Aachen 2003

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Marted� 9 Settembre 2003 - Eurogress
La solidariet� fondamento della pace

  
  

Hermann Schal�ck
Presidente di Missio, Germania
  


Il ruolo delle opere al servizio della Chiesa Universale

L�incontro e gli scambi tra culture diverse offrono l�opportunit� di un mutuo arricchimento e di un�azione solidale di fronte ai problemi internazionali. Di conseguenza, un controllo pacifico dei conflitti socioculturali ha bisogno di passare prima attraverso un�analisi obiettiva delle linee di demarcazione e degli interessi, per ricercare, partendo da questo, dei principi di soluzione caratterizzati da reciproca tolleranza.


Il ruolo della Chiesa

La globalizzazione costituisce una caratteristica di tutte le religioni mondiali. Questo vale particolarmente per la chiesa cattolica che grazie alle sue origini e alla sua missione si � sempre considerata come una Chiesa universale. In quanto tale, essa � un�attrice internazionale, molto pi� anziana d�ogni organizzazione internazionale. Questo si manifesta particolarmente nella storia degli aspetti positivi e negativi della sua missione.

Il processo attuale di globalizzazione crea un nuovo contesto per le comunit� religiose, poich� facilita la globalizzazione della loro presenza e delle loro attivit�. Certo, questo fenomeno ha fatto sorgere ed allargare un mercato internazionale delle religioni, con un�ampiezza difficile da delineare. In questo mercato, gruppi, movimenti ed organizzazioni molto eteroclite propongono, come religioni nuove o sotto un nome somigliante, le loro credenze, le loro visioni del mondo e i loro prodotti. Le comunit� religiose tradizionali si trovano di fronte ad una situazione nuova di concorrenza. D�altro canto, ci� implica quasi inevitabilmente, per tutte le religioni e concezioni del mondo, il fatto che molti problemi fondamentali della globalizzazione, come il pluralismo e i particolarismi, si ritrovino all�interno delle loro stesse strutture. Per questa ragione, l�interculturalit� e il dialogo interreligioso e interculturale acquistano un�importanza sempre pi� grande.

Atro dettaglio: il centro di gravit� della Chiesa cattolica, pi� delle altre chiese cristiane, si � spostato � quanto meno statisticamente � a sua volta verso il Sud. Il fatto che tutte queste religioni abbiano le loro radici non nell�ambiente culturale occidentale ma in Asia, contribuir� forse a far s� che abbiano sempre pi� un ruolo critico e allo stesso tempo creativo.


Le sfide del dialogo

Si pone una questione fondamentale: che idea si fanno le religioni di se stesse, in quanto comunit� internazionali, quale modello di globalizzazione rappresentano? Ci si pu� aspettare d�imparare dalla lunga esperienza delle religioni in questo campo. Questo vale tanto per la loro ricerca di situazioni praticabili, che per i loro errori praticamente inevitabili. Facendo la propria autocritica, le comunit� religiose devono chiedersi anche in quale misura possano essere d�esempio o di modello per una globalizzazione umana. Questo problema � importante perch� siano credibili nello sforzo di umanizzare la globalizzazione. In effetti, esse non potranno intervenire nel dibattito pubblico su questi problemi, se non si sforzano di tradurre in pratica, nelle proprie comunit�, i principi che esse difendono.

Le religioni dovrebbero essere particolarmente sensibili all�identit� culturale nella diversit�. Ma quasi tutte le grandi religioni soffrono di tensioni interne. Questa constatazione vale ugualmente per la religione cristiana. Per questa ragione, il movimento ecumenico costituisce una sorta di movimento alla ricerca di una chiesa universale, che abbracci effettivamente tutte le regioni e le confessioni. Il movimento ecumenico � una scuola di formazione della vita in comunit�, in un mondo pluralista. Riguardo a questo, il trattamento offerto alle minoranze o alle opinioni divergenti nelle comunit� religiose costituisce un�importante pietra di paragone. Chiunque non pratichi la tolleranza all�interno dei propri ranghi e, in caso di conflitto, applichi ingiustamente le regole del gioco, potr� difficilmente impegnarsi in modo credibile e su scala mondiale a favore delle minoranze e della tolleranza. Questi sforzi, nonostante i molti progressi registrati dall�ecumenismo, subiscono periodicamente delle sconfitte, come dimostrano le difficili relazioni della chiesa cattolica e del Consiglio ecumenico delle Chiese con le Chiese ortodosse nei paesi in transizione.

