo mi sembra il nodo del nostro dibattito. A proposito di questo vorrei esprimermi in due tempi. Parler� prima del Cristianesimo e dell'Islam sul piano teorico, e poi affronter� i rapporti tra cristiani e musulmani suscettibili di permettere il lavoro comune per la costruzione di un mondo di tolleranza, di differenze assunte positivamente, di riconciliazione e di pace.

I - Cristianesimo e Islam: dimensioni teoriche

Il contributo del Cristianesimo e dell'Islam all'edificazione della pace nel mondo suppone e implica che essi siano colti nella verit� oggettiva in tutto quello che dal punto di vista della natura e della missione sono le loro convergenze e le specificit� della loro identit�.

A. Cristianesimo e Islam: punti di convergenza

All'Ebraismo, al Cristianesimo e all'Islam si d� il nome di "religioni del Libro": da una parte la Bibbia e dall'altra il Corano.

Queste religioni sono dette rivelate, comportano una teologia fondamentale e ambiscono a gestire la vita dell'uomo e la sua relazione con Dio nel quadro e secondo il principio di un monoteismo rigoroso.

L'una e l'altra sono fondate da un profeta e attorno ad un profeta: Ges� e Maometto.

L'essenziale della fede che esse professano si radica nel Dio Unico: il Dio di Abramo, il loro padre comune nella fede. I fedeli cristiani e musulmani si reclamano figli di Abramo.

Esse confessano anche che Ges� � il Verbo di Dio, nato dalla Vergine Maria; egli � il Messia.

Questo Dio Unico che esse riconoscono e adorano � Onnipotente, Creatore del mondo, misericordioso e giudice degli uomini nell'ultimo giorno.

Questo Dio Unico parla e interviene nel mondo attraverso i suoi profeti e i segni dell'universo.

La fede in questo Dio Unico � nel Cristianesimo e nell'Islam il fondamento di tutti i valori etici e l'orizzonte trascendente dell'uomo, della vita e della storia. La sottomissione a Dio e a Dio solo, e la Vita di un amore che crocifigge, conferiscono all'Islam e al Cristianesimo una forza di liberazione dell'uomo da ogni forma di schiavit� e investono l'uomo di una libert� creatrice di uno spazio di vita libero per lui stesso e per gli altri.

Essa introduce nello stesso tempo, in seno a queste due religioni, da una parte il principio dell�autocritica, che chiude le porte al fanatismo e alla violenza in nome di Dio, e dall'altra una forza di rinnovamento sociale.

In questa ottica, Cristianesimo e Islam si caratterizzano per una vita morale dei fedeli e il culto che questi rendono al loro Dio: preghiere quotidiane, digiuno, elemosina, pellegrinaggio, etc.

Questi valori teologici e spirituali comuni al Cristianesimo e all'Islam non possono tuttavia impedire di riconoscere le loro differenze, che si situano almeno a tre livelli: il concetto di Dio, il rapporto con l'altro e la relazione fra religione e politica.

B. Cristianesimo e Islam: falsi gemelli

Se il primo approccio rileva delle somiglianze reali, uno sguardo pi� approfondito rivela molti punti di disaccordo. Cristianesimo e Islam appaiono quindi come falsi gemelli. Essi si radicano nella stessa fede nel Dio di Abramo, ma il concetto di questo Dio, la sua identit� e il suo coinvolgimento nella gestione della vita quotidiana sono fondamentalmente diversi.

L'Islam confessa l'esistenza di un Dio unico: al di fuori di lui, non ci sono altri dei. Questo Dio unico � quello rivelato dal profeta Maometto. Inoltre l�Islam rigetta l'idea di un Dio che sarebbe costituito in se stesso di entit� divine distinte. L'Islam professa un monoteismo rigoroso che fondamentalmente � diverso da quello del Cristianesimo.

Il Cristianesimo confessa che il Dio unico, creatore del cielo e della terra, che si � rivelato ad Abramo, modello e padre dei credenti, a Isacco e a Giacobbe, suoi figli, a Israele suo popolo, si � manifestato in modo definitivo, assoluto e insuperabile nel suo Figlio, Ges� Cristo, sua Parola e sua saggezza fatta carne. Ges� Cristo � l'Essere d'Amore, il cuore di Dio, la vita e la fonte di vita per gli altri, cio� un Dio, tradotto, trascritto nel mondo in favore degli uomini in una maniera umana. In Ges� Cristo, Dio si rivela non solo come unico, di un'unicit� numerica, ma anche unico nella sua maniera di amare, ci� che costituisce il criterio vero e unico di autenticit� divina di ogni vita umana, di ogni religione e di ogni istituzione umana.

