Fin dall'inizio della sua esistenza storica la Chiesa
Ortodossa Russa, seguendo l'antica tradizione della venerazione dei santi,
conserva l'elenco dei testimoni della fede in Cristo e degli uomini di
preghiera intercessori davanti a Dio e vi aggiunge sempre nomi nuovi. In
occasione del Giubileo per il secondo millennio dalla nascita di Cristo a
questo elenco di santi la Chiesa Ortodossa Russa ha aggiunto centinaia di
nuovi nomi di martiri e di confessori della fede russi vissuti nel XX
secolo. La nostra Chiesa guarda oggi al martirio con amore e venerazione.
I cristiani ortodossi trovano nel cammino di vita dei nuovi martiri, pieno
di sofferenze e tribolazioni, l'esempio di un amore verso Dio e il
prossimo che si fa sacrificio e trovano in esso sostegno nelle prove della
vita di ogni giorno. Oggi nessuno � in grado di dare una risposta esatta
alla domanda: quanti sacerdoti e laici della Chiesa Ortodossa Russa hanno
sofferto nel XX secolo, al tempo della persecuzione della fede?
La persecuzione della nostra Chiesa e' cominciata nel 1917, ha assunto un
carattere di massa, e' diventata violenta gi� nel 1918 ed ha raggiunto il
suo culmine nel 1937-1938. Secondo i soli dati della commissione del
Governo della Federazione Russa sulla riabilitazione delle vittime delle
repressioni politiche, nel 1937 furono arrestati 136.900 sacerdoti
ortodossi e ministri del culto, di essi 21.500 furono fucilati. Sappiamo
in realt� che i credenti che hanno subito persecuzioni da parte del
potere senza Dio sono molti di piu': i loro nomi non si trovano negli
elenchi degli uomini, ma solo nel Libro della Vita, presso Dio.
In preparazione del Concilio Giubilare, la Commissione del Santo Sinodo
della Chiesa Ortodossa Russa per la canonizzazione dei santi ha studiato i
dossier personali di 860 martiri e confessori della fede, che sono stati
poi presi in considerazione dal Concilio dei vescovi, che ha avuto luogo a
Mosca dal 13 al 16 agosto scorso.
Accanto ai santi la cui vita e' stata oggetto di studio, e' stato proposto
di canonizzare tutti i nuovi martiri e i confessori della fede russi del
XX secolo che hanno sofferto per Cristo e che, se sono ancora sconosciuti
agli uomini, sono conosciuti da Dio. La canonizzazione collettiva dei
martiri anonimi appartiene alla tradizione della Chiesa fin dai tempi
antichi. I martiri anonimi sono ricordati nel calendario ortodosso in
almeno settanta giorni dell'anno. Per questo noi crediamo che non esistano
ostacoli canonici e liturgici alla canonizzazione dei martiri anonimi, che
hanno sofferto per Cristo in unione con la Chiesa.
Nell'agosto di quest'anno, dunque, il Concilio Giubilare dei vescovi, ha
preso le seguenti decisioni.
1. Canonizzare tutti i nuovi martiri e confessori della fede russi del XX
secolo, quelli di cui si conoscono i nomi, come anche quelli il cui nome
solo il Signore Dio conosce.
2. Inserire i nomi dei nuovi martiri, canonizzati in precedenza per la
venerazione locale, nell'elenco dei martiri venerati da tutta la Chiesa.
3. Canonizzare gli 860 martiri e confessori della fede la cui vita, il cui
servizio e il cui martirio sono stati oggetto di studio da parte del Santo
Sinodo.
I santi corpi dei martiri e dei confessori della fede, dopo la loro
canonizzazione, vengono tradizionalmente venerati come reliquie. Ma i
corpi di quasi tutti i martiri che hanno dato la vita negli anni della
persecuzione sono deposti in tombe sconosciute, oppure hanno avuto
sepolture di massa nei luoghi delle fucilazioni: e' praticamente
impossibile riconoscerli tra i sepolti. Inoltre, nei luoghi dove sono
state effettuate sepolture di massa, spesso sono stati costruiti quartieri
di abitazione o altri edifici. In questi casi la questione delle reliquie
dei santi � lasciata alla volont� di Dio.
Dopo la canonizzazione di quelli che hanno sofferto per
la fede e per la Chiesa negli anni della persecuzione, dovremo continuare
il lavoro per raccogliere notizie su tutti quelli che non sono ancora
ricordati nell'elenco dei martiri e dei confessori della fede russi, per
poter aggiungere i loro nomi nel calendario della Chiesa.
Prima di inviare alla Commissione del Santo Sinodo per la canonizzazione
dei santi i materiali sul loro martirio, bisogner� studiare attentamente
le circostanze della loro vita e soprattutto della loro morte. Cos� anche
le opere teologiche o altre opere letterarie di quelli che vengono
canonizzati come martiri e confessori della fede devono essere oggetto di
uno studio attento. Vorrei sottolineare che la canonizzazione di un
martire o di un confessore della fede attira sempre l'attenzione dei
lettori pi� devoti sulle sue opere, ma la canonizzazione di una persona
non vuol dire certo la "canonizzazione" di tutto il suo
patrimonio teologico.
Il maggior numero di domande sono state suscitate dalla
canonizzazione dell'ultimo imperatore russo Nikolaj II e dei membri della
sua famiglia, fucilati con lui nel luglio del 1918. Molti si sono detti
contrari e hanno trovato ostacoli alla canonizzazione in fatti legati alla
politica statale ed ecclesiale dell' ultimo governatore dell' impero
russo.
