Comunità di S.Egidio


 

Il Riformista

16/05/2008

LA COMUNIT� DI SANT'EGIDIO IN SCIA AL PAPA
�Un errore criminalizzare i romeni� La Chiesa in difesa degli immigrati

 

Mentre in nove regioni italiane sono partiti blitz anticrimine coordinati dal Servizio operativo centrale (Sco) della Direzione centrale anticrimine (Dac) con centinaia di arresti ed espulsioni, mentre Umberto Bossi plaude simili iniziative perch� �la gente chiede sicurezza e noi dobbiamo dargliela�, mentre Repubblica.it propone un sondaggio dal quale si evince che il 70 per cento degli intervistati vorrebbe che lo Stato "scacciasse" i rom perch� "fanno paura", c'� una voce fuori dal coro che dice altro. E quella della Chiesa, del Papa e di gran parte del mondo dell'associazionismo cattolico. Una voce che, come spiega al Riformista il portavoce di Sant'Egidio Mario Marazziti, �non vuole essere buonista ma realista�.

Ma andiamo con ordine. Il primo intervento di ieri in merito � stato quello del Papa. Ricevendo in udienza i membri del pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, Benedetto XVI ha voluto ricordare che occorre favorire il ricongiungimento familiare in caso di immigrazione e mobilit�, perch� la famiglia rappresenta un �fattore di integrazione�. �Non bisogna dimenticare - ha detto il Papa - che la famiglia, anche quella migrante e itinerante, costituisce la cellula originaria della societ�, da non distruggere, ma da difendere con coraggio e pazienza. Purtroppo - ha aggiunto - in non poche situazioni questo avviene con difficolt�, specialmente nel caso di chi � investito dal fenomeno della mobilita umana�.

La posizione della Chiesa sugli immigrati � sempre stata chiara. La priorit� � l'accoglienza. Ma questa deve essere responsabile. Ovvero, occorre garantire eguali diritti per tutti e, insieme, far s� che ci� avvenga in un regime di reciprocit�. Gli immigrati, insomma, devono rispettare le regole del paese in cui emigrano ma, insieme, l'accoglienza deve esserci perch� � motivo di integrazione. Non a caso domenica prossima la Chiesa di Roma organizza in piazza San Giovanni la "Festa dei Popoli" dedicata a tutti gli stranieri immigrati in Italia. E, insieme, si rivolge ai sindaci perch� si oppongano a chi vede nello straniero solo una minaccia.

E poi c'� il mondo dell'associazionismo. Ieri pomeriggio la comunit� di Sant'Egidio ha incontrato nella sede di Trastevere il ministro degli interni rumeno Cristian David, poco prima che questi incontrasse Maroni. Con lui la Comunit� ha messo in campo le note capacit� diplomatiche per spiegare che in Italia c'� anche chi non ha un approccio ideologico al problema. Spiega Marazziti: �L'integrazione, anche quella dei romeni, � nell'interesse del paese. Possiamo non commettere gli errori del modello comunitarista inglese e insieme quelli del modello francese che ha portato all'instaurarsi di sacche di emarginati che a motivo di un futuro inesistente hanno deciso di ribellarsi. Possiamo adoperarci per un'integrazione sociale e responsabile, che significa dare cittadinanza agli immigrati, aiutarli a trovare lavoro e punire i reati singolarmente. Oggi il problema � enfatizzato e non ci si basa sui dati. Nelle carceri, ad esempio, ospitiamo la stessa percentuale rispetto alla popolazione residente di immigrati regolari e di italiani. Ci� evidenzia che l'immigrato regolarizzato non commette pi� reati degli italiani�.

E ancora: �Criminalizzare i romeni e gli immigrati � un errore strategico e un boomerang culturale. Anche perch� i reati sono sempre individuali. Le generalizzazioni creano fossati. Con la Romania l'Italia ha scambi per 12 milioni di euro, non ricordarlo � un suicidio. In campagna elettorale si � detto, ad esempio, che a Roma vi sono 85 campi nomadi. Ma � falso: ve ne sono solo 21. Si dice che l'Italia pu� fare a meno degli immigrati. Anche questa � una considerazione sbagliata: sono 5 anni che il Pil italiano sarebbe negativo senza di loro�.

Paolo Luigi Rodari