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Religioni e culture
tra conflitto e dialogo

Incontro Internazionale
Uomini e Religioni
Palermo 1-3 settembre 2002

Comunit� di Sant'Egidio

Arcidiocesi di Palermo

   

Marted� 3 Settembre 2002 - Teatro Politeama
Europa e Africa: una comunit� di destino

Bernard Agr�
Cardinale, Arcivescovo di Abidjan, Costa d�Avorio
  


Si pu� trattare in un quarto d'ora un tema cos� vasto e ricorrente ? E' questa la sfida da accettare, per soddisfare la richiesta degli organizzatori di queste Giornate. Ci proveremo.

Il destino sembra aver legato Africa ed Europa, come due partner, nel bene e nel male. Due continenti condannati a riuscire insieme, nella complementarit� e la pace, o a fallire insieme, in un contesto di diffidenza e morte. Molteplici sono i legami che li uniscono, ma, nello stesso tempo, quanti interrogativi suscitano i loro rapporti !


I. MOLTIPLICITA' DEI LEGAMI: GEOGRAFICI, STORICI, CULTURALI�

- Molto eeloquente �, in proposito, la carta attuale del mondo. Fra l'Europa e l'Africa scorre solo il ruscello dello Stretto di Gibilterra, nato da quel Mediterraneo che i due partner potrebbero chiamare, come i Romani, "mare nostrum", il nostro mare ! E se la deriva dei continenti potesse parlare, quanti matrimoni, quanti divorzi ci sarebbero rivelati !

- Perch� stupirsi, allora, che una tale prossimit� abbia permesso ai due vicini d'intrecciare, nel corso dei millenni, rapporti storici stretti e costanti ? Per sommi capi, segnaliamo la diffusione intercontinentale della civilt� egiziana, Annibale ed i suoi eserciti, la conquista dell'Africa settentrionale, il Medio Evo africano, la Tratta dei Negri, le grandi operazioni coloniali, le lotte per l'indipendenza, le diverse cooperazioni internazionali, gli aggiustamenti strutturali, e oggi, le avventure ambigue della mondializzazione e della globalizzazione. Se gli scolari africani delle colonie francesi hanno cantato con convinzione "I Galli, nostri antenati", era perch� ignoravano che l'uomo discendente dal primo ominide di cui si � trovato il fossile � nato in Africa, e che questo continente potrebbe ben costituire la culla dell'umanit�.

- Numerosi furono nell'antichit� gli scambi culturali tra, per esempio, la Grecia e la scuola pluridisciplinaria della grande metropoli d'Alessandria d'Egitto. E oggigiorno, chi pu� contare gli scambi culturali tra le due sponde del Mediterraneo e dell'Atlantico ? I trasferimenti di conoscenze, d'arte, di tecnologia, sono quotidiani. Le scuole, le universit�, le conferenze, le manifestazioni di vario genere, il turismo, tutto ci� rafforza legami gi� innumerevoli. Per esempio, se l'Europa impone le sue scoperte tecniche in materia di comunicazione, l'Africa propone i suoi ritmi e le sue danze, i suoi artisti e i suoi atleti presenti in tante squadre europee.

- Non mancano le religioni. Se gli dei greci e romani hanno regnato in Egitto ed in Africa settentrionale, la Grecia e Roma, a sua volta, sono state influenzate dalle divinit� provenienti dal paese dei Faraoni. E se numerosi missionari europei hanno impiantato saldamente il Cristianesimo in Africa, facendo attualmente di questo continente una delle grandi speranze della Chiesa mondiale, bisogna anche riconoscere oggigiorno in Europa due fenomeni religiosi importanti: un insediamento significativo dell'Islam, proveniente per la maggior parte dai paesi magrebini, e, bench� questo tipo di riflusso sia ancora timido, l'arrivo di preti, religiosi e religiose africani, in servizio apostolico in terra europea. D'altra parte, quanti stregoni e marabut in tutti gli angoli d'una Europa in cerca di spiritualit� nuove e di sensazionale ! Si � mai fermato il pendolo della storia ?

