Luned� 6 Settembre 2004
Universit� Cattolica del Sacro Cuore, Cinema Gnomo
Religioni e degrado sociale e ambientale

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Andrea Masullo
WWF Italia
  

In quest�ultimo secolo, appena concluso, l�economia, forte di uno straordinario progresso tecnologico, ha saldamente assunto la guida della societ�, dettando indirizzi ed obiettivi e piegando alle sue regole le scelte politiche, Il processo di globalizzazione che si � compiuto in questi ultimi decenni. ha esteso il dominio di questo modello su scala planetaria, omologando ad esso societ� e culture diverse. L�obiettivo primario dell�economia � la produzione del capitale ottenuta attraverso il prelievo e la trasformazione delle risorse naturali. Il progresso tecnologico ha portato ad una incredibile accelerazione del prelievo di risorse naturali, purtroppo proprio di quelle non rinnovabili, ritenute erroneamente illimitate e indefinitamente a buon mercato. Non a caso il parametro guida del sistema economico � il PIL, parametro quantitativo che non misura in alcun modo il benessere sociale o il degrado e la disponibilit� delle risorse naturali che lo hanno prodotto. Nicholas Georgescu Roetgen diceva che paradossalmente �il risultato del processo economico � la trasformazione di risorse dotate di valore in scarti privi di valore� e da ci� dovrebbe derivare come risultato positivo il benessere. Che tale meccanismo comporti un degrado ambientale � ovvio; il fatto che produca anche un degrado sociale � inquietante in quanto mette in dubbio l�utilit� del processo. Il meccanismo economico vive ormai ossessivamente l�imperativo di una crescita illimitata impossibile in un mondo limitato soprattutto se si basa come oggi sull�utilizzo di risorse non rinnovabili. L�aumento del prezzo del petrolio nelle scorse settimane ha creato l�ennesimo allarme nell�economia mondiale, allarme destinato a ripetersi dal momento che tale risorsa si esaurir� entro la met� del secolo in corso. La necessit� di garantirsi gli approvvigionamenti in tale situazione di incertezza � alla base delle drammatiche crisi mediorientali culminate nella drammatica guerra iraqena. L�emergere imponente dell�economia cinese esaspera ulteriormente la competizione sulle risorse facendo emergere anche la difficolt� della estensione della applicazione del modello al di fuori di quel quinto dell�umanit� che risiede nei paesi industrializzati e ne ha fino ad oggi goduto i benefici. Il degrado ambientale � giunto a compromettere perfino i meccanismi che regolano il clima del pianeta mettendo a rischio, entro la met� di questo secolo la disponibilit� alimentare e di acqua potabile di circa tre miliardi di esseri umani. Le conseguenze politiche che ne deriverebbero sono state valutate in un recente rapporto del pentagono assai pi� gravi degli attuali problemi relativi al terrorismo.

L�integralismo produttivista imposto dal dominio dell�economia nella societ� ha portato anche ad una concezione materialista ed utilitarista dell�uomo, riconosciuto essenzialmente nella sua duplice funzione di produttore e consumatore con i valori umani e culturali relegati in secondo piano, e la marginalizzazione di chi per et� o stato sociale non partecipa a nessuna di queste funzioni. Ci� ha prodotto una destrutturazione umana e dell�identit� sociale, caratterizzata nei paesi ricchi da una sorta di annebbiamento delle coscienza nell�ebbrezza consumista. Ma nella stragrande maggioranza dell�umanit�, che risiede in paesi poveri o in via di sviluppo, il declino sociale non trova neppure una motivazione in una crescita significativa del benessere; ci� viene vissuto in maniera particolarmente esasperata in quei paesi che forniscono all�economia mondiale le risorse fondamentali senza goderne se non marginalmente i benefici.

Degrado ambientale e degrado sociale sono quindi il frutto di una societ� che ha messo al centro l�economia subordinando alle regole del mercato gli obiettivi sociali ed il mantenimento dei meccanismi naturali che garantiscono la vita sul nostro pianeta.

E� necessaria una sorta di rivoluzione copernicana, rimettendo al centro della societ� l�uomo e l�economia al servizio degli obiettivi sociali. Un nuovo umanesimo � pi� che mai urgente per fissare nuovi realistici obiettivi per una umanit� disorientata, divisa dall�insicurezza per il futuro e dalla paura nel presente dei ricchi, e dalla disperazione dei poveri che hanno visto in questi ultimi decenni allontanarsi le promesse di benessere.

Le religioni, con il loro bagaglio di saggezza ispiratrice di felicit� e di sobriet�, quale ruolo possono avere in questa crisi? possono offrire valori fondanti per questo nuovo umanesimo?