|
24 settembre 2000 |
Illustri dignitari civili e religiosi, Tocca a me il privilegio di dare il benvenuto in Portogallo a questa illustre assemblea qui riunita per partecipare al XIII incontro di dialogo tra culture e religioni, promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio, con la collaborazione delle autorit� portoghesi e della Fondazione Mario Soares. Desidero, in primo luogo, dire che ci sentiamo orgogliosi che Lisbona sia il luogo scelto per questa manifestazione ecumenica. A tutti voi, che ci avete dato l'onore della vostra presenza, rivolgo una parola amica di accoglienza, augurandovi una felice permanenza in Portogallo. Desidero, in secondo luogo, manifestare ai rappresentanti della Comunit� di Sant'Egidio il mio apprezzamento e la mia ammirazione per il loro lavoro instancabile a favore della pace e del dialogo interreligioso. La presenza tra noi di tanti e cos� distinti rappresentanti delle principali religioni, cos� come di alti responsabili politici, animati da una volont� comune di dialogo, di scambio e condivisione di esperienza e conoscenza, alla ricerca di valori comuni e di intesa reciproca pi� profonda, � la pi� bella testimonianza della capacit� rivelata dalla Comunit� di Sant'Egidio di riunire volont�, in favore della pace e della riconciliazione. La realizzazione di questi incontri �, in se stessa, un segno dei tempi. Segno che la fede religiosa, che in tanti momenti della storia � stata fattore di divisioni, conflitti e incomprensioni, che tante volte si � confusa con il fanatismo e con l'intolleranza, pu� rappresentare, oggi e sempre pi�, un anello di avvicinamento tra i credenti, una fonte di dialogo, uno spazio di apertura e di compassione. Permettetemi, in questo contesto, di prestare tributo all'azione chiara di grandi leaders spirituali del nostro tempo - tra i quali spicca Sua Santit� il Papa Giovanni Paolo II - le cui coraggiose iniziative dirette alla promozione del dialogo tra religioni e dello spirito ecumenico sono state di somma importanza nella risoluzione di contenziosi antichi e nell'identificazione e consolidamento della matrice di valori comuni, che serva da anello di congiunzione tra le diverse fedi e tutti gli uomini di buona volont�. Signore e signori, Il fenomeno della globalizzazione e la coscienza nascente che la comunit� internazionale non � mera astrazione, ma realt� sempre pi� concreta, ci costringe, infatti, a cercare di definire un modello comune di valori universali che possa conciliare l'unit� dell'essere umano e la sua diversit�, il rispetto della libert� individuale con il dovere di solidariet�, la tolleranza con la fermezza dei principi. In tale ricerca di ci� che ci pu� unire come cittadini del mondo, il nostro punto di partenza � la convinzione profonda dell'uguaglianza di diritti tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro razza, sesso o credo. Lo spirito che ci guida � quello della tolleranza, condizione necessaria per l'accettazione dell'altro nella sua diversit� e specificit�. Tolleranza tra le diverse fedi e tra credenti e non credenti, tolleranza per accettare, con equanimit�, l'infinita diversit� con cui si manifesta l'essenziale unit� dell'essere umano. La tolleranza e il mutuo rispetto, che derivano dal principio fondamentale dell'uguaglianza, creano le condizioni per un dialogo proficuo tra i popoli, tra le culture e tra le religioni Come, se non attraverso il dialogo, potremo abbattere le barriere dell'ignoranza, del pregiudizio e della diffidenza? Come, se non attraverso il dialogo, ci potremo conoscere meglio, nelle nostre differenze e nelle nostre somiglianze? Come, se non attraverso il dialogo, ci potremo avvicinare di pi�? La tolleranza, per�, non esime dalla fermezza dei principi. E' per tali principi, che ci sembrano rispecchiare le ansie di tutta l'umanit�, che dobbiamo modellare la nostra condotta. In primo luogo, il rispetto dei diritti umani. Noi collochiamo al centro delle nostre preoccupazioni il rispetto dell'individuo e crediamo che il fine principale dell'agire politico debba essere quello di garantire, per tutti, le condizioni di una vita degna. Crediamo, perci�, che la difesa dei diritti umani debba costituire un principio fondamentale ed un obbligo di tutta l'attivit� politica. Ogni essere umano desidera, al di sopra di tutto, di vedere riconosciuta l'essenziale dignit� per il suo simile. Tale dignit� si fonda sull'esistenza di certi diritti inalienabili che appartengono all'individuo e non gli possono essere negati. Di tutti questi diritti, il pi� elementare � il diritto alla vita. E' tale convinzione profonda che ci muove nel difendere l'abolizione universale della pena di morte. Ci associamo perci� all'appello lanciato dalla Comunit� di