Beatrice Kun Adon
Comunit� di Sant�Egidio
Mi chiamo Beatrice e vengo dalla Liberia. Negli ultimi tempi si � parlato molto del mio Paese per i tragici avvenimenti che ha vissuto. La Liberia � stata la prima nazione africana ad avere l�indipendenza e il suo nome vuol dire terra di uomini liberi. Ma ormai da quasi 15 anni � schiava della guerra, una terribile guerra civile cominciata nel 1990 e di cui il mondo fino a poco tempo fa non sembrava avere prestato attenzione. Anch�io, come molti miei connazionali, ho dovuto abbandonare il mio Paese. Sono arrivata nel 1990, profuga, a Tabou, in Costa d�Avorio, Paese dove regnava la pace e dove oltre ai liberiani vivevano tanti altri stranieri, alcuni presenti da pi� generazioni. Ho avuto la fortuna di essere stata subito accolta, una volta arrivata, dalla Comunit� di Sant�Egidio presente in quella citt� alla frontiera con la Liberia, una piccola comunit� che � stata per me una nuova famiglia e che mi ha colpito per ci� che faceva. Mi chiedevo come fosse possibile che dei giovani ivoriani aiutassero noi stranieri insegnando il francese ai nostri bambini senza nulla in contraccambio. E mi venivano alla mente tanti altri bambini, rimasti nel mio Paese, costretti dagli adulti a prendere le armi anche a 8 o 10 anni, oppure venduti per una manciata di soldi. Ho creduto alla pace e ho lavorato per questo sogno, quello di un�Africa senza pi� guerre, insieme ad altri giovani liberiani e ivoriani. Mi sono sposata in Costa d�Avorio che � diventata la mia seconda patria. E cos� posso dire oggi di essere liberiana e ivoriana. Molti sono come me in quest�Africa Occidentale che una volta non conosceva le frontiere. Nel 1997 le cose in Liberia sembravano andare meglio: c�erano state anche le elezioni ed era stato nominato un nuovo presidente. Tanti liberiani hanno cominciato allora a ritornare, anche i miei genitori. Ora, nel momento in cui parlo, non ho pi� notizie di loro. Perch� nel frattempo era riscoppiata la guerra civile, pi� violenta di prima. Molti miei connazionali hanno dovuto tornare nuovamente in Costa d�Avorio, ma non tutti ci sono riusciti: c�� chi � morto di stenti alla frontiera, per la pioggia e la fame. E chi � ritornato ha trovato una Costa d�Avorio cambiata perch� negli ultimi anni anche questo Paese ha conosciuto la guerra civile e molti problemi interetnici. Ma la speranza che oggi ho nel mio cuore � grande. Viene da questi tre giorni di incontro e di dialogo al di l� delle frontiere. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e ringrazio la Comunit� di Sant�Egidio il cui nome ormai per tutti noi africani vuol dire pace e speranza di un�Africa nuova. Lo vedo nel fatto che dove la diplomazia e la politica falliscono pu� vincere la �diplomazia dell�amicizia e della preghiera�. Grazie in particolare per il lavoro fatto negli ultimi mesi per il mio Paese: la Comunit� di Sant�Egidio non ha dimenticato la Liberia e sia a Roma che in Ghana ha svolto un prezioso ruolo di mediazione. E� grazie a chi ha lavorato per la pace che oggi il mio Paese, seppure fra mille difficolt�, pu� riaprirsi nuovamente alla speranza. Ho vissuto intensamente in questi giorni con voi tutti, uomini e donne appartenenti a diverse religioni e culture, e ho visto che qui ad Aachen ha regnato la pace. Il mio cuore ha bisogno di pace. Il mio continente, l�Africa, attende la pace. Il mondo intero desidera la pace. E� con questa speranza e questo messaggio che domani partir�. Conserver� nel mio cuore ci� che ho visto e vissuto e porter� il ricordo di tutti voi nel mio Paese perch� possa finalmente risorgere e vivere nella pace che viene dall�alto.
|