Comunità di S.Egidio


 

07/05/2006


Malawi, la sfida dell�ospedale italiano
Viaggio in un angolo d�Africa devastato da fame e malattie. Dove ha preso avvio un piano a lungo termine: quattro organizzazioni umanitarie insieme con i fondi di Banca Intesa e Fondazione Cariplo

 

LILONGWE (Malawi) - Dodici anni, dodici chili. Questa era Molly. All�ospedale Mtenga Wa Tenga l�ha portata la zia. Era andata al villaggio per il funerale della sorella. Nella capanna, per terra, ha trovato Molly. Quando pronuncia il suo nome, sull�auto che percorre la pista rossa verso il villaggio di Mpote, a Roberto Lunghi fisioterapista di Roma e volontario della Comunit� di Sant�Egidio viene la pelle d�oca. Si vede, � l�, sul braccio. Molly � morta due mesi fa. Fame e Aids. Non ha vissuto abbastanza per le pannocchie di marzo. �Finalmente un buon raccolto�, sorride il capo villaggio, maglietta della festa (bucata) e piedi nudi. Nshima assicurata (per un po�) ai 300 abitanti (40 sieropositivi). Una polentina di mais, bianca, insapore. Piatto unico. Quando Nelson Mandela incontra un bambino gli chiede �cos�hai mangiato stamattina?�. A Mpote, come dovunque in questo spicchio di affamata Africa, otterrebbe la stessa risposta, nei giorni felici: nshima . Qualche volta, prelibatezza una tantum anche in citt�, cavallette raccolte di notte e poi seccate al sole. A Molly come a migliaia di altri � andata male. La siccit�, l�Aids che le ha passato la madre. Dodici anni, dodici chili. Questa era Molly, questo � il Malawi. Dodici milioni di abitanti, un milione di orfani, un neonato su 4 che non vive pi� di una settimana, 900 mila tra sieropositivi e malati di Aids, speranza di vita 37 anni, mezzo euro al giorno di reddito. Medio. �Il cuore caloroso dell�Africa� c�� scritto sulle magliette. Turisti pochi. Eppure il Malawi ha cose uniche: il lago grandioso che gli d� il nome, i parchi, la mitezza della gente, persino una casa a forma di pallone da football a quattro piani (l�ha fatta e ci abita un architetto olandese) che si oltrepassa alla periferia di Blantyre andando verso la boscaglia, dove gli attivisti di �Save the children� e di Magga (gli Scout locali) fanno educazione sanitaria nei villaggi. Un�altra rarit� nazionale? Il pediatra. Negli ospedali pubblici c�� un solo pediatra locale. Dev�essere una donna molto occupata. Fino all�anno scorso ce n�erano due. Ora il secondo � passato nel settore privato. A pagamento. E� di una clinica privata, tanto per dire, anche l�unica macchina per la Tac. I medici malawiani sono in tutto 200. Mentre al maggior ospedale pubblico di Blantyre, la capitale economica, il governo ha avviato un programma per la cura dell�Aids con farmaci antiretrovirali, le medicine dei Paesi ricchi. Ne parla Jeffrey Sachs nel primo capitolo del suo �La fine della povert�. Il costo della terapia al Queen Elizabeth: un dollaro al giorno. Uno. Ma in Malawi anche un dollaro � roba da ricchi. La maggioranza dei malati va a morire nell�altro reparto, tre pazienti per letto, sdraiati nei corridoi. Il responsabile � lo stesso che cura i solventi. Lui sa, scrive Sachs, che �tutti potrebbero alzarsi dal loro letto di morte: basterebbe un dollaro al giorno�.

Bisognerebbe tenere Molly nella coda degli occhi, bisognerebbe pensare all�inferno/paradiso del Queen Elizabeth per comprendere tutto lo stupore che produce il nuovo ospedale degli italiani. Sta all�ombra di un gigantesco mogano, a Blantyre. Un anno fa qui c�era una radura. Adesso c�� questo centro di mille metri quadri, mattoni rossi e macchinari moderni per stanare e combattere l�Aids. Test e cura. Il ministro della Salute taglia il nastro blu dell�inaugurazione. La targa: �Project Malawi, sharing the future�. Lingua inglese e respiro italiano. L�iniziativa promossa da Banca Intesa e Fondazione Cariplo mette l�accento sull�ultima parola. Futuro. �Resteremo per altri dieci anni, resteremo per tutto il tempo necessario� promette Corrado Passera, amministratore delegato di Banca Intesa, ai ragazzi malawiani che applaudono. �E� un impegno forte� dice Pier Mario Vello, segretario generale della Fondazione Cariplo. Lilongwe e Blantyre, province d�Italia. Nove milioni di euro in 3 anni, 3 milioni gi� spesi. Sfida ambiziosa. Prendersi cura progressivamente di un Paese, il Paese del pediatra unico e del mezzo euro al giorno, collaborando con le istituzioni senza senso di superiorit�, formando il personale locale. Per l�Unicef questo posto rappresenta �la tempesta perfetta�: disastro climatico, malnutrizione, Aids, malaria. Per combatterla �Project Malawi� lancia un modello multilaterale, diverse ong italiane (Comunit� di Sant�Egidio, Save the children, Cisp, gli Scout) integrate su quattro filoni: lotta all�Aids, educazione sanitaria e sessuale, cura degli orfani, sostegno alle microimprese. La sfida parte dal nuovo laboratorio di biologia molecolare di Blantyre, guidato dal dottor Piero Bastagini. Un altro lab gi� � attivo alla periferia di Lilongwe, al Mtenga Za Tenga. Scelta �d�eccellenza� doverosa: gratis le bustine gialle con gli antiretrovirali che solo i ricchi finora potevano permettersi. La priorit�: le donne in gravidanza. L�obiettivo � di arrivare nei prossimi anni ad assisterle tutte: 80 mila all�anno. Le mamme delle Molly future. E sane. Una � gi� nata. Si chiama Rejoice. Sua madre, Alice, � sieropositiva. Lei � salva. Stanno sedute in un sole meraviglioso nel cortile del Mtenga. Come Asinta. Sembra una nonnina, ha 26 anni. E� grave, sussurra Roberto Lunghi. L�hanno trovata per strada. Il marito e la famiglia l�hanno abbandonata dopo il test dell�Hiv all�ospedale pubblico. Cosa hai mangiato stamattina, Asinta? �Patate dolci e t�. E prima, sulla strada? �Quel che capitava. Tre volte alla settimana�.

Michele Farina