Comunità di S.Egidio


 

27/05/2008

I VESCOVI E IL PAESE
Riccardi: nell�Italia spaesata ci indica i segni della speranza
Lo storico: �Nella prolusione le luci di questo tempo grigio�

 

Non �un discorso apocalittico�, ma che al contrario �valorizza la positivit� del fare, del comunicare e dell�educare�. E che, soprattutto, ci dice con ottimismo cristiano che �anche il piccolo lavoro del prete, della comunit�, il piccolo lavoro dell�educatore aprono una finestra di luce in questo tempo grigio �. Perch�, alla fine, �la Chiesa � questo, � la comunione tra questi piccoli lavori, queste piccole speranze non schiacciate sotto una rassegnazione ma connesse a una visione di fede�.

� in questa chiave che Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunit� di Sant�Egidio, legge la prolusione pronunciata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, all�apertura della 58� Assemblea generale della Cei, in corso da ieri in Vaticano. Discorso �forte� e, insieme, �un ragionamento originale sulla situazione italiana� che non a caso, osserva Riccardi, �parte dall�affermazione: 'Noi vescovi siamo segno eloquente dell�amore di Dio per il nostro popolo'�.

Che cosa l�ha colpita di pi� della prolusione?

Credo che i punti �originali� siano diversi, dalla situazione italiana nel mondo al discorso sui Paesi dell�Africa e sull�emergenza alimentare, questo terribile �tsunami silenzioso�. Ma andando pi� a fondo mi sembra che sia soprattutto da rilevare come non si cada in quella lettura pessimistica della storia italiana, tipica del nostro tempo, non si cada cio� in quella che Bagnasco chiama �fenomenologia del peggio�. C�� invece una comprensione originale dell�uomo italiano, quale dev�essere quella della Chiesa. Di quest�uomo che oggi non � pi� asservito alla classe, alla razza, al lavoro, che per� � funzionale al consumo, quest�uomo svuotato dall�interno ... Ecco, la domanda di fondo �: che cosa pu� dire la Chiesa a quest�uomo �spaesato�, come lo chiama Tzvetan Todorov?

Una domanda che si apre immediatamente alla questione dell�emergenza educativa.

S�, ed � molto importante l�affermazione che il primo problema dei giovani sono gli adulti. Quello del presidente della Cei, al riguardo, � un discorso sul problema educativo a tutto tondo, che non � solo il discorso della scuola, pur fondamentale, che non � solo il discorso della scuola libera, ma � quell�educazione cristiana che parte dalla comunicazione del Vangelo di Ges�. Dobbiamo chiederci chi siamo noi adulti, noi vescovi, noi preti, noi educatori, per questi giovani, che non respingono l�autorit�, ma cercano l�autorevolezza dei testimoni e dei maestri. Questo mi pare la parte pi� importante, in quanto riguarda l�umanesimo cristiano che si comunica evangelizzando ed educando, anche se nella prolusione c�� una pagine �forte� sul mondo televisivo, perch� secondo me c�� un grande allarme a questo livello, che meriterebbe di essere preso in considerazione molto, molto seriamente.

Come al solito si dar� particolare enfasi alla parte della prolusione che entra pi� immediatamente nel dibattito politico. Come legge le parole di Bagnasco a questo riguardo?

Le leggo come un messaggio molto chiaro che il presidente della Cei invia alle due parti, e soprattutto a quelli che hanno vinto: �Avete la possibilit� di governare bene, fatelo�. E, in proposito, dice alcune cose che stanno a cuore alla Chiesa: la prima � il discorso sulla vita, che va dalla denuncia dei rischi di una mentalit� eugenetica alla questione dei morti sul lavoro, che � una questione vergognosa in un Paese ricco come il nostro. La seconda cosa � la dignit� del sistema scolastico, e poi c�� il discorso sulla immigrazione, di grande equilibrio, giocato sul concetto di non ghettizzazione degli immigrati, integrandoli in un�identit� che preesiste.

C�� poi anche il tema sulla sicurezza.

Qui ho trovato il ragionamento molto originale, e a mio modo di vedere c�� un filo rosso che unisce l�idea che Bagnasco ha dell�Italiano come �uomo spaesato� proprio col discorso della sicurezza. Certo, c�� un incoercibile discorso che � il �bisogno di sicurezza�, e quindi � grave non adottare misure efficaci, ma il punto importante � capire cos�� questa domanda di sicurezza, dialogare con essa, perch� non si pu� rispondere solo con le misure di polizia. Questo non significa negare che ci siano difficolt� in alcune aeree del Paese, ma il cardinale invita a risalire a quella che � la radice di questa insicurezza, �che prima di essere un sospetto verso gli altri � senso di isolamento �. Cio�: qui c�� un�insicurezza profonda che viene dallo sradicamento, dalla solitudine, dalla non saldezza delle persone. Ecco, questo secondo me � il punto importante, e questo io ho estremamente apprezzato, perch� lo trovo originale nel dibattito politologico. Non sar� una legge che render� pi� sicura la gente, perch� quella domanda viene dallo spaesamento. E la Chiesa sa, come dice il salmo, che �solo in Dio � sicura l�anima mia�. Allora la grande sfida torna a essere quella di comunicare il Vangelo ed educare alla vita cristiana. � la sfida, in una vita che � strutturalmente insicura, di trovare la sicurezza in Dio.

Salvatore Mazza