Marted� 7 Settembre 2004
Casa Ildefonso Schuster, Sala Panighi
Religioni all�origine dei conflitti?

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Guy Harpigny
Vescovo cattolico, Belgio
  

Gli avvenimenti di Settembre 2001, negli Stati Uniti, hanno indurito (irrigidito) considerevolmente lo sguardo cha si aveva verso la religione musulmana. Coloro che conoscono bene lo sviluppo del Medio Oriente negli ultimi 50 anni, sentono spesso dire che le 3 grandi religioni abramitiche in questa regione hanno radicalizzato le loro attitudini ( i loro comportamenti): gli ebrei, i cristiani libanesi, gli sciiti e anche i sunniti superati da quelli che ricevono la qualifica d�islamici.

Ugualmente, negli Stati Uniti d�America gli evangelici radicalizzano il loro modo di testimoniare la fede e cercano d�imporsi, in diverse regioni del mondo come un baluardo difronte all�espansione degli islamici in Africa, in Asia e altrove.

Pi� vicino nei Balcani e in Cecenia constatiamo fenomeni simili.

� facile, quando si condivide una filosofia che nega l�esistenza di Dio e la rivelazione, sottolineare il fatto che le religioni, opera umana, perdono da un momento all�altro la ragione e fanno riferimento ad un Dio, per imporre il loro punto di vista a tutti, a discapito della pace, della libert� e della solidariet� tra gli uomini.

Vivo in una regione d�Europa che dal XVIII secolo � influenzata dalla filosofia dei Lumi che martella questo genere di discorso e che a partire dai conflitti in Medio Oriente, e a partire dall�ondata islamica e dagli sforzi degli evangelici americani, fa una revisione della storia della Chiesa Cattolica, a partire dalle crociate fino all�inquisizione ed alle pratiche missionarie dal XIX secolo al XX secolo. In conclusione anche la Chiesa cattolica � descritta come una religione che in modo regolare cade negli stessi errori di comportamento degli islamici e degli evangelici americani. La dimostrazione arriva al suo termine quando alcuni movimenti o associazioni di fedeli della Chiesa Cattolica vengono presentati come delle �sette� che, in caso di gravi conflitti generano dei terroristi.

� difficile andare contro corrente davanti ad una simile filosofia, con argomenti unicamente razionali e storici. Bisogna, tuttavia osare dire che le religioni hanno un dinamismo, una risorsa che toccano il cuore stesso degli esseri umani nel loro incontro con Dio. Le religioni non sono �strutture� d�oppressione inventate dagli uomini. Esse toccano, per attenersi unicamente a ci� che Mircea Eliade ha presentato, il sacro, il mito, il simbolo e il rito, �ambiti� che riguardano tutti gli esseri umani, sfere della vita che nessuno pu� strappare all�umanit�. Questi ambiti fanno parte della realt�. E quando si tratta di una religone che accoglie la Parola di Dio, una rivelazione, dobbiamo ammettere che la concezione dell�essere umano viene stravolta: l�essere umano � �Capax Dei� creato in modo da essere aperto a una Parola che viene da Dio, ad entrare in un disegno che Dio manifesta nella Creazione. In questa prospettiva le religioni rivelate aprono la ragione umana su un aldil� insospettato dal mondo visibile. Dio creatore potrebbe avere come proggetto la distruzione di una parte dell�umanit�?

Questioni gravi, come il male, la sofferenza, la morte vengono anche poste nel dialogo con Dio.

Succede che alcune presentazioni tratte dalle religioni rivelate, rimandano ad un altro mondo il disegno di Dio, un altro mondo dove i problemi del male, della sofferenza e della morte non si pongono pi�. Ma � una ragione sufficente per considerare ci� che accade in questo mondo come qualcosa di transitorio che autorizzi la distruzione di altri esseri umani?

Mi sembra che le tradizioni religiose esistenti abbiano sufficentemente in se stesse delle risorse per porre il problema della pace in termini nuovi, per raggiungere la pace in questo mondo. Qui ancora bisogna andare contro corrente di qualche slogans. Nel periodo delle guerre di religione in Europa Occidentale Hugus Grotius (1583-1645) propose la formula � etsi Deus non daretur� con il fine di portare alla pace, senza fare riferimento a Dio. Questo ha spinto qualcuno a cercare la pace unicamente a partire dalle suggestioni scaturite dalla ragione. Mi sembra che questo modo di vedere non sia sufficente.

Attingendo al contenuto della fede cristiana, constato che il Cristo dichiara �Beati� (Felici) gli operatori di pace. La pace � chiaramente un dono che viene da Dio. Il resuscitato la dona ai suoi discepoli la sera di Pasqua. Ma allo stesso tempo la pace � una realt� che si costruisce. Esige un� immensa vigilanza per discernere le cause reali dei conflitti e una forza interiore per raggiungere ci� che noi chiamiamo riconciliazione, il perdono � un bene comune. All�interno delle religioni non ci sono codici, riti e strutture, ci sono prima persone aperte a ci� che � inaspettato. Permettetemi di ricordare l�itinerario di Fran�ois Louis Massignon ( 1833-1962) che � stato conquistato dal modo di credere dei musulmani e che ha accettato di attuare una rivoluzione copernicana per scoprire il perno profondo della loro fede. Quando ci poniamo davanti Dio con altri credenti cambiamo il nostro sguardo sull�umanit� e sul mondo, e percepiamo bene nella nostra coscenza, che Dio ama ogni essere umano e che propone felicit� a tutti. In questo caso la pace � un dono di Dio e una beatitudine, come la giustizia e la misericordia che si radicano nella verit�, nella bont� e nella bellezza. Quando diversi credenti condividono questo, riescono spesso a stravolgere situazioni che sembrano come bloccate. � anche bene ricordare qui, che noi scopriremo queste persone solo avendo noi stessi uno sguardo di fede e supplicando il Signore d�inviarci dei mistici, dei profeti e dei santi che ci portino con loro nel cuore di Dio. Sono questi mistici, questi profeti e questi santi che cidiranno quando sbagliamo strada e che ci orienteranno verso il compimento del disegno di Dio per tutta l�umanit�. Lasciamo gemere il Santo Spirito in noi nel passaggio verso un mondo nuovo. Con lo Spirito di Dio intercediamo per la salvezza di tutti. � bene ricordarci che bisogna anche �pregare� per la pace.