David Rosen
American Jewish Committee, Israele
�Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza, la terra � piena delle tue creature.� (Ps 104, 24) Queste parole costituiscono il versetto centrale del salmo 104 che � un dettagliato inno di ringraziamento per l�eccezionalit�, la bellezza e la saggezza della Creazione Divina. Al centro di questa celebrazione c�� quella consapevolezza che � pi� brevemente espressa all�inizio del salmo 24: �Del Signore � la terra e quanto contiene�. Per l�insegnamento biblico, quindi, � fondamentale l�affermazione che il nostro mondo � stato creato da Dio e che di conseguenza appartiene a Lui. Il possesso umano non pu� essere di pi� che un affitto. Tuttavia, sempre centrale per l�insegnamento biblico � l�idea che l�essere umano non � semplicemente la massima espressione di questa ecologia, ma � qualcosa di pi�, infatti la sua natura divinamente dotata � cos� speciale che non solo rende l�immotivata distruzione di una vita umana la pi� terribile e condannabile delle azioni, ma soprattutto esige speciali doveri, responsabilit� e progetti nei confronti della Creazione stessa. La persona umana � collocata nel mondo nel giardino dell�Eden �per coltivarlo e custodirlo� (Gn 2,15). La tradizione ebraica descrive questo compito come �l�alleanza�, divinamente stabilita, tra Dio e la sua Creazione. Allora, la sfida dell�umanit� � �coltivarlo e preservarlo�, vale a dire sviluppare e proteggere la creazione, il nostro eco-sistema. Il libro della Genesi tuttavia, ci insegna anche che centro e scopo della missione umana � l�obbedienza alla legge morale di Dio e alla sua volont� dalla quale dipendono il successo e il benessere dell�umanit�. Inoltre, in riferimento ad Abramo, il diletto di Dio, il prototipo e l�esempio per tutti, � stato stabilito ancora pi� categoricamente: �infatti io l�ho scelto perch� egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto�. (Gn 18,19) Di conseguenza, la missione dei figli di Abramo e quindi dell�umanit� � sviluppare e proteggere il nostro mondo fisicamente, moralmente e spiritualmente. Nella concezione biblica di anno sabbatico si pu� osservare molto peculiarmente l�integrazione di questi concetti. La teologia dell�osservanza sabbatica � precisamente il riconoscere che �la terra � mia � dice il Signore � e voi siete stranieri e inquilini presso di me�. (Lv 25, 23) Questo consapevolezza � espressa concretamente in tre modi: durante il settimo anno la terra deve rimanere incolta (Es 23, 10). Il terreno riposa e recupera la sua naturale vitalit�, il possesso del terreno nel senso di una utilizzazione esclusiva viene meno in quell�anno e la terra e la sua produzione spontanea sono a disposizione di tutti e in particolare dei poveri. Dunque, tanto la terra � tenuta in considerazione � e in una societ� agricola la terra garantisce uno status � tanto l�anno sabbatico mette in evidenza che il povero e il ricco senza distinzione sono uguali davanti a Dio. La connessione tra l�ecologia naturale e quella sociale fa un passo in avanti, in modo particolare in riferimento alla debolezza, nel secondo aspetto dell�anno sabbatico: la cancellazione dei debiti. (Dt 15, 1) Naturalmente, questa prescrizione biblica va compresa nel contesto della societ� agricola del tempo biblico. Non si trattava di una societ� basata sul commercio in cui il denaro veniva considerato come una parte integrante della vita economica, al contrario i prestiti erano necessari solo se l�agricoltore si fosse trovato in un periodo difficile e avesse avuto un raccolto scarso, o addirittura nessuno, e avesse perso le sue risorse per garantire la continuit� produttiva. In casi come questo egli prendeva in prestito da un altro e quando il suo raccolto avesse dato frutto avrebbe potuto restituire il prestito. La cancellazione del debito nell�anno sabbatico preservava qualsiasi agricoltore sfortunato che non avesse la possibilit� di superare questa crisi, dal rimanere intrappolato dalla povert� e assicurava un equilibrio socio-economico tra quelli che erano stati pi� fortunati e quelli che lo erano stati meno, tra quelli che avevano avuto pi� successo e quelli che ne avevano avuto meno. Con una finalit� simile, l�anno sabbatico prevede anche la liberazione degli schiavi (Es 21, 2.6). Un ebreo pu� diventare schiavo nella societ� israelita nel caso in cui non abbia i mezzi economici necessari al sostentamento suo e della sua famiglia e in questo modo, infatti, vende il suo mestiere a un altro. Gli oneri per chi avesse questo tipo di schiavi erano tanto esigenti che il Talmud dichiara che �chi ha un ebreo come schiavo, in realt� ha un padrone sopra di lui�. La Bibbia indica che uno schiavo non sposato non solo debba essere fornito di tutti i beni di prima necessit�, ma anche di una moglie. Comprensibilmente nell�antico Israele non erano pochi gli schiavi ebrei che erano molto contenti di trovarsi in quella condizione. Comunque, durante l�anno sabbatico, tutti questi schiavi venivano messi in libert�. �Ma se lo schiavo dice con commozione io sono affezionato al mio padrone, non me ne andr� in libert�, allora il suo padrone lo porter� presso lo stipite della porta e gli forer� l�orecchio con la lesina�.