Il Cristianesimo confessa come l'Islam, un Dio unico, ma il Dio cristiano � trinitario. Dio non � un essere monolitico, rinchiuso e fossilizzato in una solitudine essenziale e relazionale assoluta. Il Dio cristiano �, lui stesso, la pienezza dell'essere, dell'amore, della vita, in circolazione, in estasi, in stato di comunicazione permanente. Il Dio cristiano � Padre, Figlio e Spirito. Egli stesso � un essere vivente, personale, realt� essenziale di rapporti d'amore e di condivisione nella pienezza.

L'Islam costituisce un sistema religioso che a partire dal suo libro di riferimento, il Corano, ingloba e organizza in maniera imperativa e in alcuni casi assoluta, tutti gli aspetti privati e pubblici della vita del fedele: spiritualit�, diritto, politica, economia, cultura, scienza, morale individuale, e morale collettiva. Il cristianesimo invece, secondo il principio dell'amore e della libert� della fede che lo anima, lascia a ciascuno la libert� di coscienza, di azione e non esercita alcuna imposizione di nessun genere n� sui fedeli, n� sui non cristiani, n� sui non credenti. Esso non propone alcun sistema politico e lascia a ciascuno la libert� di agire in tutti i campi secondo le norme della fede e il grado del discernimento personale nella fedelt� dello spirito evangelico� Ecco perch� nella prassi, la Chiesa rinuncia a ogni forma di violenza fisica, spirituale, morale, strutturale o ideologica nell'accompagnare e dirigere i fedeli e nel suo rapporto con i non cristiani e i non credenti. La libert� che proviene dalla fede in Dio � una delle pi� grandi forze coltivate nel Cristianesimo. Ma essa costituisce anche la sua pi� grande debolezza.

Al di l� delle divergenze fondamentali che in altri momenti hanno creato delle tensioni fra le due comunit� qui e altrove, conviene oggi cogliere, orientare e vivere le relazioni fra cristiani e musulmani nell'ottica delle sfide attuali da cogliere insieme a favore del mondo, sfide dell'unit� e della pace.

II - Cristiani e musulmani nel quotidiano per un mondo di pace

Cristiani e Musulmani, esseri di carne e di sentimenti

Nel quadro della relazione fra cristiani e musulmani, sui cantieri della pace, � utile osservare e conservare un atteggiamento realista sia a livello ideologico che a livello di convinzioni e di comportamenti individuali e collettivi.

Sul piano ideologico, riguardo all'Islam, due tendenze importanti si sviluppano nel mondo islamico e riguardano il dialogo islamo-cristiano. Si assiste oggi ad una presa di coscienza sempre pi� intensa dell��ummah� (comunit�) islamica e dell�individuo musulmano come membro di una comunit� islamica, con delle strutture e delle istituzioni che esprimono la sua identit� e perseguono obiettivi sul piano locale, nazionale e mondiale. Questo ha contribuito all�imposizione della �sharia�... Parallelamente, emerge anche una presa di coscienza universale dell�Islam come religione dalla prospettiva mondiale, attraverso organizzazioni internazionali per la collaborazione, la solidariet�, la condivisione delle idee e degli ideali. Queste due tendenze possono costituire delle piattaforme di dialogo, ma hanno purtroppo la tendenza a operare nel senso del radicalismo e dell�integralismo, rendendo cos� difficile il dialogo e il lavoro sinergico per la pace. Inoltre, in questo contesto, l�influenza esterna esercitata sui musulmani africani che di solito sono tolleranti, tende a renderli meno aperti al dialogo.

Non bisogna certo ignorare le tensioni suscitate dalle ambizioni che animano le due comunit� religiose: convertire il pi� gran numero possibile di persone. Queste ambizioni, nobili e normali allo stesso tempo, possono o rischiano di condurre a una collisione di interessi fra il �Dawah�, la chiamata islamica, e l�evangelizzazione cristiana fino agli estremi confini della terra. Bisogna esserne umilmente coscienti. Ma il pericolo da sottolineare con grande franchezza fraterna � la volont� islamica di rimodellare tutta la societ� secondo i principi dell�Islam: governo, leggi, culture, istituzioni educative e istituzioni economiche. Questo carattere totale e soprattutto totalitario dell�Islam che spesso tende nei fatti a negare la libert� di esistenza, d�espressione, di appartenenza e di confessione religiosa costituisce un reale freno al dialogo. E� un freno alla coesistenza pacifica, contributo esistenziale all�emergere di un mondo di pace. Questo clima di pace � basato essenzialmente sul rispetto del principio di reciprocit� nella conoscenza dell�altro. Questa libert� religiosa garantisce i diritti di ciascuno non solo alla differenza, ma anche e soprattutto all�espressione libera ed effettiva di questa differenza.

