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Religioni e culture
tra conflitto e dialogo

Incontro Internazionale
Uomini e Religioni
Palermo 1-3 settembre 2002

Comunit� di Sant'Egidio

Arcidiocesi di Palermo

   

Marted� 3 Settembre 2002 - Cinema ABC, Piazza Politeama
Il Concilio Vaticano II: quale dialogo con gli altri

Mar Gregorios Yohanna Ibrahim
Metropolita siro ortodosso, Siria
  


Il Concilio Vaticano II � il pi� grande evento ecclesiale del ventesimo secolo poich� ha esercitato un'influenza notevole non solo nella sulla vita dei cattolici, ma anche nella vita dei cristiani di diverse confessioni e tradizioni da un lato, e nella vita dei fedeli delle altre religioni dall'altro. Tale influsso positivo giunse come effetto delle decisioni finali che il Concilio prese a seguito degli studi e delle discussioni dei partecipanti al Concilio stesso, che giunsero da ogni parte dell'Oriente e dell'Occidente.

Il merito della tenuta del Concilio Vaticano II va riconosciuto a Sua santit� Giovanni XXIII, la cui esperienza divenne un segno distintivo nella storia della Chiesa cattolica, specialmente in riferimento alle relazioni ecumeniche. Quando rese noto il 25 gennaio 1959 la grande sorpresa della tenuta del Concilio Vaticano II si avvalse di parole che ben esprimevano l'importanza di questo concilio. Disse: "Pronunciamo innanzi a voi, certo tremando un poco di commozione, ma insieme con umile risolutezza di proposito il nome e la proposta della duplice celebrazione: di un sinodo diocesano per l'Urbe e di un concilio ecumenico per la Chiesa universale [Allocuzione Questa festiva ricorrenza, Basilica di San Paolo, 25-1-1959]. E' noto che il Concilio non si cur� di un'eresia o di questioni esteriori di usi e costumi, ma rivolse la sua attenzione all'organizzazione della Chiesa dal di dentro, e alla creazione di una visione nuova delle relazioni con gli altri fedeli delle diverse religioni e delle altre confessioni cristiane.

Il papa Giovanni XXIII volle che questo Concilio fosse "una novella Pentecoste, in cui tutto si ispira alla forza dello Spirito Santo, e un ritorno alle fonti in cui la Chiesa torna alle sorgenti del Vangelo sul cui fondamento ha costruito in passato e ora costruisce un insegnamento che si basa tutto sull'autenticit� dell'insegnamento apostolico".

Il Concilio Vaticano II non si proponeva soltanto il bene dei cattolici, ma si prefiggeva di allargare questo bene ad ogni uomo in linea generale, e ad ogni cristiano in particolare. Forse il tema dell'unit� dei cristiani sarebbe stato in cima alla lista delle priorit� del Concilio, ma prima che Dio realizzasse le speranze del cristiano libero "che siano una cosa sola", mor� Sua Santit� Giovanni XXIII e fu eletto papa al suo posto Paolo VI che riassunse in quattro punti gli scopi del Concilio:


1.la definizione dello scopo e della missione della Chiesa

2.il rinnovamento della Chiesa

3.l'unit� dei cristiani

4.le relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane e con il mondo in generale.


Apparve dunque chiaro che la Chiesa cattolica secondo le intenzioni di questi due capi religiosi, era decisa a far entrare aria nuova come mai non era accaduto nel passato recente e lontano.

Nell'ambito delle decisioni conciliari ci fu la creazione di una commissione per l'unit� dei cristiani, presieduta dal cardinale Bea, che si doveva occupare delle questioni riguardanti l'unit� dei cristiani. Con questa commissione e l'invito di osservatori provenienti dalle Chiese cristiane non cattoliche, il cui numero raggiunse nella quarta sessione pi� di cento osservatori, lo spirito del dialogo entr� in tutte le Chiese, cominciarono i sogni di tutti i cristiani non solo sulla discussione dei motivi della separazione dal punto di vista storico e dogmatico, ma anche il progresso nella fiducia in un ritorno all'unit� nella fede tra tutte le Chiese.

