Luned� 6 Settembre 2004
Hotel Marriott, Sala Manzoni
La cura dell�AIDS in Africa: una sfida per un nuovo umanesimo

Previous page
Home page

 

Mark Dybul
Global AIDS Coordinator, USA
  

Desidero innanzitutto ringraziare Monsignor Spreafico e la comunit� di sant�Egidio per avermi invitato a rappresentare il coordinatore globale dell�AIDS per gli Stati Uniti, l�ambasciatore Randall Tobias che non � potuto essere qui con noi oggi. Vi porto i suoi pi� calorosi saluti e auguri per un positivo incontro:

In un senso pi� ampio, avverto il privilegio di rappresentare, insieme con l�ambasciatore Nicholson, il piano di emergenza per la cura dell�AIDS del presidente Bush. � un onore personale per me partecipare a una tavola rotonda con l�ambasciatore Nicholson, uno dei principali emissari americani presso la comunit� dei fedeli.

Il presidente Bush incorpora la compassione e la generosit� del popolo americano attraverso la sua forte leadership e le sue coraggiose azioni.

- Nel 2001 ha ospitato il segretario generale Kofi Annan alla Casa Bianca per dare l�annuncio della nascita del Fondo globale per l�AIDS, la tubercolosi e la malaria, fornendo i contributi di partenza per il fondo.

- Nel 2002 ha annunciato la sua iniziativa internazionale di prevenzione dell�HIV per madri e bambini, un programma quinquennale di 500 milioni di dollari per ridurre del 40% la trasmissione dell�HIBV dalle madri ai neonati in 14 paesi africani e caraibici.

- Nel 2003 ha annunciato il suo piano di emergenza per la cura all�AIDS, come ha detto l�ambasciatore Nicholson, un piano quinquennale di 15 miliardi di dollari per cambiare le sorti della lotta all�ADIS, indirizzando 10 miliardi di dollari per il trattamento su scala nazionale, la prevenzione e la cura della malattia attualmente in 15 paesi in Africa, Asia e Caraibi; questi 15 paesi prescelti ospitano il 50% della popolazione mondiale affetta dalla malattia. In aggiunta il piano di emergenza fornir� 4 miliardi di dollari per estendere programmi bilaterali di cura e ricerca in pi� di 100 paesi e un miliardo di regalo al fondo globale, portando cos� il totale dei versamenti governativi americani a 1,6 miliardi.

- Nel 2004 ha annunciato l�iniziativa di vaccinazioni internazionali per coordinare uno sforzo globale verso una pi� grande speranza .

Nessun paese n� nessun capo ha mostrato una tale straordinaria leadership nella lotta globale all�AIDS come il presidente Bush e il popolo americano.

Oggi centreremo la nostra attenzione sul piano di emergenza per la cura all�AIDS. Come ha sottolineato l�ambasciatore Nicholson, il piano di emergenza � la pi� grande iniziativa internazionale sanitaria della storia dedicata a una singola malattia. Ci� merita di essere nuovamente sottolineato: la pi� grande iniziativa internazionale sanitaria della storia dedicata a una singola malattia. Solo nel 2004, il popolo americano fornir� pi� risorse alla cura dell�AIDS di tutte le altre donazioni degli altri paesi messi insieme.

E queste risorse le stiamo mettendo a disposizione con la rapidit� che questa tragedia globale richiede. Entro un mese dal ricevimento del primo dollaro , il piano di emergenza verser� 350 milioni di dollari nelle mani di coloro che aiutano coloro che sono nel bisogno. Entro 5 mesi avremo versato tutti gli 865 milioni disponibili per i 15 paesi prescelti. Alla fine di quel periodo avremo versato tutti i 2,4 miliardi di dollari forniti dal Congresso per permettere al piano di emergenza di operare per tutto il primo anno. Di nuovo, pi� di tutto quello che hanno versato gli altri governi messi insieme.

