Comunità di Sant

Summit Islamo Cristiano
Roma, 3-4 ottobe 2001


 Mercoled� 3 Ottobre 2001
Centro Congressi di Via di Porta Castello 44
Seduta inaugurale

Yusuf Qaradawi
Teologo, Direttore Centro Ricerche sulla Sunna, Qatar

   


Dio sia lodato, e che la Sua pace sia sui suoi Messaggeri eletti

Noi musulmani siamo favorevoli a un incontro tra gli ulema dell'Islam ed i rappresentanti cristiani, per cercare insieme delle soluzioni ai problemi contingenti che incidono sulle relazioni tra il mondo islamico e quello cristiano.

Poich� noi musulmani riconosciamo il Vangelo rivelato, uno dei libri di Dio nei quali bisogna credere. Riconosciamo anche Cristo quale profeta fra i profeti, e riconosciamo la madre di Cristo, che Dio ha scelto e santificato fra tutte le donne.

Non esiste nel Corano una sura che parli di Khadija, la moglie di Muhammad, n� di Fatima, sua figlia, ma esiste una sura dedicata a Maria, e un'altra dedicata alla famiglia di Ges�. Si chiama "La sura della famiglia di 'Imran". 'Imran � il padre di Maria (Dio ha scelto Adamo e No� e la famiglia di Abramo, come pure la famiglia di 'Imran) (Sura della Famiglia di 'Imran, 33).

E ci sono nel nostro Corano dei versetti di Cristo che neanche nel Vangelo vengono menzionati.

E poi, a noi musulmani, � stato prescritto di dialogare nel modo migliore soprattutto con la Gente del Libro. Dice Iddio: "E non disputate con la Gente del Libro, altro che nel modo migliore". (Sura del Ragno, 46).

Ci� significa che se vi fossero due modi di discutere, uno dei quali � buono e l'altro migliore, ebbene, il musulmano � tenuto ad adottare quello migliore.

Ci� che reca pregiudizio al rapporto che intercorre tra i seguaci delle due grandi religioni � proprio l'incomprensione reciproca, oppure l'intrusione di persone estranee che vogliono utilizzare la religione come strumento per il raggiungimento di obiettivi non religiosi.

In questa situazione terribile che il mondo sta vivendo dall'11 settembre scorso � quando sono avvenuti i deplorevoli attacchi terroristici contro New York e Washington, e che fanno temere una guerra di cui solo Dio conosce le conseguenze, e che alcuni vedono � per una ragione o per l'altra � come uno scontro tra l'Islam e il Cristianesimo - si pu� scorgere un ritorno alle vecchie crociate, che hanno lasciato la loro impronta nell'animo di ambo le parti, generandovi dei complessi che continuano fino ad oggi a far sentire i loro effetti negativi.

� dovere delle persone ragionevoli � specialmente i sapienti di ambedue le religioni � evitare questo scontro, intervenire con la loro saggezza per spegnere il fuoco, che divora proprio tutto.

Vorrei qui ribadire che fin dalla mattinata dell'11 settembre, ho fatto una dichiarazione nelle quale ho espresso la mia riprovazione e ho condannato gli autori dell'attacco terroristico, qualunque sia la loro religione, il loro sesso e il loro paese. E tutti gli ulema dell'Islam che io conosco hanno condiviso questa mia presa di posizione.

L'Islam � persino nelle sue guerre regolari, condotte da eserciti � proibisce categoricamente di uccidere coloro che non stanno combattendo. Quando il Profeta dell'Islam, Mohammad, vide una donna uccisa in una battaglia, si arrabbi� e condann� i suoi seguaci, dicendo loro: "Questa donna non stava combattendo!". Da allora, proib� l'uccisione delle donne, dei bambini e degli anziani.

I suoi successori hanno poi raccomandato ai loro capi militari di non infastidire i monaci nei loro conventi, n� i contadini nei campi n� i mercanti.

Una delle loro pi� note raccomandazioni era: "Non cogliere di sorpresa e non infierire sui cadaveri dei nemici. Non abbattete gli alberi, non distruggete gli edifici. E non uccidete n� una pecora n� una mucca, se non per cibarvi�.

