Luned� 6 Settembre 2004
Hotel Marriott, Sala Manzoni
L�eredit� dei martiri: testimonianze per il nostro tempo

Previous page
Home page

 

Marco Gnavi
Comunit� di Sant�Egidio
  

Sono sempre rimasto toccato dalla preghiera che, Werner Sylten, pastore luterano di origine ebraica, ci ha lasciato prima di morire nel campo di Dachau.: �O mio Dio, anche nelle tenebre della nostra vita presente, possano la miseria e la solitudine non essere invano. Strappaci all�angoscia e alla paura. Fatti trovare sulla croce. Vieni vicino a noi e salvaci�. Era divenuto riferimento per i compagni di prigionia, consolando e pacificando gli altri. Proprio perch� pastore fu oggetto di maltrattamenti da parte delle SS fino allo stremo.

E� come un grido disperato, che anche oggi sale da numerosi luoghi della terra. E� li che i cristiani di ogni confessione, attraverso la testimonianza, talora resa sino al sangue, possono infondere speranza e indicare una luce.

La loro preghiera, la loro carit�, sono nutrite dalla forza debole della fede, linfa di umanit� resistenti al male, in tempi difficili e complessi. Le scelte ordinarie di amore e di fedelt�, alla portata di ogni credente, in contesti di straordinario pericolo hanno rivelato la forza e la �credibilit�� dei cristiani. In questo senso forse la dialettica fra la teoria dei cristiani anonimi di Karl Rhaner, e l�affermazione di Von Balthasar contenuta in �Cordula�, trova nella �nube di militi ignoti della grande causa di Dio�, un punto di contatto, e ricorda come il �fatto serio� della croce renda �seria� tutta l�esistenza cristiana, anche li dove si � esposti al pericolo a causa del bel nome di �cristiani� e si pu� morire in gruppo, o morire prima della morte, grazie ai nuovi sistemi di persecuzione e annichilimento del XX secolo. I testimoni della fede contemporanei si impongono alla nostra coscienza non perch� sempre eroici o straordinari, ma perch� anche quando �piccoli�, la loro umanit� segnata dal Vangelo � divenuta segno di contraddizione, tanto da subire la morte. E in questo senso, tutti i martiri, di ogni confessione, sono morti per affermare la vita.

A tutti loro siamo debitori. Anzitutto della memoria. Descrivendo la �forza debole� che da essi promana, il prof. Andrea Riccardi, ha scritto a questo proposito: �La memoria del martirio nel Novecento, innesca un processo nella coscienza cristiana che porta verso una pi� ricca comprensione dello stesso messaggio evangelico�.

Nella difficolt� hanno custodito il segreto della fiducia che fu anche del salmista, anch�egli pellegrino fra i pericoli, in cammino verso Gerusalemme: �Beato chi trova in te la sua forza...Passando per la valle del pianto la cambia in sorgente� (Sl 84, 6-7). Si: nei martiri contemporanei c�� il germe della vittoria, della Pasqua: quando trova radici nei cuori trasforma le valli del pianto, in sorgenti di vita, di consolazione, di resurrezione

P. Jean Kammerer: nel suo volume la baraque des pretes � Dachau, ha parlato di un� �Europa ecumenica� concentrata nella baracca 26 del campo. Don Angeli, anch�egli internato nello stesso lager, ha invece ricordato: ��in mezzo a preti cattolici di ogni paese, pastori protestanti, pope ortodossi, tutti sacerdoti allo stato puro � senza poteri, ne orpelli, n� privilegi � rosi dalla fame e dal freddo, torturati dai pidocchi e dalla paura, senza pi� nessuna dignit� oltre quella invisibile del sacerdozio, imparammo a scoprire l�essenza della vita e della fede�. Le sue memorie (scritte nel 1964), registrano come nel campo �il desiderio dell�unione era in realt� acuto e profondo in tutti gli ecclesiastici �cattolici, ortodossi, protestanti � gettati dall�odio nazista in un unico crogiuolo di sofferenze inaudite�, e proseguiva �Forse quell�anelito all�unione che caratterizza attualmente le chiese cristiane ed � uno dei grandi motivi del Concilio Ecumenico Vaticano II, trova ora una delle sue sorgenti profonde in quella coabitazione e sofferenza sacerdotale negli spaventosi Lager nazisti�. La presenza di pastori luterani tedeschi accanto ai cattolici fu motivo per �ascoltarsi reciprocamente� e meditare sulla forza della fede a fronte del paganesimo hitleriano. Cos� parl� anche �con accenti commossi, il pastore protestante Niem�ller, sostenendo la necessit� di una riunificazione della Chiesa di Cristo, lacerata secoli addietro da motivi politici ed egoistici�. Egli � ricordava don Angeli � dichiarava che �quei motivi di divisione ora, sono storicamente superati, mentre rimane la comune base di dolore sofferto a causa del paganesimo risorgente, e rimane la necessit� di una comune battaglia per vincere il male�

Preghiera e forza, mitezza e allo stesso tempo fedelt� tenace, coraggio e fragilit� umana non sono termini antinomici: vivono insieme e si intrecciano nelle storie dei �nuovi martiri�. Anche nei contesti pi� recenti ove essi vivono in condizioni di minoranza religiosa, e dove molti sono morti credendo al dialogo, la prova ha spinto i cristiani gli uni verso gli altri. L�11 dicembre 2003, diciotto fedeli metodisti sono stati uccisi mentre pregavano nella Chiesa cattolica di S.Domenico a Bahawalpur in Pakistan. L�edificio di culto serviva entrambe le comunit� a giorni alterni.