�(Es 21, 5-6). I nostri saggi di un tempo chiedono perch� l�orecchio debba essere forato e perch� vicino allo stipite ed essi rispondono � sta a indicare lo stipite sul quale � passato Dio in Egitto quando ha liberato i figli di Israele dalla schiavit� e l�orecchio che Lo ha ascoltato sul Sinai mentre diceva poich� i figli di Israele sono schiavi verso di me e non che essi sono schiavi degli schiavi; questo dimostra che l�uomo volontariamente ha rinunciato alla libert� donata da Dio!� Nonostante questo, secondo la legge ebraica, lo schiavo deve essere liberato durante l�anno giubilare anche se questo non voglia proprio andarsene! Pertanto, l�anno sabbatico non solo sottolinea il principio della signoria divina sulla sua Creazione e la custodia umana dell� ecologia naturale, ma anche il principio dell� inalienabile dignit� umana data da Dio a tutti i membri della societ� come fondamento di una ecologia sociale, quella che il Papa Giovanni Paolo II ha definito �ecologia umana�. Quindi, mentre la terra stessa e le risorse naturali sono da rispettare e non da sfruttare in maniera eccessiva, che vuol dire solo distruggerle, non di meno questo rispetto e questo non sfruttamento smodato devono essere espressi soprattutto attraverso la nostra condotta sociale, attraverso il nostro rispetto della dignit� umana e attraverso il prendersi cura dei deboli. In modo significativo, inoltre, il passo pi� esteso della Bibbia riguardante l�anno sabbatico, il capitolo 25 del Levitico, � seguito da un capitolo che fa sapere ai figli di Israele che se si atterranno ai comandamenti di Dio essi vivranno sicuri sulla terra e gioiranno per le piogge nelle loro stagioni, per il prodotto della terra e per la bont� degli alberi da frutto; al contrario, se mancheranno di osservare i comandamenti, i loro �semi saranno seminati invano� la vostra terra non dar� prodotti e gli alberi della campagna non daranno frutti� (Lv 26, 16.20). La scuola ebraica del dodicesimo secolo, i Maimonidi, ha interpretato questi passi allegoricamente e non letteralmente come una metafora dell�istituzione della ricompensa e della punizione. Oggi, comunque, possiamo tornare a un� interpretazione letterale di questi passi biblici in maniera quanto mai evidente giacch� molto dell�inquinamento e della distruzione del nostro ecosistema � il risultato dell�ingordigia umana, di cui � un esempio lo sviluppo dell�industria che non tiene conto di come questa possa danneggiare la salute dei lavoratori e di quelli che abitano nelle prossimit� di essa o della flora e della fauna del luogo che sono ugualmente tanto importanti per il nostro stesso benessere. Gran parte della crisi ecologica che affrontiamo oggi � la conseguenza di uno sviluppo e di un�arroganza incontrollati. In effetti, una grande fetta del danno arrecato alla nostra terra, alle nostre risorse di acqua, alla nostra riserva di aria e cos� via � il risultato della nostra inosservanza nel seguire i comandamenti etici di Dio e nel rispettare la sua volont� morale. Come risultato, non possiamo pi� a lungo � come dice la Bibbia � vivere sicuramente sulla terra e la nostra stessa sopravvivenza su questo pianeta � minacciata. Solo se ci comportiamo con giustizia e diritto gli uni verso gli altri, con compassione e sensibilit�, se manteniamo fede al compito divino di �sviluppare e proteggere il nostro mondo�, noi saremo in grado di gioire della creazione che Dio ci ha dato e saremo in grado di �vivere sicuramente sulla terra�. C�� quindi un legame fondamentale e indissolubile tra la nostra condotta morale e il nostro ecosistema, e l�ecologia umana � essenziale per preservare l�ecologia naturale nella sua interezza. Questo richiede da parte nostra di sviluppare prospettive globali sulle risorse e sulle responsabilit�, perch� la razza umana � pi� interdipendente che mai. Quindi, oggi noi viviamo, come abbiamo detto finora, in un villaggio globale. Un famoso pensatore ebreo moderno, Abraham Joshua Heschel, ha dichiarato che �il provincialismo� � diventato insostenibile�, noi oggi possiamo aggiungere che il provincialismo � addirittura diventato autodistruttivo. Oggi, noi che viviamo in questo villaggio globale siamo cos� interdipendenti che semplicemente non siamo pi� fisicamente capaci di evitare le sfide morali della nostra responsabilit� reciproca. Questa consapevolezza, che, se pure non eravamo in grado di vedere come imperativo spirituale divino quale �, ora si rivela come una realt� socio economica, che ci chiede di lavorare insieme per indirizzare le sfide ecologiche globali del nostro tempo. L�indissolubile relazione tra benessere morale e fisico non � mai stata pi� evidente. Di comune accordo le autorit� religiose hanno l�obbligo di essere in prima linea nell�educazione e nella guida delle sfide ecologiche del nostro tempo che oggi pi� che mai dimostrano non solo che ognuno nel mondo � nostro prossimo, ma che solo se impariamo ad �amare il prossimo come noi stessi� noi saremo capaci veramente di �vivere sicuramente sulla terra�.
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