Jaime Pedro Gon�alves
Arcivescovo cattolico, Mozambico
Il tema che svilupper� in questo intervento � legato al titolo di questa tavola rotonda �Religioni in Africa� e alla ricerca della pace in questi incontri internazionali delle religioni mondiali. Ringrazio molto la comunit� di Sant�Egidio dell�invito affettuoso che mi ha rivolto permettendomi di venire qui in Germania a partecipare a quest�incontro. La chiesa cattolica � una delle pi� grandi religioni che oggi sono professate in Africa. � dal tempo degli apostoli, I e II secolo, che il cristianesimo � arrivato e si � sviluppato in Egitto e nell� Africa del nord. Nei secoli XV e XVI discese a Sud del Sahara. Un etiope � stato battezzato al tempo degli apostoli. Oggi i cattolici sono circa 135.660.000, con 616 vescovi e 45.400 sacerdoti. Anche se il Vangelo e tutta la Sacra Scrittura annunciano e invitano ad annunciare la pace, possiamo indicare dei momenti di maggiore impegno della chiesa cattolica per quanto riguarda la pace e la riconciliazione nel nostro continente nei tempi moderni. I vescovi dell�Africa si sono riuniti con il Santo Padre Giovanni Paolo II per celebrare un�assemblea Speciale del sinodo dei vescovi nel mese di aprile del 1994. Nell�esortazione post-sinodale �Chiesa in Africa�, al punto 105 si afferma �La chiesa famiglia di Dio in Africa deve testimoniare Cristo, anche attraverso la promozione della giustizia e della pace nel continente e nel mondo intero�. La Chiesa deve essere voce dei senza voce. Il documento affronta vari problemi riguardo alla giustizia e alla pace in Africa, come lo stato di diritto, la vita economica, la dignit� e i diritti della persona umana, dittature e conflitti armati, rifugiati e profughi, dilapidazione delle ricchezze in Africa, la corruzione dell�amministrazione pubblica... L�impegno ad edificare il Regno della Giustizia e della Pace, dell�amore e del perdono in Africa � una chiamata che riguarda tutta la Chiesa: vescovi, sacerdoti, diaconi, seminaristi, membri degli istituti di vita consacrata e dalla societ� di vita apostolica, catechisti e tutti coloro che fanno del servizio ai fratelli l�ideale della propria esistenza. Non ci si deve scoraggiare in questo grande lavoro per il bene dell�Africa. Tutti debbono poter contare sulla collaborazione dei fratelli delle altre confessioni cristiane, credenti di altre religioni monoteiste, particolarmente quelli della religione tradizionale africana e di tutti gli uomini e le donne di buona volonta� che cercano il progresso spirituale e materiale dell�Africa (EIA, n�.7) Il programma del sinodo africano � stato immediatamente assunto dal Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar e delle sue regioni pastorali. Cos� il simposio ha pubblicato, dopo l�assemblea plenaria svoltasi a Roma durante l�anno santo del 2000, due documenti importantissimi per la costruzione della pace. Il primo � la lettera pastorale intitolata: Cristo nostra Pace: Chiesa famiglia di Dio, luogo e sacramento di riconciliazione di perdono e di pace in Africa. Dopo un�analisi approfondita della situazione socio-economica e politica, vi sono tracciate le linee concrete di pastorale di Giustizia e Pace. L�altro documento � il messaggio della stessa assemblea di Roma, di cui vi cito alcuni passaggi che mostano quanta e�la preoccupazione per la pace nel continente africano: Nonostante questi sforzi, esistono, infelicemente, molte abberrazioni che sono tanto scoraggianti e terribili nella vita dei cittadini e dei credenti, se esigono una condanna perch� costituiscono la negazione dell�essenza del Regno di Dio. Condanniamo questi numerosi atti di ingiustizia, di sfruttamento e di violenza, che impietosamente continuano a ferire l�essere umano creato ad immagine di Dio. Le ostilit� e i conflitti all�interno e tra clan, villaggi, comunit�, gruppi etnici, nazioni e religioni, hanno raggiunto una dimensione orribile in tutta l�Africa. Il fatto che questi mali non costituiscono una novit� in Africa, rende ancora pi� difficile e urgente il lavoro della Chiesa. Non possiamo non deplorare in termini chiari la sete di potere e la follia di certi leaders africani in paesi come l�Angola, la Sierra Leone, la Liberia, la regione dei grandi laghi, la Repubblica Democratica del Congo, il Congo Brazzaville, il Sudan, l�Eritrea e molte zone dell�Africa, dove hanno causato e continuano a causare miseria a milioni di persone del nostro popolo. Condanniamo