L'Islam ha sottolineato il rispetto della persona umana e ha prescritto di punire colui chi la uccide. Il Corano, insieme ai libri celesti, ha ribadito: "Chiunque uccider� una persona, senza che questa abbia ucciso un'altra o portato la corruzione sulla terra, � come se avesse ucciso l'umanit� intera" (Sura della Mensa, 32). E qui si sta parlando dell'uccisione di una sola persona. Cosa dire, allora, dell'uccisione di migliaia di civili innocenti!

Noi musulmani, in generale, e noi arabi in particolare, siamo tra i pi� sensibili alle tragedie derivanti dalla morte per aggressione e ai loro effetti sulla persona e sulla vita. Noi soffriamo ogni giorno di questo male inflittoci nella nostra terra sacra della Palestina, la terra della Grande Moschea e della Chiesa della Resurrezione. Ci svegliamo la mattina e ci addormentiamo la sera davanti allo spettacolo di gente che viene uccisa, di fattorie che vengono bruciate, di case che vengono distrutte, di bambini che diventano orfani, s� da trasformare la vita in Palestina in un continuo funerale.

Io escludo categoricamente che un musulmano davvero e correttamente impegnato nella sua religione e che la conosce bene possa compiere un atto del genere, poich� sa che l'uccisione illegittima della persona umana costituisce uno dei pi� grandi peccati nell'Islam, e lo spargimento di sangue � lecito solo nel caso di autodifesa contro militari che attaccano i musulmani.

Dice il Corano: "Combattete sulla via di Dio coloro che vi combattono, e non oltrepassate i limiti, ch� Dio non ama gli eccessivi" (Sura della Vacca, 190).

Ho lanciato un appello ai musulmani in America affinch� compissero il loro dovere aiutando i feriti e donando il loro sangue. Tale dovere � una delle opere pi� gradite a Dio.

Nelle misura stessa in cui condanniamo gli atti terroristici contro New York e Washington, condanniamo altres� le campagne d'istigazione e di odio contro i musulmani e gli arabi che vivono in Occidente, mentre sono parte integrante della societ� in cui vivono. Alcuni di loro temono addirittura di uscire dalle loro case, specialmente le donne.

Noi rifiutiamo il terrorismo

A mio nome e a nome di tutti gli Ulema dell'Islam: noi rifiutiamo il terrorismo, che significa terrorizzare la gente tranquilla o uccidere ingiustamente degli innocenti. Non certo difendere la propria casa per legittima difesa.

Allo stesso modo, rifiutiamo di lottare contro il terrorismo con altro terrorismo, mosso dalla stessa logica, che attribuisce agli innocenti la colpa dei veri responsabili, che tratta l'oppresso come se fosse lui l'oppressore, e che condanna un intero popolo a causa di un crimine commesso da alcuni suoi individui, persino se il loro crimine viene accertato.

Non accettiamo che una religione seguita da una grande nazione venga definita come la religione della violenza e del terrorismo, per via di alcune persone.

In precedenza, nella stessa America, una persona colpevole dell'incidente di Oklahoma City era cristiana e americana. Ha commesso questo crimine spinta da motivazioni personali. Eppure la sua colpa non � stata generalizzata a tutta l'America, a tutto il mondo cristiano e a tutta la religione cristiana.

Il vero modo di lottare contro il terrorismo consiste nel combattere le sue cause, tra cui: l'eliminazione dell'oppressione, la soluzione delle questioni sospese, come la questione della Palestina, i cui figli sono stati cacciati ed espulsi ingiustamente dalle loro case.

Fra tali questioni, vi � anche il diritto dei musulmani alla loro libert� e al loro autogoverno.

Eminenze, Eccellenze e illustri Ospiti,

L'Islam considera l'umanit� come una sola famiglia, partecipe dell'adorazione di Dio e discendente da Adamo. � quel che ha dichiarato il Profeta dell'Islam davanti alle folle durante il pellegrinaggio d'addio: "O gente! il vostro Dio � uno solo, il vostro Padre � uno solo, e voi tutti discendete da Adamo che � stato ricavato dalla terra. Nessuno di voi ha pi� merito degli altri, se non nel temere Dio".

