Shahan Sarkissian
Catolicossato armeno di Cilicia
a) Viviamo nell�era delle biotecnologie e il ricorso alle esperienze passate sembra non avere pi� valore o non essere pi� essenziale per migiorare la vita umana della societ�. Una volta erano i concetti morali, i principi e le attitudini a determinare il tuo presente e i tuoi scopi, ora il futuro tecnologico modella e guida il tuo presente. b) Nella sua recente relazione al Comitato Centrale, il moderatore del Consiglio Mondiale delle Chiese, Sua Santit� Aram I, Catholicos di Cilicia, ha richiesto il �dialogo, le relazioni e la collaborazione con le altre religioni� come �l�alta priorit�� per la testimonianza ecumenica, esortando le chiese e i leader religiosi ad �una cultura di fiducia reciproca�. Ho preparato le mie riflessioni e la mia relazione in questo spirito. 1) Gli organizzatori di questo incontro internazionale, i membri della Comunit� di Sant�Egidio, erano ben consapevoli che il martirio non � una realt� fuori moda o un fenomeno di alcuni uomini e donne alterati, n� un�invenzione, ma una realt� che sta continuando nel nostro mondo. 2) Senza fare analisi filosofiche, ma solo rimettendo alcuni fatti o realt� al giudizio della gente, vorrei sottolineare ancora che l�ingiustizia e la violenza sono realt� inseparabili e lavorano insieme come antichi alleati per creare nuovo disordine mondiale, mentre le altre relat� inseparabili, giustizia e pace, discutono il futuro utopico di questo mondo. Voi mi direte sicuramente: un atteggiamento molto pessimista proprio nell�ambito di un richiesto ottimismo. 3) L�attuale stato del mondo del XXI secolo, in un certo senso, � peggiore degli inizi del secolo scorso. Incertezza, cambiamenti drammatici e sfide inaspettate che hanno luogo dentro e intorno a noi. I sintomi della presenza delle forze del male hanno ripreso forma con la tragica catastrofe dell�11 Settembre. Allo stesso tempo, il Decennio Ecumenico per Vincere la Violenza � arrivato come un campanello d�allarme per risvegliarci dalla minaccia di ritorno alla vita del male. Generalmente, viviamo in una situazione malsana dal punto di vista psicologico, di memoria corta per quanto riguarda la nostra comune eredit� di sofferenza, persecuzione e martirio. Comune, nel senso di coinvolgimento coraggioso nella vita cristiana e nella testimonianza di Cristo, che � genuinamente comune a tutte le nostre chiese; comune anche nella reazione creativa per la verit�. 4) Se il martire � uno che testimonia la verit�, ci� che lui o lei hanno visto o conosciuto, e subisce la morte a causa della realt� rivelata e incarnata, allora per noi come cristiani, ci� corrisponde completamnente e in modo supremo al nostro Signore e Salvatore Ges� Cristo, martire archetipo di tutte le epoche e le generazioni, (Gv. 10,25. 18,37). Il martirio � la prova purificatrice della fede, in cui uno deve confessare, in un�atmosfera molto ostile, ma anche con una devozione e un coraggio molto sinceri, la verit� e la realt�. I padri della Chiesa distinguono i fedeli tra perfetti (i martiri) e imperfetti (che non hanno ancora testimoniato Cristo). Il significato cristiano di sofferenza, persecuzione e martirio � stato illustrato nel contesto armeno in modo molto speciale. Per noi, come per molti di voi, Santo Stefano fu ed � il simbolo del martirio. Le spoglie delle vittime del Genocidio armeno del 1915 furono trasferite dal deserto di Der Zor in Siria ad Antelias in Libano, per essere deposte in una cappella che ha preso il nome da Santo Stefano Protomartire, in memoria del Genocidio. 5) L�esperienza armena: a) Nel primo secolo d.C., i fondatori della Chiesa Apostolica Armena, gli apostoli Taddeo e Bartolomeo, che ci portarono la luce della fede cristiana sono esempi viventi della testimonianza alla verit�, soffrendo fino alla morte come martiri e sono considerati i due pilastri della nostra chiesa. b) Nel 301 d.C. l�Armenia divent� il primo stato del mondo ad accettare il cristianesimo come religione di stato, per gli sforzi eroici di S. Gregorio l�Illuminatore, che non solo predic� la Parola Incarnata, ma testimoniando anche con le sue inesprimibili sofferenze per 15 anni la realt� divina della sua fede, egli � per noi il martire vivente. c) Nella letteratura cristiana armena c�� un numero enorme di testi agiografici e di martirologio, eredit� letteraria dei martiri, che provano l�importanza del loro ruolo e del loro posto nella nostra vita. Attraverso i secoli, come testimonia la storia, gli armeni hanno subito