Comunità di S.Egidio


 

E Polis Milano

29/05/2008


Campi Rom? Dopo i raid � rimasta solo la Chiesa

 

La notizia dei temi shoc di Ponticelli - in cui i bambini napoletani �benedicono� i raid vandalici contro i campi rom - la apprende dai giornali mentre sta andando a Roma, in Vaticano, per prendere parte alla conferenza di presentazione del libro �Il caso Zingari� scritto dal presidente della comunit� di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo. � dentro i suoi paramenti d�ordinanza, ma confessa che avrebbe preferito presentarsi in maniera pi� informale e libera. L'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe si dice subito profondamente dispiaciuto da quello che ha letto sui bambini della sua citt�, quella Napoli che lui pi� volte, anche in maniera molto provocatoria, ha tentato di far reagire. Ha messo in campo tutti gli strumenti: dalle omelie fino all�ultimo libro: �Non rubate la speranza�. Ma non usa mezzi termini nell�affermare che �quei compiti non sono scritti da bambini che sono inconsapevoli, ma sono solo il frutto di sentimenti condivisi. Il vero problema sono le famiglie e anche le maestre che in verit� sono rimaste sconcertate anche loro da quei temi�. Sereno ma fermo nel condannare le violenze, parla dei raid come �strane coincidenze con l�azione camorristica� ma soprattutto lancia un monito inequivocabile: �La Chiesa � stata l'unica presenza in quei campi rom presi d�assalto. Mai nessuno l� � riuscito a dare risposte. Dopo la rivolta nessuno ha portato latte e cibo a quei bambini�.

Eminenza, Napoli sta attraversando, come del resto tutta Italia, un momento difficile caratterizzato da troppi episodi di intolleranza. Sembra che ci sia un unico sentire comune che � il �fastidio" verso il diverso. Da dove cominciare, o meglio, da dove ripartire?

Il punto di partenza � uno: ed � quello della dignit� e dei valori. Se si individuano i valori si rafforza anche la legalit�. Dobbiamo avere la capacit� di guardarci dentro ma senza chiuderci. La conoscenza di s� e dell�altro � l�unica chiave per superare qualsiasi forma di razzismo e intolleranza.

Lei ha sostenuto che quei compiti non sono stati scritti dai bambini. Cosa intendeva?

Intendevo che esprimono concetti che sentono da chi sta loro intorno. La vera causa � la demagogia che circonda tutti. Loro, le loro mamme, le loro famiglie andrebbero avvicinate alla realt� dei campi rom. Conoscere, interrogarsi, accostarsi a un mondo a noi sconosciuto ci aiuta a capire e la conoscenza � la chiave di volta contro ogni forma di intolleranza.

Gi� Sant�Egidio, all�indomani dei raid, aveva denunciato che in quei campi presi d�assalto c�erano interessi della Camorra. Episodi accaduti proprio li in quelle periferie che lei ha sempre ritenuto fossero Iuoghi aperti all�altro.

Ribadisco che ci sono state strane coincidenze con l�azione camorristica. In quei giorni, a Ponticelli, si � solo voluto dar sfogo a una preoccupazione di ordine sociale ed economico.

Inutile chiederle un commento su quegli assalti: una delle pagine pi� nere della storia di Napoli.

La mia condanna � ovviamente piena e totale. E a me si uniscono tutti i vescovi italiani. Bisogna combattere e condannare tutte le forme di violenza e soprattutto chi vuole la violenza per la violenza.

Lei ha parlato di un'identit� aperta considerandola una soluzioneper arginare l'intolleranza: di per s� due concetti che sembrano agli antipodi.

Invece no. Bisogna rispettare le diversit� di ognuno ma contemporaneamente essere anche aperti all�accoglienza: questa � la strada dell�integrazione e dell�accoglienza. Solo in questo modo si evita la nascita dei ghetti e delle ghettizzazioni: rischio che noi dobbiamo evitare sopra ogni altra cosa.

Il nuovo decreto del governo sulla sicurezza � all�insegna della tolleranza zero soprattutto verso immigrati. Come vede l�introduzione del reato di clandestinit�?

Per carit� di Dio (e sorride in maniera sorniona cercando di marcare il concetto con un intercalare napoletano ndr): non mi chieda del governo della nostra Italia. Piuttosto mi domandi del governo della Chiesa. Io sono un pastore e ognuno deve fare il proprio mestiere.

Denise Faticante