Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha fatto bene a indicare, durante la conferenza di Ginevra sui rifugiati siriani, i corridoi umanitari come un “segno di speranza” e una delle soluzioni del problema. Sant’Egidio ricorda che il progetto, totalmente autofinanziato, portato avanti dalla nostra Comunità insieme alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e alla Tavola Valdese, è riuscito finora a far arrivare in Italia 97 profughi siriani, con visti regolari per motivi umanitari, grazie ad un accordo con lo Stato italiano.
Tutte persone in condizioni di “vulnerabilità” (famiglie con bambini, anziani, disabili, persone a rischio della tratta) che hanno in questo modo evitato di rischiare la loro vita nei viaggi della disperazione attraverso il Mediterraneo. Ne faremo arrivare, in poco più di un anno, un altro migliaio da Libano, Marocco ed Etiopia.
Il sistema funziona. Ma per salvare un più gran numero di persone è il momento che gli Stati Europei assumano questo modello, che si sta rivelando più efficace, sicuro (si tratta di visti regolari) e, soprattutto, più umano (si pensi al campo di Idomeni, tra Grecia e Macedonia) di fronte a chi fugge dalla guerra. |