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Marted� 13 Settembre 2005 -  Th��tre gallo-romain
Cerimonia Finale

 

Andrea Riccardi
Fondatore della Comunit� di Sant�Egidio

Cari amici,

siamo al termine di questi giorni di preghiera, di amicizia e di dialogo. Siamo stati circondati dall�interesse e dall�accoglienza dei lionesi, che si sono stretti attorno a noi, accompagnandoci con una simpatia e una partecipazione che abbiamo sentito molto viva. Lione, con il suo gusto dell�universale, si � aperta a tanti leader religiosi del mondo e a tanti amici della pace. Per questo ringrazio le Autorit�, il card. Philippe Barbarin, e soprattutto la gente di Lione. Grazie!

Qualcuno, abituato alle contabilit� del nostro tempo, potrebbe chiedersi quali sono i risultati di questo incontro. Che ne viene? Potrebbe guardare con scetticismo le nostre risposte, il nostro entusiasmo, la nostra fede, la nostra amicizia. Buoni sentimenti, ma come incidere sulla realt�? Dietro questo atteggiamento c�� un pensiero intimidito: quello di chi, dominato dalla paura, si rassegna alla moltiplicazione dei conflitti culturali, religiosi, militari. Questa � la realt�! Gridare al nemico, contrapporsi con arroganza non � un atteggiamento forte, ma spaventato.

Non � stato l�atteggiamento di questi giorni. Non ci siamo rassegnati a questa realt�. Quando dico noi, non intendo solamente noi cristiani, ma anche ebrei, musulmani, buddisti, credenti delle religioni asiatiche, umanisti e laici. Il nostro �noi� � vario e largo; ma si esprime con un unico messaggio e un unico sentimento. Viene da una pluralit� di posizioni, di tradizioni e di pensiero, un messaggio profondo e coraggioso: non rassegnarsi alla realt�, ai conflitti, al risolversi delle diversit� in contrasti dolorosi, alla povert�, alla dimenticanza di tanta parte del mondo. Il mondo pu� cambiare, pu� essere pi� umano e pi� pacifico, pi� giusto.

Non siamo rassegnati, anche se vediamo le difficolt� e tanti dolori. Anche se vediamo come il mondo di oggi sia ancora lontano dal raggiungimento di quegli obbiettivi di giustizia che si era fissato con il Millenium Goals. Non siamo rassegnati, perch� la fede accende la nostra speranza, sostiene la nostra debolezza, accende il nostro cuore. Il mondo ha bisogno di cuori abitati dalla fede. Un mondo pi� umano non � un mondo senza spiritualit�, senza fede. Le correnti dello spirito smuovono in profondit� la nostra umanit�, pi� di quanto si creda. La fede si va riconciliando sempre pi� con la ricerca di un mondo pi� umano. La fede si va riconciliando sempre pi� con il rispetto della libert� di tutti, che mi pare il cuore della laicit�.

La pluralit� dei mondi che rappresentiamo, anche qui a Lione su questo palco, mostra che il nostro universo � irriducibilmente al plurale. Un mondo globalizzato non � uniforme. Le identit� religiose, culturali, nazionali, non muoiono, anzi crescono, insorgono contro il rullo della globalizzazione. Bisogna riconciliare sempre pi� i piccoli e grandi mondi del vissuto umano, le tante identit�, con una visione globale e pacifica del mondo, in cui ci sia posto per tutti. E� quella che, in questi giorni, abbiamo chiamato la civilt� del vivere insieme, del convivere. E� una civilt� che ha bisogno di essere sorretta dalla fede, di svilupparsi nella libert�, di solidificarsi nel rispetto e nella coscienza che nessuno � tutto e che nessuno pu� e deve dominare gli altri. E� una civilt� che ha bisogno di tessitori pazienti e sapienti, capaci di connettere e di rispettare, creando un quadro comune di convivenza.

Usciamo da Lione rafforzati nella convinzione che Dio ama la pace e che il suo nome � un nome di pace. Noi scriviamo questo nome nei nostri cuori e nella storia. Pace � vivere con gli altri, diversi da noi, ma come noi compagni di questa avventura umana e figli di Dio. Pace � lottare perch� i poveri siano meno poveri, perch� cessi quella violenza dell�economia e dell�abbandono, che � la condanna ad essere poveri, padri e madri di poveri, condannati alla miseria.

Saremo capaci di realizzare una pace pi� grande? Sar� capace il nostro mondo? Da Lione, dalle nostre preghiere, sale forte una convinzione di speranza: Dio aiuta gli uomini e le donne che cercano la pace. Perch� la pace � dono di Dio. E Dio � pi� forte del male, della guerra, delle montagne di miseria. Per questo crediamo nella pace.

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