Comunità di S.Egidio


 

02/04/2008


Comunit� di Sant�egidio: 40 anni vissuti nel cuore della citt�
Il cardinale Sepe riceve oggi una delegazione per ricordare la prima riunione di un gruppo di studenti. L�impegno per la citt�, dal colera scoppiato nel 1973 ai problemi dei giorni nostri

 

Oggi il cardinale Crescenzio Sepe accoglie la Comunit� di Sant�Egidio nella cattedrale per festeggiare il quarantesimo anniversario della sua fondazione. La celebrazione ricorda la prima riunione di un gruppo di studenti liceali di Roma, raccolti da Andrea Riccardi: da quel primo incontro comincia una storia ormai lunga, che � approdata anche a Napoli in anni ormai lontani.

� il 1973. La citt� � colpita dal colera: questa circostanza interroga l�allora giovanissima comunit�, che ha appena ricevuto dal cardinal vicario di Roma Ugo Poletti il convento nel cuore di Trastevere, da cui prender� il nome. I primi membri della comunit� si chiedono se non si debba in qualche modo rispondere al bisogno che l�epidemia a Napoli rivela. Anche da questa inquietudine evangelica � nata la scelta di cominciare l�esperienza napoletana, che � quindi la primogenita di Sant�Egidio.

Oggi la Comunit� � diffusa in tutto il mondo, con decine di migliaia di aderenti, ma l�episodio citato � emblematico della vocazione e dello stile di questo movimento. Nata nella stagione aperta dal Concilio Vaticano II, la Comunit� ha incarnato quell�attitudine di simpatia verso l�uomo e di condivisione dei dolori e delle attese del nostro tempo, che � stata la novit� del Concilio stesso. Cos�, anche quando era solo un gruppo di studenti, si � sempre lasciata mettere in questione dai drammi vicini e lontani e ha spostato sempre i suoi confini, costruendo ponti tra mondi diversi.

Gli anni a Napoli sono espressivi di questo cammino: dall�interesse per i bambini del Rione Traiano (allora era la nuova periferia) fino agli orizzonti internazionali dell�incontro delle religioni per la pace dell�ottobre scorso. Non � che la Comunit� abbia cambiato ragione sociale o si sia messa in grande. � l�amore per i poveri che conduce a lottare contro la guerra, madre di tutte le povert�. � l�amicizia con un condannato a morte che ha portato a scoprire il mondo dei bracci della morte in Usa e alla grande campagna per la moratoria mondiale delle esecuzioni capitali (coronata - come � noto - da un primo successo, l�approvazione a larga maggioranza di una mozione in questo senso all�Assemblea generale della Nazioni unite a dicembre dell�anno scorso). � l�amore per questa citt�, per i suoi poveri, per i suoi abitanti, che ha condotto a sognare per Napoli un futuro diverso, a sognare e a lavorare perch� la citt� ritrovi un suo profilo e una sua funzione in Italia e nel Mediterraneo, che non dimentichino la sua storia e insieme ne valorizzino il carattere e le risorse. A sognare, oltre le ristrettezze del presente.

Quella che si celebra oggi � dunque anche la storia di una presenza amica e di un amore tenace per la citt�, che va anche al di l� del gruppo locale dei suoi aderenti: Napoli � nel cuore di Sant�Egidio fin dai suoi inizi. Le porte della cattedrale che si aprono rimarcano come Sant�Egidio sia nel cuore di Napoli.

Gino Battaglia