Ma le risorse da sole non sono abbastanza. Come ha sottolineato l�ambasciatore Nicholson, ogni giorno 8.000 persone muoiono a causa dell�AIDS e ogni giorno 14.000 fra uomini, donne e bambini sono infettati, subendo una condanna a morte. In alcuni paesi l�AIDS ha causato una diminuzione dell�aspettativa di vita di pi� di 30 anni, annullando 50 anni di vittorie nella salute pubblica. La speranza si � mutata in disperazione e i soldi non possono riportare la speranza.

Ma l�azione lo pu�. Con l�AIDS noi possiamo assistere a un vero e proprio effetto Lazzaro: l�effetto di vedere riportati in vita quelli che erano morti viventi attraverso una efficace terapia antiretrovirale. Come nella bellissima storia biblica, l�effetto Lazzaro della terapia antiretrovirale riporta la speranza agli individui, alle loro famiglie e alla comunit� intera.

E cos� il presidente ci ha dato obiettivi molto precisi e concreti: dare il giusto peso ad ogni uomo, donna e bambino uno alla volta. Curare 2 milioni di ammalati con medicinali salvavita, prevenire 7 milioni di nuove infezioni, e prendersi cura di 10 milioni di malati e di orfani a causa della malattia. Ci stiamo muovendo rapidamente per raggiungere questi obiettivi.

Nel primo anno di versamenti per l�iniziativa di prevenzione dell�HIV per madri e bambini, il popolo americano ha dato il suo supporto alla verifica e alla terapia per 380.000 donne incinte e ha identificato e sostenuto la terapia a breve termine preventiva per 34.000 delle suddette ottenendo cos� una cifra stimabile in 5.000 bambini nati sani che altrimenti avrebbero preso il virus e subito la condanna a morte. Cosa altrettanto importante, il piano di emergenza ha sostenuto lo sviluppo delle capacit� locali per la gestione autonoma del programma insegnando a 15.000 operatori sanitari la prevenzione da madre a bambino e lo sviluppo di pi� di 900 siti per la fornitura di servizi

Anche se la prevenzione della trasmissione dell�HIV da madre a bambino � un atto di misericordia, non � abbastanza. Le famiglie devono essere protette e preservate, madri e padri non possono morire lasciando l�eredit� di una generazione di orfani.

E cos� il presidente Bush ha compiuto il gesto storico di fare in modo che gli Stati Uniti si dedicassero alla fornitura di medicinali salvavita. Come ha detto davanti a un congresso battista a Philadelphia:

�Troppo a lungo, i programmi anti-AIDS hanno offerto troppo pochi medicinali a coloro che avevano gi� contratto la malattia. E cos� oggi stiamo aiutando altre nazioni a comprare le medicine... cosicch� possiamo allungare le vite. Perch� vedete, ogni vita conta per il Creatore della vita, e cos� contano per noi�.

In seguito alle indicazioni del presidente, il piano di emergenza ha cominciato a curare malati di AIDS nell�Uganda rurale pochi giorni dopo aver ricevuto i primi dollari dal congresso americano. Questa settimana, l�ambasciatore Tobias fornir� un rapporto al Congresso che dimostra che tra la fase iniziale fino a giugno della messa in opera dell�operazione e da giugno, quando l�intera operazione sar� attiva, quindi durante i sei mesi che sono passati tra il 24 gennaio e il 31 luglio, il piano di emergenza ha gi� fornito la terapia antiretrovirale a circa 25.000 tra uomini, donne e bambini. Questo primo successo sposta l�obiettivo del piano del presidente di fornire la cura a pi� di 200.000 malati in 15 paesi entro giugno dell�anno prossimo, ovvero il primo anno di implementazione. Questo dovrebbe approssimativamente raddoppiare il numero di uomini, donne e bambini che ricevono cure in tutta l�Africa subsahariana.