Sant'Egidio per una moratoria globale delle esecuzioni entro questo anno 2000. Crediamo anche che ogni essere umano nasce libero e non pu� essere privato del diritto a vivere nella sicurezza e libero da coazioni e del diritto ad esprimere apertamente le sue opinioni, nel rispetto della libert� altrui. Non pu� pi� esistere, come tante volte � accaduto e, purtroppo, ancora accade, contraddizione tra religione e libert�. Al contrario, crediamo che la fede religiosa o la sua assenza appartengano alla sfera dei diritti individuali, e che allo Stato competa di garantire la loro libera espressione. In secondo luogo, la solidariet� e la giustizia sociale. Non possiamo accettare, a braccia conserte, la miseria, la fame, la malattia che imperversano in tante zone del mondo. E' urgente mobilitare la comunit� internazionale nella lotta contro questi flagelli, non solo per dovere di solidariet�, ma anche nella certezza che, nel mondo sempre pi� interdipendente nel quale viviamo, finiranno per ripercuotersi su tutti noi. La globalizzazione deve essere fattore di sviluppo per tutti e non solo per alcuni. Infine, la ricerca della pace. Crediamo che il rispetto per i diritti umani, la solidariet� e la giustizia sociale, insomma i valori della democrazia, siano il pi� grande contributo che potremo dare alla pace. Nell'immediato, tuttavia, la prevenzione di conflitti, la loro risoluzione attraverso la via pacifica, e la riconciliazione tra le parti in disaccordo, si impongono alla nostra coscienza come una priorit�. Permettetemi in questo contesto un accenno particolare al continente africano, con il quale il Portogallo ha legami tanto profondi. Vediamo con grande preoccupazione il persistere e, in taluni casi, l'aggravarsi di tragiche e rovinose situazioni di conflitto in Africa. Sappiamo, grazie all'esempio del Mozambico, in favore del quale tanto ha contribuito la Comunit� di Sant'Egidio, che la pace e la riconciliazione sono possibili. Per questo faccio un augurio che in Angola, in Congo, e in tante altre parti del continente africano, sia possibile porre fine rapidamente alla guerra, e iniziare il processo di ricostruzione e di riconciliazione. Vorrei anche rivolgere un appello alle parti coinvolte nel conflitto del Medio Oriente, perch� non lascino fuggire questa opportunit� per negoziare una soluzione accettabile per tutti. Ci sentiamo incoraggiati dai progressi registrati recentemente nei negoziati tra Israele e Autorit� Palestinese e, in particolare, dall'inizio di una discussione seria e costruttiva sulla citt� santa di Gerusalemme. Dobbiamo persistere in questa via, unica possibile per mettere fine a un conflitto che ha portato gi� troppa sofferenza a tutte le parti coinvolte. In ultimo, vorrei fare un breve accenno a Timor Est. Nonostante la malevola persistenza delle milizie - e di chi le appoggia - milizie che continuano a spargere il terrore nei campi dei rifugiati di Timor Ovest e permangono impegnate nella destabilizzazione della giovane nazione timorese, continuiamo a credere che, con l'aiuto della Comunit� Internazionale, il Consiglio Nazionale della Resistenza Timorese, con l'appoggio dell'eroica chiesa timorose, riuscir� a trovare una via pacifica verso l'indipendenza e a portare a buon termine i suoi sforzi verso la riconciliazione nazionale. Signore e signori, Rispetto per i diritti umani, solidariet� e giustizia sociale, ricerca della pace: noi crediamo che tutti gli uomini di buona volont� si rispecchino in questi principi. Non basta, per�, enunciarli. E' necessario metterli in pratica nel nostro quotidiano. Noi sappiamo che in un mondo dove ancora imperano gli egoismi nazionali, i principi sono spesso sacrificati agli interessi. Dobbiamo perci� lottare perch�, al pari dell'interesse nazionale, senza dubbio legittimo, gli Stati acquisiscano una coscienza universale che li porti a considerarsi, ciascuno nella misura delle proprie possibilit�, responsabili anche dell'umanit� nel suo insieme e del destino del nostro pianeta. Sono sicuro che quest'incontro dar� un contributo molto importante, non solo verso una migliore conoscenza reciproca tra le culture cos� diverse qui rappresentate, ma anche per approfondire la coscienza collettiva delle sfide che si pongono all'umanit�, all'alba del XXI secolo. La religione � una matrice fondamentale, anche se non esclusiva di identit� culturale. Tuttavia nella specificit� di ciascuna fede, tutte le religioni trasmettono un messaggio di amore per il prossimo e di rispetto della dignit� dell'essere umano, messaggio questo che si rivolge non solo ai credenti, ma a tutti gli uomini e le donne. E' questo il messaggio che, ne sono certo, sar� presente nei vostri lavori. Molte grazie per la vostra attenzione. |