Luned� 6 Settembre 2004
Universit� Cattolica del Sacro Cuore, Aula Vito
L�abolizione della pena di morte: appuntamento per un nuovo umanesimo

Previous page
Home page

 

Tamara Chikunova
Human Rights Organization, Uzbekistan
  

Buona sera, stimatissimi signori e signore! Buona sera fratelli e sorelle della Comunit� di Sant�Egidio!

Grazie a tutti gli organizzatori di quest�incontro e alla Comunit� di Sant�Egidio che mi hanno dato l�onore di essere presente qui a Milano e di intervenire in questa assemblea davanti a voi.

Vivo in Uzbekistan. Ho fondato e dirigo l'associazione Madri contro la pena di morte e la tortura, che � impegnata contro la pena di morte nel mio Paese in tutti i casi, senza esclusione.

L'abolizione della pena capitale � una parte di quel complesso di valori connessi indissolubilmente alla democrazia e allo stato di diritto. La caratteristica peculiare dei diritti umani � il loro essere inalienabili e il fatto di essere patrimonio di tutti, indipendentemente dallo status, dall'appartenenza etnica e religiosa e dalla provenienza geografica. Un uomo, una donna non possono esserne privati, qualunque delitto abbiano commesso.

Uno dei principali difetti nell�ordinamento giuridico uzbeko, � la mancanza di indipendenza del potere giudiziario dal potere esecutivo. Qualunque tentativo di stabilire un�equa legalit� si � finora arenato e sono molte le sentenze di morte emesse ogni anno. E non s�intravedono tuttora segni che evidenzino un cambiamento di direzione in senso abolizionista da parte del Governo dell�Uzbekistan.

Grazie a recenti riforme giuridiche nel mio Paese, la pena capitale oggi � prevista in due casi: l�omicidio premeditato con circostanze aggravanti e gli atti di terrorismo. Secondo i dati ufficiali, forniti dalla Presidenza della Repubblica, le esecuzioni sono circa un centinaio l�anno. Ma a funzionari dell�ONU che nel 2002 avevano chiesto delucidazioni in tal senso, era stato negato ogni accesso alle statistiche esistenti. Sappiamo per� che il sistema penale di ogni stato non � esente in assoluto da errori e discriminazioni. A mio parere, nessun sistema giudiziario al mondo � in grado di garantire con certezza una giusta sentenza. Questo tanto pi� avviene in Uzbekistan.

L�attivit� della mia organizzazione intende aiutare coloro che vi si rivolgono, spesso parenti stretti degl�imputati nei bracci della morte, a prevenire sentenze inique, e a far luce su eventuali trattamenti di coercizione a danno dei detenuti.

I diritti dell�uomo sono gli stessi per tutti, sia per i peggiori che per i migliori di noi ed esistono per garantire la difesa di ognuno.

Le conseguenze dell�applicazione della pena di morte risuonano come un�eco oltre i limiti della punizione stessa. Quando lo stato priva un uomo della propria vita, attesta la legalit� di un omicidio. Chi ha il diritto di affermare delle ragioni plausibili per cui sia lecito uccidere un uomo per legge? Spesso purtroppo si utilizza l�omicidio di stato per condannare gli oppositori politici, le minoranze non gradite, la popolazione pi� povera che reclama migliori condizioni di vita o altri che vengono indicati come potenziali criminali.

La pena capitale � dunque un omicidio. Un assassinio legalizzato, autorizzato dalla vigliaccheria della nostra societ�, dalla nostra ipocrisia e poca volont� di ascoltare il grido d�aiuto di un uomo.

I primi a doversi occupare della soluzione di questo problema devono essere coloro che hanno dedicato la propria vita alla difesa dei diritti dell'uomo e della pace. Solo essi, con la loro comprensione dell'animo umano, con la loro piet� possono fare qualcosa di costruttivo.

Noi abbiamo imparato a curare il corpo. Di anno in anno la durata della vita si allunga. Quando � in gioco l�economia di un paese si superano le frontiere, ogni tipo di ostacolo, che danneggi il nostro benessere materiale. Ma nel perseguimento della sola prosperit� si diventa sordi. Si smette di ascoltare la voce della propria coscienza e si diviene crudeli e insensibili. Con la nostra sordit� e cecit� spirituale creiamo le condizioni dell'odio religioso, dell'estremismo, del terrorismo che non conoscono confini. Ma i profeti di sventura non dormono. Essi riempiono il vuoto spirituale, curano le ferite dell'anima, speculando su questo torpore morale. I fatti avvenuti in Uzbekistan, in Russia, in America, in Israele, in Spagna e in altri paesi, sono essi stessi il risultato della nostra cecit� e sordit�.