E mentre forniamo la cura, dobbiamo sapere che � sicura, efficace e di alta qualit� e che ha anche il pi� basso costo possibile. Non possiamo avere due livelli di cura, uno se sei povero e uno se non lo sei. Cos� l�ambasciatore Tobias e il segretario americano per i servizi umani e la sanit� pubblica ha annunciato una pronta revisione per permettere di produrre medicinali ovunque nel mondo da qualunque azienda che dimostri sicurezza, efficacia e qualit� dei loro prodotti. Per assisterli nel processo l�amministrazione americana per il cibo e le medicine ha fornito assistenza tecnica e ispezioni sul luogo prima delle applicazioni. Molte aziende hanno reso pubblica la loro intenzione di inserirsi nel processo mentre altre stanno lavorando con noi senza troppa pubblicit�.

Assumendo che i medicinali siano sicuri, efficaci e di alta qualit�, il piano di emergenza avr� accesso a riprodurre medicinali antiretrovirali questo autunno.

Oltre al rapido evolversi sulle cure entro giugno 2005 il piano di emergenza fornir� aiuti a 1,2 milioni di persone malate e orfani per la malattia. Questi aiuti includeranno la prima grande iniziativa internazionale che si centra sull�aiuto e il sostegno ai morenti, per fornire la morte con dignit� cosicch� la gente possa incontrare in pace il loro creatore.

Nessuna singola iniziativa risolver� il problema a livello mondiale: come � stato detto �I poveri li avrete sempre con voi�. Ma trasformando la disperazione in speranza dando la salute alla gente, noi possiamo fare molto.

Appena una settimana fa ero in Uganda, a Tororo sul confine orientale con il Kenya, il posto dove il piano di emergenza ha cominciato a fornire la terapia dopo solo alcuni giorni dall�aver ricevuto i primi fondi. Ho incontrato una donna malata di AIDS e la sua famiglia in una casa modesta. La madre infetta era tra la vita e la morte quando sei mesi fa aveva cominciato la cura. Ora ha la forza di mandare avanti il piccolo appezzamento di terra della famiglia e guadagnare cos� 500 scellini ugandesi al giorno. Questa � la pi� importante e fruttuosa storia di microfinanza che io abbia sentito da lungo tempo. La salute e la speranza non risolveranno i problemi mondiali, ma sono un buon inizio.

Permettetemi di dire poche parole riguardo al terzo pilastro del piano di emergenza del presidente Bush: la prevenzione. Il mezzo attraverso il quale non potremmo avere n� cura n� trattamenti.

Anche se la pi� grande speranza della prevenzione risiede in un vaccino efficace e gli stati Uniti stanno fornendo centinaia di milioni di dollari ogni anno per trovarne uno, dobbiamo essere onesti e ammettere che a dispetto di tutti gli sforzi, siamo anni luce lontani dall�averne uno.

Il piano di emergenza si regger� per prove scientifiche e senso comune; ci rendiamo conto dell�ovvio, ovvero che il pi� efficace smezzo di prevenzione � evitare le azioni che conducono alla trasmissione dell�infezione; cos� chiederemo alla gente di prendersi le responsabilit� delle loro azioni e della loro salute. Il piano di emergenza � stato criticato per aver riconosciuto che l�AIDS � una malattia complessa e che un singolo metodo di prevenzione non ha alcuna possibilit� di successo. Ma terremo duro nel continuare a fare quello che sappiamo essere giusto: usare le migliori prove scientifiche che dobbiamo sviluppare un programma efficace che ci permetta di ottenere grandi successi nella protezione di uomini, donne e persino bambini dal diventare sieropositivi.

E le prove e il senso comune dimostrano che una strategia efficace include:

a. astinenza

b. fedelt�

c. corretto, continuo e appropriato uso di preservativi.