Oggi, tutte le grandi religioni pretendono di avere le risposte giuste, e di proclamare verit� valide per tutta l�umanit�, o in ogni caso non meno valide di quelle proposte dalle altre religioni. Affinch� ci� non porti a gravi conflitti, ma al contrario dia luce ad un pluralismo fiorente, ci vuole un ecumenismo globale che includa, come elemento essenziale, il dialogo tra le religioni e la cooperazione tra uomini di fedi differenti. Il Concilio Vaticano II ha aperto delle strade nuove in questo campo; ha contribuito a trasformare l�idea che si aveva della missione. Tuttavia, questo concilio non ha apportato soluzioni soddisfacenti alle tensioni che mettevano in opposizione il dialogo e la missione. Persistono alcune zone conflittuali.

Neppure la validit� universale dei diritti dell�uomo rappresenta un tema al riparo dalle controversie, quanto meno dal momento in cui se ne esiga l�applicazione all�interno delle religioni e delle strutture religiose. Il ritorno alle tradizioni e ai valori propri di ogni religione non deve degenerare in integralismo, ma facilita certamente la comparsa di simili tendenze se le circostanze sono adatte. Tutte le religioni rivendicano degli ambiti in cui l�applicazione di alcuni diritti dell�uomo subisce delle restrizioni, quando ad esempio rifiutano alle donne, quanto meno nell�ambito interno, dei diritti cui la societ� civile riconosce valore universale.


Universalit�, particolarismo, inculturazione

La Chiesa cattolica in modo particolare � posta in una zona di tensioni tra, da una parte, l�universalit� che rivendica e che esercita nel mondo una potente attrattiva su molta gente, e dall�altra un centralismo dai tratti occidentali e romani, incompatibile con questa rivendicazione. Essa vuole nello stesso tempo essere chiesa universale e non dettare alle Chiese locali la loro condotta. Si tratta certamente anche di un problema teologico ed ecclesiale, ma in primo luogo � tuttavia � di un problema culturale, principalmente dovuto al fatto che il messaggio del Vangelo proviene esso stesso da una cultura tra tante, la cultura occidentale. Questo problema sembra risolto, almeno in teoria ed in linea di principio, riconoscendo il principio dell�inculturazione, in altre parole la necessit� di un�integrazione in culture diverse. In definitiva si tratta sempre di associare correttamente, da una parte, il messaggio universale del Vangelo, e dall�altra forme ed espressioni particolari. Ma questo porta necessariamente a porre il problema seguente: in quale misura, in che senso e in che maniera la fede cristiana si considera una cultura universale? Ed a quale fisionomia culturale della chiesa mondiale le Chiese locali devono far riferimento? Quanto a risposte concrete a queste domande, il concilio ha lasciato pi� questioni in sospeso, di quelle che invece ha risolto, creando cos� un terreno conflittuale all�interno della Chiesa, del quale oggi gran parte delle chiese locali si trovano a soffrire. Esse mancano soprattutto di regole chiare e verificabili, nei contrasti sulle teologie e le forme di evangelizzazione contestualizzate, che regolino gli inevitabili conflitti dovuti a questo problema.

