Aachen 2003

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Marted� 9 Settembre 2003 - Eurogress
Scontro o dialogo tra le religioni ?

  
  

Ren� Samuel Sirat
Conferenza dei Rabbini d�Europa, Francia
  

Ero a Gerusalemme durante questo mese di agosto 2003 nel corso del quale sono ripresi gli scontri violenti tra Palestinesi e Israeliani. Sono andato diverse volte al Muro Orientale, questo vestigio dei due templi costruiti sulla spianata ed ho preso spesso l�autobus n. 2 per tornare in citt�. Sono stato colpito al cuore quando la radio israeliana ha annunciato che un Imam della grande Moschea di Hebron, padre di famiglia e professore di liceo, era salito il 19 agosto su quell�autobus, qualche fermata dopo la sua partenza dal Muro Occidentale, per farsi saltare in aria e uccidere allo stesso tempo dei bambini, degli anziani, delle donne, il cui solo crimine era stato di andare a recitare la preghiera della sera davanti al Muro Orientale. Ho seguito alla televisione con un dolore e una tristezza infiniti, le esequie di un bambinetto dei undici mesi e quelle di una giovane donna incinta la cui gravidanza si avvicinava alla fine.

Sono stato totalmente sconvolto dal fatto che un uomo di religione abbia perpetrato questo crimine e nessun capo religioso si sia alzato per condannare questo atto odioso e per spiegare che il valore della vita � il valore supremo.

Qualche giorno dopo, ho letto nel giornale locale di Gerusalemme, Kol ha�ir, il testo della decisione del consigliere giuridico del Governo che vietava la pubblicazione del libro del Rabbino Itshak Ginsburg a gloria di Barkh Goldstein, il quale, qualche anno fa, aveva assassinato a Hebron 23 musulmani in preghiera nella moschea che si trova davanti alla caverna dei Patriarchi. Io ho fatto parte dei rabbini che avevano condannato, all�epoca, con estrema decisione, l�atto criminale di Barukh Goldstein, come condanno oggi con la stessa fermezza gli scritti razzisti del Rabbino Ginsburg.

Questi due avvenimenti concomitanti ci porterebbero ad affermare che tra le religioni �in ogni caso in Medio Oriente- questo � il tempo dello scontro e non del dialogo. E tuttavia la verit� � diversa. Anche se ci sono degli pseudo-uomini di religione che si pavoneggiano degli orpelli degli insegnamenti spirituali delle grandi religioni abramitiche per comportarsi come criminali, all�opposto di tutti i valori ai quali noi siamo attaccati con tutte le fibre della nostra anima, devo esistere �voglio in ogni caso sperarlo con tutta la forza del mio convincimento- degli uomini di religione che, non solo condannano con la pi� estrema energia simili atti, ma tessono insieme i fili di una umanit� riconciliata con se stessa. Quel che mi sembrerebbe drammatico nei nostri giorni � proprio esattamente l�assenza di un dialogo audibile: gli uomini di religione devono avere il coraggio di riaffermare i valori ai quali essi credono, condannare se necessario le mancanze a questi valori e respingere dal loro interno gli esseri che fanno il male che rischiano di distruggere ogni coesistenza pacifica tra i figli di Abramo.

Ma non basta pi� esprimere dei pii desideri. Dobbiamo chiederci come un medico coscienzioso �che i suoi pazienti palestinesi di Hebron consideravano come un dottore modello con una abnegazione senza limite- o come un imam di una grande moschea di Hebron, o come un rabbino in esercizio abbiano potuto divenire essi stessi degli assassini, o ancora degli incensatori dei crimini perpetrati contro fedeli in preghiera.

Come dei figli di Abramo, il patriarca simbolo della fraternit�, della misericordia, dell�amore del prossimo, sono arrivati a trasgredire l�imperativo fondamentale delle nostre religioni: Tu non ucciderai? Come dei credenti hanno potuto commettere l�atto blasfemo per eccellenza: distruggere l�immagine e la somiglianza di Dio che ogni essere umano porta in s�?

Che cosa ne � del messaggio fondamentale del giudaismo di essere la luce delle nazioni? Cosa � diventato il messaggio del Corano sul dialogo necessario tra i fedeli delle religioni del Libro?

Lo so! La guerra, la violenza, le frustrazioni, la paura, l�odio sono poste davanti dalle diverse politiche per giustificare il prosieguo della guerra e il suo carattere ogni volta pi� terribile.

Come comprendere l�autorizzazione data � ma che dico? L�invio in missione religiosa � che permette ad un kamikaze di distruggere s� stesso? L�uomo sarebbe divenuto padrone del suo destino al punto di voler distruggere la sua vita per uccidere il massimo numero di ebrei?

Noi, uomini delle religioni, non siamo spaventati da una simile deriva? E, se lo siamo, perch� non gridarlo alto e forte, affinch� nessuno possa dire: io non lo sapevo?

Noi siamo qui in terra tedesca. Il processo � stato fatto alla Chiesa luterana e alla Chiesa cattolica dei giusti delle nazioni che, a rischio della loro vita, hanno salvato l�uomo e la dignit� della loro Chiesa. Le dichiarazioni di pentimento si susseguono, tutte ammirevoli, certo, ma quali gravi accuse portano esse contro quei dignitari religiosi che non hanno assunto pienamente la responsabilit� della loro missione sacerdotale?

Il giudizio dei nostri successori sar� ancora pi� terribile! Le accuse portate contro di noi saranno ancora pi� martellanti: Voi avevate tra voi degli assassini che si sono convertiti in orpelli della religione e che hanno commesso i crimini pi� abietti e voi non avete reagito affatto, o talmente poco che il vostro messaggio di protesta � rimasto inaudibile.

Dove andremo a nascondere la nostra vergogna?

Il peggio � davanti a noi, dicono alcuni.

Non � affatto sicuro! Costruiamo insieme il vero dialogo tra noi. Ricordiamoci della preghiera del Gran Sacerdote Ismaele nel Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme sulla Spianata.

Che la tua volont� Signore, sia che la tua misericordia vinca sul tuo cruccio, che i tuoi figli siano giudicati non secondo la stretta giustizia, ma secondo la tua grazia e la tua benevolenza, che tu vada in loro favore ben al di l� della stretta giustizia per avere di loro piet�.

Che questa luce che viene da Gerusalemme possa rischiarare il nostro cammino, che ci condurr� alla fraternit� e al rispetto reciproco! Amen

Il professor Mohamed Talbi, con il quale partecipavo nel 1999 ad un grande colloquio organizzato alla Sorbona dalla Societ� di Storia degli Ebrei della Tunisia, aveva espresso il desiderio di un pellegrinaggio comune nel quale Ebrei e musulmani si recassero ad Hebron nella citt� dei Patriarchi per testimoniare la pace e la fraternit� ritrovate. Come avevo fatto allora spontaneamente, io vorrei ripetergli solennemente che io sono pronto a partecipare a un simile pellegrinaggio.

Alcuni ci diranno che non � il momento e affermeranno sempre che non � mai il momento! Quelli che mancano di coraggio troveranno sempre delle buone ragioni per condurre gli uni e gli altri a rinunciare a questo progetto. Da parte mia, io sono sicuro che arriver� il tempo in cui tutti insieme, musulmani, cristiani ed ebrei, noi avremo il coraggio di condannare coloro che fanno tanto male alla nostra convinzione assoluta che la pace regner� sulla terra che Dio ha scelto, e che di nuovo, tutti i suoi abitanti potranno vivere felici, ognuno sotto la sua vigna o sotto il suo fico (Michea 4, 4).

 

 

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