Comunità di S.Egidio


 

04/04/2008


ECUMENISMO E DIALOGO - In ascolto dei martiri
Comunit� S.Egidio: in attesa dell'incontro con il Papa

 

Il 7 aprile il Papa incontrer� la Comunit� di Sant'Egidio, che festeggia quest'anno il 40�, nella bsilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina, primo santuario "memoriale dei martiri del nostro tempo" voluto da Giovanni Paolo II. La basilica, che gi� ospita le spoglie dell'apostolo Bartolomeo e del vescovo Sant'Adalberto, martire della Chiesa indivisa, evangelizzatore della Pomerania e dell'Europa Orientale, sulla tomba del quale il giovane Karol Wojtyla si recava a pregare durante i soggiorni a Roma, ospita oggi le reliquie e le memorie dei testimoni del nostro tempo. Giovanni Paolo II ha voluto la nuova dedicazione e ha affidato la realizzazione e il culto alla Comunit� di Sant'Egidio. Gi� in preparazione del Grande Giubileo la basilica e i locali adiacenti erano stati dedicati dalla Comunit� allo studio dell'Archivio della Commissione dei Nuovi Martiri, prevista in modo specifico nella Tertio Millennio Adveniente (37). Sull'evento il SIR ha chiesto alcune riflessioni al fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, Andrea Riccardi.

Cosa vuol dire per la Comunit� di Sant'Egidio la visita del Papa in questo luogo?

"Rafforza in noi il senso del debito che sentiamo di avere verso quanti hanno speso la loro vita per rimanere fedeli. Saremo cos� aiutati a vivere con maggiore gratuit� la nostra vocazione cristiana. Ci aiuter� a trovare la forza di fronte alle espressioni del male e ci assegna l'unit� gioiosa dei discepoli del Vangelo l� dove ci troviamo. Grati che nel 40� della Comunit� di Sant'Egidio viene confermata la via della fedelt� al carisma che con gioia sentiamo di vivere, come contributo, tra le altre, all'umile testimonianza della fede".

I nomi dei testimoni della fede ricordati dentro la basilica di San Bartolomeo hanno storie e provenienze molto diverse...

"Le reliquie e le memorie provenienti da tutto il mondo sono raccolte nelle diverse cappelle in base al continente dove � avvenuto il martirio, ricomponendo una geografia spirituale che converge in un'unica Chiesa. Molte le memorie delle vittime dei totalitarismi, raccolte in un'unica cappella: dall'Albania comunista, dalla Romania di Ceau?escu, del monaco Sofian Boghiu; dall'ex Unione Sovietica: il rosario di padre 'Men, vittima del nazionalismo. Poi il contesto dei martiri vittime del nazismo: il pastore evangelico Paul Schneider, ucciso nel campo di Buchenwald nel 1939, Franz Jagerstatter del quale si conserva una lettera scritta durante la detenzione in contesti di odio antireligioso. Poi dal Messico degli anni Venti: la cappella sui totalitarismi accoglie reliquie di cinque santi e di tre beati, oltre alla croce di un prete spagnolo morto nel 1936. Al di fuori della Chiesa cattolica da segnalare le memorie dei Fratelli della Melanesia, i sette religiosi di una confraternita anglicana uccisi nelle isole Salomone, nell'Oceano Pacifico, mentre tracciavano una trattativa tra le parti in conflitto. Dall'Africa la memoria dell'Abate di Notre Dame de la Place, e di Christian de Cherge, monaco trappista assassinato nel monastero di Tibhirine (Algeria) nel 1994. Accanto la Bibbia di Evariste Cogorova, vittima della furia assassina in Rwanda. Al Papa sar� presentata la vicenda di Floribert, torturato e assassinato la notte tra l'8 e il 9 giugno a Goma, al confine della Repubblica Democratica del Congo dove lavorava in dogana. Non si � piegato n� ai tentativi di corruzione n� alle forti minacce per permettere il passaggio di un carico di riso avariato. Ho a cuore la salute della gente, aveva detto Floribert, giovane di 26 anni, di una forza morale che aveva radici nella preghiera e nel servizio ai ragazzi di strada, condivisi da anni con la Comunit� di Sant'Egidio".

Con il Giubileo del 2000 si � introdotto il concetto di ecumenismo del martirio...

"Questa chiesa in virt� della martir�a parla a voce alta: tanto da aver richiamato fin qui il Patriarca Bartolomeo, ed anche ortodossi russi, evangelici e riformati, che si sono raccolti in preghiera in questa basilica perch� ogni volta che un cristiano � morto ha mostrato la forza, l'amore per la vita. In alcuni contesti Chiese differenti hanno affrontato il male a mani nude insieme: nei gulag, nei campi di concentramento, anche in contesti di forte minoranza, come in Asia".

Dal vostro osservatorio, quali sono le Chiese che soffrono maggiormente?

"Certamente quest'anno il tributo pi� pesante � stato versato dai cristiani in Iraq, tra i quali il vescovo Rahho, vittima dell'estremismo impazzito e cieco. I cristiani orientali sono pi� esposti e indifesi, ed esprimono la fatica di vivere l'attaccamento alla fedelt�. In questo contesto risalta la scelta di don Andrea Santoro, di cui conserviamo il calice e la stola, di voler sostenere il cristianesimo nei luoghi dell'origine, con un forte senso del debito. Inoltre, guardando all'estremo Oriente, il Papa ha sottolineato il 24 marzo scorso il valore del martirio contemporaneo, che tanti trovano proprio per la fedelt� alla sede petrina".

Lia Mancini