Come ha detto spesso l�ambasciatore Tobias, a b c non � una semplice questione di scelta multipla, scegliete quella che volete, ma i rischi sono troppo alti. Il piano di emergenza sta portando avanti programmi di prevenzione incentrati su a b e c in tutti i 15 paesi, con lo stesso senso di urgenza che ha la rapida espansione delle cure e del programma di aiuti.

Perci� il piano di emergenza del presidente Bush � in movimento, in movimento sul programma di prevenzione, cura e fornitura di medicinali. Ma non siamo soli. Infatti il pi� grande segreto del piano di emergenza sembra essere il fatto che ci stiamo muovendo a sostegno delle strategie nazionali con i partners locali e insieme ai partners internazionali. E lo dobbiamo fare. Sappiamo infatti che soltanto insieme possiamo rovesciare le sorti della lotta all�AIDS. Anche se gli obiettivi del 2-7-10 per la cura, la prevenzione e il trattamento sono spesso gi� definiti, a volte ci dimentichiamo di aggiungere un altro elemento critico: un 2-7-10 sostenibile e economicamente realizzabile. Se il 2-7-10 � raggiunto ma le capacit� locali guidate da una strategia nazionale, non sono pienamente sviluppate, avremo fallito. E a meno che la capacit� locali di costruire una gestione della catena di supporto, sorveglianza, valutazione, monitoraggio e quantificazione delle medicine e dei servizi, il 2-7-10 non pu� funzionare, ma fallir� miseramente.

In ciascuno dei pi� di 100 paesi dove gli Stati Uniti operano, sappiamo che siamo ospiti di paesi ospitanti. Sentiamo un forte senso di privilegio nell�avere l�opportunit�, garantita dai governi ospiti, di lavorare fianco a fianco con colleghi locali e amici nella lotta all�AIDS. Infatti, parte dei motivi per cui sono state selezionati questi quindici paesi risiedono nel fatto che il governo americano ha solide squadre di lavoro contro l�AIDS sul terreno, in alcuni di questi paesi da pi� di 20 anni. E stiamo lavorando con i nostri amici locali per costruire programmi e abilit�. Dei circa 1000 partners che il piano di emergenza fornisce di fondi, il 60% sono gruppi locali e stiamo lavorando intensamente per aumentare questo numero ogni anno che passa. Per essere sicuri che ci� accada, il piano di emergenza sta fornendo fondi a centinaia di programmi di addestramento nei 15 paesi, 140 dei quali soltanto per la cura. Stiamo costruendo infrastrutture, laboratori, e equipaggiamento da laboratori, centri d�accoglienza e cliniche per la cura dell�AIDS oltre che fornire terapie mobili, unit� di cura e test.

E qui � dove la comunit� dei fedeli � cos� importante, ed � il motivo per cui il presidente Bush e il congresso americano hanno posto molta enfasi sulla comunit� stessa. In molti paesi in Africa, Asia e Carabi e in particolare le aree pi� difficili da raggiungere, dove nessuno vuole andare, le capacit� locali sono la comunit� dei fedeli. Il piano di emergenza non pu� avere successo nel trattamento,m prevenzione e cura e nel costruire abilit� locali senza l�aiuto della comunit� dei fedeli. Sia che si tratti dell�intero paese del Kenya dove il 40% dell�intera salute pubblica � fornita dalla comunit-� dei fedeli, sia che si tratti di una collina in Ruanda dove l�arcidiocesi cattolica fornisce l�unica fonte di cura per mille miglia, noi non raggiungeremmo mai coloro che hanno bisogno di essere raggiunti o forniremmo le amorevoli cure a coloro che stanno soffrendo senza l�aiuto di voi che siete qui in questa stanza e delle vostre comunit�. Questo riconoscimento si traduce in azione: dei circa 1000 partners forniti di fondi dal piano di emergenza, il 20% sono gruppi religiosi.

