Luned� 6 Settembre 2004
Universit� Cattolica del Sacro Cuore, Cinema Gnomo
Religioni e degrado sociale e ambientale

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Daniele Bassi
Universit� degli Studi di Milano, Italia
  

PREMESSA

Agli albori del 3� millennio l�umanit� vive nel suo complesso uno stato di benessere mai sperimentato in passato: la vita media non � mai stata cos� lunga, la Terra non � mai stata cos� popolata eppure il cibo mai cos� abbondante ed a buon mercato; le scienze mediche sono arrivate a traguardi impensabili solo fino a pochi anni fa e lo stesso si pu� dire della tecnologia in generale; le principali materie prime sono ben lungi dall�esaurirsi. Certo non mancano i problemi, anche gravi, dovuti soprattutto ad una ripartizione ineguale e spesso iniqua del benessere, anche a causa di guerre e regimi politici autoritari. Inoltre, molte malattie sono ben lungi dall�essere sconfitte e certe attivit� produttive mettono a repentaglio la vivibilit� dell�ambiente e la salute dell�uomo. Ma nonostante questo non � possibile condividere il catastrofismo di certo ecologismo di maniera che arriva a considerare l�uomo una minaccia per la Terra, la cui stessa presenza rappresenterebbe un pericolo gravissimo per la Natura, per definizione considerata benigna. Questo ecologismo che non si stanca di profetizzare immani catastrofi a causa del deterioramento dell�ambiente ed all�esaurimento delle risorse, profezie puntualmente smentite dal succedersi dei fatti.

INTRODUZIONE

Ci sono molte modalit� per lottare contro il degrado sociale e ambientale, ma la questione su cui occorre preliminarmente sgombrare il campo da equivoci � una concezione dell�ambiente che tenga conto di tutti gli elementi che esistono in natura, uomo compreso.

Non prender� quindi in considerazione i vari orientamenti filosofici che considerano l�uomo come un evento a parte rispetto al resto della realt� conosciuta, quando non addirittura come un fattore negativo rispetto ad un primigenio equilibrio esistente in natura, dove la parola �natura� � contrapposta a tutto ci� che l�uomo produce, definito appunto �artificiale�.

Quanto questa visione di ambiente, pur non scevra di aspetti filosofici ed etici interessanti, non sia rispondente alla realt�, lo possiamo constatare da un piccolo esempio preso dalla mia esperienza professionale, probabilmente banale, ma esemplificativo di un atteggiamento culturale: l�agricoltura biologica (AB). I prodotti alimentari, per poter fregiarsi del marchio �prodotto proveniente da AB�, devono essere ottenuti mediante protocolli produttivi che escludono l�utilizzo di sostanze chimiche di sintesi (cio� che non si trovano in natura), ritenute pregiudizialmente tossiche o comunque pi� pericolose di quelle di origine naturale, che invece sono autorizzate.

Ora, quanto questo assunto sia lontano dal vero e quanto la natura possa essere perfida e matrigna ce lo dimostra l�esperienza quotidiana: � sufficiente pensare ai funghi tossici ed ai serpenti velenosi.

Nei limiti del tempo assegnatomi, non vorrei per� dilungarmi sugli aspetti filosofici inerenti il concetto di �ambiente� (anche se sarebbe interessante porsi alcune domande, a partire da quella fondamentale: l�uomo fa parte dell�ambiente?), ma piuttosto limitarmi a proporre tre esemplificazioni, a sostegno di una concezioe che vede il concetto di ambiente strettamente connesso a quello di persona.

I FATTI: UN APPROCCIO INTEGRALE

1. UNA NUOVA PRIMAVERA PER LE FAVELAS: IL CASO DI NOVOS ALAGADOS-RIBEIRA AZUL A SALVADOR BAHIA (BRASILE)

Il dramma delle popolazioni che vivono negli slums delle grandi metropoli � un tema che accomuna emergenze di tipo sociale (che riguardano le condizioni di vita di milioni di persone in condizioni spesso sub-umane) e di tipo ambientale: le zone occupate dagli slums divengono molto presto alterate dal punto vista paesaggistico, con degradi di tipo pedologico, faunistico e floristico.