L'Islam ha definito i rapporti con i non musulmani in due versetti del Libro di Dio, che vengono ritenuti a questo proposito come l'equivalente di una Costituzione. Dice Iddio: "Dio non vi proibisce di agire con bont� ed equit� verso coloro che non vi combattono per religione, e non vi hanno scacciato dalle vostre dimore, poich� Dio ama gli equanimi. Ma Dio vi proibisce di prendervi per alleati coloro che vi hanno combattuti per religione e vi hanno scacciati dalle vostre case ed hanno aiutato altri a scacciarvene, poich� quei che prendono costoro ad alleati sono iniqui" (Sura dell'Esaminata, 8-9).

Questi due versetti sono stati rivelati per via degli idolatri. Tuttavia, l'Islam ha riservato un trattamento speciale alla Gente del Libro. Ha persino consentito di sposare le loro figlie. Ci� significa che ha consentito al musulmano di avere per moglie una cristiana o una ebrea, compagna della sua vita e madre dei suoi figli. In questo modo, i parenti di lei diventano i nonni e le nonne, gli zii e le zie, i cugini e le cugine dei suoi figli, e questi ultimi godono dei diritti della stretta parentela.

L'Islam ha considerato i cristiani come i pi� cordialmente vicini fra tutti ai musulmani. Dice Iddio: "Troverai che i pi� cordialmente vicini a coloro che credono sono quelli che dicono: 'Siamo cristiani!'. Questo avviene perch� fra di loro vi sono preti e monaci ed essi non sono superbi" (Sura della Mensa, 82). Ha detto inoltre il Profeta dell'Islam: "Sono l'amico pi� vicino di Issa, figlio di Maria, sia in questo mondo che nell'altro".

Crediamo nel dialogo

Noi musulmani crediamo nel dialogo, perch� ci � stato prescritto dalla Shari'a. Il nostro Corano � colmo di dialoghi tra i Messaggeri di Dio e la loro gente, persino tra Dio e alcuni suoi adoratori. Dio ha persino dialogato con la peggiore delle Sue creature, Ibblis.

Per questo, noi accogliamo la cultura del dialogo invece di quella del conflitto, sia fra le civilt� che fra le religioni.

Non siamo d'accordo con la logica di alcuni intellettuali americani, come Huntington, che credono nel conflitto inevitabile tra le civilt�, soprattutto tra la civilt� islamica e la civilt� occidentale.

Perch� mai queste due civilt� non dovrebbero interagire e completarsi vicendevolmente? E perch� ognuna delle due non dovrebbe assimilare le migliori conquiste dell'altra?

Cosa vorremmo dall�Occidente

Vorremmo che l'Occidente si liberasse dalla sua paura dell'Islam, che smetta di considerarlo come un pericolo imminente, il "pericolo verde" come � stato chiamato da alcuni, il pericolo candidato a sostituire quello dell'Ex-Unione Sovietica, definita da Reagan "Lo Stato malefico".

Chiediamo all'Occidente di liberarsi dell'antico odio ereditato dalle guerre che esso stesso chiamava "Crociate", mentre i nostri storici le chiamano "Le guerre degli Europei". Noi siamo i figli di oggi e non del passato, e non siamo stati noi a dichiarare queste guerre, siete stati voi.

Vogliamo inoltre dell'Occidente che si liberi del suo complesso di superiorit� che lo porta a guardare il mondo con gli occhi del padrone nei confronti del suo schiavo. E questa visione della vita non pu� che essere una provocazione per gli altri.

Settori comuni per la cooperazione islamo-cristiana

Abbiamo dei settori in comune nell'ambito dei quali possiamo incontrarci e cooperare al loro ampliamento e approfondimento.

1. Concentrarsi sui denominatori comuni

Concentrarsi sui denominatori comuni fra noi e la Gente del Libro. Dice Iddio a questo proposito: "E non disputate con la Gente del Libro, altro che nel modo migliore, eccetto quelli di loro che sono iniqui, e dite: 'Noi crediamo in quel che � stato rivelato a noi e in quel che � stato rivelato a voi, e il nostro e il vostro Dio non sono che un Dio solo, e a Lui noi tutti ci diamo!' ". (Sura del Ragno, 46)

Nell'ambito del dialogo condotto nel modo migliore, bisogna soffermarsi sulle convergenze, non sulle divergenze.

Tra i musulmani rigidi, c'� chi sostiene che non esiste nulla in comune fra noi, i cristiani e gli ebrei. Noi li giudichiamo come infedeli e affermiamo che hanno deformato e travisato la Parola di Dio.

