Comunità di S.Egidio


21/09/2001
Matera (Italia)
Cittadinanza onoraria alla Comunit� di Sant'Egidio
La citt� di Matera ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Mario Marazziti, in rappresentanza della Comunit� di Sant'Egidio, per il lavoro in favore del dialogo interreligioso, della pace e dei diritti umani. 
La cerimonia ha avuto luogo venerd� 21 settembre alle ore 12.

       

 

DISCORSO PRONUNCIATO DA MARIO MARAZZITI 
IN OCCASIONE DEL CONFERIMENTO ALLA COMUNITA� DI SANT�EGIDIO
DELLA CITTADINANZA ONORARIA DELLA CITTA� DI MATERA


Matera, 21 Settembre 2001


E� davvero un privilegio per me oggi poter prendere la parola di fronte a tutti voi qui presenti, alle autorit� civili e religiose di questa straordinaria citt� di Matera, a tanti amici e a tutti voi che avete saputo in cos� breve tempo trasformare piccoli e grandi luoghi della fatica di vivere in quella che oggi � una citt� capace di esprimere affabilit� nel tratto e una capacit� davvero rara di coniugare storia e proiezione nel futuro, che oggi rappresenta un varco di speranza per tante altre citt� del Sud.

Lasciatemi dire che � facile qui, a Matera, sentirsi a casa, perch� la vita si presenta un po� come il suo cibo, con sapori forti e gentili, non nasconde le difficolt�, ma si fa amare nel presente per le sue radici autentiche, che non gli impediscono, ma anzi la proiettano con forza e originalit� nel futuro.

S�, permettetemi di dire da nuovo cittadino, il pi� giovane, appena arrivato, che sento affascinante la possibilit� di cercare di trasformare il mondo in cui viviamo in meglio da questo luogo dove la memoria e la realt� della difficolt� di vivere affrancati dalla fatica � diventato come un tempio a cielo aperto della bellezza. E� la bellezza che attrae il mondo e che cambia il mondo. La bellezza della vita che abbiamo la responsabilit� di vivere e costruire. La stessa bellezza delle icone che si intuiscono negli affreschi delle chiese rupestri, ai Sassi. La bellezza degli uomini e delle donne, delle culture, dei credenti e dei laici che sanno vivere l�arte del dialogo, quella che fa vivere senza creare muri, creando ponti che avvicinano, che sciolgono le ragioni delle contrapposizioni, delle guerre, dell�abbandono, della diffidenza, dell�odio. La bellezza di quella vita che voleva imitare i cieli che un grande santo qui molto amato da generazioni e generazioni di monaci, Basilio di Cesarea, voleva fare assomigliare al paradiso e per questo attorno e accanto al monastero, nelle Basiliadi, c�erano l�ospitalit� ai poveri, la mensa, l�ospedale per i malati, l�aiuto per chi non ce la faceva.

E� un privilegio oggi essere qui con voi e iniziare assieme un�avventura sotto il segno dell�umano e dei diritti umani, e vi porto con gioia il saluto e l�amicizia di tutti gli amici e di tutte le Comunit� di Sant�Egidio, che come sapete sono nate a Roma per iniziativa di Andrea Riccardi, allora uno studente liceale, un po� pi� di trent�anni fa, e oggi in sessanta paesi del mondo, la met� nel Sud del mondo, un po� pi� a Sud, ancora, di Matera. Quarantamila persone che provano a vivere la propria fedelt� al Vangelo nell�amicizia con i poveri, nell�impegno ecumenico e nel dialogo interreligioso, lavorando per la pace.

Non posso non ringraziare quanti hanno pensato, lavorato, gioito per onorare attraverso di me tutta la Comunit� di Sant�Egidio con la cittadinanza onoraria di questa citt� e di questa nobile terra. Il signor Sindaco, tutte le autorit� oggi presenti, tutti i rappresentanti eletti nel Consiglio comunale, e tutti voi, che non conosco personalmente. Un saluto e un ringraziamento per la sua affettuosa partecipazione anche a mons. Arcivescovo che oggi � qui con noi, in un avvenimento che unisce tutta la citt�, e ai nostri fratelli nuovi cittadini di Matera come noi. 

