Aachen 2003

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Luned� 8 Settembre 2003 - Eurogress
Europa e Africa: un nuovo pensiero solidale

  
  

Fr�d�ric Etsou-Nzabi-Bamungwabi
Cardinale, Congo RD
  

Signore e Signori,

Fratelli e sorelle,

Permettetemi innanzitutto di compiere un gradito dovere, quello di ringraziare gli Organizzatori di questo Incontro Internazionale, per la felice iniziativa alla quale ci invitano sempre, allo scopo di identificare, ricercare e partecipare insieme alla riflessione sulle vie suscettibili di condurci alla pace nel mondo.

In secondo luogo sono felice dell�opportunit� che mi � data di portare il mio modesto contributo a questo scambio, che riguarda un soggetto di grande importanza, e cio� la nostra preoccupazione comune di lavorare e di impegnarci per un futuro di pace, attraverso l�incontro felice delle culture e delle religioni del mondo.

Sono onorato di prendere la parola nel quadro di questa tavola rotonda su �Europa e Africa: un nuovo pensiero solidale� ed anche di arricchirmi con i contributi che saranno proposti qui.

Per cominciare io parto dalla convinzione che la riflessione sulla promozione di un �nuovo pensiero solidale� presuppone che si tenga conto di tre dati essenziali:

1) la necessit� di una valutazione e di una verifica dei rapporti che sono esistiti fino a pochi anni fa tra l�Europa e l�Africa,

2) l�emergenza di una nuova coscienza che svegli le due culture a prendersi pi� responsabilit� davanti alle minacce contro la pace tre i popoli,

e, infine

3) l�impegno fermo a lavorare insieme per la realizzazione di una umanit� pi� fraterna e per trovare delle vie praticabili di un impegno comune per la pace.

In fondo, si tratta di rispondere alla seguente domanda: �una economia mondializzata male non � un fattore determinante che minaccia la pace nel mondo?

In effetti, Signore e Signori, il neo liberismo, che abbiamo visto svilupparsi, soprattutto in Europa, non ha saputo preservare i diritti degli uomini e dei popoli. Preoccupato di guadagnare sempre pi� denaro, esso non poteva garantire i diritti delle minoranza. Cos� i poveri non contano, sono schiacciati, ignorati, esclusi.

Di conseguenza, noi possiamo affermare che il neo-liberalismo ha generato miserie molto grandi, che hanno spinto numerosi africani, come in un istinto di auto conservazione, a trovare rifugio nei paesi sviluppati.

Molti di questi africani non sono in regola con l�amministrazione locale, sono chiamati �sans papiers� (�senza documenti�), Dato che sono indesiderabili, essi non hanno altra scelta che quella di vivere come clandestini, spogliati della loro dignit� di uomini e di donne, con, in pi� il dolore indicibile di vivere lontano dalla loro terra.

Quelli fra gli africani che non hanno potuto andare in esilio, marciscono in una miseria senza nome. Nell�incertezza per il domani, senza dignit�, essi subiscono le guerre e i conflitti armati che altri importano sulla loro terra, con la complicit� dei signori delle guerre e dell�oligarchia locale.

Guerre inutili dalle conseguenze incalcolabili. L�odio guadagna i cuori; numerose popolazioni si indignano contro ingiustizie che gridano; l�incuranza di chi dovrebbe decidere a tutti i livelli; l�impossibilit� per la maggioranza di accedere alle cure sanitarie; l�inesistenza delle infrastrutture di base per l�educazione dei bambini, ecc.

Rilanciando l�appello della Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l�Africa, il papa Giovanni Paolo, conclude: �Il risultato � sotto i nostri occhi: squallore, guerre, disperazione. In un mondo controllato dalle nazioni ricche e potenti, l'Africa � praticamente divenuta un'appendice senza importanza, spesso dimenticata e trascurata da tutti� (Giovanni Paolo II, Ecclesia in Africa, n. 40)

Di qui la domanda: quando parliamo dell�incontro tra l�Europa e l�Africa di quale incontro si tratta? Si tratta dell�incontro tra l�Europa dei capitalisti liberali e l�Africa dei ricchi, oppure si tratta di un incontro tra due culture, aperte a scelte di costruzione di un destino comune di pace?