Ma pure, i martiri e i testimoni contemporanei portano impresso in se l�intreccio fra carit� e martirio, e credono, al di l� della morte, nella vittoria dell�amore. Un parroco trentatreenne di Lucca, Don Aldo Mei, arrestato dai tedeschi nella sua chiesa subito dopo la celebrazione della Messa, venne fucilato poi la sera del 4 agosto 1944. Nel suo testamento spirituale scrisse: �Muoio travolto dalla tenebrosa bufera dell�odio io che non ho voluto vivere che per l�amore! �Deus Charitas est� e Dio non muore. Non muore l�Amore! Muoio pregando per coloro stessi che mi uccidono. Ho gi� sofferto un poco per loro [�] E� l�ora del grande perdono di Dio! Desidero avere misericordia; per questo abbraccio l�intero mondo rovinato dal peccato � in uno spirituale abbraccio di misericordia. Che il Signore accetti il sacrificio di questa piccola insignificante vita in riparazione di tanti peccati � e per la santificazione dei sacerdoti�.

La consapevolezza del rischio per la propria vita accompagna la vita dei cristiani. Particolarmente oggi, in tanti contesti. Lo affermava P.Pugliesi, ucciso dalla mafia 11 anni fa: �Testimoniare Cristo pu� anche diventare martirio [�] Dalla testimonianza al martirio il passo � breve, anzi � proprio il martirio che d� valore alla testimonianza�. Quarantotto ore prima del suo assassinio aveva consegnato ad una collaboratrice il suo testamento spirituale, in cui erano riportate alcune parole di san Giovanni Crisostomo: �Molti marosi e minacciose tempeste mi sovrastano, ma non ho paura di essere sommerso perch� sono fondato sulla roccia. Cosa dunque dovrei temere? La confisca dei beni? Non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. Disprezzo le potenze di questo mondo e i suoi beni mi fanno ridere. Allora l�esilio? Del Signore � la Terra e quanto contiene. La morte? Per me il vivere � Cristo e il morire un guadagno. E se Cristo � con me, di chi avr� paura? Anche se si alzano contro di me i cavalloni di tutti i mari o il furore dei principi, tutto questo per me vale meno di semplici ragnatele�.

Padre Salvatore Carzedda (Missionario del PIME nelle Filippine, ucciso per il suo lavoro per il dialogo tra cristiani e musulmani), fu ucciso il 20/05/1992: nel giorno di Natale del 1990 scriveva: �In mezzo a tanta confusione e lotta per la vita, noi continuiamo a lavorare per la pace attraverso il processo penoso del dialogo� E� solo nel dialogo che diventiamo noi stessi pi� ricchi e arricchiamo gli altri della nostra esperienza religiosa�.

Scriveva nel 1991: �Noi continuiamo a proclamare la speranza convinti che la trasformazione nostra e del mondo non � un effetto immediato di una decisione o di un evento storico, ma l�impegno di tutti i giorni per la vita. Anche l�esperienza di dialogo si pone in questa dimensione di speranza che va al di l� delle frustrazioni di tutti i giorni. Se cessassimo di dialogare perderemmo l�abilit� di immaginare un mondo diverso da quello presente: perderemmo l�abilit� di immaginare metodi di resistenza e modi di sostenerci a vicenda nella lunga lotta per la giustizia e la verit�; perderemmo l�abilit� di sperare e di amare in tutte le forme. Credo che il nostro resistere sia un atto di gioia, perch� � un atto di speranza in Colui che ha vinto la morte�.

C� � un mistero nella vita di questi uomini e queste donne, non dissimili da noi. Mistero che Pavel Evdokimov cos� esplicitiva: �Sale della terra e luce del mondo, i santi avanzano come guide e fari dell�umanit�: testimoni ora irradianti, ora oscuri e nascosti, assumono pienamente la storia. All�inizio, gli �Amici feriti dello sposo�, i martiri, sono le �spighe di frumento che i re hanno mietuto e il Signore ha posto nel granaio del suo Regno�. I santi ricevono le consegne dai martiri e illuminano il mondo. Ma � proseguiva � l�invito del Vangelo � rivolto ad ogni uomo�.

Ad ogni uomo: a noi che siamo qui, alle generazioni che verranno.