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29/05/2008 |
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L�appello della comunit� di Sant�Egidio: troppi stereotipi |
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ROMA � Nuovi incendi al campo rom abbandonato di Ponticelli, mentre la Comunit� di Sant'Egidio organizza un incontro a Roma per esortare lo Stato ad una politica lungimirante e costruttiva nei confronti dei gruppi rom. Serve un programma di istruzione, lavoro, abitazioni, accompagnato da una rigorosa osservanza della legalit�. Attenzione, � scritto in un libro presentato ieri a non scaricare le tensioni sociali trasformando i rom in capro espia tori �come fecero i nazisti con gli ebrei e con gli zingari�. Il cardinale di Napoli Sepe, intervenuto al dibattito, ha avuto parole durissime contro la violenza �da qualunque parte venga�, contro le �forze ideologiche che pescano nel torbido e anche contro le �coincidenze delle azioni camorristiche in zona�. Il porporato ha evidenziato a quali derive possa portare il continuo, insistito richiamarsi a �nazionalismo, protezionismo, campanilismo�. E tuttavia ha ricordato con amarezza che in questi anni l��unica presenza� stabile tra i campi nomadi � stata quella della Chiesa. �C�� chi ha interesse a creare situazioni di violenza�, ha rimarcato il cardinale, registrando con sgomento le reazioni di appoggio ai raid emerse nei terni dei bambini alle elementari. �E spaventoso vedere a Ponticelli ragazzi che sostengono che � bene incendiare i campi nomadi, � terribile che alcuni di loro siano stati portati anche dalle loro mamme in queste azioni�. Perci�, ha concluso, � cos� importante sviluppare un�azione educativa permanente nei confronti dei giovani rom. Soltanto un piano di intervento educativo organico, ha sottolineato Andrea Riccardi leader di Sant�Egidio, pu� giustificare razionalmente anche misure coercitive da parte delle autorit�. Lucide le osservazioni del vicepresidente della Corte costituzionale Flick. L�intervento dello Stato deve essere puntuale e permanente. Parlare sempre di emergenze pu� alla fine rivelarsi un alibi.
Marco Politi
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