Marted� 7 Settembre 2004
Piazza Duomo
Cerimonia Finale

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Dionigi Tettamanzi
Cardinale, Arcivescovo di Milano
  

Per due intere giornate, questa citt� di Milano � stata pacificamente invasa da uomini e donne provenienti da tante nazioni, diverse per storia, cultura e religione. Insieme, ciascuno con la propria identit�, si sono ascoltati e hanno realizzato un confronto di idee e di proposte.

A loro, in questa Citt�, apparentemente distratta perch� attratta da affari pi� immediati, si � unito un popolo numeroso. Sono i giovani e gli adulti che hanno partecipato alle molteplici tavole rotonde, nelle quali sono risuonati i problemi, le domande, i bisogni del nostro tempo. E cos� il sangue innocente dei bambini di Beslan e di altri luoghi di questo nostro martoriato pianeta, il silenzio spettrale delle vittime di ogni terrorismo e di ogni guerra, il grido atroce di chi ogni giorno muore per la fame e le malattie hanno raggiunto e lacerato il cuore di noi tutti e di ogni persona pensosa delle sorti del mondo.

Unico � stato l�intento che ci ha mossi: cercare, con lucido coraggio e ostinazione, prima di ogni pur legittima e necessaria decisione politica, vie autentiche di pace per questo mondo sempre pi� dominato dal terrore e dalla paura.

Questo incontro grande e benedetto ora finisce. Ma non finisce il nostro impegno. Anzi, proprio da qui, da questa Piazza, riparte il nostro pellegrinaggio di pace.

A tutti noi � chiesta una nuova assunzione di responsabilit�. Senza alcuna ingenuit�, con la forza della ragione e animati da fede genuina, ci impegniamo a costruire un nuovo umanesimo, fondato sulla dignit� sacra e inviolabile di ogni persona.

E� la pace stessa, desiderio e nostalgia di ogni cuore umano, a esigerlo. La pace non rinnega le diversit�, ma non sopporta che esse diventino barriere, divisioni, egoismi individuali, di gruppo o di Stati. La pace reclama uomini e donne che sappiano vivere gli uni �accanto� agli altri, gli uni �con� gli altri, gli uni �per� gli altri. La pace esige l�incontro, il dialogo, la comprensione reciproca, il perdono.

Questa stessa pace, a molti sembra un�illusione. Pare impossibile. S�, essa spesso � impossibile agli uomini. Ma non � impossibile a Dio!

Noi tutti, uomini e donne di religione, lo sappiamo. La pace � dono di Dio. E� lui che pu� concederla, che la vuole regalare all�umanit� tutta. E� la stessa convinzione che, undici ani fa, in questa Piazza era risuonata, forte e provocatoria, nell�Appello per la pace letto davanti a questo Duomo. Risentiamolo: �Dal tesoro della fede sorge, in mezzo alla nostra debolezza, una convinzione profonda: Dio pu� dare la pace anche se gli uomini non la cercano, la combattono, la scacciano� Rivestiti di questa forza, tanto differente da quella delle armi o della potenza, vogliamo lottare contro la guerra, persuadere al dialogo, all�amore tra genti diverse�.

Partiamo, dunque, da questa Piazza, sostenuti e incoraggiati dalla preghiera. La sua forza � debole, ma rivoluzionaria! Partiamo tutti un po� pi� arricchiti dagli incontri che abbiamo vissuto, dalla comprensione reciproca che � cresciuta tra noi, dall�amore vicendevole che sentiamo ardere dentro di noi come fuoco irresistibile che ci lancia sulle strade del mondo, per essere annunciatori e operatori di pace.

All�inizio di questo nuovo millennio, tocca a noi ridare speranza a un mondo che la va smarrendo o che gi� l�ha perduta.

E� questa stessa speranza che ci dona la forza e la libert� di ripetere di fronte a tutti il nostro �no�. No a ogni ingiustizia e oppressione, che crea squilibri e tensioni nel mondo. No a ogni terrorismo, che � solo espressione di una barbarie cieca e vigliacca. No a ogni violenza e a ogni guerra, che seminano solo distruzione, sangue e morte.

La stessa speranza, con altrettanta forza, ci fa ripetere qui, disposti a pagare di persona, il nostro �s� appassionato e generoso. S� alla verit�, alla giustizia, alla solidariet�, alla libert�, quali veri e insostituibili pilastri della pace. S� al dialogo, al confronto, alla democrazia, che concorrono a ritrovare l�unit� tra i popoli e le nazioni, nel rispetto dei diritti di tutti e di ciascuno. S� a una reale libert� religiosa in ogni Paese del mondo, quale fondamento e presidio di autentica libert� per ogni popolo.

Ed � ancora questa speranza a renderci capaci di osare, con una proposta che nasce da una convinzione. In questi giorni si � rafforzata in tutti noi la certezza che per la pace � assolutamente decisivo l�apporto delle religioni e del dialogo tra di esse. Le religioni, infatti, svolgono un ruolo originale e insostituibile di formazione delle coscienze e di presenza sociale nella �civitas�, che le rende interlocutrici dell�intera societ� e delle sue istituzioni. Anche se per alcuni � sogno o utopia, perch� non auspicare modalit� concrete e stabili con cui promuovere il confronto e la cooperazione tra tutte le religioni, per il bene di ogni uomo e donna e di ogni Paese?

Ringrazio questa mia Citt� e tutta la Chiesa ambrosiana per essersi unite con generoso slancio a quanti ricercano la pace. In un momento difficile e di dolore, siamo stati un segno per il nostro Paese, per l�Europa e per il mondo intero. Abbiamo mostrato che � possibile vivere nella concordia e che le nostre innegabili diversit� non sono motivo di separazione e di conflitto.

Un grazie particolare va alla Comunit� di Sant�Egidio, che con noi ha voluto questo incontro e che con tenacia non ha mai interrotto il pellegrinaggio di pace che da Assisi � giunto ancora una volta fino a Milano. E, con il grazie, i complimenti pi� vivi perch� � di oggi la notizia che alla Comunit� � stato assegnato il prestigioso Premio Balzan per l�umanit�, la pace e la fratellanza fra i popoli.

Oggi, qui, nel cuore di questa nostra Citt�, siamo un piccolo grande popolo di amanti e di testimoni della pace. Abbiamo un�aspirazione precisa e determinata. Vogliamo fare della pace l�oggetto quotidiano della nostra preghiera e del nostro agire nella logica del dialogo. E� il nostro sogno. Non vi rinunceremo mai.