Marted� 7 Settembre 2004
Casa Ildefonso Schuster, Sala Panighi
Religioni all�origine dei conflitti?

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Mohinder Singh
Sikhismo, India
  

Sono profondamente onorato da questo invito all�Incontro internazionale di Preghiera per la Pace organizzato dalla Comunit� di Sant�Egidio in questa grande citt� di Milano dove ci siamo incontrati una prima volta 11 anni fa. E� motivo di grande soddisfazione per chi di noi promuove il dialogo interreligioso che l�arboscello della pace, piantato per la prima volta da Sua Santit� il Papa Giovanni Paolo II durante il primo incontro di Preghiera per la Pace ad Assisi il 27 ottobre 1986, sia diventato un grande albero che porta frutti. Ho avuto il privilegio di partecipare alla maggior parte di questi incontri annuali e noto con soddisfazione il coinvolgimento crescente di giovani nei diversi progetti di aiuto ai poveri, di risoluzione dei conflitti e di dialogo interreligioso. E� bene che il movimento si stia diffondendo ad altri paesi. Oltre che in diverse citt� d�Italia, la Comunit� di Sant�Egidio ha organizzato anche incontri in Romania, Germania, Israele e Portogallo. Spero sinceramente e prego che un giorno terranno il loro incontro in India anche a causa dell�antico storico legame. In India abbiamo una popolazione cristiana piuttosto vasta non per il ruolo inglese ma a causa del messaggio cristiano di pace e buona volont� che ha raggiunto l�India attraverso San Tommaso nel 56 d.C., molto prima che arrivasse in Europa. Nello stato indiano di Kerala i seguaci di San Tommaso sono una presenza considerevole e hanno svolto un buon lavoro nel campo dei servizi sanitari e dell�istruzione. In tempi recenti Madre Teresa e il Dr. Graham Stain hanno conquistato le simpatie della gente dell�India con il loro spirito di servizio e di sacrificio.

In un tempo in cui cresce la conflittualit� in nome della religione e si sta creando l�impressione che le religioni siano la fonte del conflitto, la Comunit� di Sant�Egidio ha un ruolo da svolgere nel promuovere un nuovo ordine sociale basato sulla responsabilit� universale. Essendo uno studioso di storia, vorrei attirare la vostra cortese attenzione sui due modelli forti di progresso che abbiamo visto nel �900 � il modello marxista e il modello capitalista. Non molti di noi avrebbero immaginato che il modello marxista sarebbe crollato cos� presto e che un paese cos� potente, l�Unione Sovietica, si sarebbe disintegrato prima dell�inizio del nuovo secolo.

Ricordo distintamente queste temi emersi durante un incontro a Mosca nel 1987 organizzata dall�allora Ministro degli Esteri dell�Unione Sovietica per celebrare i mille anni di fondazione della pi� antica chiesa ortodossa della Bielorussia. Dopo aver condiviso il mio pensiero sulla societ� Sikh insediata dal Guru Nanak, ho confrontato e messo in risalto che, mentre nel sistema sikh noi condividiamo volontariamente perch� crediamo che il cibo appartenga al Signore e che servire � il piacere e il privilegio per chi il Signore ha ricolmato di abbondanza, nel modello marxista le risorse sono condivise non volontariamente ma sotto imposizione dello stato, e questo � molto diverso dal concetto di condivisione volontaria e di servizio ai poveri. Commisi anche l�eresia di evidenziare che il sistema, che non era basato sulla giustizia e la responsabilit� sociale, non aveva basi morali. Simili considerazioni in quei giorni di pre-Glasnost sovietica crearono una sorta di agitazione tra i presenti. Quando capii la delicatezza della situazione cercai di trarmi d�impaccio senza ulteriori considerazioni o dibattito.

Ora che i sostenitori del modello capitalista della societ� celebrano il crollo del modello marxista, potrei essere sul punto di commettere un�altra eresia sottolineando che il modello capitalista, che sta ora emergendo come un modello mondiale in un mondo unipolare potrebbe crollare presto se non � basato sulla responsabilit� sociale e sulla compassione per i propri simili.

