Aachen 2003

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Marted� 9 Settembre 2003 - Eurogress
Le religioni e la �grande Europa�

  
  

Godfried Danneels
Cardinale, Belgio
  

E� abitudine corrente al giorno d�oggi mettere in relazione stretta violenza e religione, come se si trattasse di una relazione ovvia, per non dire forzata. In effetti alcuni recenti atti di terrorismo, rivendicati da gruppi religiosi, hanno fatto apparire tutte le religioni sotto una cattiva luce. Nel corso di una recente trasmissione televisiva una rappresentante belga della laicit� non ha esitato a dire che �il filo rosso della violenza nella storia umana passa attraverso le religioni�. Si potrebbe risponderle non senza ragione con una domanda: �E il filo rosso della carit� da dove � passato?�. Rimane il fatto che nell�opinione di alcuni, le religioni sono stesso relegate nel settore del sospetto.

E� vero d�altra parte che le religioni, nel corso della storia, hanno spesso condotto ad alcune violenze, che sono state commesse in loro nome, anche se al tempo stesso esse erano focolai di pace e di amore.

Da dove viene questa relazione esclusiva tra violenza e religioni? In primo luogo senza dubbio da alcuni fatti della storia, che restano incisi nella coscienza dell�umanit�, come dei fossili rimasti nelle faglie archeologiche della memoria collettiva. Per alcuni dei nostri contemporanei � quasi diventato un mito, un dogma, sul quale non si pu� e non si vuole tornare.

Ma c�� una ragione pi� profonda. Essa risiede nella comprensione inesatta di un principio si s� giusto e indiscutibile: la verit� ha i suoi diritti. E� stato necessario del tempo alle religioni, come all�umanit�, per rendersi conto che, se la verit� ha dei diritti, questi diritti non giustificano che la verit� possa essere imposta con la forza, come fu il caso, senza alcun dubbio, nel passato. Pensiamo alla storia della cristianizzazione dell�America latina. Una verit�, anche religiosa, non deve n� pu� mai essere imposta: essa si impone da se stessa, per la sua stessa forza intrinseca. Essa non ha bisogno dei mezzi coercitivi esterni. Essa trae la sua forza di persuasione da essa stessa, e non da qualche potenza militare, economica, psicologica, sociale o finanziaria. La maturazione della coscienza umana nel corso della storia ha permesso di rendersi conto che, se in effetti la verit� ha i suoi diritti, essa � capace di esercitarli da se stessa. Non la si pu� mai imporre, la si propone.

E� la stessa cosa, anzi soprattutto, per la verit� di fede. Imporre la fede, significa mutilarla, inquinarla alla fonte. Perch� l�atto di fede, l�accettazione di una convinzione religiosa, presuppone di sua natura anche la libert� del soggetto che vi aderisce. Non c�� allora fede che sia imposta.

Un�altra ragione consiste nel fatto che, per la natura umana ferita dal peccato �servire Dio� pu� divenire facilmente, e, quasi inconsciamente, �servirsi di Dio�. E� il fenomeno della �strumentalizzazione� della religione che la mette al servizio di altri interessi: militari, etnici, economici e culturali. In ogni tempo le convinzioni religiose sono state esposte, presso i popoli e presso i loro capi, alla tentazione dell�estremismo e della violenza. Ogni religione dovr� dunque, attraverso una presa di coscienza ed un movimento di conversione del cuore, ritornare a questa verit� fondamentale: che dio non pu� mai essere asservito alla volont� degli uomini. E� questo un processo continuo di �metanoia� necessario ad ogni religione, e che non � mai concluso.

Tutte queste tentazioni e insidie, alle quali le religioni sono esposte, non possono per� far dimenticare che, per sua natura, la religione � e deve essere una fonte di pace e di riconciliazione. Perch�?

Anzitutto perch� essa contiene una verit� profonda che segna la natura stessa dell�essere umano. Ogni religione, in effetti, in un modo o in un altro, rivela l�eteronomia dell�uomo, afferma la sua dipendenza nei confronti di una trascendenza. L�uomo � fondamentalmente segnato dall�alterit�: la sua felicit� e il suo stesso essere egli li deve alla relazione con gli altri e con l�Altro. L�uomo non esiste che in questa interrelazione.

L�interrelazione con Dio significa insieme distanza e prossimit�. L�uomo non pu� umanizzarsi, divenire veramente uomo se non si stabilisce nella coscienza di questa distanza che induce il rispetto, e nella coscienza di questa prossimit� che conduce all�amore.

