Comunità di S.Egidio


 

05/06/2008


Napoli e ''Il caso zingari'': le riflessioni della Comunit� di Sant'Egidio
Circa 4 mila rom in Campania vivono senza nulla, come terremotati. Per chiunque ci si porrebbe il problema dell�aiuto nell�emergenza. Agli zingari, che vivono cos� da anni, � per� negato tutto. La denuncia nel libro di Marco Impagliazzo

 

NAPOLI - Circa quattromila rom, di cui moltissimi bambini, in Campania vivono senza nulla, come terremotati, come alluvionati. Per chiunque ci si porrebbe il problema dell�aiuto nell�emergenza. Agli zingari, che vivono cos� da anni, � per� negato tutto. Non hanno luce, acqua, servizi igienici, attrezzature per la raccolta dei rifiuti. La situazione dei campi � peggiorata un po� dovunque: � entrata la droga; non c�� quasi scuola; c�� una generazione intrappolata. La denuncia parte dalla Comunit� di Sant�Egidio che ha presentanto questa sera a Napoli, il libro curato da Marco Impagliazzo, �Il caso zingari�. �� un problema che va approfondito in tutti i suoi aspetti � ha detto il cardinale Sepe, arcivescovo della citt� - ed � di estrema attualit� non solo a Napoli, � un problema risolvibile per� se tutti ci impegniamo nel rispetto della legalit� e dell�accoglienza dell�altro. Anche la Chiesa deve fare la sua parte�. Presente all�incontro anche il prefetto di Napoli Alessando Pansa, recentemente nominato commissario straordinario per i rom.

L�attualit� del libro, specialmente qui a Napoli � indiscutibile, ma il caso riguarda certamente l�intero Paese che conta 140 mila persone, delle quali una buona met� composta da minorenni. In pratica uno su quattrocento. Tra gli zingari presenti in Italia circa 70 mila, quindi tra la met� ed il 60% del totale, sono italiani; e lo sono quasi tutti perche discendenti di famiglie stabilitesi in Italia tra il 1300 ed il 1400. Dati che interpellano tutti e che invitano a riflessioni costruttive.

�� necessaria perci� una politica forte � dice Gino Battaglia, referente napoletano della Comunit� � che non � mostrare i muscoli un�ora a scopo propagandistico. La politica forte non sono gli sgomberi, che spostano il problema da un�altra parte, in un altro quartiere, in un altro comune. Si faccia una politica veramente seria. Cio� si affrontino i problemi�.

Sul tavolo anche la questione dell�accattonaggio che ha creato non poche difficolt� ai vertici istituzionali: non si pu� pretendere di proibire l�accattonaggio senza mettere i bambini in condizione di non farlo, non si pu� pretendere che i bambini non siano portati a chiedere l�elemosina senza costruire delle alternative. Occorre severit�, allora, verso i genitori che mandano i figli a chiedere l�elemosina o a rubare. Cos� come �non si pu� rimproverare ai zingari di essere sporchi o di vivere in mezzo alla spazzatura � ha spiegato don Gino Battaglia, referente napoletano della Comunit� - sono per lo pi� senza lavoro, non hanno alcuna forma di assistenza, hanno mille difficolt� per andare a scuola. Come si pu� accusarli di vivere di accattonaggio? Ci sar� sempre, in una situazione di bisogno estremo, chi sar� spinto a commettere reati o a vivere di espedienti�.

Non meno urgente il problema abitativo. Il vero modo di avviare certi problemi a una soluzione duratura � offrire agli zingari presenti in Campania la possibilit� di una vita minimamente dignitosa, insomma il libro pone problemi seri ma anche possibili soluzioni: istruzione, formazione, alloggi, problema culturale. Partire dalla scuola perch� gli zingari sono un popolo giovane, prevedendo per� il sostegno alla scolarizzazione, costruire alloggi tipo piccoli insediamenti attrezzati distribuiti sul territorio, nel contesto della necessaria riqualificazione generale dei quartieri o dei comuni che accolgono i rom. �Quanto � accaduto a Napoli ha accresciuto perversamente la �popolarit�� di violenti che si propongono come difensori della sicurezza della gente e (ci� che � peggio) accredita la violenza come via per risolvere problemi complessi come quello dei rom�, ha concluso Battaglia. (es)