E' morto d'infarto nel sonno, durante le vacanze con la famiglia. Se n'è andato così, a soli 50 anni, Giampaolo Giacomini, per tantissimi il «maestro Paolo»: è stato tra i fondatori della scuola per stranieri della Comunità di Sant'Egidio che a giugno ha festeggiato i primi vent'anni di attività.
Giampaolo Giacomini era in vacanza a Ostuni con la moglie Giovanna e la figlia Anna, che compirà 16 anni fra pochi giorni. Un infarto l'ha colto all'improvviso mentre dormiva, nelle prime ore di martedì. Stava bene, non aveva problemi di salute e tantomeno aveva mai sofferto di cuore. Nulla lasciava presagire quanto sarebbe accaduto.
La salma rientra a Novara dalla Puglia questa mattina.
Gli amici della Comunità di Sant'Egidio la veglieranno nella chiesa di Ognissanti: lì si era sposato e lì si ritrovava ogni settimana con tutti loro. Venerdì pomeriggio alle 15 saranno celebrati i funerali nella parrocchia di San Bartolomeo a Borgomanero, città dela sua famiglia.
Insegnare era la sua passione. Era professore di religione al liceo artistico ma era soprattutto il «maestro Paolo» alla scuola d'italiano per stranieri della Comunità. L'aveva fondata lui: era il 1989, i primi studenti erano 12 ragazzi senegalesi che lavoravano in fonderia.
Oggi ne era ancora il «motore» e i ragazzi lo adoravano: «Si ricordava di tutti, aveva un tratto personale per ognuno di loro di cui conosceva anche le difficoltà, le famiglie, i paesi di origine. Alla fine del corso, tanti restavano in contatto con lui e aveva creato con molti allievi un rapporto vero e forte - ricorda Daniela Sironi, presidente della Comunità di Sant'Egidio che con Paolo aveva un'amicizia lunga trent'anni nata sui banchi del liceo -. Era impossibile dimenticarlo: era diretto e capace, soprattutto nei rapporti umani».
La scuola aveva questa sua impronta e oltre a insegnare la lingua italiana puntava a creare legami e conoscenze tra gli studenti: «L'estraneità e l'isolamento sono tra i problemi più gravi che gli immigrati in Italia possano vivere» aveva detto Giacomini in occasione dei vent'anni di fondazione della scuola. E aveva raccontato: «Una badante ucraina è ingegnere nucleare, un'altra dirigeva una fabbrica metallurgica con 560 operai. Ma purtroppo i politici italiani rincorrono l'immigrazione come un problema, non lo affrontano mai come risorsa».