Ma tra i credenti delle nostra Chiesa esiste, ed e' sempre esistita una
venerazione particolare per i martiri della famiglia reale. Il Santissimo
Patriarca Alessio II, il Santo Sinodo e la Commissione del Sinodo per la
canonizzazione dei santi, hanno ricevuto innumerevoli lettere da parte di
arcivescovi, membri del clero e laici della Chiesa Ortodossa russa che
approvavano le conclusioni cui la Commissione per la canonizzazione dei
santi era giunta nell'ottobre 1996 riguardo alla famiglia regale.
Di grande valore appaiono le pubblicazioni ecclesiali e gli appelli alla
Commissione e alle altre istanze della Chiesa: si trovano in essi le
testimonianze di miracoli e di aiuto della grazia divina ricevute in
seguito alle preghiere rivolte, negli ultimi tempi, ai martiri della
famiglia reale.
La Commissione ha inteso come suo compito principale, a
questo proposito, esaminare oggettivamente tutte le circostanze di vita
dei membri della famiglia reale nel contesto degli eventi storici e della
loro interpretazione ecclesiale, al di fuori degli stereotipi ideologici
dominanti nel nostro paese durante i decenni passati. La Commissione e'
stata guidata dalla preoccupazione pastorale che la canonizzazione della
famiglia reale non dia motivi e argomenti per la lotta politica o le
contrapposizioni secolari, ma invece favorisca l'unione del popolo di Dio
nella fede e nella devozione.
La Commissione, dopo aver preso attentamente in esame le circostanze della
morte della famiglia reale, ha proposto di canonizzare i suoi membri come
"santi che hanno sofferto con pazienza la passione". Nella
letteratura liturgica e agiografica della Chiesa ortodossa russa la
definizione "quello che ha sofferto con pazienza la passione"
viene usata parlando di quei santi russi che, imitando Cristo, hanno
sopportato con pazienza le sofferenze fisiche e morali e perfino la morte
dalle mani degli avversari politici.
Sembra necessario sottolineare, a questo punto, che la canonizzazione di
un monarca non e' legata alla ideologia monarchica e tanto meno significa
una "canonizzazione" della forma monarchica di governo, davanti
alla quale si possono avere atteggiamenti diversi. Canonizzando un santo,
la Chiesa non persegue fini politici, che non le sono propri per sua
natura, ma testimonia davanti al popolo di Dio, che gi� lo venera, che il
santo che viene canonizzato � veramente gradito a Dio e intercede per noi
davanti al trono di Dio, qualsiasi sia stata la sua posizione nella vita
terrena.
La vera grandezza della famiglia zarista canonizzata
dalla nostra Chiesa non viene dalla sua dignit� reale, ma dalla
sorprendente altezza morale che ha piano piano raggiunto.
La religiosit� profonda ha distinto la famiglia reale dall'aristocrazia
del suo tempo; tutta l'educazione dei figli e' stata penetrata dallo
spirito religioso, tutti i suoi membri hanno vissuto nella tradizione
della devozione ortodossa.
La religiosit� personale dell'imperatore e di sua moglie non riguardava
il semplice seguire la tradizione. Come politico e uomo di stato l'ultimo
imperatore russo ha agito secondo i suoi principi religiosi e morali.
Dal momento della sua cacciata dal trono non solo gli eventi esterni, ma
soprattutto lo stato interiore dell'imperatore attirano la nostra
attenzione. Nella famiglia reale prigioniera vediamo persone che con
sincerit� cercavano di realizzare nella loro vita i comandamenti del
Vangelo.
Nelle sofferenze sopportate dalla famiglia reale nella prigionia, con
umilt�, pazienza e mitezza, e poi ro martirio si � rivelata la luce
della fede in Cristo che vince il male, quella stessa luce che si e'
accesa nella vita e nella morte di milioni di cristiani ortodossi che
hanno sofferto le persecuzioni per Cristo nel XX secolo.
Proprio pensando a questo martirio il Concilio dei vescovi ha ritenuto di
canonizzare l'imperatore Nikolaj II, l'imperatrice Alessandra, il principe
Alessio, le principesse Olga, Tatiana, Maria e Anastasia come nuovi
martiri e confessori della fede, come chi ha sofferto la passione.
La canonizzazione di tutti i nuovi martiri e confessori
della fede russi e' stato un grande evento spirituale nella storia della
nostra Chiesa, e testimonia l'ininterrotta azione dello Spirito Santo
nella Chiesa di Cristo, l'unione in Cristo di quelli che vivono adesso con
i loro santi predecessori. La Provvidenza divina porta ogni persona alla
conoscenza della Verit�, al cambiamento, alla trasfigurazione attraverso
il lasciare le "vie dell'ingiustizia". Rivolgendoci a un numero
cos� grande di santi che pregano per noi nei cieli, che con la loro vita
hanno testimoniato la loro fedelt� a Dio, noi tutti osiamo chiedere al
Signore la remissione dei nostri peccati, il sostegno della Sua grazia per
una vita giusta e devota a Dio.
Nelle persone dei nuovi martiri e confessori della fede canonizzati dalla
Chiesa russa tutta l'umanit� ha acquistato nel Cielo migliaia e migliaia
di nuovi santi che pregano per la causa della trasfigurazione del mondo e
di tutto il genere umano sulle vie della Verit� Divina. E quindi questo
evento della canonizzazione dei nuovi santi nella chiesa ortodossa russa
non e' una cosa interna alla nostra chiesa, ma ha un carattere veramente
universale e le conseguenze di tale evento avranno una grande importanza
per tutto il mondo.
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