L'Italia ha bisogno di unità ed è prioritario gestire l'integrazione degli immigrati". C'è un ministero tutto nuovo per l'inventore dell'"Onu di Trastevere", diplomazia nelle guerre del Terzo Mondo (e non solo) e multinazionale "non profid" nell'Occidente scristianizzato.
Quarant'anni fa lo storico Andrea Riccardi ha fondato la Comunità di Sant'Egidio, ieri da neo-ministro ha lasciato il Quirinale con una speranza e un obiettivo: "Spero che questo incarico sia il segnale di un'Italia che riprende la cooperazione e la linea della solidarietà. Viviamo una fase di grande conflittualità. E siamo solo alla prima riga della prima pagina".
Il mandato è quello di attuare l'agenda tracciata lunedì dal Presidente Napolitano: cooperare nel mondo, scommettere sui giovani e favorire l'inserimento dei "nuovi italiani".
Tutto ciò "fa parte della mia cultura e dell'esperienza maturata: sono a disposizione del Paese per uscire dalla crisi". Proprio perchè il suo dicastero e quello del collega Barca sono fuori dalla tradizionale struttura dei governi, potranno "caratterizzare" l'attività dell'esecutivo monti. "Sulla cooperazione internazionale si è tragliato molto negli ultimi anni, adesso riprendere l'impegno contribuirà a recuperare credibilità nel mondo", spiega Riccardi.
Il primo impatto con i compagni di squadra è incoraggiante: "Gente che prende l'incarico con spirito di servizio e di sacrificio. Adesso dobbiamo attendere la fiducia". Nessuna modifica "ad hoc" della formula di rito per il giuramento. E' stato solo per una svista che ieri ha omesso di pronunciare la parola "esclusivo" prima di "interesse dell'Italia".
Piuttosto serve "una politica europea dell'immigrazione", evidenzia Riccardi: "In epoca di libera circolazione dei cittadini in Europa è impensabile che non ci sia una politica comune in questo campo". L'immigrazione è un problema con il quale gli italiani "si dovranno confontare per i prossimi anni". E del resto, "l'Italia ha bisogno di immigrati". Una politica di sviluppo in Africa è indispensabile per fermare gli arrivi sulle nostre coste. Intanto la globalizzaizone apre nuovi orizzonti che rendono l'Italia più piccola e fragile in un mondo divenuto molto grande: "L'Europa diminuisce e crescono i giganti asiatici". Incremento degli immigrati e fragilità dell'identità nazionale si sviluppano in parallelo.
"In Italia la questione di una società a diverse componenti etniche e religiose è stato affrontato spesso in modo sentimaentale, emotivo, non realistico e culturale", puntualizza: "Ho detto si a Monti per aiutare l'opera di ripresa nazionale".