La soluzione di tali situazioni non appare semplice, in primo luogo per l�entit� del fenomeno, che coinvolge milioni di persone ed inoltre per le problematiche coinvolte: mancanza di lavoro, situazioni famigliari degradate, droga, delinquenza, scarso tasso di alfabetizzazione, ecc.

Particolarmente significativo ai fini dell�argomento che stiamo affrontando � il caso che riguarda alcune favelas della citt� di Salvador-Bahia, in Brasile. Fondata nel 1549, prima capitale della colonia portoghese, terza citt� pi� popolata del Brasile, con 3,5 milioni di abitanti nell�area metropolitana, ha assistito nell�ultimo decennio a una crescita accelerata e disordinata, caratterizzata da forte immigrazione e dallo sviluppo delle Favelas nelle periferie. Negli anni �60, la citt� aveva 400.000 abitanti.

Recenti studi dell�Universit� Federale di Bahia rivelano che ci sono oggi a Salvador pi� di 400 aree povere dove abitano 1,2 milioni di persone, pari al 45% della popolazione della citt� ed una superficie di 4 chilometri quadrati, in cui abitano circa 40mila famiglie e 130mila abitanti, il 6% della popolazione del Comune di Salvador.

Il 45% della popolazione in et� attiva non genera reddito, il 59% ha un reddito familiare che arriva solo a mezzo salario minimo, pari a circa 45 dollari al mese; il 21% della popolazione in et� scolare ha abbandonato la scuola e il 71% � in ritardo sul piano di studi; il 40% afferma di aver difficolt� ad accedere ai servizi di salute pubblica e il 20% pratica l�automedicazione.

Novos Alagados � un�area di favela molto particolare, caratterizzata da palafitte, con un degrado sociale, ambientale e urbano molto elevato. I primi recuperi dell�area risalgono agli anni �70, ma dopo fasi di risanamento le persone sono tornate a ricostruire le palafitte. Con il �92, il governo locale ha iniziato ad affrontare la povert� in un modo pi� ampio, sollecitando interventi di maggiore spessore e profondit� per la soluzione di questo problema: nasce il progetto Novos Alagados. Inizialmente pensato per beneficiare 500 famiglie, il progetto fu ampliato a tutta la comunit�, beneficiando 3.713 domicili corrispondenti a 14.415 abitanti, di cui il 38% viveva in palafitta. Finanziatori sono stati il Governo dello Stato, il Ministero degli Affari Esteri Italiano (MAE), la Banca Mondiale e la ONG italiana AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale), che ha partecipato al progetto fornendo assistenza tecnica e sociale.

Oltre a realizzare le infrastrutture di base, il progetto di urbanizzazione, la rimozione delle palafitte, la costruzione e il miglioramento delle case fatiscenti, il piano di riduzione della povert� ha contemplato azioni di carattere sociale, fondamentali come supporto per lo sviluppo delle comunit� coinvolte e necessarie per garantire la sostenibilit� dei miglioramenti acquisiti con gli interventi.

Dal positivo riscontro del progetto pilota, nasce la decisione di estenderlo a tutta l�area intorno a quella di �Novos Alagados�, con caratteristiche simili. Nasce il programma �Ribeira Azul�, un insieme di aree situate nella zona del �suburbio�, con una superficie di circa 4 kmq, 130.000 abitanti, considerata come una delle aree pi� degradate della citt�..

Il Programma di Riduzione della Povert� Urbana nell�area di Ribeira Azul rappresenta uno dei pi� importanti interventi del Governo dello Stato di Bahia nella regione metropolitana di Salvador. Prevede la realizzazione di azioni fisiche, e di progetti di natura sociale e ambientale, si propone di realizzare un intervento integrato, attraverso una metodologia partecipativa che permetta agli abitanti di questa importante area di Salvador l�accesso ai servizi essenziali.