In un tempo in cui vediamo conflitti crescenti tra le comunit� religiose, si sta formando l�idea che le religioni siano origine di conflitti. Questa impressione ha guadagnato ancor pi� terreno dopo i tragici eventi dell�11 settembre 2001, i conflitti tra nazioni europee dopo il crollo del comunismo e i recenti attacchi a civili innocenti commessi da diversi gruppi terroristici, particolarmente il gruppo di terroristi di Al-Qaeda.

Il recente attacco all�Irak da parte degli Stati Uniti e la conflittualit� crescente tra le nazioni arabe e gli Stati Uniti e i suoi alleati viene anche interpretato da alcuni studiosi come un conflitto tra cristianesimo e Islam. Studiosi come Samuel Huntington considerano che l�equilibrio del potere tra le civilt� si sta spostando da ovest ad est. Altri considerano il cambiamento una protesta contro l�emergere del mondo unipolare dominato dal potere economico e militare degli Stati Uniti cos� come dai suoi modelli culturali. Questa nuova tendenza si � diffusa durante il ritiro in preparazione del Parlamento nel famoso Monastero di Monserrat a Manresa dal 3 al 6 luglio, quando mi sono unito ad altri leaders religiosi per riflettere sul tema del 4� Parlamento delle Religioni Mondiali a Barcellona da 7 al 13 luglio 2004.

Il cambiamento di tono e di ruolo dell�imminente Parlamento divenne chiaro quando l��quipe organizzativa e i gruppi principali si impegnarono a lavorare per la pace non facendo discorsi basati sulle rispettive scritture ma intraprendendo piani d�azione concreti per affrontare alcuni dei temi scottanti dell�intera umanit�. Dopo tre giorni di ritiro a Monserrat i partecipanti decisero che durante il Parlamento di Barcellona si sarebbero concentrati su quattro questioni principali:

1. l�approvvigionamento di acqua potabile,

2. i problemi dei rifugiati,

3. la riduzione del crescente debito dei paesi poveri e

4. il porre fine alla violenza collettiva.

Da storico vorrei ricordare che una situazione simile si present� nel medioevo in India quando divenne evidente il conflitto tra le due principali tradizioni religiose, l�induismo e l�islam. Poich� i governanti del tempo professavano l�islam mentre la maggioranza del popolo apparteneva alla pi� antica tradizione religiosa consolidata, nota come induismo, il conflitto tra questi fin� per essere interpretato come un conflitto tra induismo e islam. Tuttavia questo non fu risolto attraverso la guerra come viene fatto ai nostri giorni, ma con il messaggio di amore e fede in Dio comunicato dai santi del movimento ind� Bhakti e dai mistici Sufi dell�islam. Entrambi parlavano del superamento delle barriere religiose ponendo l�accento sulla spiritualit� personale piuttosto che su forme esteriori di religiosit�. Proprio in questo contesto nacque la religione Sikh, la pi� giovane delle religioni mondiali.

La fede sikh fu fondata dal Guru Nanak (1469- 1539) che predicava il monoteismo e descriveva il Creatore come Ikk (Uno), senza un secondo. La filosofia di Dio del Guru Nanak � descritta meglio nella sua composizione Japji, il credo fondamentale della fede sikh. I suoi insegnamenti erano strettamente monoteistici, e non prevedevano devozione ad altre divinit� o a un maestro umano. Diversamente alla pratica indiana medioevale di denunciare il mondo per la sua elevazione spirituale, il Guru Nanak credeva che il mondo valesse la pena di essere vissuto. �Questo mondo � la dimora di Dio e il Vero Uno vive in esso�. Il Guru Nanak credeva che fosse possibile vivere puri tra le impurit� della vita.

Gli insegnamenti del Guru Nanak possono essere riassunti in tre semplici parole: Punjabi Naam Japna, Kirt Karni e Wand Chhakna (ricordare Dio, guadagnarsi da vivere con mezzi onesti e condividere con gli altri i frutti del proprio lavoro). Per mettere in pratica i suoi insegnamenti di eguaglianza il Guru Nanak diede inizio alle due istituzioni gemelle di Sangat e Pangat, sottolineando che tutti si uniscono in una comunit� e quando prendono il cibo della cucina comune dovrebbero sedersi su un�unica fila senza distinzione tra umile ed elevato o tra povero e ricco.