La situazione pu� cambiare fortemente da un continente e da un paese ad un altro. In Asia, ad esempio, sono apprezzate le strutture gerarchizzate della chiesa, dalle competenze chiaramente attribuite, come incarnate dal Papa e dalla Curia. Altre religioni invidiano alla Chiesa anche la potenza internazionale della voce di Roma. Di fronte a situazioni politiche spinose, il fatto che la Santa Sede goda di uno status di diritto internazionale e che possa agire per via diplomatica offre molti vantaggi alle Chiese locali. D�altro canto, questi vantaggi ed altri simili rappresentano altrettanti inconvenienti, poich� danno l�impressione che la religione cattolica non abbia le sue radici in Asia, che sia guidata dall�estero, e spesso frenano cos� il processo d�inculturazione.


Il ruolo delle istituzioni come Missio e Misereor

La chiesa non pu� in nessun caso accettare una forma di globalizzazione che favorisca le diverse forme di �emarginazione�. Un processo di questo tipo ... [qui manca qualcosa nel testo originale] ... la scelta cristiana a favore dei poveri. In effetti, la chiesa deve sempre orientare la sua azione in modo da superare le emarginazioni e permettere ad ogni individuo di prendere parte alla vita sociale.

Le opere che si fanno carico dei compiti dello sviluppo e della missione universale assumono un�importanza particolare. In quest�ambito, le istituzioni come Missio e Misereor, situate qui ad Aquisgrana, giocano un ruolo importante in Germania. Queste opere collaborano con le Chiese del Sud. Queste opere, sono passate esse stesse attraverso un processo di praticantato. Nel corso degli anni, la dimensione strutturale della povert� � passata in primo piano. Parliamo di uno sviluppo �integrale�, cio� del progresso materiale e sociale, ma anche culturale e religioso degli esseri umani. Noi concepiamo la nostra missione come parte inseparabile della missione della Chiesa, una missione in definitiva fondata sul Vangelo. Contemporaneamente, le opere sono consapevoli di poggiare su di una ricca tradizione spirituale e umanitaria, che vogliono condividere con altri esseri umani. In questo senso, il loro lavoro ha un valore missionario, non certo che auspichino ingenuamente di convertire i destinatari� Il loro aiuto giustamente non � rivolto solo ai cattolici o ai cristiani. Questo si rivolge a tutti gli uomini vittime della povert� e della miseria.

Un altro aspetto: cerchiamo una cooperazione con le Chiese locali che sia pi� stretta e pi� su un piede di parit� possibile. I contatti non sono a senso unico, ma si vivono come un processo congiunto di acquisizione di conoscenze, come un atto di dare e di ricevere, nella reciprocit�. In Germania, la Chiesa e le sue opere si fanno in un certo senso porta voce dei loro partner, di cui tentano di farsi rappresentanti e avvocati; il che non vuol dire accettare sempre le posizioni dei loro partner o riproporle senza criticarle. Esse tentano piuttosto, attraverso il dialogo, di trovare con loro le migliori soluzioni possibili.

Dato che non dipendiamo in sostanza dalla politica dello Stato, possiamo imboccare strade nuove, prendere iniziative �profetiche� e impegnarci su alcuni temi e problemi che altrimenti sarebbero forse relegati al rango di tab� politici. In ogni caso, cerchiamo di farci avvocati dei poveri e delle vittime della globalizzazione.


Conclusione

La Chiesa cattolica in Germania e le sue opere come Missio e Misereor rappresentano degli attori influenti nell�ambito della societ� civile internazionale e giocano in quanto tali un ruolo chiave nel processo di dialogo e di mediazione tra Nord e Sud, Est e Ovest.

Una chiesa universale, che si vuole comunione, scambio e �laboratorio del dialogo�, proclama un programma desideroso di gettare dei ponti: soltanto imparando le une dalle altre, unite tra di loro dal messaggio del Vangelo che � stato loro offerto, le Chiese locali potranno formare, in tutta la loro diversit�, una vera Chiesa universale. Questo programma, dalla cui realizzazione la Chiesa � oggi ancora molto lontana, potrebbe diventare il modello di una globalizzazione umana, allo scopo �di opporre�, come ha detto il Papa Giovanni Paolo II, � ad una globalizzazione del profitto e della miseria, la globalizzazione della solidariet��.

 

 

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