- Le migliaia di esploratori europei in Africa, la Tratta dei Negri, le colonizzazioni, la cooperazione, la mondializzazione e la globalizzazione, tutto questo riguarda una sola realt�, il commercio bilaterale, tanto l'Africa vive in tandem con l'Europa. Si pu� convenire che, necessariamente, in questo patto esistenziale gli Africani traggano dei vantaggi dall'operazione; tuttavia bisogna riconoscere innanzi tutto che, nella partita dare/avere, i maggiori benefici sono per l'Europa, che dichiara: "Primam partem tolo quoniam nominor leo" - Mi prendo la prima parte perch� mi chiamo leone -. Io sono il pi� forte. Le ricchezze umane, agricole, industriali, forestali, energetiche, culturali, i tesori del suolo e del sottosuolo, niente viene risparmiato per soddisfare gli appetiti e le leggi sempre pi� rigide del saccheggio che sta diventando il commercio senza viso umano. Che possono fare i contadini, e perfino i governi degli Stati africani, contro queste potenti reti di societ� multinazionali inafferrabili ? E per rinforzare e perpetuare quello che � un saccheggio in piena regola, accordi commerciali si annodano e si snodano secondo gli interessi del momento, bench� tutti sappiano, senza dirlo, che tali contratti nascondono clausole socio-politiche capestro.

- L'Europa ha sempre influenzato la politica del continente africano. L'unico scopo della colonizzazione era permettere alla potenza coloniale di impadronirsi direttamente del destino degli autoctoni. L'accesso all'indipendenza ha cambiato poco alla situazione: lo sfruttamento dell'Africa continua ancor meglio di prima, con meno scrupoli, il che faceva sospirare di piacere un ex coloniale: "Avremmo dovuto concederla prima, l'indipendenza, agli indigeni: adesso siamo pi� liberi, sono gli Africani stessi che lavorano per noi".


Le contraddizioni della storia degli Stati africani a partire dell'indipendenza mostrano bene le interferenze sociopolitiche dall'esterno, ma numerose sono anche le connivenze africane, servite troppo spesso dall'avidit� di facili guadagni, dall'incompetenza e dalla mancanza di vera solidariet�.

Rispetto mutuo, rispetto della sovranit� degli Stati africani, questo principio viene proclamato chiaro e netto, come pure quello di non-ingerenza negli affari interni delle nazioni indipendenti. Concretamente, invece, la storia rivela in quante occasioni sono state rimesse in causa queste affermazioni ufficiali, in nome del "l'interesse superiore". L'Europa ha saputo mantenere responsabili nefasti per il bene comune, al posto che occupavano, o ha talvolta imposto candidati pure non accetti dalla popolazione. Quanta insicurezza, quante guerre scatenate o nutrite in Africa da mani straniere ! Manipolazioni socio-politiche che si riscontrano comunemente, soprattutto quando delle tensioni etniche o religiose inquinano di gi� un clima locale reso fragile, e tali torbidi sapientemente coltivati ingrassano i profitti degli istigatori e dei loro complici.

Nell'insieme, i rapporti tra Europa ed Africa hanno certamente originato profitti per i due partner: per l'Africa, nei due campi decisivi che sono quelli dell'educazione e della salute; quanto all'Europa, ha trovato su questo continente dei punti d'appoggio indispensabili alla sua industria ed alle sue ricerche. Certo l'Europa da' all'Africa, ma ne riceve ancor pi�. Perci�, in questo terzo millennio appena cominciato, se davanti al futuro ripercorriamo attentamente questo percorso, abbiamo l'imperioso dovere di rispondere a certi interrogativi di prima importanza, che esigono con urgenza d'essere affrontati.


II. TRE INTERROGATIVI

Considerando qual � la posta in gioco della mondializzazione e della globalizzazione, tanto dal punto di visto ideologico che commerciale, considerando la potenza crescente di certi stati ed entit� mondiali, ci si pu� chiedere qual � il margine di libert� concesso ancora ai responsabili locali.

1. Di fatto, l'Europa, ancorata volente o nolente alla potenza economica degli Stati Uniti, dispone ancora di sufficiente autonomia per seguire le proprie scelte, in quanto espressione della propria libert� ? Pu� ancora pronunciarsi in favore di soluzioni originali ? Pu� inventarsi i propri percorsi, per meritarsi ancora la fiducia dei suoi partner ? Parliamo tutti di mondializzazione e globalizzazione come conquiste irreversibili e positive per tutti, senza troppo soffermarci sui pericoli impliciti nei dibattiti ideologici contenuti in tale movimento. Ora, sappiamo tutti che questo movimento � il frutto di un vasto progetto che si propone di riformare radicalmente il vecchio paradigma al fine di sostituirgli le opzioni del "New Age", di un nuovo ordine mondiale caratterizzato dalla riduzione dell'uomo alla funzione economica. Non si tratta forse della rovina della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948 ? Con quali armi l'Europa potr� difendere l'uguale dignit� di ogni vita, anche di quella degli individui e dei popoli "non redditizi, insolventi�" ? Questo matrimonio dell'Europa con gli Stati Uniti, padroni assoluti del mondo, � forse di buon augurio per un'Africa la cui voce � inascoltata, il cui peso sull'economia mondiale (appena il 2%) � talmente insignificante, che la si potrebbe cancellare interamente senza peraltro influenzare l'andamento del pianeta ? L'Africa sa che nessun Piano Marshall verr� dall'Occidente per sostenere il suo piano continentale di sviluppo. Gli Stati, soprattutto quelli del G7, e le Organizzazioni mondiali (finanziarie, sanitarie ed altre) non hanno cuore, hanno solo interessi. In questo contesto, Europa/Africa: quale dialogo, quali progetti, quale speranza ?

