Comunità di S.Egidio


 

18/03/2006

Un seminario promosso dall�Ufficio catechistico d� voce a chi vive il proprio handicap con speranza
Disabili, nella comunit� da protagonisti
Adriana: �Con Ges� guarisco dall'idea di essere sfortunata�

 

Tocca il cuore e la mente la testimonianza di Adriana Ciciliani, de �Gli amici� della Comunit� di Sant'Egidio, movimento che raccoglie alcune migliaia di disabili mentali. �Vivere in comunit� con serenit� e gioia nella disabilit� mentale� potrebbe sembrare difficile, ma non � impossibile, specialmente se si legge �Il Vangelo per tutti�, un libro a cui Adriana e gli amici di Sant'Egidio guardano con particolare affetto. �La domenica � il giorno pi� bello, perch� rivedo i miei amici e soprattutto incontro Ges�, ascoltando la sua Parola e ricevendo la Santa Comunione� dice Adriana. Anche se la tristezza a volte non manca, �ascoltare ogni domenica come Ges� ci ha amato mi d� pace e mi fa desiderare di essere buona con tutti - aggiunge -. Cos� guarisco dalle mie difficolt�, dall'idea di essere sfortunata, dalla paura di non essere felice. Ho imparato che Ges� sta sempre con noi, che non ci lascia mai, che basta pregare per accorgerci che � vicino�.

Una �presenza� che � ricchezza per la comunit� ecclesiale e per la societ� civile quella delle persone disabili. Questo il messaggio lanciato dal seminario formativo nazionale �Testimoni di Ges� risorto� promosso a Roma, presso il centro congressi �Villa Aurelia�, dall'Ufficio catechistico nazionale e dal Settore catechesi dei disabili della Cei in vista del convegno ecclesiale che si terr� a Verona in ottobre.

Dopo l'apertura che si � tenuta ieri, oggi il vescovo Francesco Lambiasi, assistente generale dell'Azione cattolica italiana, offrir� ai disabili presenti una meditazione biblica esperienziale sulla Risurrezione come �speranza e possibilit� di vita pienamente riuscita�. A far da sfondo alla riflessione sar� la pagina evangelica dei due discepoli di Emmaus, modello del cammino cristiano �da una speranza morta alla speranza viva�. � cos� che la Risurrezione di Cristo �diventa la garanzia per la nostra speranza e una promessa infallibile di vita bella, buona e beata - sottolinea Lambiasi -. � infatti l'esplosione pi� potente di energia. Se nella creazione si � avuto il passaggio dal nulla all'essere, nella Risurrezione di Cristo si ha un "salto vitale": dalla morte alla vita�. Questa energia si irradia su tutti gli uomini, disabili compresi, che dalla sofferenza di Cristo sulla croce e dalla sua Risurrezione possono trarre ragioni di vita e di speranza. �La Risurrezione di Cristo - aggiunge Lambiasi - ci dice anche che la vittoria sul dolore e sulla morte non � un miraggio e che la felicit� non � un semplice diritto dell'uomo - come nella costituzione degli Usa - ma una promessa di Dio�. La Risurrezione di Cristo, dunque, diventa incoraggiamento a vivere la sofferenza come una grazia alla luce degli insegnamenti di Cristo. �Grazie al Crocifisso-Risorto - sottolinea Lambiasi -, cambiare il dolore con l'amore si pu�.

Il seminario, che si chiuder� domani, risponde all'esigenza, pi� volte espressa da parte di diversi gruppi diocesani sensibili ai temi della disabilit� di �elaborare riflessioni che portano a comprendere i modi pi� appropriati per comunicare la fede e per inserire sempre pi� i diversamente abili nel cammino della pastorale italiana - spiega monsignor Walther Ruspi, direttore dell'Ufficio catechistico della Cei -. Le persone disabili hanno voluto capire ci� che la Chiesa italiana sta sviluppando in vista dell'appuntamento a Verona del prossimo ottobre e hanno anche rilevato la loro scarsa presenza, una involontaria dimenticanza della disabilit�. Per questo motivo, nel corso del seminario, dopo aver approfondito i cinque ambiti della Traccia di riflessione in preparazione a Verona 2006, sar� elaborato dalle stesse persone disabili un documento che sottolinea il valore, la ricchezza e l'originalit� del diversamente abile nell'azione pastorale, che verr� consegnato al Comitato preparatorio del Convegno Ecclesiale nazionale.

�Ci� che colpisce � la partecipazione attiva alla vita delle comunit� ecclesiali delle persone con disabilit� che diventano essi stessi testimoni e comunicatori del Vangelo - spiega Vittorio Scelzo, responsabile del Settore catechesi dei disabili della Cei -. La partecipazione dei disabili mentali alle liturgie domenicali, ad esempio, le arricchisce rendendole particolarmente gioiose ed attrattive. Spesso, laddove manca la possibilit� di esprimersi in maniera articolata, la comunicazione del Vangelo passa attraverso la centralit� del cuore e della vita affettiva. Non si tratta di una forma di testimonianza alternativa o secondaria - sottolinea Scelzo -, ma della centralit� dell'amore di cui Benedetto XVI ha parlato nella sua prima enciclica�. Proprio la citazione di apertura della Deus caritas est, cio� �Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi� descrive bene la profonda esperienza di fede di molti disabili mentali.

Vincenzo Grienti