Il Guru Nanak viaggi� attraverso l�India e i paesi vicini, compreso lo Sri Lanka, in uno spirito di dialogo con le altre tradizioni religiose del tempo. In questo contesto, l�incontro del Guru Nanak con i Siddha durante la sua visita ad Achal (vicino Batal in Punjab, India), merita di essere ricordato. Quando gli chiese il perch� essi avessero denunciato il mondo, i Siddha risposero che �non valeva la pena di essere vissuto�. E quando si confrontarono su dove dovessero andare per avere cibo quando avessero fame, i Sidda risposero �dalla stessa societ� che avevano attaccato�. Da Bhai Gurdas, un contemporaneo del Guru Nanak, sappiamo che, dopo questo dialogo con il Guru, i Sidda erano cos� soddisfatti che divennero suoi ammiratori. Il Guru sottoline� che non c�era nessun bisogno di accusare il mondo perch� questo era la �Dimora del vero Signore�. C�era bisogno piuttosto di denunciare l�avidit� e di vivere nel mondo distaccati come il loto che fluttua sull�acqua.

La religione sikh � una tradizione unica di tolleranza e coabitazione che risale ai giorni del suo fondatore. C�� una storia che racconta che quando il Guru Nanak visit� Multan, i leader religiosi locali lo affrontarono con una scodella di latte piena fino all�orlo per indicare che la regione era piena di numerosi leader religiosi e che non c�era posto per accogliere un nuovo credo. Ci viene raccontato che invece di discutere con loro, il Guru Nanak placidamente mise un petalo di gelsomino nella tazza indicando cos� che il Guru si sarebbe impegnato all�armonia con le tradizioni religiose esistenti e che i suoi discepoli avrebbero vissuto con le altre comunit� allo stesso modo in cui il gelsomino galleggiava nella scodella senza disturbarne il contenuto. In un tempo in cui aumentano i conflitti tra nazioni e gruppi, l�esempio del Guru Nanak dovrebbe servire come un richiamo opportuno della tradizione di una convivenza pacifica.

Nell�ultima fase della sua vita, il Guru Nanak fond� una citt� sulle rive del fiume Ravi (ora in Pakistan) e la chiam� Kartapur, cio� citt� di Dio. L� lavor� nei campi e divise i suoi guadagni con gli altri. A Kartapur crebbe una comunit� di discepoli ma non la si potrebbe considerare come un qualsiasi altro ordine monastico. D�altronde era una comunit� di uomini e donne comuni, provenienti da diverse tradizioni di fede, impegnate nelle normali occupazioni della vita, che si guadagnavano da vivere con mezzi onesti e condividendo con gli altri il frutto del loro lavoro. Ma ci� che contava nell�esperienza di Kartapur era che questa forniva un modello di vita che sarebbe diventato la base per lo sviluppo della societ� sikh e del sistema di valori sikh nei giorni a venire. Qui il Guru e i suoi seguaci si alzavano prima dell�alba e dopo le abluzioni dicevano le loro preghiere. Finiti gli adempimenti spirituali, il Guru e i discepoli condividevano il cibo sacro della cucina della comunit� e poi si recavano al lavoro quotidiano. La sera, si riunivano ancora in un luogo comune e recitavano collettivamente le preghiere della sera e condividevano il cibo. Prima di andare a dormire, tutti insieme recitavano il Kirtan Sohila, canto di acclamazione.

Attraverso la dimostrazione pratica dei loro insegnamenti, il Guru Nanak e i Guru che lo segu� posero le fondamenta di una societ� ideale con l�accento sul dialogo interreligioso, sulla libert� religiosa e la responsabilit� verso i propri simili. I Guru sikh non solo denunciavano il sistema di caste ma fornirono anche le basi di una societ� senza caste. L�inserimento di inni dei Bhaktas di caste diverse, l�iniziazione all�ordine del Khalsa di uomini di caste diverse e provenienti da tutto il paese erano una dimostrazione pratica del concetto sikh di eguaglianza della razza umana. La religione sikh accetta la validit� di tute le tradizioni religiose, che appare evidente nell�inno del Guru Amar Das:

Questo mondo sta andando in fiamme:
Innaffialo con la Tua Misericordia e salvalo,
Salvalo e liberalo,
in qualsiasi modo Tu possa.