2. Le Organizzazioni mondiali hanno conferito un potere esorbitante alle Organizzazioni non governative (ONG) "Una svolta significativa � stata presa a partire dalla Conferenza di Pechino, che prevedeva che delle ONG accuratamente selezionate, agendo di concerto con le Agenzie pubbliche internazionali, intervengano direttamente sulle comunit� locali. Questo modo di fare non soddisfa l'esigenza di solidariet�, e costituisce un attacco flagrante alla sovranit� degli Stati" (Michel Schooyans, Il Vangelo e il disordine mondiale, p. 114).

Faccia a questa rete di ONG lautamente sovvenzionate e sapientemente sostenute dai mass-media, che pu� fare l'Europa per aiutare a far emergere i veri interessi degli Africani ? Oser� battersi in favore degli interessi essenziali di un'Africa ridotta in ginocchio ? La Banca Mondiale, l'OMS, ecc., appoggiano queste ONG da loro accreditate, che operano sul terreno: chi pu� controllarne ideologia ed iniziative, forse l'Europa ?

3. Africa, Europa, un destino in comune; allora, qual � la strategia europea per aiutare l'Africa, suo partner, nella lotta per esprimere i tre obiettivi fondamentali, che tanto si armonizzano con la sua cultura tradizionale, e cio�:

a) Rispetto e protezione di tutta la vita umana, dalla concezione alla fine naturale,

b) Rispetto e protezione dell'ambiente umano ed ecologico,

c) Promozione della giustizia sociale ed economica ?

Tre valori fondamentali, che possono garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile. Se l'Europa, presa dalle proprie contraddizioni interne ed esterne, fosse tentata di desolidarizzarsi dall'Africa, si impoverirebbe, perdendo cos� una parte importante della propria influenza culturale ed economica.

* * *


EUROPA/AFRICA: VERI PARTNER O CAVALLO E CAVALIERE ?

Giunto alla fine del mio intervento, mi trovo ancora a fare una constatazione ed a pormi un interrogativo. La constatazione: l'ampiezza e la variet� dei rapporti tra i due continenti, legati, come notavamo all'inizio, nel bene e nel male; grazie all'Africa, l'Europa ha potuto sviluppare certi settori della propria ricchezza economica e pu� prevedere di migliorarne altri, specificamente in materia d'industria, di comunicazione e di cultura; e grazie all'Europa, l'Africa si � sviluppata in diversi campi. L'abbiamo sottolineato a pi� riprese. Dobbiamo purtroppo, per�, arrenderci all'evidenza che durante tutti questi secoli passati insieme, la qualit� dei loro rapporti lascia a desiderare sotto molti aspetti, e che offre l'immagine squilibrata dell'associazione cavallo/cavaliere, del tipo padrone/esecutore, sfruttatore/sfruttato. E che da entrambi i lati, il dialogo fraterno di pace si fa spesso malamente, visto gli stereotipi imperanti da una parte come dall'altra. Il cavaliere Europa si sente frequentemente leso a causa delle deficienze e delle pesantezze africane; alcuni suoi responsabili sono convinti che, all'epoca della mondializzazione e della competizione a oltranza, l'Europa organizzata ed unita se la caver� meglio senza l'Africa sempre a rimorchio. Nella stessa ottica, un numero crescente di figli e figlie dell'Africa - e non dei meno - delusi ed irritati dal "gioco del bastone e della carota" che pratica spesso l'Europa nei riguardi dell'Africa, grida il proprio rancore, quando non la propria disperazione. Dio non voglia, ma se un giorno un'Africa finalmente riunificata e solidale, in cerca di dignit�, cedendo all'odio e all'egoismo, stanca di assumere sempre e soltanto ruoli secondari, prendesse davvero in considerazione il gesto suicida dell'embargo totale ed efficace sulle proprie ricchezze - sempre battezzate col nome convenzionale di "materie prime" -, se una tale Africa, dicevo, dandosene i mezzi, decidesse di non fare pi� il cavallo, di non mangiare pi� il fieno che gli si d�, decidesse di diventare a sua volta cavaliere, che ne sarebbe allora dei rapporti Europa/Africa ? Questo �, credo, il vero dibattito.

Grazie.