Il decreto sull'unit� dei cristiani pubblicato col titolo "Unitatis redintegratio" gett� nuove basi per la collaborazione con le altre Chiese. Esso indicava un cambiamento completo nella visione e nell'atteggiamento. Il Segretariato per l'unit� ha giocato un ruolo importante nella preparazione dei documenti che riguardavano il lavoro ecumenico in molti settori. Questo decreto � stato fondamentale per favorire il dialogo teologico "attraverso il dialogo dell'amore", che brill� nell'incontro di sua santit� Paolo VI e il Patriarca Ecumenico Atenagora I a Gerusalemme nel 1964, e nel rimuovere il tab� reciproco che avvenne alla conclusione degli atti del Concilio Vaticano II. Questo decreto ha aperto una pagina nuova nelle relazioni turbate dal dubbio e dalla diffidenza tra le due Chiese ortodosse stesse di tradizione bizantina e quella cattolica. In questo modo apparve chiara l'influenza delle decisioni conciliari sulla vita della Chiesa. L'aspetto principale in tutte le decisioni finali e la sorpresa per il mondo cristiano fu che le Chiese cristiane che in un modo o nell'altro vivevano nel dubbio e nella diffidenza verso la Chiesa cattolica, risposero in maniera dinamica (?), e si manifest� il loro desiderio di cambiare lei stessa (?) il suo pensiero e il suo metodo, si metteva al passo di chi lavorava per il ritorno all'unit� della fede tra le Chiese. Il pi� importante sviluppo che si produsse nelle relazioni fu questo nuovo metodo nel pensiero teologico e nel lavoro pastorale. Dopo le lotte e (?), le divisioni che hanno portato alla distruzione del corpo della Chiesa unita, e i diversi tentativi lungo la storia sono falliti lasciando dietro di s� un influsso negativo, ecco il Concilio Vaticano II e la creazione di un'aria nuova e fattiva (?) e l'apparizione dei pionieri del movimento ecumenico nel ventesimo secolo. La visione dei cristiani verso gli altri cambiava molto rispetto a quella che avevano in passato.

Che cosa si � realizzato fino ad ora delle decisioni conciliari?

In un breve discorso non � umanamente possibile menzionare i risultati e i grandi apporti di questo Concilio. La settimana di preghiera per l'unit� dei cristiani � diventato un simbolo di fede per molte Chiese in Oriente e in Occidente, e per un gran numero di istituti teologici in modo particolare. Questa settimana ha cominciato a vivere in un modo che mostra il desiderio che � rimasto nei cuori di generazioni di cristiani per il ritorno all'unit� nella fede. I dialoghi teologici che le Chiese hanno intrapreso in modi diversificati hanno svelato molte posizioni sbagliate nel passato. Il mondo cristiano ha cominciato a parlare delle differenze nei punti di vista, delle incomprensioni di espressioni e termini teologici, dei fattori psicologici, storici e politici pi� che dei fattori teologici che apparivano preminenti nei secoli quinto e sesto, quando la Chiesa ha cominciato a dividersi. Questo, a mio avviso, rappresenta il progresso maggiore che ha vissuto la Chiesa. Quando sua santit� il papa Paolo VI e il patriarca Giacomo III dicono: "essi riconoscono la comunione spirituale profonda che si rinnova tra le due Chiese� che attesta l'opera dello Spirito Santo che continua a operare nelle loro due Chiese nonostante la debolezza e l'incapacit� umana. ��������.

(seguito)

Il periodo delle accuse e delle condanne reciproche ha condotto al desiderio delle varie parti di incontrarsi e di compiere sforzi sinceri allo scopo di alleggerire ed eliminare il peso della storia che continua a gravare su tutti i cristiani. I due capi religiosi sintetizzano le varie epoche che hanno dato luogo ad un allontanamento dell'uno rispetto all'altro. Il fattore psicologico dopo il Concilio Vaticano II fu rilevante, perch� ha ridato ai cristiani la fiducia in se stessi, modificando nel contempo la visione dell'ortodosso nei confronti del suo fratello cristiano, cos� che nessuno ha pi� tentato di sminuire l'altro. Sono state eliminate dai rapporti reciproci le espressioni e i termini che avevano ferito la Chiesa, e sono state sostituite da une visione basata sull'amore e la sincerit�. Le parole "tolleranza" e "pentimento" sono diventate espressioni importanti che hanno liberato la Chiesa da ogni forma di fanatismo e di chiusura.

Le lettere scambiate tra i prelati modificarono notevolmente i rapporti tra le Chiese. E' vero che le ricorrenze erano feste che i cristiani celebravano secondo calendari differenti. Tuttavia questo fatto ha portato cambiamenti rilevanti nel modo reciproco di pensare. Il bacio della pace scambiato sul Monte degli Olivi tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagoras si � rinnovato nello spirito della corrispondenza intercorsa tra i prelati; nel desiderio delle Chiese di cooperare ai vari livelli: mondiale, regionale e locale, soprattutto attraverso il Concili Ecumenici che contribuirono molto agli incontri tra i capi rappresentanti delle Chiese; nella preparazione di studi e ricerche in vari settori quali: la formazione ecumenica, la donna nella Chiesa, la societ�, il rinnovamento, la vita pastorale, i giovani, oltre ai vari altri temi che interessano l'intera societ�, come la lotta al razzismo, la cooperazione delle Chiese allo sviluppo, i problemi degli operai, dei poveri e delle vittime delle catastrofi naturali, nonch� tutte le questioni che rientrano nell'ambito del servizio e della giustizia. Tutte queste prese di posizione e tutti questi studi hanno portato ad una grande cooperazione tra le Chiese cristiani ai vari livelli.

Dunque, il Concilio Vaticano II, oltre ad avere contribuito all'organizzazione degli affari interni nella Chiesa cattolica, ha spalancato una grande porta tra la Chiesa cattolica e il mondo da una parte, tra la Chiesa cattolica e le altre religioni dall'altra, e tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese che condividono la sua missione apostolica e il servizio all'uomo. Questa nuova visione della Chiesa ha dato luogo ad una nuova dimensione e ad un nuovo concetto della partecipazione tra le Chiese che non dipendono tutte dal Vescovo di Roma come nel passato, ma che sono unite in Cristo, la testa del corpo, e dagli insegnamenti dei dodici apostoli.