L�apporto delle religioni alla causa della pace nel mondo e nella storia dovr� allora esser cercato in questo senso. Pi� una religione prende coscienza della vera natura dell�alterit� che segna la condizione umana, pi� essa contribuir� alla pace tra le nazioni e i popoli e tra gli individui.

Questa distanza e questa prossimit�, questo rispetto dell�altro e questo amore reciproco, sono anche il cuore della religione cristiana. Sin dalla prima pagina della Bibbia si trovano iscritte queste due verit� complementari e indissociabili. Da una parte Dio chiama gli uomini a osservare la sua legge (� l�aspetto della distanza), ma Egli li chiama anche alla comunione di vita con Lui stesso e tra loro (� l�aspetto della prossimit�). E� alla fedelt� a queste due dimensioni della relazione tra Dio e l�uomo che sono legate la convivenza umana e la pace. Quando questa relazione � ferita, tutte le relazioni orizzontali sono subito perturbate. La conseguenza diretta della rottura con Dio � stato il crimine fratricida di Caino. L�uomo non ritrover� la sua vera relazione orizzontale con il prossimo, che quando sar� ristabilito nella sua vera relazione con Dio. Solo Dio � il garante della pace tra gli uomini. Solo il verticale garantisce l�orizzontale.

Questa � anche d�altra parte la visione cristiana della fine della storia umana, suggerita nelle immagini indimenticabili del Libro dell�Apocalisse: �Dopo ci�, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra... essi staranno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario... Non avranno pi� fame, n� avranno pi� sete, n� li colpir� il sole... E Dio terger� ogni lacrima dai loro occhi". (Ap 7, 1. 16-17)

Sono le religioni che recano in se stesse il segreto della pace nel mondo. Non perch� esse possiedono una forza umana per instaurare la pace o perch� esse hanno realizzato un percorso senza colpe, ma perch� esse sono state dotate da Dio della giusta concezione dell�essere umano, della coscienza della sua vera natura: l�uomo � figlio di Dio, tutti gli uomini sono fratelli e sorelle, � nella relazione con Dio che bisogna cercare il segreto dell�alterit�, quello della distanza e del rispetto da una parte, quello della prossimit� e dell�amore dall�altra parte. Questo amore ha dovuto prendere purtroppo il colore della riconciliazione, perch� ha dovuto superare le innumerabili cadute morali, individuali e collettive, della storia degli uomini.

L�opera della pace tra gli uomini non potr� fare a meno del dialogo interreligioso. Esso � la presa di coscienza da parte di tutte le religioni della loro propria indentit�, presa di coscienza che si accompagna con una conoscenza sempre pi� approfondita delle altre religioni. Questa conoscenza reciproca, � tutt�altro che una minaccia alle proprie convinzioni e sar� una fonte di purificazione e un passo in avanti nella presa di coscienza del valore delle proprie convinzioni. La conoscenza empathica dell�altro � sempre un passo in avanti nella scoperta della vera natura dell�alterit�.

Per i cristiani in particolare, un simile dialogo � di grande importanza, dato che Dio si � rivelato come un Dio che dialoga. Il dogma fondamentale della fede cristiana non � proprio la Trinit�? Tra i Padre, il Figlio e lo Spirito c�� un va e vieni, un dialogo continuo. I tre angeli dell�icona di Roublev sembrano chinare la testa l�uno davanti all�altro, in un gesto di intima prossimit� e allo stesso tempo di rispettosa distanza. E� l�icona per eccellenza dell�alterit�: avvicinarsi l�uno all�altro, chinandosi l�uno davanti all�altro. Questo soffio di carit� nella fornace ardente della vita interiore di Dio, questa circolazione d�amore rispettoso tra i Tre, non � forse anche il segreto di ogni dialogo interreligioso? Esso in effetti non appartiene in primo luogo al campo della conoscenza e del sapere. Esso si situa all�interno del circuito dell�Amore.

Il dialogo interreligioso � senza dubbio alla base della pace nel mondo. Perch� nell�epoca in cui i mezzi umani per costruire la pace sembrano sempre meno in grado di riuscire, non � venuto il momento di dire al mondo � umilmente ma fermamente � che vi � qualcosa di pi� che i mezzi umani, richiesti e disponibili per quest�opera gigantesca? La pace non potr� venire che da Dio, anche se non sar� senza la nostra collaborazione.

L�opera della pace somiglia ad un pezzo da suonare al pianoforte: esso si suona con due mani. Il nostro contributo umano � la parte della mano sinistra, l�accompagnamento. Il compito di Dio � suonare la parte della mano destra: quello cio� di suonare la melodia.

 

 

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