Ci si rende conto presto dell�evidenza del fatto che l�Africa non pu� venirne fuori se i Paesi ricchi e potenti continuano ad applicare la politica dell�assistenza, di qualsiasi natura essa sia.

Quello di cui c�� bisogno sono riforme concrete, in tutti i campi. Delle riforme giuste. C�� bisogno di uno sguardo nuovo, capace di cambiare il corso della storia. C�� bisogno di promuovere un pensiero veramente solidale, che tenga conto dei bisogni vitali ed esistenziali dei popoli e delle nazioni.

Nella conoscenza e nel rispetto reciproco della differenza, l�Unione Europea, che cerca anzitutto di consolidarsi, e la giovanissima Unione Africana potranno effettivamente arricchirsi a vicenda.

E� solo allora che esse potranno diventare un quadro di una riflessione e di un�azione, che sia liberatrice e promotrice dell�umano; un quadro suscettibile di assumere le sfide dei cambiamenti sociopolitici che si realizzano tanto rapidamente, su scala planetaria.

Noi siamo in effetti testimoni oggi dei mali che rodono il mondo intero. Ai flagelli che sono diventati quasi banali, sopratutto in Africa, si sono aggiunti recentemente non solo le nuove minacce sempre crescenti del terrorismo, ma anche delle violenze gratuite in Europa e pi� in generale in Occidente.

E� per questo che io penso che �un nuovo pensiero solidale� obblighi l�Europa e l�Africa a convertirsi ad una pratica di apertura. Perch�, per essere fruttuoso, ogni incontro deve fondarsi sul rinnovamento dello sguardo. Esso deve passare dal disprezzo alla stima, o almeno al rispetto della differenza.

Siamo convinti che l�Europa ha tutto l�interesse a promuovere lo sviluppo dell�Africa, aiutandola a investire soprattutto nel campo della produzione, dell�agricoltura, dell�industria... in breve nel campo delle infrastrutture di base.

Ma l�Europa � pronta a impegnarsi in questo e vivere in pace? E� pronta a incoraggiare e sostenere il funzionamento di strutture che rispettino realmente le regole democratiche?

D�altra parte, quel che � in gioco, � la nostra stessa capacit�, come africani, di essere gli attori, i protagonisti, di una nuova Africa. Questa capacit� passa per la presa di coscienza di ci� che noi siamo e della necessit� di un�azione per cambiare le nostre condizioni.

Su questa strada, noi vogliamo, come africani, tenere conto degli ostacoli pi� grandi che rischiano di compromettere il nostro impegno per l�assunzione di responsabilit� di noi stessi. E la povert�, in primo luogo, � fonte di violenza e causa di oscurantismo.

Appoggiandosi su notevoli mezzi mediatici, potenti e molto perfezionati (radio e televisioni soprattutto) le Chiese dette del �reveil� (risveglio) sfruttano questa povert� e affermano che possono porvi rimedio a colpi di predicazioni e di miracoli, come esse promettono.

In realt� non si tratta che di discorsi che allontanano le popolazioni dall�impegno sociale. Ma da chi e per quale scopo esse ricevono tutti questi mezzi logistici? I loro generosi �benefattori� pensano cos� di contribuire realmente all�emergere di una cultura della pace in Africa?

In definitiva, noi pensiamo che per essere fruttuoso l�incontro Europa Africa deve, dal punto di vista africano, divenire sensibile al senso della giustizia sociale e dell�impegno comune per combattere la povert� in tute le sue forme.

Esso dovrebbe anche permettere e sostenere la realizzazione di strutture realmente democratiche, le sole capaci di rilanciare i settori degli investimenti della produzione.

Noi crediamo che questo incontro possa essere veramente solidale solo se si mettono insieme gli sforzi affinch� pi� nessuno sostenga pi� le guerre con la vendita delle armi, e affinch� le popolazioni, chiamate piuttosto a lavorare per vivere, non siano continuamente distratte da venditori di predicazioni e miracoli, sostenuti da loschi capitalisti.

Vi ringrazio per la vostra gentile attenzione.

 

 

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