Gli obiettivi specifici, strettamente integrati fra loro, sono:

1) Recuperare l�area dal punto di vista urbanistico�ambientale assicurandone la piena integrazione urbana; ad oggi, a un anno dalla fine del progetto, � in corso la rimozione e sostituzione di oltre 2.000 palafitte, mentre il miglioramento ha coinvolto gi� pi� di 800 case, e sono stati stesi i piani intervento nel settore urbano e ambientale. Il deficit abitativo � stato ridotto del 23%, comprendendo le abitazioni su palafitta, in latta e legno.

2) Sostenere e incentivare lo sviluppo socio-economico della popolazione locale; sono in corso progetti di rafforzamento di decine di associazioni private presenti nell�area che erogano servizi alla persona, coinvolte attraverso un processo partecipativo. Vengono svolti interventi nei settori educativo, sanitario e di sviluppo del reddito. In particolare sono state rafforzate cooperative di pesca, produzione nel tessile, commercio.

3) Rafforzare le capacit� delle istituzioni governative locali nella pianificazione, gestione e valutazione degli interventi di lotta alla povert� urbana, mettendo a punto una metodologia per gli interventi riproducibili in altre zone del Brasile o del Mondo. Su questo punto, la Banca Mondiale e il Governo di Stato di Bahia stanno lavorando con AVSI per sistematizzare e diffondere metodi e strumenti. Il progetto � stato presentato nel dicembre 2003 allo Urban Forum di Washington; lo stesso metodo sar� applicato dallo Stato di Bahia ad altri interventi in programmazione, che prevedono di destinare alle attivit� sociali il 30% degli investimenti, novit� introdotta come �lezione appresa� dall�esperienza del Ribeira Azul.

Il programma presenta alcuni elementi di novit�:

� l�assetto istituzionale di stretta partnership tra autorit� locali, banca mondiale, ministero esteri italiano, e una ong italiana, insieme con soggetti civili locali;

� la co-direzione all�interno di un�unit� tecnica tra l�ong italiana e l�agenzia di sviluppo urbano di Bahia

� il riconoscimento della metodologia sviluppata nel progetto pilota �Novos Alagados� e il suo passaggio a scala urbana, metodologia che prevede una stretta integrazione tra interventi strutturali e infrastrutturali e interventi di sviluppo umano.

2. IL CASO DELLE PIANTE OGM

La cosiddetta �ingegneria genetica� � una tecnica biologica (appartenente alle cosiddette �nuove biotecnologie) che consente di �spostare� frammenti di DNA da un organismo all�altro (evitando di passare attraverso la tradizionale trasmissione per via sessuale e superando le barriere biologiche tra specie anche molto lontane, per esempio tra un batterio ed un albero) per far svolgere alla pianta una funzione altrimenti possibile da ottenere con altri mezzi: resistenza ad insetti e malattie, miglioramento delle caratteristiche alimentari o funzionali, ottenimento di vaccini, ecc.

Dall�inizio della diffusione e coltivazione di tali piante (in particolare: colza, mais, cotone, soia) su ampia scala e dall�utilizzo dei primi prodotti per l�alimentazione umana ed animale, sono ormai passati otto anni:

- nel 2003 sono stati messi a coltura con piante OGM quasi 68 milioni di ettari;

- il 30% di tale superficie si trova in paesi in via di sviluppo (PVS);

- sono stati interessati 7 milioni di agricoltori in 18 paesi;

- l�85% di essi risiede in PVS;

Gli OGM sono strettamente regolati da norme sia prima (nella fase sperimentale di ottenimento e messa a punto) sia dopo l�immissione in coltivazione ed in commercio, per quanto riguarda i possibili effetti ambientali (eventuali danni su piante ed insetti non di interesse agricolo, pericolo che il DNA ingegnerizzato possa essere �trasferito� accidentalmente tramite i semi od il polline ad altre coltivazioni non OGM o a piante selvatiche, creando danni all�ecosistema) e/o sulla salute umana (eventuali propriet� allergiche/tossiche dei nuovi prodotti GM).

Nonostante ad oggi (cumulando le coltivazioni effettuate negli ultimi otto-nove anni, da quando le prime piantagioni sono state autorizzate negli USA) sono state prodotte miliardi di piante, interessando centinai di milioni di ettari per la loro coltivazione) non sono mai stati accertati particolari problemi n� per quanto riguarda l�ambiente, n� per quanto riguarda la salute umana.