Bisogna segnalare un fatto che viene tenuto nascosto, soprattutto in Africa, e cio� la strumentalizzazione politica della religione e specificamente dell�Islam che vi � particolarmente predisposto per il suo carattere inglobante. Questo utilizzo politico della religione tende a esacerbare le relazioni islamo-cristiane in molti paesi africani che attraversano fasi di turbolenza socio-politica. Non � il caso, in questo quadro, di citare le situazioni preoccupanti che prevalgono oggi in Costa d�Avorio e in altri paesi del continente africano?

Queste diverse difficolt� e ombre nelle relazioni quotidiane islamo-cristiane, lungi dal condurre allo scoraggiamento, sono piuttosto un invito a vivere insieme una collaborazione crescente.

Fratelli chiamati a vivere e a lavorare insieme

L�ingresso nel terzo millennio e nel processo di mondializzazione costringe ogni popolo e ogni istituzione a fare dei bilanci e ad esaminare nuovamente le condizioni di una presenza pi� efficace nel mondo nella sua ricerca di pace sociale, di giustizia e di libert�.

A questo livello il Cristianesimo e l�Islam, due fratelli radicati nella fede nel Dio Unico, che predicano la salvezza integrale, hanno come missione di essere nei fatti testimoni di questa unicit�, di questa pace che il mondo attende e di cui essi sono gli araldi... Musulmani e cristiani, quindi, dovranno nei loro rapporti fare della tolleranza religiosa e della sua pienezza, una delle loro priorit� fondamentali, nel riconoscimento del diritto inalienabile di ciascuno a seguire la propria coscienza.

Concretamente, Cristianesimo e Islam, per essere reali vettori e operatori di pace, dovranno rinunciare ad ogni politica di espansione competitiva, a ogni violenza, a ogni fanatismo integrista e riduttore, inquisitore e discriminatorio. Cristiani e musulmani dovranno rinunciare ad ogni ambizione, implicazione politica nel senso dell�accaparramento dell�esercizio del potere e del suo assoggettamento interessato e insidioso: quindi n� crociata n� Jihad.

Soltanto la verit� dell�adorazione di Dio render� il Cristianesimo e l�Islam liberi per servire da testimoni, da operatori e da strumenti per l�instaurazione della pace tra le comunit� umane nel mondo.

Purificare la memoria e attenersi all�essenziale: Dio prega e contempla � collaborazione nei programmi di sviluppo

Cristiani e musulmani, per diventare testimoni privilegiati della pace nel mondo di oggi dovranno innalzare il livello del dibattito. Ci� dovr� condurli concretamente e positivamente a superare i rancori e le frustrazioni, a riconoscere i torti reciproci, a purificare la memoria e a optare definitivamente, in maniera esemplare, simbolica e profetica, per l�amore, la stima, il rispetto reciproco, l�umilt�, il perdono e la riconciliazione l� dove esistono delle ferite. E� senza dubbio pi� che mai qui e oggi il luogo e il momento di mettere in pratica le raccomandazioni e gli auspici del Concilio Vaticano II rivolti a cristiani e musulmani: �Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonch� a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libert�.� (Concilio Vaticano II � Nostra Aetate � Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, n. 3).

D�altra parte cristiani e musulmani, per aiutare gli uomini a costruire un mondo di pace durevole, dovranno dare il proprio apporto reale, il solo e il vero che il mondo attende da loro: Dio. Per una reale originalit� ed efficacia nel mondo sui cantieri della pace, cristiani e musulmani dovranno osare aprire il dibattito sui loro rapporti e sul loro apporto sul piano spirituale, al di l� dei progetti e dei calcoli puramente politici o culturali. In effetti, se � vero che Dio � Unico e che � lui che cristiani e musulmani proclamano come il vero e solo necessario, cristiani e musulmani dovranno allora trovare e attingere in lui le risposte adeguate ai problemi e alle sfide della societ� contemporanea e lasciarsi constantemente interrogare e interpellare dalle esigenze della fede quanto alla sua pertinenza, alla sua capacit� di costruire un mondo di giustizia, di vita, di libert� e di pace nella vita quotidiana... In questo contesto, i capi religiosi collaboreranno nelle realt� associative e nei programmi di sviluppo per contribuire a combattere la povert�. Si immergeranno con regolarit� nella preghiera e nella contemplazione per darsi la forza di insegnare questa pratica ai propri fedeli. La vera preghiera � quella che cambia la vita, lo sguardo sull�altro e il comportamento verso di lui. E� la pratica della contemplazione che ci fa fare l�esperienza di Dio. Contemplazione, preghiera e azione disinteressata affinano i sentimenti, rendono pi� vicini a Dio e per questo stesso fatto pi� vicini a tutto l�uomo e a tutti gli uomini.

Vi ringrazio.