Molti di voi sanno a memoria l�inizio di quel pegno d�amore per Matera scritto da Carlo Levi nelle ore tragiche della guerra mondiale: 


Noi non siamo cristiani, - essi dicono, - Cristo si e� fermato ad Eboli - . Cristiano vuol dire nel loro linguaggio, uomo: e la frase proverbiale che ho sentito tante volte ripetere, nelle loro bocche non � forse nulla pi� che l�espressione di uno sconsolato complesso di inferiorit�. Noi non siamo cristiani, noi non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che le bestie�


Difficolt� non mancano, ma oggi davvero possiamo dire che da qui � possibile sognare, perch� lo vediamo realizzato, che intere parti del mondo possano tornare ad essere umane e cristiane, secondo le parole di Levi. Che gli uomini e le donne non vivano e non muoiano pi� sotto il peso della violenza, della paura, della guerra, dell�abbandono, della mancanza di tutto, schiacciate dalla fatica di sopravvivere, �bestie da soma, e ancor meno che le bestie�.

L�onore che ci � stato accordato con la cittadinanza che oggi consegnate nelle mie mani � una responsabilit� e una responsabilit� che vogliamo vivere assieme a tutti voi. 

Ci viene consegnata in un momento particolare - oggi, 21 settembre, giorno anniversario dell�insurrezione della Citt� di Matera per la libert� dal nazifascismo - mentre abbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore la tragedia che ha colpito al cuore l�America e attraverso quelle vittime anche un po� tutti noi. E� un momento in cui all�improvviso parole come terrore, ma anche come vendetta e guerra sono tornate all�improvviso comuni, come se fossero normali. Non sono normali. Possiamo continuare a lavorare perch� non siano mai normali. Perch� la giustizia non si accompagni mai alla vendetta, perch� ricordiamo bene quel che Gandhi ha dimostrato vero con tutta la sua vita: �Occhio per occhio, e tutto il mondo diventer� cieco�. La guerra non e� mai un destino inevitabile. 
E possiamo lavorare insieme, anche se siamo piccoli, per sciogliere le ragioni che portano la guerra e per strappare dalla faccia della Terra quella disperazione a cui attingono i maestri del terrore e gli amici della violenza e della guerra. Quando eravamo ancora pi� piccoli, lo sapete, lavorammo per due anni per fermare uno dei pi� sanguinosi conflitti del nostro tempo, la guerra che ha insanguinato per 16 anni il Mozambico, con un milione di morti, all�inizio degli anni Novanta. E la guerra si � fermata. E� stata firmata la pace, di fronte a un protagonista di questa terra, Emilio Colombo, allora Ministro degli Esteri, e � stata costruita la pace, che � ancora oggi un esempio, in un�Africa ferita da tante guerre.

L�abbiamo capito allora e ci sembra ancora pi� vero in queste ore: �Oggi tanti, tutti possono fare la guerra � e lo vediamo con il terrorismo � ma anche tutti possono fare la pace�.

Allora � molto bello che da questa citt� dove la povert� sembrava nascondere l�umano parta attraverso l�onore che ci viene conferito un impegno eloquente: quello di Matera citt� e capitale dei diritti umani. Ma tutto questo non si fa in un giorno, si fa nella vita. 

E� per questo che sento che non si tratta solo di un onore per noi, ma di una responsabilit�, da vivere con tutti voi, con tutti i cittadini di Matera. Insieme, fare di Matera la citt� dei diritti umani, del lavoro e dell�impegno per gli altri. Questa cittadinanza onoraria, allora, la sento come un un patto tra la Comunit� di Sant�Egidio, tutte le Comunit� di Sant�Egidio nel mondo, e la Citt� di Matera. Un patto. Possiamo insieme lavorare per fermare la pena di morte nel mondo. Per aiutare gli anziani a vivere con dignit� i loro anni, non nell�anonimato e nell�abbandono, aiutati in maniera intelligente a restare in casa e vicino ai propri affetti. Per creare un clima di tolleranza e non di paura verso i nuovi cittadini, quegli immigrati che hanno alle spalle le stesse storie di tanti italiani che all�inizio del secolo scorso hanno dovuto abbandonare la propria terra per andare in America, in Belgio, in Francia.

Un patto, per sconfiggere insieme la pi� difficile guerra di questo nuovo secolo: l�AIDS in Africa, che colpisce 25 milioni di persone, donne, bambini, gi� oggi e tutti, tutti destinati a morire perch� senza medicine e senza cure di nessun tipo. La Comunit� di Sant�Egidio ha lanciato il primo progetto che copre un intero paese africano, il Mozambico, per combattere l�AIDS garantendo il diritto umano minimo che � il diritto alle cure e alle medicine. In tutti i bar, in tutti i negozi, in tutti i luoghi di incontro potremmo cominciare la raccolta di quello che serve per combattere l�AIDS in Mozambico e per contagiare positivamente l�Africa. E Matera pu� essere la prima citt� nel mondo a combattere tutta intera contro questa disumanit�.

E� un sogno, forse. Ma mi sembra che a Matera i sogni si avverano.

Grazie