Comunità di S.Egidio


 

02/04/2008

Santo subito: a S. Egidio il ricordo del Papa che ha cambiato la Chiesa
�Io, accanto a Wojtyla negli ultimi istanti�

 

�Mi ha fatto tornare alla fede. Mi ha detto: "Non avere paura, Dio perdona". Si � ricordato di me, mi ha dedicato una carezza nel momento pi� prezioso della sua vita, quando stava tornando al Signore�.

Racconta anche questo piccolo, grande miracolo di Giovanni Paolo II Rita Megliorin, la caposala del Policlinico Gemelli che lo assistette nei ricoveri e che fu chiamata al suo capezzale nelle ultime ore. Il 2 aprile di tre anni fa, un sabato con il cielo azzurro.

Lo racconta sotto l'abside dorato di Santa Maria in Trastevere, scenario che la Comunit� di Sant'Egidio ha voluto per celebrare la ricorrenza. Sulla �colonna sonora� dei brani di Una vita con Karol, il libro-conversazione che il cardinale Dziwisz (pi� semplicemente don Stanislao, per 40 anni segretario di Wojtyla) intesse con il vaticanista Gian Franco Svidercoschi e che la Bur ripropone in versione tascabile.

A Rita si rompe la voce. Ma arriva fino in fondo a squarciare un altro pezzetto inedito della vita del papa polacco. �Mi chiamarono in tarda mattinata. Correvo, avevo paura di non arrivare in tempo. Invece lui mi ha aspettata. "Buongiorno Santit�, oggi c'� il sole", gli dissi subito, perch� era la notizia che in ospedale lo rallegrava. Non pensavo mi riconoscesse. Lui mi ha guardato. Non con quello sguardo indagatore che usava per capire subito come andava la sua salute. Era uno sguardo dolce, che mi ha sfiorato. Ho sentito il bisogno di appoggiare la testa sulla sua mano, mi sono permessa il lusso di prendermi il suo abbraccio. Sentivo la folla in piazza San Pietro e ho detto a Dziwisz: "Ma tutte queste persone cantano". E lui, portandomi alla finestra: "Quando un padre muore vuole tutti i figli vicini". Poi la Messa, e il Papa era ancora cosciente. Si � spento lentamente. Prima non abbiamo sentito pi� il respiro, ma sul monitor il cuore batteva. Poco dopo anche quello ha smesso�.

Un applauso frena la commozione per quel papa che si � speso per gli altri fino all'ultimo minuto. Parte dalla prima fila, dove sono seduti Ciampi (�Chiamavo Wojtyla il mio fratello maggiore�) e la signora Franca, Giulio Andreotti, Gianni Letta, i cardinali Re e Dziwisz. E in un attimo il battimani � uno scroscio da tutta la chiesa, piena. E dall'angolo dove si � seduto Francesco Masella, l'addetto alle pulizie dell'appartamento del Papa (�Chiam� anche me mentre moriva, mi mise una mano sulla testa�, rivela). E dal tavolo dei relatori dove siedono Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, e Camillo Ruini. Fa il punto, il cardinal vicario, su quelli che chiama i �segreti� di Giovanni Paolo II. �Perfezionista, voleva sfruttare tutto il tempo che aveva e non so come riuscisse a fare tutto. Legato visceralmente a Roma. L'ultimo atto prima di andare a letto era guardare dalla finestra la citt� illuminata e benedirla. Impegnato in ogni momento che poteva nella preghiera, come quella volta in cui noi eravamo seduti al tavolo del pranzo e lui, di l�, aspettava la telefonata di Bush. Mi ha cambiato la vita e non solo per l'incarico che mi ha affidato�.

Don Stanislao, atteso in sacrestia da Francesco Rutelli, si scioglie alla fine nella testimonianza. �Di lui non posso dimenticare soprattutto l'ultimo congedo, quando mi ha preso la mano e l'ho baciata. Nostalgia? No. Prima eravamo col Papa, oggi lui � con noi e con il suo successore, Benedetto XVI. Ci insegna ad amare la Chiesa com'�. Unita�. E quando gli chiedono che tempi si augura per la beatificazione di Karol, sorride e risponde: �Santo subito�. Come sillaba la folla, come pare gi� a Cracovia. �Riceviamo tantissime lettere di preghiere per guarigioni di cancro, per le coppie che non riescono ad avere figli. � rimasto con noi. E si vede�.

Lidia Lombardi