Tra i principali vantaggi si ricordano:

A. risparmio nell�uso di terreno (a parit� di prodotto ottenuto, � necessaria una minor superficie di terreno per la loro coltivazione, grazie alle maggiori rese), con conseguente salvaguardia degli ambienti naturali;

B. minor uso di fitofarmaci (erbicidi e pesticidi), con conseguenti vantaggi per la salute dell�uomo ed il rispetto della fauna selvatica;

C. garanzie di ottenimento del prodotto anche in annate molto favorevoli allo sviluppo di insetti dannosi (ad esempio per il mais ed il cotone GM resistenti agli insetti);

D. nessun pericolo per la salute umana dal consumo di alimenti GM; in alcuni casi si registrano anzi vantaggi, come la minor presenza di micotossine (cancerogene) nel mais GM resistente agli insetti (le micotossine, prodotte da funghi microscopici che colonizzano le gallerie scavate dalle larve degli insetti nella granella di mais, passano quasi integre nel latte).

Nonostante tutti questi, ormai acclarati e consolidati, vantaggi, esistono oggi forti movimenti di pressione (di matrice politica o anche religiosa) che si oppongono alla coltivazione ed al consumo non solo nei loro paesi (solitamente nel nord �ricco� del mondo, Europa in particolare), ma anche nei PVS, arrogandosi il diritto di scegliere per altri (col pretesto di farsi loro paladini a fronte del paventato pericolo di sfruttamento da parte delle multinazionali produttrici del seme GM).

Ora, ammesso e non concesso che i paesi ricchi non abbiano bisogno di produrre e consumare OGM, perch� impedire ai PVS una libera scelta?

Alla luce dei dati disponibili, chi si oppone alla coltivazione ed al consumo di colture GM nei PVS appare di fatto corresponsabile dell�ulteriore distruzione degli habitat naturali necessari a produrre le derrate per popolazioni in continua crescita, tenendo presente che le tecniche e le sementi tradizionali portano notoriamente a scarse rese, con conseguente necessit� di mettere a coltura nuovi territori.

3. L�UGANDA DI FRONTE ALL�AIDS-

L�Uganda, uno dei Paesi in cui � pi� diffusa la piaga dell�AIDS, ha fatto riscontrare in tempi recenti notevolissimi miglioramenti nella riduzione della sindrome: dal 15% di sieropositivi negli anni �90, si � passati al 5% nel 2001. Tali risultati sono tanto pi� sorprendenti non solo per la loro entit�, bens� anche perch� rappresentano un caso forse unico nell�ambito dei paesi pi� colpiti.

Difficile descrivere le cause di questi positivi risultati, per� sicuramente vale la pena citare due fattori che potrebbero essere determinanti.

Il primo riguarda l�impegno del governo, ed in particolare del presidente Musuvemi, con il lancio del programma ABC: (in ordine di priorit�) abstinence, be faithful, condom. L�originalit� ed il coraggio di questo programma stanno nella preminenza affidata alla responsabilit� personale (astinenza e partner unico) rispetto alle soluzioni tecnico-medicali (condom). Tale programma, criticato fortemente da organizzazioni pubbliche e private (ugandesi ed internazionali) perch� tacciato di semplicismo e dilettantismo, � stato e viene attuato con la collaborazione soprattutto della societ� civile con un coinvolgimento importante delle comunit� religiose cristiane musulmane, cui si deve probabilmente attribuire una delle chiavi del suo successo: e risiede qui il secondo fattore di originalit� del programma ugandese. Per esempio il programma di prevenzione della trasmissione del virus HIV dalla madre al bambino (PMTCT: Prevention of Mother to child HIV Transmission Programme) viene integrato da tutta una serie di attivit� complementari tese a sostenere le future madri in tutti gli aspetti critici della loro condizione, che va dall�accompagnarle nell�esperienza del parto, alla cura del nuovo nato, all�assistenza ed educazione alimentare, fino ad azioni che facilitano il sostentamento economico incoraggiando attivit� lavorative o comunque di produzione di reddito. Tali azioni vengono portate avanti da comunit� di base e da ong locali ed internazionali (come l�italiana AVSI, che vanta una forte presenza nel paese dagli anni �80), che affiancano le organizzazioni statali, spesso migliorando di molto gli indici di successo del programma. Molti dei fallimenti dei programmi volti a sconfiggere l�AIDS sono da far risalire al prevalere mentalit� naturalistica, in fondo venata da una sfiducia di fondo nelle capacit� del singolo che propone soluzioni meccanicistiche (tecnico sanitarie, come condom e vaccini). Al contrario, l�approccio che fa leva sull�educazione al valore della persona e sulla fiducia nelle sue capacit� di cambiare comportamento (educando le giovani generazioni al sacrificio per il bene dell�altro), appare invece vincente.