Si tratta di un concetto sbagliato sulla posizione dell'Islam nei confronti della Gente del Libro. Perch� allora Dio ha reso lecito mangiare con loro e sposare le loro figlie? E perch� i musulmani sono rimasti rattristati quando i Persiani � dei magi adoratori della luce � riportarono la vittoria sui Bizantini, che sono cristiani, quindi Gente del Libro? Fino al giorno in cui Dio ha rivelato il Corano che predicava la vittoria prossima dei Bizantini: "In quel giorno, i credenti si rallegreranno del soccorso di Dio" (Sura dei Romani, 4.5)

Ci� significa che la Gente del Libro � anche se nega la missione di Mohammad, la Pace di Dio sia su di lui � � pur tuttavia pi� vicina ai musulmani rispetto ai miscredenti e ai pagani.

2. La cooperazione per la lotta all'ateismo e all�immoralit�

Insieme per lottare contro i nemici della fede religiosa e i fautori dell'ateismo e del comportamento immorale.

La Gente del Libro deve formare un unico fronte contro coloro che vogliono distruggere l'umanit� col loro invito ingannevole e il loro comportamento seducente, facendola precipitare dal livello umano a quello animalesco: "Che ne pensi? Colui che s'� scelto come dio la propria passione devi tu essere il suo avvocato? Credi forse che i pi� fra di loro odano o intendano? No, non sono che simili ad armenti, anzi, pi� traviati di loro" (Sura della Salvazione, 43-44).

Abbiamo visto Al-Azhar, la Lega del Mondo Islamico e il Vaticano, nel Congresso sulla Popolazione nel Cairo (1994) e nel Congresso sulla Donna a Pechino (1995), formare un gruppo compatto contro i promotori della pornografia.

3. Sostegno alla giustizia e ai popoli ritenuti deboli

Insieme per trovare soluzioni giuste per gli oppressi di questa terra, come la questione palestinese, la Bosnia-Erzegovina, il Kossovo, il Kashmir, l'oppressione della gente di colore in America e altrove, il sostegno ai popoli ingiustamente umiliati dagli oppressori superbi di questa terra, che pretendono farsi adorare personalmente da coloro che adorano Dio.

L'Islam lotta contro la tirannia, sostiene gli oppressi, a qualunque popolo, razza o religione appartengano.

Il Profeta � che la Pace di Dio sia su di lui � ha ricordato l'Alleanza di 'Al-Fudul' alla quale ha partecipato in giovent� nella Jahiliya (Pre-Islam). Si trattava di un Alleanza a sostegno degli oppressi e della rivendicazione dei loro diritti. Ha detto il Profeta: "Se la stessa cosa mi fosse stata chiesta nell'Islam, avrei risposto".

4. Diffondere lo spirito di tolleranza e non il fanatismo

Questo appello deve includere la diffusione dello spirito di tolleranza, di misericordia e di gentilezza nei rapporti tra i seguaci delle varie religioni, e non il fanatismo, la durezza e la violenza.

Iddio ha parlato al Suo Profeta dicendo: "E te, non abbiamo inviato che in segno di grazia per il mondo". (Sura dei Profeti, 107)

E ha detto di Se stesso: "Sono una grazia donata".

Inoltre, ha rimproverato i figli di Israele dicendo loro: "Ma in seguito, i cuori vostri s'indurirono e divennero come le pietre, anzi pi� duri ancora". (Sura della Vacca, 74)

E ha detto a sua moglie Aisha: "Dio ama la gentilezza in tutte le cose".

Il fondamento dottrinale della tolleranza del musulmano verso coloro che differiscono da lui

Vorrei affrontare qui una questione delicata per tutti coloro che seguono una religione. Essi pensano che hanno ragione, mentre gli altri sbagliano. Tale convinzione porta al fanatismo. Tuttavia, ci sono altre persone che ridimensionano questo fatto nel pensiero e nella coscienza del musulmano.

1. Il musulmano crede che la differenza tra popoli e religioni avviene secondo la saggia volont� di Dio. "Ma se il tuo Signore avesse voluto, avrebbe fatto di tutti gli uomini una sola nazione; ma essi continueranno nelle loro discordie, eccetto quelli di cui egli avr� piet�; per questo li ha creati". (Sura di Hud, 118-119), vale a dire che li ha creati per essere diversi, poich� ha dato loro l'intelligenza, la libert� e la volont�.

