Mohammad Sammak
Consigliere politico del Gran Mufti del Libano
�Un musulmano deve essere un musulmano ed un cristiano deve essere un cristiano e tutti e due, musulmani e cristiani debbono conoscere le loro differenze e debbono comprendere ci� che li separa, cos� che possano costruire una base reale che li conduca ad essere insieme. Perch� ogni unit� basata sull�illusione, esploderebbe alla prima scossa� Ghassan Tueni An-Nahar newspaper 15 Agosto 1967 Il titolo di questa tavola rotonda d� l�impressione di semplificare eccessivamente un problema molto complicato. La complicazione non riguarda il �come� o il �possono� cristiani e musulmani vivere insieme, ma riguarda di quale tipo di cristiani e quale tipo di musulmani noi vogliamo parlare. Ci troviamo di fronte a diversi casi che impongono diversi approcci per capire l�etica ed i principi del vivere insieme. Questi casi sono: - minoranze cristiane che vivono con una maggioranza musulmana (Egitto, Pakistan, Indonesia, etc.) - minoranze musulmane che vivono con una maggioranza cristiana (Unione Europea, USA, Sud Africa, Canada, ecc.) - cristiani e musulmani che vivono entrambi come minoranze con maggioranze non-cristiane e non-musulmane (India, Cina, Giappone) - cristiani e musulmani della stessa etnia e della stessa eredit� culturale che vivono insieme come cittadini di una nazione (Libano e molti altri Paesi Arabi) - cristiani e musulmani di differenti etnie e di diversi retroterra sociali, che vivono insieme in una nazione (soprattutto Sud Africa) Oltre a ci� vi sono altri due fattori che complicano ulteriormente il problema della vita insieme, cio�: 1. la correlazione tra stati secolari e societ� spirituali, ad esempio tra leggi secolari e le differenti morali dei diversi credi. 2. l�aumento del fondamentalismo religioso, sia esso islamico, cristiano o ebraico, che prende piede in parallelo con una profonda cattiva interpretazione dei testi religiosi. Se dovessi analizzare caso per caso avrei bisogno di pi� tempo di quanto ne ho a disposizione adesso. Perci� mi concentrer� sulle seguenti linee guida: Primo, da parte cristiana. Qui vorrei semplicemente fare riferimento a a. l�ignoranza e la sottostima dell�importanza dei principi religiosi dal Concilio Vaticano II (1964-65) riguardanti la relazione tra la chiesa Cattolica e l�Islam ( e altri credi religiosi). Questi principi sono cos� costruttivi e positivi che posso dire che essi hanno aperto un nuovo capitolo di cordiale relazione tra Cristianesimo e Islam, basata sul rispetto e l�accoglienza reciproci. b. La pubblicit� e la sovrastima del ruolo giocato dai leader dell� American Evangelical Church of Indespensationalism, come Pat Robertson, Jerry Follwel, Hall Lindsay, Franklin Graham ed altri, che credono che l�Islam sia una falsa religione, e i musulmani, per il semplice fatto di essere dei musulmani, dei terroristi. c. Questa accusa collettiva conduce direttamente ad una punizione collettiva e distrugge le fondamenta del concetto del vivere insieme. Secondo, da parte musulmana. Anche qui dobbiamo affrontare le stesse caratteristiche: a. In principio, l�Islam considera la differenza di etnia, colore, religione, opinione come una realt� umana e naturale e la tratta come tale. (�O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e trib�, affinch� vi conosceste a vicenda� Corano 49, 13) Dio ha creato gli essere umani per essere differenti in etnie, culture e lingue, ma essi sono in essenza �una nazione�. Il Corano dice: �Gli uomini non formavano che un'unica comunit� , poi furono discordi� (Corano 10,19). Il fatto che le discordie e le controversie degli uomini siano innumerevoli non deve portare a negare l�unit� umana. Questa unit� � basata sulla diversit�, non sulla similitudine o la conformit�. Per questa ragione, la diversit� � un prodigio donato da Dio ed � una manifestazione del Suo fascino e perfezione nella creazione. Il Corano dice �E fan parte dei Suoi segni, la creazione dei cieli e della terra, la variet� dei vostri idiomi e dei vostri colori. In ci� vi sono segni per coloro che sanno�. (Corano 30,22) Il principio di base dell�Islam � definito dal Profeta Mohammad come �non c�� merito per un arabo rispetto un non-arabo, per un bianco rispetto a un negro, eccetto che per la devozione�. Di conseguenza, le differenze etniche non costituiscono delle basi n� per la superiorit�, n� per l�inferiorit�. Vi � una differenza nella totalit� della natura umana. Noi dobbiamo rispettare l�altro per quel che � e perch� � una differente creatura di Dio. Il rispetto dell�etnia e della cultura dell�altro � un fondamento del comportamento