Domenica 5 Settembre 2004
Teatro degli Arcimboldi
Assemblea d�Inaugurazione

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Dionigi Tettamanzi
Cardinale, Arcivescovo di Milano
  

Con gioia rivolgo il pi� cordiale saluto di benvenuto a ciascuno di voi che avete accolto l�invito a partecipare a questa assemblea con la quale s�inaugura il XVIII incontro internazionale di preghiera per la pace, promosso dall�Arcidiocesi di Milano insieme con la Comunit� di sant�Egidio.

A tutti voi, amici di questa Comunit�, dico il grazie pi� convinto e sincero per la vostra opera generosa e, soprattutto, per l�audacia e la costanza con cui, in tutti questi anni, avete raccolto e diffuso lo �spirito di Assisi�.

In particolare agli illustri ospiti, ai leader religiosi e ai relatori di questo convegno, desidero porgere un saluto di calorosa accoglienza a nome della Chiesa ambrosiana, di tutti i suoi fedeli, e � mi sia consentito � a nome anche della �Milano ecumenica� e delle comunit� cristiane di altra confessione con le quali da alcuni anni si � costituito il �Consiglio delle Chiese di Milano�, l�organismo che lo scorso giugno ha promosso il �Cammino ecumenico di pace a Gerusalemme�, al quale ho personalmente partecipato anche in preparazione di questo incontro internazionale.

La nostra gioia, per�, oggi � venata da una grande tristezza. Negli occhi e nel cuore di tutti noi stanno le tragiche immagini dell�inutile, vile e spietata strage di tanti bambini innocenti e di molte altre persone a Beslan.

L�animo di ogni credente, qui sfidato drammaticamente, si sente chiamato a una pi� accorata preghiera, per invocare da Dio il dono della pace. E anche il nostro �lavorare insieme� di questi giorni acquista un valore ancora pi� decisivo. � proprio il coraggio di dare vita a un nuovo umanesimo � fondato sull�inviolabile dignit� di ciascuna persona e sul rispetto dei diritti di ogni uomo, popolo e cultura � il contributo pi� originale ed efficace che, insieme, vogliamo assicurare all�edificazione di una pace giusta e duratura.

A tutti, per questo nostro convegno, vorrei esprimere un triplice auspicio.

Il primo auspicio si richiama proprio al messaggio di speranza ricevuto durante il viaggio a Gerusalemme. Incontrando persone e comunit�, che vivono drammatiche situazioni di sofferenza senza poterne vedere soluzioni vicine, abbiamo ascoltato testimonianze da parte di uomini e donne israeliani e palestinesi, che si ostinano a sperare nella pace e a cercare la riconciliazione tra i due popoli in conflitto. Ci ha colpito il coraggio di chi opera nella convinzione che non c�� pace finch� non ci si fa carico delle ferite dell�altro e di chi si rifiuta di odiare o aggredire l�altro, pur avendo da esso subito violenze e lutti. Non erano parole, ma fatti reali, vissuti da centinaia di famiglie israeliane e palestinesi, che testimoniano una grande forza interiore. Questo stesso spirito singolarmente vigoroso, che spinge a cercare anche contro corrente vie di riconciliazione e a suscitare esperienze di dialogo nella carit�, desidero augurare anche a tutti noi qui convenuti.

Il secondo auspicio riguarda il confronto che ci attende nei molteplici �forum� su problematiche diversissime, ma tutte confluenti nell�unico grande tema del coraggio di un nuovo umanesimo. Questo tema rimanda all�esigenza fondamentale di edificare la societ� e i rapporti tra i popoli mettendo al centro, con pi� coerenza e determinazione, la persona, l�essere umano che possiede e vive un�essenziale e irrinunciabile dimensione �relazionale� e, quindi, di dialogo. Il mio auspicio � che, proprio a partire dalla dimensione relazionale della persona, possano nascere e svilupparsi una nuova cultura e prassi del dialogo, che si basino non solo su ci� che le diverse identit� religiose e culturali hanno in comune, ma soprattutto sulle loro differenze e specificit�. � la forma pi� complessa, ma autentica del dialogo.

L�ultimo auspicio che vorrei qui formulare � che Milano raccolga i frutti di questo incontro internazionale avviando un serio itinerario per preparare la celebrazione, fra nove anni, del XVII centenario dell�Editto di Milano, con il quale l�imperatore Costantino, nel 313, diede la piena libert� religiosa ai cristiani di tutto l�impero. In questa citt�, in cui sta crescendo la consapevolezza del proprio ruolo europeo ed internazionale, mi auguro che la memoria di questo evento, che ha segnato una svolta nella storia del cristianesimo e dell�umanit�, possa costituire l�occasione per un eventuale nuovo incontro interreligioso e internazionale, per offrire un comune messaggio di unit� e di pace all�odierna societ� globale e pluralista.

Concludo unendomi spiritualmente a Giovanni Paolo II che, con l�incontro di Assisi del 1986, � il �padre ispiratore� anche di questo nostro convegno. Come lui, anche noi vogliamo lasciarci ispirare dalla grande profezia di Isaia che vede �tutti i popoli del mondo in cammino dai diversi punti della terra per raccogliersi attorno a Dio come un�unica, grande e multiforme famiglia�.

Questa visione tarda ad avverarsi, ma proprio per questo si avverer� in straordinaria pienezza. E noi siamo qui per assaporarne gi� ora la bont� e la bellezza.