Luned� 6 Settembre 2004
Hotel Marriott, Sala C
Umanesimo religioso giapponese

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Pietro Sonoda
Chiesa cattolica, Giappone
  

Parlare di �umanesimo� significa parlare dell�uomo, o meglio di quell�insieme di valori, credenze, elementi culturali e religiosi che ispirano una particolare concezione e visione dell�essere umano. Gli ultimi due secoli, soprattutto, ci hanno mostrato dramma-ticamente quale effetto devastatore possono avere concezioni riduttive e strumentali dell�uomo.

Per quanto riguarda la situazione del Giappone attuale, vorrei tentare una rifles-sione a partire da dati concreti sulla base dei quali cercare di delineare un nuovo pos-sibile umanesimo.

Un mondo in crisi

Uno sguardo generale alla societ� giapponese attuale, e in modo particolare al mondo giovanile, rivela una preoccupante perdita del senso della vita e del suo valore. Basti pensare al numero crescente di suicidi (circa 35.000 all�anno), o agli omicidi per-petrati da giovanissimi (ragazzi di scuola media) che hanno recentemente shockato l�opinione pubblica riportando in primo piano il problema educativo e le sue finalit�.

Fin dalle scuole materne, infatti, il bambino � sottoposto, pi� o meno incon-sciamente, alla spietata legge della concorrenza che insegna a raggiungere il �primo posto� ad ogni costo, nella scuola prima, nella societ� poi. In questo modo, � venuto a logorarsi il pi� elementare senso di solidariet� sociale e di servizio, di sincera collabo-razione e di dedizione che, per tanto tempo, ha rappresentato la forza della societ� giapponese.

Inoltre, per rispondere a questa logica della �concorrenza�, anche la famiglia � sottoposta ad uno sforzo estremo: per far quadrare il bilancio familiare, spesso le madri sono costrette a lavorare rimanendo lunghe ore lontane da casa e dai figli che, in cambio, ricevono sempre pi� cose, ma sempre meno valori autentici e punti di riferimento validi.

L�idolatria del benessere e la priorit� assoluta data all�economia stanno inoltre riducendo il giapponese a �homo oeconomicus�, a una macchina, cio�, di produzione e, soprattutto, di consumo. Non a caso, luoghi di aggregazione comune sono diventati i grandi supermercati che offrono spazi sofisticati per piccoli e grandi, giovani e anziani, naturalmente all�insegna del consumo!

Alle radici di questa situazione sociale ci sono varie cause che cercher� di e-nunciare brevemente:

- secolarizzazione

- imitazione acritica dell�occidente, soprattutto del modello americano;

- vuoto di educazione religiosa nella scuola e nella famiglia,

- eccessiva importanza data all�economia,

- eccessiva urbanizzazione

- invasione del mondo virtuale

Credo di poter dire che la secolarizzazione in Giappone ha raggiunto livelli ben su-periori a quelli occidentali. Questo processo, iniziato soprattutto nell�immediato dopo-guerra, � aggravato dall�imitazione, spesso strumentalmente manovrata, del modello americano. Ci� ha portato ad una progressiva disaffezione dei valori tradizionali giap-ponesi, ad una perdita dell�identit� profonda, e ad un disagio che ci si illude di superare imitando ancora di pi� l�Occidente.

Inoltre, la nuova Costituzione giapponese entrata in vigore con l�occupazione ame-ricana e la fine della guerra, ha laicizzato completamente la scuola. Per legge nelle scuole statali � proibito insegnare qualunque tipo di religione. Ci� ha creato nelle ge-nerazioni del dopoguerra un vuoto di valori etici e di punti di riferimento religiosi che le scuole private di diversa ispirazione religiosa (cristiane, buddhiste o altre) non bastano a colmare.

