La religione � la parola di Dio. Dio � la verit�
completa ed assoluta. Ci� che viene da Dio � la conoscenza completa ed
assoluta. Dio ha insegnato all'essere umano e lo ha preferito a tutte le
creature, addirittura agli angeli. Per questo motivo la conoscenza
dell'uomo � parziale: vuol dire che � parte della conoscenza totale di
Dio. La parte non pu� concorrere con il tutto, e non pu� includerlo, e
non pu� capirlo pienamente, cos� come pu� criticarlo?
Quando l'uomo tenta, con la sua conoscenza parziale, di interpretare - o
di spiegare - le scritture - la parola di Dio (la Torah, la Bibbia, il
Corano), questa interpretazione - o spiegazione - � e deve essere
soggetta ai ruoli comuni della critica, come ogni altro testo umano.
Dato che la comprensione umana � aperta ad essere giusta o sbagliata,
di conseguenza, il fatto di criticare questa comprensione e di criticare
il comportamento umano che ne deriva, � una sorta di correzione di ci�
che si pensa sia sbagliato e un riadattamento di ci� che � considerato
improprio. La critica � qui di grande importanza, perch� l'intenzione
� quella di riadattare l'interpretazione delle parole di Dio a quello
che si spera essere pi� vicino alla verit� intera incarnata in queste
parole di Dio.
Da qui in poi abbiamo a che fare con la comprensione umana e non con la
religione in s�, abbiamo cio� a che fare con il rapporto umano con le
scritture religiose, e non con l'intera e completa verit� delle parole
di Dio. La critica qui, e l'autocritica, apre la porta al processo di
trascendenza continua su ci� che � umano e su ci� che � pi� vicino
a Dio.
Le scritture religiose (le parole di Dio) sono:
- sacre
- permanenti
- assolute
Ma l'interpretazione delle scritture, come processo umano, � come ogni
altro pensiero umano, ed �:
- non sacro
- mutevole
- relativo
E' sempre possibile non comprendere il significato delle scritture e, di
conseguenza, � sempre possibile comportarsi in maniera scorretta dal
punto di vista religioso. Il primo passo verso la correzione delle
incomprensioni e del comportamento errato, � rivedere e riconsiderare
l'interpretazione delle scritture e questo, in se stesso, richiede un
processo di critica continua e di autocritica nei confronti
dell'interpretazione. Nell'Islam questa � una delle missioni
dell'innovazione.
Attraverso l'innovazione, la comprensione delle scritture religiose �
soggetta ad un processo di evoluzione attraverso il quale la religione
pu�, e dovrebbe, andare di pari passo con il cambiamento e con le
priorit� personali e sociali e con lo sviluppo.
I leaders religiosi musulmani di un tempo praticavano l'autocritica
religiosa apertamente. Qui mi riferir� a due casi. Il primo � il caso
del primo Califfo Abo-Baker Siddik. Egli confess� che aveva commesso
tre errori:
a. Il fatto di accettare di essere nominato Califfo. Ma io non sono
sicuro che questo sia ci� che il profeta Mohamed volesse veramente. Il
profeta diceva "chiedete a me prima di mancare a me", non
glielo abbiamo chiesto.
b. Ho condannato un assassino che doveva essere bruciato vivo. Solo Dio
pu� punire con il fuoco.
c. Ho disposto una quota di un'eredit� di famiglia per un nipote, pi�
piccola di quello che gli spettava. Mi sarei dovuto correggere e
disporre per lui una quota uguale a quella del padre.
Qui vediamo che il Califfo praticava l'autocritica su tre temi:
a. in politica (il suo diritto al potere)
b. nella giustizia, come giudice
c. nell'interpretare un testo religioso, come studioso
Il secondo caso tratta del Califfo Omar che era conosciuto per essere
giusto e per la sua autostima e la fiducia nelle proprie capacit�.
Omar stava tenendo una conferenza in una moschea sulle conseguenze
socialmente negative degli alti oneri economici del matrimonio. Diceva
che un uomo non deve pagare pi� di mille diram (la moneta corrente in
quel tempo) alla sposa. Una donna intervenne dall'assemblea dicendo:
sig. Califfo (sig. Presidente), ci� che lei ha appena detto � la sua
opinione personale. Il Corano dice qualcosa di diverso. E cit� un
versetto del Corano che non mette limiti alle donazioni date alla donna
da sposare. Qui Omar disse: Perdonami Dio: la signora � nel giusto, ma
Omar ha torto.
La critica religiosa si � fondata dopo questo su due principi maggiori.
Il primo principio dice:
Il mio punto di vista � giusto, ma potrebbe essere sbagliato. E il
punto di vista dell'altro � sbagliato, ma potrebbe essere giusto. Ci�
vuol dire:
a. Che ogni punto di vista (ogni interpretazione delle scritture
religiose) � aperta ad essere giusta o sbagliata.
b. Nessuno ha il diritto di proclamare che egli possiede o che conosce
tutta la verit�.
c. Nessuno ha il diritto di escludere un punto di vista diverso dal suo,
considerandolo completamente e assolutamente falso e sbagliato.
d. La ricerca della verit� richiede un dialogo con l'altro, che ha un
punto di vista diverso. O per convincerlo o per essere convinto da lui.
Se questo non avviene, allora non c'� altro modo che accettare e
rispettare l'altro come �, con le sue convinzioni, e come vuole essere.
Il secondo principio dice:
Colui che innova, se ha ragione merita due ricompense da Dio. Una
ricompensa per la sua innovazione, l'altra per avere ragione. E colui
che innova a torna ad avere torto, merita una ricompensa sola per
l'innovazione e non verr� punito per avere torto. Questo vuol dire:
a. Che l'innovazione � un dovere.
b. Un incoraggiamento all'innovazione per via della ricompensa di Dio e
del fatto che non punisce nemmeno in caso si sia - con buone intenzioni
- nel torto.
c. L'innovazione � aperta al giusto o al torto. La scoperta della
verit� richiede la critica. Un tipo di critica � apertura ai diversi
punti di vista degli altri, cio� al dialogo con gli altri in base al
fatto che l'arte del dialogo � cercare la verit� nel punto di vista
dell'altro.
Vorrei concludere facendo riferimento alle seguenti annotazioni:
a) L'innovazione nell'Islam � un processo di interpretazione delle
scritture religiose. Non � un testo religioso sacro, cio� non tratta
dei principi della dottrina della fede, per cambiare questa dottrina
completamente o parzialmente.
b) La critica al materiale d'innovazione � una critica al contributo
umano, non alle parole di Dio. Anche la critica agli studiosi stessi �
una critica agli esseri umani, non sovrumani. Ma, come sapete,
l'autocritica o l'accettazione della critica dell'altro con uno spirito
sportivo, non � un valore umano comune. E' ancora meno comune quando ha
a che fare con studiosi religiosi.
c) A volte le scritture religiose e l'interpretazione umana di queste
scritture sono considerate, in maniera confusa, sacre allo stesso
livello. La vera distanza tra la sacralit� delle prime e la non
sacralit� della seconda, � distrutta da credenti semplici ed
innocenti. Queste persone diventano fedeli seguaci di certi studiosi. E
si comportano come se parteggiassero con questi studiosi - parteggiando
con il male. Ho paura che questo sia l'inizio della manipolazione della
religione. Questo � un'altro argomento che merita anche esso
un'attenzione particolare. |