Non si tratta ovviamente di anteporre un approccio all�altro, bens� di inserire gli strumenti tecnici in un in un contesto sociale ricco di relazioni.

CONSIDERAZIONI

Ritengo che questi tre esempi possano illustrare adeguatamente come, aderendo al principio di realt�, l�uomo non sia un fattore estraneo all�ambiente, ma la risorsa fondamentale a cui guardare e da cui partire per la sua tutela, a patto che se ne rispetti l�originalit� e la dignit� che lo rendono persona.

L�originalit� dell�uomo; tra le tante definizioni di uomo, permettetemi di citare questa: �l�uomo � quel livello della realt� ove essa prende coscienza di s�, e dotato di ragione, intesa come apertura al reale secondo la totalit� dei suoi fattori (Giussani, 1977).

La dignit� dell�uomo; a dispetto dei notevoli passi compiuti in campo sociale, scientifico e tecnologico, molto resta ancora da fare nel campo del rispetto della dignit� dell�uomo. Se anche recentemente sono stati approvati provvedimenti legislativi in Italia (e se ne attendon di analoghi in Europa) che mirano a proteggere gli animali, fino ad arrivare a prevedere pene detentive, come non ricordare che in molti paesi che si definiscono, pur a ragione, civili ed evoluti, esiste ancora non solo la pena di morte (che potrebbe avere una qualche giustificazione, nel tentativo della societ� civile di difendersi dagli elementi pi� pericolosi), ma anche il diritto all�aborto (dove nemmeno il padre naturale pu� contrastare la decisione della madre)? Se questo diritto (all�aborto) tende a garantire la salute fisica e psichica della donna, chi garantisce per quella del nascituro? E se ancora ci rifiutiamo di prendere atto che il feto � una vita, di quale superiorit� scientifica e tecnologica ci vogliamo ammantare?

E se qualcuno trovasse bizzarra la citazione del problema dell�aborto nell�ambito di questa tavola rotonda, mi sia permesso di citare una paladina dei diseredati, che ha dedicato tutta la sua vita per ridare dignit� agli uomini pi� poveri in tutti gli angoli del mondo, Madre Teresa, che si affannava a ripetere che l�esistenza del diritto all�aborto � la causa di tutti i conflitti.

CONCLUSIONI

I tre esempi che ho presentato possono apparire molto lontani tra di loro, in particolare il primo, ma ad una pi� attenta riflessione ad una pi� attenta riflessione � possibile cogliere che tutti hanno al centro l�uomo, o meglio la persona.

1. La nozione di persona (essere dotato di una sua dignit�) porta con s� quella di educazione: non � dato concepire una persona se non come frutto, oltre che di una somma di dati biologici, anche di un contributo che deriva dalla tradizione in cui essa � cresciuta. E la tradizione, intesa come ipotesi esplicativa della realt� � l�insieme dei dati culturali che fanno parte della sua storia. Sinteticamente, potremmo definire l�educazione, intesa come concezione della realt� che ogni uomo porta in s� (e tale concezione non � innata, bens� acquisita), come introduzione alla realt� totale (Jungmann, 1939), al fine di fornire ipotesi esplicative della realt� medesima.