Sia che si tratti della chiesa ortodossa etiope o di gruppi islamici ed ebrei in Uganda che forniscono educazione alla prevenzione o la chiesa luterana evangelica che fornisce le cure agli orfani in Namibia, o l�ospedale di san Giuseppe a Georgetown, in guaina che fornisce la prevenzione e la cura, o i nostri ospiti di oggi, la comunit� di sant�Egidio che fornisce la terapia antiretrovirale in Mozambico, tutti questi e migliaia di migliaia di altri ancora sono fondamentali per rovesciare le sorti della lotta all�AIDS. Il piano di emergenza sta lavorando per raggiungere le comunit� dei fedeli in ogni paese. Ma possiamo fare di pi�, anzi dobbiamo. Mentre stiamo lavorando con i partners locali in ogni paese, il piano di emergenza sta infatti lavorando con i partners internazionali.

Come ho menzionato prima, il presidente Bush insieme a Kofi Annan ha annunciato la creazione del fondo globale per l�AIDS, la tubercolosi e la malaria e il presidente Bush stesso ha fornito il primo donazione e il primo secondo donazione di ogni paese. Il fondo globale � un elemento essenziale del piano di emergenza del presidente. Gli Stati Uniti sono di gran lunga il pi� grande donatore del fondo, quantificabile in circa un terzo delle donazioni. Un modo di guardare a questo � quello di dire che il popolo americano fornisce un terzo di ogni fornitura promossa dal fondo globale. Il segretario americano per i servizi umani e la sanit� pubblica presiede il fondo globale. In loco, membri delle squadre territoriali del governo americano partecipano al meccanismo di coordinamento dei fondi alla nazione e forniscono un supporto tecnico e finanziario diretto per le applicazioni e ai riceventi. Il fondo globale deve aver successo nel rovesciare le sorti della lotta all�ADIS, e del muoversi rapidamente per fornire servizi di prevenzione, cura e trattamento medico.

Recentemente un veto del Congresso americano alla fornitura americana di pi� di un terzo delle donazioni al fondo ha significato che gli Stati Uniti non possono contribuire al raggiungimento del totale previsto per il 2004; altri donatori non hanno tenuto il passo. La legge consentiva all�ambasciatore Tobias di ridirigere quei fondi a programmi bilaterali. Poich� il fondo globale � una componente chiave della strategia americana nella lotta globale all�AIDS, l�ambasciatore Tobias non ha rediretto quei fondi. Invece, li sta trattenendo in sospeso nella speranza che altri donatori aumentino le loro donazioni in modo tale che il popolo americano possa versare interamente quanto previsto per il fondo.

Il piano di emergenza si coordina con tre delle cinque iniziative della OMS ed � uno dei principali sponsor di tre iniziative di UNAIDS: un organismo di coordinamento nazionale, una strategia nazionale e un approccio di valutazione e monitoraggio.

Siamo anche partners della Banca Mondiale e dell�UNICEF. Il piano di emergenza opera insieme alle organizzazioni non governative internazionali e alle fondazioni attive nella lotta all�AIDS. C�� molto lavoro da fare e dobbiamo lavorare tutti insieme.

Abbiamo varcato un�importante soglia nella lotta globale all�AIDS e vediamo nuovamente la speranza. Se lavoriamo insieme, mettendo da parte le differenze e trovando un terreno comune, volgeremo la disperazione in speranza. Lo possiamo fare perch� stiamo passando dall�era dell�empatia all�era dell�azione compassionevole, un�era con 2 milioni di Lazzari, 7 milioni che non diventeranno mai morti viventi per l�AIDS e 10 milioni di persone che conosceranno un tocco amorevole per alleviare il dolore o per aver cura di un orfano. Questa speranza � alla nostra portata.

Da parte del presidente Bush, dell�ambasciatore Tobias e dell�ambasciatore Nicholson, a tutti noi che agiamo in vece della generosit� del popolo americano, siamo dedicati all�azione compassionevole e coraggiosa, lavorando con tutti voi perch� insieme si possa rovesciare le sorti della lotta all�AIDS.