Allora, apriamo gli occhi, impariamo a non passare oltre le sofferenze spirituali dell�uomo! Bisogna ricordare che la vita umana � un dono inestimabile dato da Dio.

Sappiamo che ci sono persone che usano il nome di Dio per spargere l'odio e la violenza. Il nome di Dio � pace. Nessuno deve invocare il nome di Dio per invocare la guerra e la pena di morte. Solo la pace rende culto a Dio.

Il principio di intangibilit� assoluta e della santit� della vita umana, purtroppo cos� violato nel XX secolo - uno dei pi� sanguinosi della storia- deve essere ristabilito.

La pena capitale � un omicidio deciso da un tribunale con il nostro tacito consenso. Da ogni prigioniero nei sotterranei della morte tuttavia proviene il grido di un animo disorientato. E quale aiuto riceve da noi? La pena capitale. Perch� questo amaro agire rimane una norma in Uzbekistan e in tanti altri Paesi ancora? Questa logica non � accettabile in una societ� democratica che protegge i diritti e la libert� dell�uomo. Apre invece la strada all�onnipotenza delle autorit� che deteriora l�equit� di un sistema giuridico.

La pena di morte � figlia del male ed � la negazione della possibilit� di correggere un errore giudiziario. Un deficit di umanit� che sta alla base della societ� e dello stato, che prevarica il diritto fondamentale di ogni uomo, quello alla vita. Il successo nella lotta contro il male deve essere garantito non dalla crudelt� della legge, ma solamente dalla equa ineluttabilit� della pena.

In questo quadro, la moratoria della pena di morte in Uzbekistan, che oggi vogliamo ancora una volta auspicare venga presto introdotta, cos� come in ogni altra parte del mondo, potr� offrire la possibilit� di riesaminare molte sentenze giudiziarie dubbie.

Il servizio all�odio provoca solo violenza e riduce la speranza. A chi uccide e favorisce la guerra e la pena di morte in nome di Dio noi diciamo: Fermatevi! Non uccidete! La violenza � una sconfitta per tutti. Discutiamone insieme e Dio ci illuminer�! A chi calpesta gli esseri umani diciamo: in nome di Dio abbiate rispetto per la costruzione divina e le creature di Dio. Le loro vite sono il nostro futuro e la nostra speranza.

Gli uomini di Dio sono i medici dell�anima. La presenza della pena capitale nella legislazione degli stati � una malattia dell�anima della societ� ed � grave e pericolosa. Forse pi� grave delle malattie del corpo. La scienza ed i medici curano il corpo di un uomo; Dio la sua anima. Dio � vita, pace, speranza, umanit�, compassione, giustizia. Diceva Eduard Achmetshin, un ragazzo uzbeko, prima di essere fucilato il 29 ottobre 2003 a Tashkent:

Osservando e penetrando nell�anima di ogni condannato, come si possono comprendere i suoi sentimenti? Pensare quotidianamente alla propria fine gi� decisa accorcia ancor pi� la sua vita. E questo sentimento si nasconde in modo misterioso nella profondit� della sua anima dietro la paura, lo sgomento e il rimpianto di qualcosa di perduto. E� una tortura terribile aspettare la morte ogni giorno. Qualcuno impazzisce non avendo sopportato queste sofferenze, e accade che si toglie la vita in questo sotterraneo prima ancora di venire giustiziato.

So che passer� molto tempo, ma le persone semplici, dalle menti libere dall�odio riusciranno a sapere ci� che prova una persona in attesa della morte. Comprenderanno questo pensiero profondo, questo sentimento amaro e pietoso che occultamente toglie la ragione a molti. Pu� darsi che qualcuno capir� il mio pensiero e potr� esprimerlo meglio se presto non ci sar� pi�, come molti altri.

Mi rivolgo a voi, egregi signori!

Voi con la vostra attenzione e la vostra stima, mi avete dato un grande sostegno morale. Il vostro calore mi d� la forza di continuare la lotta per l'abolizione della pena di morte in Uzbekistan e in tutto il mondo.

L'umanit� da molto tempo ha imparato a uccidere. Ora � giunto il momento di perdonare. E� questa, forse, la possibilit� di tutti noi di essere salvati.

Disarmiamo i nostri cuori perch� dentro essi non ci sia pi� spazio per la crudelt�, per la vendetta, per la rabbia e l�odio. Nei nostri cuori illuminati da Dio ci deve essere solo lo spazio per la misericordia, per la compassione, la speranza e un amore che tutto comprenda. Allora potremo dire con sicurezza che il futuro che stiamo costruendo per le giovani generazioni sar� luminoso e non ci sar� spazio per le guerre, il terrorismo e la pena di morte. In questo futuro luminoso vivranno i nostri figli per la vita dei quali siamo responsabili davanti a Dio e davanti alla nostra coscienza.