Anche il modello famigliare � passato improvvisamente da quello plurigenerazionale formato da nonni (che garantivano la trasmissione dell�esperienza religiosa), a quello mononucleare di genitori e figli sempre pi� estraniati tra di loro. La comunicazione tra generazioni, infatti, � un altro grande problema sociale del Giappone di oggi.

Individuo, famiglia e societ� devono sempre pi� ubbidire alla logica di un�economia di consumo che impone le sue leggi e i suoi costi. La ristrutturazione economica di questi ultimi anni ha fatto numerose vittime, soprattutto fra la popolazione maschile compresa tra i 40 e i 50 anni. Padri di famiglia, che hanno improvvisamente perso il posto di lavoro o che hanno visto sfumare le speranze di un successo rincorso a prezzo di tanti sacrifici, si sono tolti la vita o si sono trovati ai margini della societ�. Il mito di un�economia vin-cente, che il Giappone ha rincorso in questi ultimi 50 anni, si sta rivelando una falsa chimera creando frustrazione e delusione da una parte, domanda di senso e ripensa-mento dall�altra.

Questa situazione � resa ancora pi� complessa da altri due fattori: la selvaggia urbanizzazione e la diffusione invasiva del mondo virtuale.

La selvaggia urbanizzazione, concentra milioni e milioni di persone in spazi urbani sempre pi� inquinati e inquinanti e li aliena progressivamente dal contatto vitale e puri-ficante con la natura. Contatto che il giapponese da sempre ha vissuto e sperimentato come momento privilegiato di esperienza religiosa.

L�invasione del mondo virtuale sta avendo un impatto deleterio soprattutto tra i pi� giovani che si rivelano sempre pi� incapaci di percepire la profonda differenza tra mondo virtuale e mondo reale. Ci� incide negativamente sulla loro capacit� di relazione sia con il mondo esterno che con i coetanei creando seri problemi di comunicazione interper-sonale, sia nella famiglia che nella societ�. Stanno aumentando i casi di cosiddetto �komori� ossia di auto segregazione dal mondo reale per rifugiarsi in quello virtuale.

Compito delle religioni

In questa situazione le religioni hanno un grande compito da svolgere. Prima di tutto restituendo ai giapponesi il senso del rispetto e del valore della vita. E� vero, le religioni stesse non hanno una medesima concezione dell�essere umano, ma hanno al loro cuore una sincera preoccupazione per l�uomo. Lo Shintoismo concepisce l�uomo come un essere chiamato a vivere in piena armonia con la natura, nel rispetto delle sue leggi e dei suoi ritmi; il Buddhismo propone all�uomo una via di liberazione dalla sofferenza e dalle passioni e lo stimola ad essere compassionevole e solidale con ogni forma di vita; il Cristianesimo riconosce nell�uomo l�immagine di Dio, lo saluta �figlio di Dio� ricono-scendogli un�alta dignit�.

Per questo penso che le Religioni in Giappone possono e devono collaborare in-sieme in difesa della vita e dell�uomo, sottraendolo al demone del consumismo e dell�economismo per restituirgli la dignit� che gli compete. E� necessario che le religioni uniscano i loro sforzi per un progetto educativo alternativo che apra il giapponese di oggi ai valori religiosi, al rispetto della vita in tutte le sue forme, alla solidariet�, allo spirito di servizio, alla ricerca del bene comune, alla sincera difesa della pace nazionale e inter-nazionale, al rispetto della natura e dell�ambiente.

Per mettere in atto un tale progetto, il dialogo e la collaborazione tra le religioni � di importanza vitale. Un dialogo che porti prima di tutto ad una maggiore conoscenza re-ciproca, e poi ad una sincera e disinteressata collaborazione per il bene di tutti. Solo mettendo insieme le forze, potremo frenare questa secolarizzazione selvaggia, ridi-mensionare l�efficientismo, frenare l�edonismo imperante che sta distruggendo il nostro popolo e soprattutto restituirgli quei valori autentici che possono aprire il futuro alla speranza e ad un mondo pi� giusto.