discriminazioni e persecuzioni, in modo continuo e sistematico. La nostra nazione ha identificato il proprio destino con quello della fede cristiana, ha combattuto per la sopravvivienza di quella fede, nonostante cos� tanti massacri perpetrati contro di essa. d) Nel 1914-1918, la prima guerra mondiale fu il destino delle nazioni; circa due milioni di armeni furono massacrati dal governo turco di allora con un annientamento deliberato e organizzato, a causa delle loro caratteristiche particolari e distintive: etniche, culturali e religiose. E� stato chiamato �la pagina pi� nera� della storia moderna o Genocidio Armeno. �Il martirologio divenne il secondo nome della storiografia armena� (l�ultimo catholicos Karekin II di Cilicia). e) Per gli armeni, la religione � stata sia la loro esperienza spirituale, perch� essa era l�espressione della loro vita, sia la fonte della loro identit� nazionale, il modo per cui la Chiesa Armena � conosciuta come chiesa nazionale. Questa identificazione si verific� e si verifica in maniera pi� profonda dove la fede cristiana divent� �il colore della loro pelle� (Elishe). Questa caratteristica non � n� il risultato della vita di un giorno o di nua settimana, n� della pratica di un anno o di un secolo ma piuttosto di una lunga vita vissuta, che ancora � in via di formazione. La commemorazione di questo Genocidio: il Giorno dei Martiri Armeni dimostra la determinazione degli armeni di perseguire la richiesta di giustizia dei martiri. Parlando dal punto di vista morale, il mondo non pu� voltare la pagina dell�ultimo secolo senza lavarsi le mani dell�ingiustizia. Giustizia deve essere fatta per la memoria delle vittime. Mantenere il silenzio non � anche partecipare alle conseguenze del crimine? Non testimoniamo per il bene di una nazione, o di una religione, o di una cultura, ma solo per la giustizia, che deve essere uguale per tutti. 6) La morte tragica e a caro prezzo dei martiri non � un�assurdit�. I martiri illuminano il giorno pi� oscuro della nostra vita. Cos�, a questo proposito come possiamo comprendere il significato dell�eredit� dei martiri? I. � L�eredit� � una ricca esperienza accumulata di sofferenze consapevoli per un fine autentico, per il beneficio, il benessere e la prosperit� dell�umanit� (Eb. 11,35-38) II. � L�eredit� � un messaggio di pace da dichiarare apertamente, dovunque e senza la minima esitazione, per testimoniare la verit� liberatrice (Gv. 8,32). III. � L�eredit� � un�alleanza, un testamento che deve essere realizzato con convinzione, vocazione e coraggio, per continuare e adempiere la missione di amore per la creazione di Dio. 7) I martiri in dialogo? Un appello per i vivi? Ricordando tutti i martiri dell�umanit�, capisco che il significato di vita � quello di dedizione per il bene degli altri. Se non si accetta o non si pu� accettare l�altro come s� stessi, allora la vita si trasforma in un vuoto autocentrico con cos� tanti movimenti insignificanti. All�inizio di questo secolo, l�immagine del mondo altamente complessa ci obbliga a: - Ripensare all�eredit� e alle priorit� comuni. - Preparare risposte genuine o credibili alle sfide. - Riaprire il dialogo inter-religioso, anche la convivenza multi-religiosa e tra diverse comunit� a livello regionale, nazionle e globale. Stiamo soffrendo per la mancanza di sincerit�, apertura e tolleranza. Stiamo venendo meno ad un dialogo vero e sincero, prima con noi stessi e poi con gli altri. - Accettare i diritti e la libert� dei pi� piccoli o pi� vulnerabili, non dal punto di vista della potenza oppressiva, ma dell�amore e del servizio totale e disinteressato. - Accettare le differenze non come un punto di divergenza negativa, ma come mezzo per arricchire le nostre societ�. Anche creare le condizioni necessarie per la pluralit� religiosa e culturale. Infine, secondo me, l�eredit� dei martiri si pu� tradurre come: I) Creazione di una cultura di pace, tenendo presente che c�� una grande differenza tra coloro che amano la pace e coloro che la costruiscono. II) Educare la nuova generazione di ignoranti non solo per il gusto dei miglioramenti tecnici e per i guadagni materiali, ma anche per la realt� del nostro essere, quali figli e figlie di Dio, uguali in umanit� e diversi nel raggiungere i nostri fini ultimi per servire l�umanit�. III) Prontezza al dialogo invece che alle contrapposizioni con tutte le sue implicazioni. IV) Promozione di comprensione reciproca invece dei pregiudizi V) Apertura al dialogo con sincerit�, pazienza e speranza.
|