La societ� ideale configurata dai Guru sikh � chiamata Halemi Raj (una regola basata sulla compassione) che � cos� descritta dal quinto Guru, Arjan Dev:

Il Signore misericordioso ha dato ora il comando
Che nessuno tirannegger� altri
e infligger� dolore ad altri,
e tutti staranno in pace:
caro, questa � la regola del mio Dio compassionevole.

L�Halemi Raj, come � descritto dal Guru sikh, presenta tre aspetti distinti:

1. la societ� � costituita sotto il comando del Signore stesso,

2. in questa societ� nessuno dovr� causare sofferenza o male all�altro e

3. tutti vivranno in amicizia in condizioni pacifiche.

Questo concetto di Halemi Raj sostenuto dai Guru sikh ha degli aspetti simili a quelli del moderno welfare state. Tuttavia, ci� che distingue un simile welfare state dagli stati socialisti moderni � il fatto che questa societ� � costituita non da sforzi individuali, ma sotto la Grazia del Creatore. Le attivit� di welfare di questa societ� non sono il risultato di direttive o legislazioni da parte dello stato ma il risultato di una trasformazione spirituale. Sotto questo sistema non c�� spazio per lo sfruttamento dell�essere umano da parte di un altro. Questo concetto di uno stato ideale � ulteriormente avvalorato negli inni di Bhagat Ravidas dove si parla del concetto di una citt� ideale chiamata Begumpura � una citt� senza paura n� dolore � in cui gli esseri umani possano vivere liberi da preoccupazioni, sofferenze e tensioni. I cittadini di questa societ� ideale non dovrebbero avere l�ansia di pagare tasse di propriet�. N� hanno il timore di un qualche re ingiusto. Liberi da bramosie e cupidigia, vivono tutti in piena contentezza come figli di un solo Padre.

�Senza dolore� � il nome della mia Citt�.
Dove non dimorano n� sofferenza n� preoccupazione.
Non vi � nessuna angoscia di tasse sui beni,
n� paura, n� errore, n� terrore, n� declino.
Oh! Quant�� meravigliosa la mia terra natia
Dove ci sono sempre Pace e Calma.

L�ordine egualitario di questa societ� descritto dalla scrittura sikh � evidente per il fatto che Ravidas, la cosiddetta casta inferiore Chamar, che non vale nulla, tagliata fuori dalla cosiddetta classe alta dei Bramini, non solo � stata onorata dal quinto Guru Arjun Dev, includendo i suoi inni nella sacra Scrittura sikh, ma � anche spesso citata dagli studiosi sikh per descrivere una societ� sikh ideale. Nei Vars dei due poeti, Sata e Balwand, c�� una riferimento a �Nanakraj� in cui il Guru Nanak Dev, fondatore della religione sikh e dell�ordine sociale, ha stabilito una societ� basata su solide fondamenta di verit�: �Nanak Raj Chalaya, Sach Kot Satani Nivde�. (Nanak stabil� l�impero del Signore e pose salde fondamenta alla fortezza della Verit�).

Nel tempo in cui il mondo sta facendo esperienza di sfide senza precedenti che risultano dal crollo di ordini costituiti, e la gente fugge dai propri modelli tradizionali di progresso basato sulla compassione per i simili, faremmo bene a discutere se possiamo offrire un modello alternativo di progresso in cui tutti i figli di Dio possono ugualmente condividere la sua grazia indipendentemente dalla propria razza e appartenenza religiosa. I conflitti sono provocati non dalle religioni ma da quelli che usano la religione per perseguire i propri progetti economici e politici. Imparando dall�esperienza indiana medioevale del superamento dei confini religiosi, abbiamo bisogno di spostare il paradigma dalla religiosit� alla spiritualit�. Tutte le religioni sia in oriente che in occidente necessitano di introspezione e di cambiamento per affrontare le sfide crescenti dei tempi moderni. Lasciatemi concludere con la nota altruistica della preghiera sikh quotidiana:

Nanak Nam Chhardi Kala tere Bhane Sarbatt ka Bhala

Il tuo Nome, la tua Gloria trionfino per sempre, Nanak, e nella tua volont� possano la pace e la prosperit� venire per ciascuno e per tutti.