religioso islamico. Rispettare la religione e il credo dell�altro � rispettare la libert� di scelta e il principio della non coercizione in religione. Il Corano dice �Ognuno ha una direzione verso la quale Dio lo rivolge� (Corano 2, 148). Dio ha diverse leggi ed approcci per diverse culture e razze, come � confermato dal Corano. �in mezzo a chiunque tu sia, noi prescriviamo una legge ed una strada aperta. Se Dio avesse voluto cos�, egli avrebbe fatto di voi un solo popolo, ma il suo piano � quello di mettervi alla prova in ci� che vi ha donato, quindi sforzatevi come in una corsa in tutte le virt��. b. Questi principi sono per� talvolta ignorati o mal interpretati e in ogni caso � la relazione tra cristiani e musulmani che soffre di pi� a causa di queste cattive interpretazioni. Durante il periodo passato dal Profeta a Medina, si era stabilita una vita comune e una cooperazione tra musulmani e credenti ed aderenti delle altre religioni rivelate (ebrei e cristiani), ed essi formavano con i musulmani una sola nazione. Il documento del Profeta riconosceva il credo degli altri. La societ� di Medina era basata sul principio di abbracciare tutte le diversit�, senza ignorarle o tentare di eliminarle. Il Profeta conversava con la trib� cristiana di Najran a casa sua a Medina e li accoglieva. E quando giunse il tempo per loro della preghiera, il Profeta accolse ci� e non sent� nessuna offesa, secondo un�autorevole fonte narrativa, nel far fare la loro preghiera nella sua casa, che ora � la grande moschea di Al-Madina. Credere per l�Islam � una convinzione volontaria. Il Corano dice �Non c'� costrizione nella religione� (Corano 2, 256). La fede non pu� mai essere intera o completa se gli uomini o le donne sono forzati. Basandoci su questo principio fondante, dell�accettazione della libert� di credo nel primo stato nell�Islam, possiamo capire che l�Islam non � ristretto dai diversi credi religiosi e non crede nella purezza etnica (Non c�� merito per un arabo rispetto a un non arabo o per un bianco rispetto ad un negro, salvo per la devozione) Dato che la diversit� � nella natura su cui si basa la societ�, il dialogo � l�unico percorso che conduce alla libert� di scelta, alla passione per l�accordo, alla comprensione e all�unit�. L�alternativa al dialogo � l�alienazione, la chiusura in s� stessi, la promozione di una cultura di sospetto, dubbio ed ostilit� verso gli altri. Il rispetto dell�altro, l�apertura verso l�altro e il riconoscimento degli altri sono componenti della cultura arabo-islamica. L�Islam non crede nell�ignoranza, l�eliminazione o la negazione degli altri esseri umani. La pluralit� delle minoranze religiose e la preservazione delle loro etnie, dottrine, eredit� religiose, lingue e culture nel mondo islamico � una testimonianza della sua verit�. L�accettazione dell�altro da parte dell�Islam e il dialogo costruttivo e l�accettazione dell�altro per quello che �, non sono indicativi della tolleranza dei musulmani, ma della magnanimit� dell�Islam e dell�essenza della Shariaa. Il primo e pi� importante fattore che � richiesto per vivere insieme � accettare e rispettare il diverso credo dell�altro. La similitudine non � una condizione per vivere insieme. Il giudizio sui diversi credi non � affare nostro, ma di Dio. Perci� lasciate a Cesare quel che � di Cesare e a Dio quel che � di Dio, ad esempio, lasciateci sperimentare i bei colori delle nostre diversit� vivendo cordialmente con questo, e lasciate Dio decidere chi � nel giusto e chi no, nel Giorno del Giudizio. Conclusione: Fino a quando la cultura della sfiducia e della disistima va avanti, fino a quando perdura la reciproca ignoranza, fino a quando il reciproco disprezzo e la reciproca incomprensione dell�insegnamento religioso si perpetua, noi non possiamo immaginarci come musulmani e cristiani potranno vivere insieme. Ed � per questo che noi dobbiamo: primo lavorare per formulare e incoraggiare progetti culturali che costruiscano ponti di mutua conoscenza; perch� fiducia e rispetto non potranno essere costruiti altro che sulla reciproca conoscenza. Secondo, noi dobbiamo guardare di nuovo in profondit� e con onest� nelle nostre tradizioni ed eredit� religiose per purificarle dalla contaminazione entrata in questi insegnamenti, dopo secoli di conflitti politici, imperialismo e incomprensione. Cristiani e musulmani possono vivere insieme, e non possono vivere che insieme, se costruiscono la loro vita comune sulle basi degli insegnamenti delle loro religioni, il che porta accettazione, tolleranza, rispetto, amore e pace.
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