Questo Concilio � stato caratterizzato dalla sua apertura verso le altre Chiese e le varie religioni, addirittura verso le varie culture contemporanee, diversamente dai Concili precedenti che avevano adottato un atteggiamento cauto nei confronti dei Concili ecclesiastici e dei movimenti teologici e intellettuali contemporanei.

Ci� che � stato realizzato da questo Concilio e durante il periodo che gli succedette � notevole. Vorrei dare qui qualche esempio:


1)E' nato un nuovo concetto della Chiesa locale. I vescovi hanno svolto un ruolo di primo piano nei rapporti con l'altro, con il quale convivono.

2)La Chiesa ha espresso correttamente la sua fede nella storia e nei segni dei tempi. La storia e la fede, secondo il Concilio, non sono affatto in conflitto. L'importante � che il credente veda nella storia e nella fede i segni della presenza di Dio e della Sua giustizia, e la presenza dell'amore di Dio Padre nel messaggio di Suo Figlio crocifisso.

3)In breve, il Concilio ha restituito il ruolo principale alla Parola di Dio nella liturgia e nella vita delle comunit� cristiane. Ha attribuito un ruolo notevole alla Bibbia, non soltanto negli istituti teologici e nei movimenti apostolici e di liberazione, ma anche nella vita del singolo. Cos� l'insegnamento evangelico � divenuto il fondamento pi� importante nella vita di fede.

4)Il punto pi� importante � l'accettazione del movimento ecumenico. Chi poteva credere, prima del Concilio Vaticano II, che la Chiesa cattolica sarebbe stata in prima linea nell'incoraggiare l'azione ecumenica, che consiste nell'apertura, nel dialogo e nell'accettazione dell'opinione dell'altro, e nella visione d'amore che si manifest� nei nuovi rapporti tra le Chiese?

Da l� nacquero i comitati per il dialogo con le varie Chiese cristiane (anglicane, luterane, riformate, ortodosse di tradizione bizantina) e per il dialogo non ufficiale con la famiglia ortodossa orientale.

L'operato dei comitati e i risultati da loro conseguiti hanno dimostrato che un nuova teologia condivisa si � manifestata nella vita di tutte le Chiese e che la speranza di vedere una piena condivisione di fede fra le Chiese si sviluppa e cresce giorno dopo giorno. Tale evoluzione positiva non � forse un miracolo dal punto di vista della Chiesa durante la seconda met� del XX secolo? A quaranta anni dal Concilio Vaticano II, � risultato che una nuova mentalit� ha visto la luce, fondata sulla convinzione che le differenze fra le Chiese possono essere superate senza costringere alcuna di esse ad abbandonare le proprie posizioni e ad adottare quelle di un'altra Chiesa.

Dunque, due idee videro la luce durante quegli anni:

A)Il proselitismo in tutte le sue forme � respinto da tutte le Chiese.

B)Il concetto dell'azione collettiva o del ritorno al Concilio e ai suoi insegnamenti � l'unica strada che porta all'unione tra le Chiese.

Dopo questa rassegna sintetica delle risoluzioni del Concilio Vaticano II, siamo forse in grado di dire che il dialogo auspicato dal Concilio stesso attraverso i nuovi dibattiti e rapporti che ha creato con le varie Chiese abbia raggiunto lo scopo? Vorrei ribadire che il dialogo sul quale sono stati fondati i rapporti tra le diverse Chiese cristiane era indispensabile, ed � un buon inizio per un futuro migliore nelle relazione fra le Chiese.

Rimane un solo augurio, ovvero che il perseguimento delle risoluzioni del Concilio Vaticano II sia all'altezza della responsabilit� richiesta. Continuiamo a mirare ad alcuni processi concreti nell'ambito della nostra condivisione di un'unica fede. Noi, ad esempio, in Medio Oriente, vediamo che l'unificazione della Pasqua costituisce un passo fondamentale verso la nostra unit� di fede. Probabilmente la separazione del Primato dall'unit� di fede sar� il passo successivo verso l'eliminazione degli impedimenti che ostacolano il cammino verso l'unit�, un passo coraggioso che consentir� di porre solide basi per il ritorno alle condizioni nelle quali ci trovavamo prima degli scismi. Di fronte alle sfide del terzo millennio, tra cui la globalizzazione, i cristiani si trovano davanti ad una sfida pi� grande: il permanere della separazione nel corpo unico della Chiesa.

Speriamo di avere successo nei nostri dialoghi bilaterali e generali, onde poter mettere in risalto il ruolo di Cristo salvatore e redentore nel cammino della Chiesa ecumenica. Ringrazio la Comunit� di Sant'Egidio per la sua costanza e per la continuazione della sua azione ecumenica finalizzata alla realizzazione del desiderio del nostro Signore Ges� Cristo: "E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perch� siano come noi una sola cosa". (Giovanni, 17; 22).