le attivit� di guerriglia di gruppi di ribelli che costantemente lottano contro il governo, uccidendo persone e commettendo atrocit� infami. Deploriamo i regimi autoritari e oppressivi che negano ai loro cittadini la libert� personale e i diritti umani fondamentali, soprattutto la libert� di associazione e di espressione politica, cos� come la scelta del governo attraverso elezioni libere, oneste e pacifiche. Tali ingiustizie politiche provocano tensioni, che molte volte degenerano in conflitti e guerre interne, con conseguenze disastrose, come la fame, le epidemie e la distruzione, senza parlare dello scandalo dei massacri e della tragedia dei rifugiati. (Messaggio della 12� assemblea plenaria, n� 5 e 6). Lo stesso impegno � stato assunto dai vescovi delle 10 regioni pastorali. I vescovi di ogni regione insieme cercano di intervenire nei Paesi della regione. Le conferenze episcopali nazionali sono un�altra forza della Chiesa e si dedicano e si offrono, secondo le circostanze, alla costruzione della pace, della riconciliazione, del perdono e del ripristino delle libert� dei cittadini. Ci sono vescovi che si offrono come mediatori nella risoluzione dei conflitti armati o dei conflitti sociali. In molti Paesi questi interventi sono fatti in collaborazione con le altre religioni. La carit� cristiana porta i vescovi a rischiare la propria vita o la libert�. In Burundi, nel Ruanda e nella Repubblica Democratica del Congo le conferenze episcopali sono coinvolte nel processo di riconciliazione e perdono tra la popolazione. Nella Repubblica Democratica del Congo abbiamo �un uomo di Dio e degli uomini�, che � Mons. Mousengwo, che da molti anni si dedica alla riconciliazione nella zona dei grandi laghi. I vescovi dell�Etiopia e dell�eritrea cercano la fine della guerra e l�approssimarsi della riconciliazione. Nello Zimbabwe abbiamo il vescovo Matume che fa da intermediario nel difficile dialogo tra il governo e l�opposozione per alleviare il popolo dalla sofferenza causata dalla crisi economica. Cos� � nello Swaziland, Liberia, Costa D�Avorio, Nigeria, Camerun, Angola, Guinea Bissau, Sudan, Kenia, Zambia. Cos� � stato in Sudafrica contro l�apartheid, in Mozambico contro la guerra civile, in Namibia per l�indipendenza, in Malawi contro la dittatura del presidente a vita. Cresce oggi in Africa la coscienza che la Chiesa deve essere esperta nella risoluzione dei conflitti armati. Bisogna intensificare questa coscienza con la formazione della coscienza civile dei cittadini. Nonostante i molti errori nella vita politica e economica del continente, c�� chi crede nella rinascita africana. Leaders africani vogliono affrontare la globalizzazione uniti; vogliono assumersi l�iniziativa dello sviluppo dei nostri popoli. Sono disposti ad usare la ricchezza dell�Africa per l�Africa. E� molto recente la giusta convinzione che il continente non possa progredire se accoglie nel suo seno i conflitti armati. Tanto il programma politico (democrazia all�africana) che quello economico deve adattarsi ai diversi contesti regionali. Fa bene la Chiesa a dare il suo contributo per l�unione dell�Africa. Lo SCEAM deve continuare a cercare il suo ruolo nell�ambito dell�UA per animare la commissione della risoluzione dei conflitti armati. Bisogna tentare di assicurare il futuro alle nostre regioni. Bisogna ricercare lo sviluppo delle societ� civili dell�Unione Africana. Bisogna impegnare di pi� i laici preparati nell�educazione alla cittadinanza e alla difesa dei diritti della persona umana. Bisogna animare la giovent� africana nel credere in un�Africa migliore e prospera come frutto del proprio lavoro e della nostra dedicazione per l�Africa. Non posso terminare il mio intervento senza menzionare il ruolo della Comunit� di Sant�Egidio nella promozione della pace, della riconciliazione e del perdono. Dopo aver guadagnato esperienza nei colloqui di pace per il Mozambico � stata sollecitata e invitata ad intervenire in molte situazioni in Africa. Ha partecipato al processo di riconciliazione in Burundi, � stata sollecitata in Angola, Algeria, Uganda e in altri luoghi che non conviene rivelare. I suoi membri, che si sono moltiplicati nei Paesi africani, hanno seminato una grande forza nel servizio alla pace e nelle opere di carit�. Ultimamentte la Comunit� si � impegnata nella lotta contro l�AIDS in Mozambico che � un modo per consolidare la pace.
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