Comunità di S.Egidio


 

31/05/2008


Le ragioni della convivenza
Veglia di preghiera e di riflessione della Comunit� di Sant�Egidio per il popolo Rom

 

Dopo i recenti fatti di Ponticelli, il 22 maggio scorso la Comunit� di Sant�Egidio ha organizzato un incontro di preghiera e di riflessione per aiutare a ritrovare le ragioni della convivenza pacifica a Napoli. Dopo tanta violenza ed insensatezza la nostra citt� ha bisogno di ritrovare il suo vero spirito di citt� accogliente, aperta al dialogo, vicina al bisogno dei poveri.

All�invito hanno aderito in tanti, il prete rumeno ortodosso di Napoli, padre Simeone Desrobitu, mons. Salvatore Esposito, vicario episcopale per la disciplina dei sacramenti e il culto divino e don Raffaele Oliviero parroco della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di Ponticelli. L�immagine dei rom e di tanti napoletani, tra cui molti giovani, che stavano insieme a pregare nella chiesa di San Pietro a Maiella era totalmente differente dalle terribili scene di odio e violenza che abbiamo visto nei giorni scorsi a Ponticelli dove nel giro di poche ore sono stati bruciati i campi rom esistenti e sono stati scacciate le ottocento persone che li popolavano.

Tra i rom intervenuti alla preghiera c�erano tanti anziani che in quei terribili giorni hanno visto rubate le loro povere cose e la speranza di vivere in pace nella nostra citt�. E poi i bambini che oltre ai giocattoli hanno perso la possibilit� di andare a scuola e di frequentare la scuola della pace che si svolge nei locali della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo, dove la Comunit� di Sant�Egidio anima una bellissima esperienza di integrazione e di amicizia tra bambini zingari e i loro coetanei napoletani. Negli occhi dei rom si leggeva ancora il terrore per la violenza che hanno subito, ma sui loro volti brillavano le lacrime di commozione che sono scese quando l�affetto di tutti e le parole dell�omelia hanno toccato il cuore. Padre Simeone mostra una donna e dice che � la madre di un monaco che vive in Romania e che lui conosce personalmente. Un�altra donna si avvicina a don Carmine Nappo che nei locali della parrocchia di Santa Maria Egiziaca ha ospitato per alcuni mesi la comunit� rumena ortodossa, lo abbraccia e dice �questo � il mio padre�.

Nella chiesa risuonavano le parole del Levitico: �Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi, onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore. Quando un forestiero dimorer� presso di voi nel vostro paese, non gli farete torto. Il forestiero dimorante fra di voi lo tratterete come colui che � nato fra di voi; tu l'amerai come tu stesso perch� anche voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto�, e a bruciare questa volta erano le candele che ognuno dei partecipanti ha acceso come una preghiera che saliva al Signore per chiedere pace, e riconciliazione per la nostra citt� e per tutti i suoi abitanti.

Un giovane napoletano che non � potuto venire all�incontro di preghiera ha inviato un messaggio: �Ho ricevuto l'invito per la veglia di preghiera, mi dispiace non poter partecipare per motivi di lavoro. Mio padre fu ucciso dalla camorra perch� non pagava il pizzo. Vi chiedo di pregare anche per quelli che hanno colpito il mio pap� perch�, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri. Spero che questo mio piccolo seme come il granello di senapa cresca e diventi un grande albero�.

Un messaggio toccante che ha testimoniato come nella nostra citt� ci sia chi vuole vivere in pace e cerca la riconciliazione seppur colpito nel profondo degli affetti pi� cari. Questa � la vera anima di Napoli a cui non appartiene la cultura intollerante e violenta che abbiamo visto a Ponticelli. Del resto l'incontro di preghiera per la pace dello scorso ottobre, con tanta gente che ha riempito piazza del Plebiscito e con i tanti giovani che hanno partecipato alle tavole rotonde e ai dibattiti ci ha mostrato che i napoletani sognano una Napoli diversa da quella che � apparsa in questi giorni, una citt� pi� accogliente e pi� bella, una citt� di cui possiamo essere orgogliosi e che riesca davvero ad essere la citt� di tutti.

Antonio Mattone