2. Il musulmano crede che il giudizio degli smarriti e dei miscredenti non avverr� in questo mondo ma nell'altro. Non tocca a noi giudicare, solo Dio � il Giudice giusto, clemente e savio. Ha detto Iddio al suo Profeta: "Pertanto, invita alla fede e cammina diritto, come ti � stato ordinato, e non cedere ai desideri loro, ma d�: 'Io credo in quei Libri che Iddio ha rivelato, e a me fu ordinato di far giustizia fra di voi: Iddio � il Signore nostro e il Signore vostro. Noi abbiamo le nostre azioni e voi le vostre, n� vi sia disputa alcuna fra noi e voi: Iddio ci riunir� tutti, ch� a Lui tutto ritorna! " (Sura 42: La Consultazione, 15).

3. Il musulmano crede nella dignit� dell'uomo per il fatto stesso che � un uomo. A questo proposito, narra Al-Boukhari Ben-Jaber che il Profeta si era alzato in piedi quando un corteo funebre pass� davanti a lui. Allora gli dissero: "O profeta, si tratta del funerale di un ebreo!" Ed egli rispose: "Non � forse un'anima?". Che magnifica presa di posizione, e quale motivazione stupenda.

4. Il musulmano crede che la giustizia di Dio si applica a tutti i Suoi adoratori. Dice Iddio: "O voi che credete! State ritti innanzi a Dio come testimoni d'equit�, e non vi induca l'odio contro gente empia ad agire ingiustamente. Agite con giustizia, ch� questa � la cosa pi� vicina alla piet�". (Sura La Mensa, 8).

Perci�, il musulmano non agisce con giustizia solo verso colui che ama, e non agisce ingiustamente verso colui che odia. Rende giustizia ad ognuno, sia esso musulmano o no, amico o nemico.

Eminenze, Eccellenze, Illustri ospiti,

Gli estremisti si trovano in tutte le nazioni e tra i seguaci di tutte le religioni. La loro presenza potrebbe essere una reazione contro un eccesso di tipo opposto. Spesso l'estremismo religioso � l'effetto di un estremismo areligioso.

Una grande nazione o una grande civilt� non possono essere giudicate in base alla presenza di alcuni estremisti. Altrimenti, finiamo per condannare la civilt� occidentale in base al nazismo, al fascismo e al bolscevismo, e alle guerre che hanno fatto decine di milioni di vittime.

Gli estremisti si trovano sia da noi che da voi, e con questi non si pu� dialogare, giacch� non credono nel dialogo, e nemmeno nella legittimit� del dialogo.

Mentre coloro su cui si pu� contare sono le persone moderate di ambo le parti. � grazie a loro che si spera di poter aprire un dialogo e incontrarsi per cooperare sui punti di convergenza e mostrare tolleranza riguardo alle divergenze.

Signore e Signori,

Il mondo ha annullato le sue distanze, al punto che alcuni l'hanno soprannominato "il nostro grande villaggio". Io dico invece che � diventato un "piccolo villaggio". Perci� gli abitanti di questo piccolo villaggio devono incontrarsi, dialogare e cooperare per promuovere la giustizia e la piet�, non il peccato e l'inimicizia. Vi tendiamo la mano per invitarvi ad un discorso ugualitario fra di noi, discorso fortemente voluto dal Profeta Mohammad per la Gente del Libro: "Adoriamo solo Dio, senza associare nessuno a Lui. Che nessuno fra di noi adori altri d�i al di fuori dell'unico Dio".

Dobbiamo schierarci tutti quanti contro le guerre opprimenti, in cui il forte domina il pi� debole, e di cui i popoli pagano il prezzo con il loro sangue, con le loro cose sacre e il loro bisogni vitali.

L'umanit� ha gi� avuto troppe vittime nell'inferno delle guerre.

Gli uomini di religione e di fede devono schierarsi dalla parte della giustizia, contro l'oppressione, dalla parte dello spirito umanitario, contro il fanatismo, dalla parte della morale, contro l'immoralit�, dalla parte degli indifesi contro l'ingiustizia armata fino ai denti, dalla parte dei deboli di questa terra contro i superbi.

E la nostra ultima preghiera �: "Lode a Dio, Signore dell'Universo".