2. Occorrerebbe superare le pulsioni ambientaliste di maniera che vedono in un puro conservazionismo l�unica modalit� per rispettare l�ambiente (l�approccio della �riserva integrale, che prevede l�esclusione di qualsiasi intervento umano e dove quindi la priorit� � data ai soli fattori �naturali�), per arrivare a comprendere che solo un uomo cosciente (e cio� �educato�) pu� esercitare la responsabilit� nel rispetto dell�ambiente.

3. Il concetto di responsabilit� implica per� un rapporto: non esiste responsabilit� se non si gioca in un rapporto, si tratti di altri uomini, cose o animali. E il rapporto implica un dinamismo: i boschi delle Dolomiti non sarebbero cos� affascinanti se non fossero curati dall�uomo, e le Dolomiti sarebbero meno suggestive senza la corona di quei boschi (e chi crede che la natura sappia fare meglio, in questo caso si sbaglia�.). E� quindi l�uomo �educato� la miglior risorsa dell�ambiente (sociale e fisico).

Secondo questa concezione, quando si arriva al degrado, che si tratti di situazioni sociali o di aspetti ambientali? Quando mancano uomini educati a concepire la realt� come rapporto, ma al contrario la concepiscono come appropriazione: ed allora non servono le raccomandazioni etico-morali alla salvaguardia dell�ambiente o i richiami all�uguaglianza sociale). Occorre allora rifarsi ai motivi che rendono pi� ragionevole un approccio alla realt� in tutti i suoi aspetti, cos� che si riesca a comprendere che la realt� diventa pi� interessante, cio� pi� vera, quando � esperienza (il rendersi conto di ci� che accade) di un rapporto: ma oggi, tra i tanti moralizzatori che affollano le cattedre ed i mezzi di comunicazione, c�� ancora qualcuno interessato alla verit�, cio� al significato delle cose, al nesso di ogni frammento con la totalit� del reale? A questo proposito, non possiamo che essere d�accordo col pensiero di A. Carrel: �molta osservazione e poco ragionamento portano alla verit�, poca osservazione e molto ragionamento portano all�errore�, che stigmatizza il prevalere dell�ideologia, cio� l�esaltazione irragionevoli di alcuni particolari rispetto alla totalit� della realt�.

IN SINTESI

Non pare credibile un ipotetico ritorno ad una mitica �et� dell� oro� (del resto mai esistita nella storia dell�umanit�) dove l�uomo dovrebbe vivere senza l�uso della tecnologia per non disturbare la provvida Natura.

Pare invece ragionevole radicarsi nel solco della tradizione giudaico-cristiana, a partire dalla profezia fatta ad Abramo: �Guarda in cielo e conta le stelle....tale sar� la tua discendenza�... sarai padre di una moltitudine di popoli� (Gen. 15,5; 17,4). Per tale motivo non si pu� prescindere dal primato dell�uomo sulla natura e dall�uso della ragione come strumento da utilizzare per la gestione dei beni materiali al fine di consentire una vita dignitosa a tutti gli essere umani, fin dal loro concepimento. L�ambiente cos� concepito diviene una �umana dimora� dove il primo bene da difendere � l�uomo, oggi pi� che mai minacciato nella sua dignit� ed esistenza fisica da ideologie panteiste e quindi nichiliste che vorrebbero ridurlo al rango di uno fra i tanti esseri viventi, quando non addirittura al disotto delle realt� inanimate. In questa ottica sono da ritenersi pertanto fortemente riduttivi gli interventi ambientali di puro conservazionismo, come se la natura dovesse essere difesa dalla minaccia costituita dall�uomo. In realt� tale visione diventa oggettivamente funzionale ad una logica elitaria maturata in circoli esclusivi che si rifanno ad ideologie neo-malthusiane che negano l�accesso al benessere ai popoli pi� svantaggiati.

Invece, non si pu� che essere favorevoli ad un uso intelligente dei beni naturali concepito nella logica della sussidiariet� che vede la persona, e le realt� intermedie da essa liberamente create (famiglia, aggregazioni sociali), al centro di un modello di sviluppo responsabile, a sua volta frutto di un�educazione attenta a tutti gli elementi della realt�, senza previe esclusioni motivate da scelte ideologiche.