Comunità di S.Egidio


 

19/05/2008

NOMADI
Ponticelli, 100 rom tornati in Romania. In fumo il lavoro di integrazione
Lo afferma la Comunit� di Sant'Egidio che insieme a due parrocchie del territorio lavorava con i rom degli accampamenti che sono stati incendiati in seguito al presunto tentativo di rapimento di una bambina di sei mesi

 

NAPOLI - Circa cento rom sono andati via da Ponticelli e sono tornati in Romania. Lo afferma la Comunit� di Sant'Egidio che insieme a due parrocchie del territorio lavorava con i rom degli accampamenti che sono stati incendiati, nel quartiere orientale della citt�, in seguito al presunto tentativo di rapimento di una bambina di sei mesi da parte di una donna rom.

In particolare, si tratta delle popolazioni nomadi che occupavano i primi due campi che sono stati dati alle fiamme, quelli che si trovavano di fronte alla sede dell'acquedotto partenopeo.

�Sono partiti prima le donne e i bambini, poi gli uomini, con i pullman diretti a Bucarest - spiega Salvatore Esposito, membro della comunit� che opera da tempo con i Rom del quartiere - peccato, eravamo riusciti a mettere su insieme con la parrocchia una integrazione vera�. In particolare insieme ad un'associazione di medici la Csesm (Comitato per lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno) che ogni 15 giorni effettuava visite gratuite ai rom � stato realizzato un ambulatorio. �Con risultati sorprendenti - aggiunge Esposito - a dispetto di quello che normalmente si dice, i nostri assistiti rispettavano le prescrizioni e qualora c'era da effettuare ulteriori accertamenti non esitavano a farlo�.

In molti casi ad esempio sono stati prescritti ai bambini gli esami pre-vaccinali, quelli che consentono di capire se i bambini sono gi� stati vaccinati. �Ripetere due volte una vaccinazione ad un bambino pu� essere molto pericoloso - precisa Esposito - per questo � necessario accertarsene, abbiamo risolto molti casi grazie alla collaborazione dell'ospedale Ascalesi. Ma anche per gli adulti abbiamo trovato collaborazione negli ospedali napoletani�.

Insomma un esperimento decisamente riuscito il che la dice lunga sull'integrazione possibile. Molti di questi bambini, una trentina, frequentavano la scuola dell'obbligo insieme ai napoletani, senza nessun problema. �Molti Rom che venivano all'ambulatorio - dice ancora l'esponente di Sant'Egidio - partecipavano anche alle iniziative comunitarie della parrocchia e alle nostre scuole della pace. Gli abitanti del quartiere li salutavano, stringevano con loro rapporti di amicizia�.

Che cosa allora non ha funzionato? �Le iniziative di volontariato possono dare grandi risultati, ma devono essere supportati dalle istituzioni che devono contribuire a creare un clima di accoglienza e di integrazione duratura attraverso il sostegno delle attivit� che si portano avanti. Certamente la criminalit� oraganizzata ha avuto un ruolo ma quando non si creano i presupposti per un vero clima di accoglienza e rispetto, nella gente pu� nascere insofferenza�.

Elena Scarici